Romanello ruotò su se stesso nell’udire un rumore alle proprie spalle.
La penombra che avvolgeva il soggiorno si animò, e sulla soglia della cucina apparve Jackson. Era vestito in modo inappuntabile, come per l’incontro con LuAnn. Ma era l’unica analogia tra quel Jackson e questo. Occhiali scuri, impenetrabili, celavano i suoi occhi. Tra i capelli adesso c’era del grigio, ed erano diversamente pettinati. Sul volto era apparsa una barba ben curata, grigia anch’essa. Le guance erano più larghe e paffute, le orecchie arrossate e aderenti ai lati del capo. Erano entrambi gli efficaci effetti del lattice e della cosmetica.
— Chi cazzo sei e cosa ci fai qui dentro? — ruggì Romanello.
Per tutta risposta, con la mano destra guantata Jackson indicò il pacco. — Lo apra.
— Che cosa?…
— Conti i suoi soldi e si assicuri che ci siano tutti. Non si preoccupi, non la considererò un’offesa personale.
Jackson si tolse gli occhiali con un gesto misurato. — Lo apra — disse una seconda volta, e nella sua voce non c’era alcuna minaccia.
Negli ultimi tre anni Anthony Romanello aveva assassinato a sangue freddo e con piena premeditazione sei persone. Non aveva paura di niente, né di nessuno. Allora perché si sentiva pervadere da quello strano brivido?
Strappò la carta da pacchi, e parte del contenuto nel fuoriuscire cadde sul pavimento: cartaccia , vecchi giornali tagliati nel formato delle banconote.
— Dovrebbe essere divertente — disse Romanello a denti stretti — ma non mi fa affatto ridere.
Jackson scosse la testa. — Quando annullai il contratto, non avrei mai dovuto dirle di LuAnn Tyler e dei soldi nel suo futuro. Passo falso da parte mia, lo ammetto. Soldi. Una parola magica che fa fare strane cose alle persone.
— Di cosa stai parlando?
— Signor Romanello, lei era stato assunto per eseguire un lavoro per me. Una volta annullato il contratto, il rapporto tra lei e me doveva terminare. Mi correggo: sarebbe dovuto terminare.
— E terminato. La donna non l’ho uccisa, e da te ho ricevuto solo pezzi di carta. Quello che dovrebbe essere incazzato sono io, amico, non tu!
Jackson cominciò a enumerare, toccandosi un dito dopo l’altro: — Lei ha seguito la donna da Rikersville fino a New York. Ha continuato a seguirla in tutta la città. Le ha mandato un messaggio. Si è addirittura incontrato con lei, e non ritengo che il vostro sia stato un incontro di cortesia.
— Come sai tutto questo?
— C’è ben poco che io non sappia, signor Romanello. — Le lenti impenetrabili risalirono a nascondere nuovamente gli occhi di Jackson. — Ben poco.
— Tu non puoi dimostrare niente.
Jackson esplose in una risata che fece rabbrividire Romanello. La mano del killer scese a cercare la sua 9mm, ma nella cinta dei pantaloni non c’era alcuna pistola. Svanita.
Jackson notò il suo sbigottimento e scosse la testa: — Che posto infido è la metropolitana di New York, non trova anche lei, signor Romanello? Infestato da ladri e borseggiatori. Le cose spariscono e nemmeno ci si rende conto…
— Lascia che ti ripeta una cosa: tu non puoi dimostrare niente. E adesso vorresti andare alla polizia, proprio tu che mi hai assunto per far fuori qualcuno. Non sei il massimo della credibilità!
— Non ho il benché minimo interesse nell’andare alla polizia. Lei ha violato le mie precise istruzioni, e con ciò ha messo a rischio i miei piani. Sono venuto a comunicarglielo. E non solo la seconda metà del suo pagamento non avrà luogo, ma lei incorrerà anche nelle appropriate sanzioni punitive. Delle quali io ora mi occuperò personalmente.
Romanello si drizzò nel suo metro e novanta di statura, e torreggiando su Jackson disse con un ghigno: — Allora è meglio che chiami rinforzi.
— Preferisco arrangiarmi da me.
