— Sì — rispose lei, senza reagire.
— Rientrando negli Stati Uniti — riprese Jackson — lei ha considerevolmente complicato la mia vita. L’uomo che la segue ha scoperto la sua identità attraverso le sue cartelle esattoriali. Per questo non avrebbe dovuto tornare indietro.
— Ogni sei mesi fare le valigie. Ogni sei mesi una nazione diversa, una lingua diversa. Ogni sei mesi sbattersi da un capo all’altro del mondo. Provi lei a condurre una vita del genere, e con una ragazzina al fianco.
— Non credo che siano difficoltà così insuperabili. Non quando si ha un conto in banca che vale mezzo miliardo di dollari.
— Ci sono cose che il denaro non può comprare. L’ha detto lei.
— Lei conosce quell’uomo, LuAnn? Lo ha mai visto prima?
— Me ne ricorderei. Mi ricordo tutto di questi ultimi dieci anni — rispose LuAnn con un sospiro.
— Ha ragione di credere che sìa in qualche modo al corrente della truffa alla Lotteria Nazionale?
Uno spasmo gelido risalì la schiena di LuAnn, facendola esitare. — No.
— Lei ha ancora molto, moltissimo da imparare nell’arte della menzogna, LuAnn. Mi dica immediatamente la verità, altrimenti ucciderò tutti quelli che troverò in questa casa, a cominciare da lei. — La minaccia le venne rivolta con lo stesso tono glaciale, quasi indifferente.
— Quell’uomo ha una lista di nomi. Herman Rudy, Bobbie Jo Reynolds, il mio, anche altri…
Jackson registrò mentalmente l’informazione. — E Riggs?
— Che c’entra lui?
— Ci sono ombre nel suo passato.
— Ci sono ombre nel passato di tutti noi.
— Sagge parole — concordò Jackson. — In qualsiasi altra circostanza, mi limiterei a ignorarlo. Ma in questo caso sono costretto ad occuparmene.
— Di che cosa sta parlando?
— Del fatto che il signor Riggs sembra essere sempre nel posto giusto e al momento giusto per offrirle assistenza.
— È qui da almeno cinque anni, ben prima del mio arrivo.
— Non è questo il punto. Un uomo dal passato fumoso viene a contatto con lei in questo instabile contesto. E questo non mi piace.
— Si tratta di una pura coincidenza.
— Davvero? L’ho trovato a frugare nel villino del nostro uomo. Per un momento, lui e io siamo stati vicinissimi. — La mano libera di Jackson si contrasse ad artiglio. — Ho contemplato l’idea di eliminarlo. Sarebbe stato estremamente facile.
— Riggs è solo un costruttore che lavora qui in zona — intervenne LuAnn, impallidendo. — Non c’entra!
— Stabilirò io se Riggs c’entra o no. Se dalle informazioni che otterrò su di lui ricaverò qualche motivo di preoccupazione, lo eliminerò.
— Ci penserò io a ottenere quelle informazioni.
— Che cosa? — fece Jackson meravigliato.
— Gli piaccio. Mi ha già aiutato due volte. Forse mi ha anche salvato la vita. Sembrerà naturale che io cerchi di dimostrargli la mia gratitudine, di conoscerlo meglio.
— Non mi piace.
— Per me è più facile scoprire se sta veramente nascondendo qualcosa — insistette lei.
Gli occhi di Jackson la studiarono intensamente. — D’accordo — disse. — Ma resta inteso che mi dirà qualunque cosa venga a sapere su di lui. Chiaro? Altrimenti me ne occuperò personalmente. Quanto all’altro uomo, ci penserò io a trovarlo. Non dovrebbe essere difficile.
— Non deve farlo.
— Prego? — fece Jackson denotando una certa sorpresa.
Il ricordo di Arcobaleno fece irruzione fra i pensieri di LuAnn. Non poteva sopportare l’idea di avere un altro uomo sulla coscienza. — Se si fa vivo ancora, noi ce ne andremo.
— Lei continua a non afferrare la complessità del problema, LuAnn. Se si trattasse solo di lei, potrebbe essere una soluzione, almeno per il momento. Ma quell’uomo ha la lista dei miei… vincitori. Non posso permetterlo!
LuAnn trasse un profondo respiro. — Se sono soldi che quell’uomo vuole, posso darglieli io.
