— Molto poetico — commentò LuAnn. — Ma non molto realistico.
— Giusto, lei viaggia parecchio. D’altra parte, con i suoi mezzi…
— I miei mezzi non c’entrano. Ma è esatto: io viaggio parecchio. — Poi aggiunse stancamente: — Forse troppo.
— È bello vedere il mondo — disse Riggs. — Ma è bello anche tornare a casa.
— Parla per esperienza personale?
— Io? — Sul suo volto era apparso un gran sorriso. — Mai stato da nessuna parte.
— E che cosa trova a casa? Un po’ di pace, forse?
Il sorriso si attenuò. — Non è quello che cerchiamo un po’ tutti?
— Ha già fatto colazione, Matthew?
— Da un pezzo, ma grazie lo stesso.
LuAnn spostava il peso del corpo da una gamba all’altra, il gelo del terreno cominciava a irrigidirle i piedi. — Allora che ne dice di un caffè?
— Ottima idea.
Riggs notò il movimento di lei. Si tolse i guanti da lavoro e li mise nella tasca posteriore dei pantaloni. Poi si girò e piegò leggermente la schiena. — Forza, salti in groppa.
— Vuole scherzare?
— La riporto a casa. — Si diede un paio di colpetti sul fondoschiena. — Non sono grosso quanto il suo cavallo…
— Cavalla — corresse lei.
— Quello che è. Può sempre far finta, no?
LuAnn non cedette: — Non ci penso affatto.
— Via, si beccherà una polmonite stando così a piedi nudi. Dico sul serio. Inoltre, questa è la mia attività di maggior successo presso i miliardari.
Lei rise e finalmente gli salì in groppa, circondandogli il collo con le braccia. — Ma poi non venga a lamentarsi se le viene il colpo della strega.
Lui le afferrò le cosce nude e cominciò a muoversi. — Ehi, non si uccidono così anche i cavalli?
— Per l’appunto. — LuAnn si afferrò a lui con più forza. E a metà strada non mancò di spronarlo giocosamente, stringendo a più riprese le ginocchia.
Nel folto del bosco, Jackson abbassò il paraboloide di un microfono telemetrico, continuando a osservare Riggs che trasportava LuAnn verso la casa. L’attenzione di Jackson si soffermò sul perimetro formato dai paletti e dallo spago, primo passo nella costruzione di qualche struttura. La voce di Riggs messa su nastro avrebbe potuto diventare un fattore utile in seguito. Jackson si concesse un vago sorriso. Considerando l’abbigliamento di LuAnn, era pressoché sicuro che i due si sarebbero goduti entro breve una parentesi di intimità. Questo non era necessariamente un problema, al contrario. Riggs le avrebbe confessato qualche elemento importante e LuAnn glielo avrebbe poi riferito.
Compiaciuto dell’andamento della situazione, Jackson si inoltrò nella foresta, tornando verso l’auto che aveva lasciato su una strada sterrata fra gli alberi.
— Se mai avrò un altro cavallo — disse LuAnn imburrando una fetta di pane — sarà un onore chiamarlo Matthew.
— Giorni di fuoco, galoppate di gloria.
LuAnn raggiunse il banco della cucina per versarsi un’altra tazza di caffè, voltandogli le spalle. Indossava ancora la vestaglia di seta. Riggs si sentì preda di pensieri invadenti e inopportuni. Cercò di non guardarla, ma non ci riuscì.
— Gli altri sono ancora tutti a nanna? — disse con aria casuale.
— È la giornata libera di Sally — rispose LuAnn girandosi verso di lui. — Charlie e Lisa sono partiti per una piccola vacanza.
— Senza di lei?
— Ho parecchie cose da fare. — Si sedette, evitando lo sguardo di lui. — Presto potrei andare in Europa. L’Italia è splendida in questa stagione. Se così fosse, c’incontreremo tutti a Roma. Lei c’è mai stato?
— Solo a Rome, nello Stato di New York — precisò con un sorriso.
— Questo nella sua vita precedente? — LuAnn lo studiò al di sopra del bordo della tazza.
— Eccoci di nuovo con il passato. Sa che non è minimamente eccitante quanto lei può pensare?