— Bene, sarà la tua ultima impresa. — Romanello si mosse rapido e preciso. Con la sinistra lanciò la cartaccia verso Jackson e con la destra strappò dal fodero alla caviglia il compatto coltello da combattimento a lama seghettata. Ma il suo slancio si spense quando vide qualcosa in mano a Jackson.
— Forza bruta ed elevata massa muscolare sono spesso sciocche sopravvalutazioni. Non ne conviene? — domandò filosoficamente Jackson.
Il doppio ago sparato dallo storditore elettrico centrò Anthony Romanello in pieno petto. Centoventimila volt di corrente fluirono lungo i tenui fili metallici direttamente nel suo sistema nervoso centrale.
Anthony Romanello schiantò a terra e restò immobile a fissare Jackson che lo sovrastava.
— Le sto somministrando una scarica della durata di sessanta secondi, la quale la metterà in condizione di non nuocere per i prossimi quindici minuti circa. Più che sufficienti per le mie necessità.
Poi Jackson interruppe la corrente e si chinò accanto a lui per rimuovere gli aghi dal petto. Romanello aveva sempre gli occhi sbarrati, del tutto impotente mentre dita guantate gli slacciavano la camicia.
— Petto villoso, signor Romanello. Dubito che il perito potrà rilevare i microscopici fori lasciati sul suo petto.
Jackson riassemblò lo storditore e tolse un altro oggetto dalla tasca interna della giacca. Romanello vide cos’era e fu pervaso dal panico, ma nella sua paralisi non poté fare altro che guardare. Non sentiva più le gambe, né le braccia, la sua lingua pareva essere diventata una foglia di cactus.
— Si tratta principalmente di una soluzione salina pressoché innocua — disse Jackson verificando in controluce il contenuto della siringa ipodermica che stringeva nella destra. — Innocua se non si considera il suo composto aggiuntivo. Il quale, in certe specifiche circostanze, può essere letale.
Jackson sorrise a Romanello facendo una pausa, considerando l’entità delle sue ultime parole.
— Detto composto si chiama prostaglandina, un ormone prodotto naturalmente dall’organismo umano. I suoi dosaggi ottimali si misurano in microgrammi. Il dosaggio di prostaglandina che io sto per somministrarle, signor Romanello, è dell’ordine dei milligrammi. Vale a dire un multiplo in migliaia della quantità presente in condizioni normali nel suo sistema cardiovascolare. — Jackson parlava con tono didattico, come un professore molto compreso nella sua lezione. — Nel momento in cui la prostaglandina raggiungerà il suo cuore, provocherà un’immediata contrazione delle coronarie, innescando quello che, in termini squisitamente medici, viene definito infarto del miocardio dovuto a occlusione delle arterie coronariche. In verità, non ho mai combinato gli effetti dell’alto voltaggio con questo specifico metodo per provocare il decesso e sarà interessante osservare tale processo.
Jackson non manifestava maggior emozione di quella che avrebbe provato nel sezionare una rana davanti a una classe di studenti di biologia.
— In ogni caso, considerando che la prostaglandina è naturalmente prodotta dall’organismo, da questo è anche metabolizzata, ragion per cui l’autopsia non ne rileverà un tasso elevato che possa così risultare sospetto. Ma la ricerca non può, non deve fermarsi. Al momento, signor Romanello, sto perfezionando un nuovo veleno che conterrà un enzima incapsulato da una membrana protettiva. Una volta inoculato, le reazioni chimiche primarie nel flusso sanguigno scompongono rapidamente la membrana, ma a quel punto il veleno avrà già fatto effetto. La rottura della membrana permetterà però all’enzima di reagire con il veleno, cancellando ogni traccia della sua esistenza. E il medesimo principio dei reattivi che demoliscono le chiazze galleggianti dell’inquinamento da petrolio. Ingegnoso, non trova? Era questo il veleno che contavo di sperimentare su di lei oggi. Malauguratamente, sono rimasto un po’ indietro sulla tabella di marcia. La chimica, dopotutto, richiede grande pazienza ed estrema precisione. E lei non può avere idea di quanto io aborrisca fare lavori affrettati. Nessun problema. La buona, vecchia prostaglandina servirà alla bisogna.
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