Jackson sorrise. — La costante dei ricattatori, LuAnn, è che non cessano mai di volere soldi. A meno che non vengano definitivamente convinti a smettere.
— Jackson, io posso…
— Può che cosa? Garantirsi la sopravvivenza? E anche tutto questo lusso? — domandò Jackson facendo un ampio gesto con la mano. — Anche dieci anni fa lei tentò di affrontare un ricattatore. Ma fui io ad affrontarlo e a convincerlo. Lo feci allora e lo rifarò ora. Si accontenti di aver risparmiato la vita a Riggs. Per adesso.
— Ma quell’uomo non è in grado di provare niente! E anche se potesse, sarei io a trovarmi nei guai, non lei. Non so neanche il suo vero nome!
Jackson si alzò di scatto, e pochi istanti dopo LuAnn si ritrovò a fissare la canna di una 9mm con silenziatore, puntata verso di lei.
— La soluzione per me più immediata sarebbe eliminare tutti voi vincitori dall’equazione. Cominciando da lei, qui e ora. Rammenti, i dieci anni sono trascorsi. I suoi cento milioni di dollari sono già stati depositati su un conto svizzero aperto a suo nome. La sconsiglio vivamente di trasferire questa somma negli Stati Uniti. — Tra le sue dita guantate di nero, apparve un secondo foglio di carta, che Jackson lasciò cadere sul letto. — Ecco i codici di accesso e tutte le informazioni al riguardo. Cento milioni di dollari non rintracciabili. Come vede io rispetto il nostro contratto fino in fondo. — Strinse il dito attorno al grilletto. — E tuttavia, sarebbe mio preciso interesse toglierla di mezzo subito, non trova? — Mentre avanzava verso di lei, LuAnn rafforzò la presa sul tagliacarte.
— Lo metta via, LuAnn. Adesso!
Quasi ipnotizzata, LuAnn abbandonò l’oggetto sullo scrittoio e indietreggiò, appoggiandosi al muro.
Jackson incombeva su di lei. La canna della pistola su una guancia di LuAnn, passò la mano guantata sull’altra guancia. Non c’era nulla di sensuale in quel tocco. Jackson pareva un anatomo-patologo intento a verificare il rigor mortis di un cadavere.
— Avrebbe dovuto usarlo. Fin dall’inizio — disse, con un lampo negli occhi.
— Non uccido la gente a sangue freddo.
— Lo so. Peccato, perché è il modo migliore per farlo. — Ritrasse la mano. — Dieci anni fa, intuii che lei sarebbe stata l’anello debole della catena. Nel tempo, dubitai della mia intuizione. Tutto sembrava perfetto. Ora so che avevo ragione. Perché ora qualcuno sa, e forse la ricatta. E se io gli permettessi di andare avanti potrebbe portarmi al fallimento. E io non fallisco. Mai.
“Pensi alla vita meravigliosa che io le ho concesso, LuAnn. Il più impossibile dei sogni… trasformato in realtà. Si guardi adesso. — Con gesto lento aprì la cintura della vestaglia, scoprendole il seno. — Effettivamente, la cosa giusta da fare sarebbe ucciderla. Perché no? — Puntò la pistola alla testa di lei.
LuAnn chiuse gli occhi. Le gambe le tremavano, il cuore batteva all’impazzata, togliendole il respiro. Quando li riaprì, vide che Jackson scuoteva la testa.
— L’ultima volta che ci siamo visti, non era così nervosa. — Con calma esasperante, innestò la sicura. — Come dicevo, avrei tutto l’interesse a eliminare l’anello più debole. Ma non lo farò. Non stanotte. Nonostante lei mi abbia tradito, mettendo a rischio il mio piano. Vuol sapere perché?
LuAnn non si mosse, non rispose.
— Perché ritengo di avere una missione da compiere. È un’affermazione un po’ melodrammatica, ma rende l’idea. E poi, sono stato io a creare tutto ciò che lei è, LuAnn. Sono stato io a forgiare la sua intera esistenza. Se la uccidessi, sarebbe come uccidere parte di me stesso. Ma si ricordi, una belva sacrifica volentieri l’agnello, per sfuggire a una trappola. Quindi non creda, non s’illuda neppure per un istante, che non sarei pronto a farlo. Al tempo stesso, voglio credere che troveremo una via d’uscita. Lei e io. Insieme. E lei farà la sua parte per garantire un buon esito al nostro lavoro.
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