— Perché non lascia che sia io a deciderlo?
— Sta cercando un corpus delicti ?
— Un’espressione della sua ex moglie avvocato, immagino.
— Non immagini, Catherine. L’immaginazione può avere effetti collaterali pericolosi.
— Sono vaccinata.
— Ma perché lei è così interessata a ciò che facevo prima di venire a Charlottesville?
È il solo modo per tenerti in vita, e mi sento male ogni volta che penso a quanto sei stato vicino a morire per colpa mia. LuAnn compì uno sforzo per tenere la voce a un tono normale. — Diciamo che sono curiosa per natura.
— Siamo in due. Perché non parliamo dei suoi segreti, Catherine?
— Quali segreti?
Riggs posò la tazza, senza interrompere il contatto di sguardi. — È una battuta di spirito?
— Per niente. Ho molto denaro. C’è gente che lo vuole e che cerca di prenderlo. Punto e basta.
— Sta dicendomi che il balordo della Honda era un potenziale rapitore?
— Forse.
— Rapitore molto sui generis.
— Di nuovo la sua ex moglie avvocato?
— Forse — disse Riggs piatto. — Quell’individuo sembrava un insegnante di liceo, non un gorilla di professione. Ha affittato quel villino e lo ha addirittura ammobiliato. Per rapire qualcuno, generalmente ci si mette in parecchi, ben armati e incappucciati, si usa un furgone chiuso e se la cosa va male, si taglia la corda alla grande. Invece, il tizio, tutto solo soletto, prima ha tentato di seguire lei, poi di prendersela con me. Come rapitore farà meglio a tornare all’asilo.
— Parla per esperienza personale, Matt?
— Forse.
— Può darsi che quell’uomo stesse cercando di spaventarmi prima di tentare il rapimento vero e proprio.
— Bell’idiota. I sequestri di persona non sono forse basati sull’elemento sorpresa?
— Va bene, non è un rapitore — concesse LuAnn. — Quindi?
— Continui lei. È entrata nel villino, no? Che cosa ha scoperto?
— Niente.
— Questa è una palla, e lei lo sa.
LuAnn si alzò, squadrandolo. — Non mi piace che mi si dia della bugiarda.
— E allora la pianti di dire bugie. Non le riesce molto bene, lo sa?
Lei serrò la mascella, voltandogli la schiena.
— Catherine, mi ascolti. — Riggs si alzò a sua volta. — È vero, nella mia vita precedente, come lei si ostina a definirla, ho effettivamente avuto a che fare con… chiamiamolo l’elemento criminale. Ho cercato di sopravvivere, ho imparato tutto quello che potevo imparare, ho accumulato una certa esperienza.
Le mise una mano sulla spalla e la fece voltare nuovamente verso di sé.
— Catherine, io so che lei ha paura di qualcosa. Ma so anche che ha nervi saldi e tanto fegato. Devo dedurre che la situazione sia davvero brutta. — Le sollevò leggermente il mento con due dita. — Sono pronto a stare dalla sua parte. Voglio stare dalla sua parte, ma solo se lei mi dice la verità.
LuAnn s’irrigidì impercettibilmente. La verità. Qualcosa che apparteneva a un altro universo. — Lo so Matthew. — Le sue labbra si socchiusero, i suoi occhi rimasero fissi in quelli di lui. — Lo so, credimi.
Riggs la prese fra le braccia. Le sue mani percepirono il calore che emanava dal corpo di lei, dai seni premuti contro il suo corpo. Le loro bocche s’incontrarono, prima esitanti, ben presto trascinate in un vortice di passione. Riggs le fece scivolare la vestaglia giù lungo le spalle, lasciò che si afflosciasse al suolo. Le baciò voracemente la gola, le spalle, i seni. Poi la sollevò dolcemente e LuAnn chiuse gli occhi, tenendogli il volto premuto contro la spalla, stringendogli le gambe intorno alla vita.
In qualche modo si trascinarono fino alla piccola stanza degli ospiti al pianterreno. Distesa sul letto, LuAnn stese le braccia, afferrò i lembi della spessa camicia di flanella di Riggs e gliel’aprì di forza facendo saltare una raffica di bottoni.
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