Dean Koontz - Lampi

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Lampi: краткое содержание, описание и аннотация

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In una tempestosa notte di gennaio Laura Shane viene miracolosamente alla luce grazie all’intervento di uno sconosciuto che annuncia il proprio arrivo con un lampo. Il destino però ha in serbo per lei ben più terrificanti pericoli che supererà con l’aiuto del misterioso personaggio. Ma chi è l’enigmatico protettore? Nel giorno del suo tredicesimo compleanno per Laura è pronta un’agghiacciante rivelazione…

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Penlovski, secondo Stefan Krieger, era un simpatizzante nazista e accolse di buon grado le truppe di Hitler. Forse sapeva che da Hitler avrebbe potuto ricevere il sostegno finanziario per le sue ricerche. Con l’approvazione di Hitler, Penlovski e il suo collaboratore più stretto, Wladyslaw Januskaya, si recarono a Berlino per fondare un istituto di ricerche temporali. Era un’iniziativa talmente segreta che non gli venne nemmeno dato un nome. Veniva semplicemente chiamato l’istituto. Lì, in collaborazione con scienziati tedeschi non meno impegnati e perspicaci di lui, finanziato da quella che sembrava una fonte inesauribile di fondi provenienti dal Terzo Reich, Penlovski aveva trovato un modo per penetrare l’arteria del tempo e muoversi a suo piacimento attraverso quella corrente fatta di giorni, mesi e anni.

« Blitzstrasse », disse Stefan.

« Blitz… questo significa lampo», disse Chris. «Come Blitzkrieg… guerra lampo… in tutti quei vecchi film.»

«Via del Lampo in questo caso», spiegò Stefan. «La strada attraverso il tempo, la strada verso il futuro.»

Avrebbe potuto essere chiamata Zukunftstrasse , o Strada del Futuro, spiegò Stefan, perché Vladimir Penlovski non era riuscito a scoprire il modo di mandare gli uomini a ritroso nel tempo attraverso il tunnel che aveva inventato. Potevano viaggiare solo nel futuro e tornare automaticamente nella loro epoca.

«Sembra esserci un qualche meccanismo cosmico che non consente ai viaggiatori del tempo di mescolarsi nel loro stesso passato per poter cambiare le circostanze della loro vita presente. Vedete, se potessero viaggiare a ritroso nel tempo, quindi nel loro passato, si creerebbero certi…»

«Paradossi!» esclamò Chris in tono eccitato.

Stefan sembrò sorpreso di udire il bambino pronunciare quella parola.

Sorridendo, Laura disse: «Come ti ho già detto, abbiamo discusso parecchio circa le tue possibili origini e il viaggio nel tempo è risultato essere la spiegazione più logica. È Chris il mio esperto in materia».

«Paradosso», convenne Stefan. «Se un viaggiatore del tempo potesse andare a ritroso nel suo passato e potesse influire su alcuni eventi della storia, quel cambiamento avrebbe tremende ramificazioni. Altererebbe il futuro da cui è venuto. Perciò non sarebbe più in grado di ritornare nel mondo che ha lasciato…»

«Paradosso!» esclamò Chris allegramente.

«Paradosso», ripetè Stefan. «Apparentemente la natura rifugge dal paradosso, in linea generale non permetterà mai a un viaggiatore del tempo di crearne uno. E di questo dobbiamo ringraziare il Signore. Perché… supponiamo per esempio che Hitler avesse inviato un assassino nel tempo a uccidere Franklin Roosevelt e Winston Churchill molto prima che questi uomini potessero ricoprire le loro alte cariche. Questo avrebbe portato all’elezione di uomini diversi, sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra, uomini magari meno intelligenti e con i quali si sarebbe potuto trattare più facilmente e questo avrebbe portato al trionfo di Hitler nel ’44 o anche prima.»

Ora stava parlando con una foga che le sue condizioni fisiche non gli avrebbero consentito di sostenere e Laura se ne rese conto. Il sudore che gli imperlava le sopracciglia era quasi scomparso, ma ora, sebbene non gesticolasse nemmeno, aveva tutta la fronte umida. Le occhiaie sembravano essersi fatte più profonde. Ma non poteva fermarlo o ordinargli di riposarsi, perché voleva e aveva bisogno di ascoltare tutto ciò che aveva da dire… e perché Stefan non le avrebbe consentito di fermarlo.

«Supponiamo che il Führer potesse inviare indietro nel tempo degli assassini per uccidere Dwight Eisenhower, George Patton, il maresciallo Montgomery, ucciderli nelle loro culle , quando erano ancora dei neonati, eliminando loro e altri, tutte le migliori menti militari che gli Alleati possedevano. A quel punto, verso il 1944, gran parte del mondo sarebbe stato nelle sue mani, nel qual caso i viaggiatori del tempo sarebbero andati nel passato a uccidere gli uomini che già da lungo tempo erano morti e non costituivano più una minaccia. Come vedete, un paradosso. E grazie a Dio la natura non permette tali paradossi, perché altrimenti Adolf Hitler sarebbe stato in grado di trasformare il mondo intero in un immenso campo di concentramento, un crematorio.»

Rimasero in silenzio per un po’, poiché la possibilità di un tale inferno sulla terra colpì ognuno di loro. Persino Chris reagì a quella visione del mondo che Stefan aveva descritto, perché era un bambino degli Anni Ottanta, anni in cui i cattivi nei film e nei melodrammi televisivi venivano rappresentati solitamente da alieni voraci provenienti da una galassia lontana, oppure da nazisti. La svastica, il simbolo del teschio, le uniformi nere delle SS e quello strano fanatico con i baffetti a Chris sembravano particolarmente terrificanti perché facevano parte della mitologia creata dai media e con la quale era cresciuto. Laura sapeva che le persone e gli eventi reali, una volta rientrati nel contesto della mitologia, erano in un certo senso più reali per un bambino del pane stesso che mangiava.

Stefan proseguì: «Perciò dall’istituto noi potevamo viaggiare solo in avanti nel tempo, ma anche questo aveva la sua utilità. Potevamo saltare qualche decennio per scoprire se la Germania aveva resistito ai giorni bui della guerra e in qualche modo era riuscita a risollevare le proprie sorti. Ovviamente scoprimmo che la Germania non era riuscita a fare nessuna di queste cose, che il Terzo Reich era stato sconfitto. Nonostante ciò, con tutte le conoscenze a cui potevamo attingere dal futuro, le sorti non avrebbero potuto essere rovesciate, dopotutto? Sicuramente c’erano cose che Hitler poteva fare per salvare il Reich, persino alla fine del ’44. E c’erano cose che potevano essere portate dal futuro e che avrebbero consentito di vincere la guerra…»

«Per esempio», disse Chris, «le bombe atomiche!»

«O le conoscenze che avevano permesso la loro costruzione», aggiunse Stefan. «Il Reich aveva già un programma di ricerca nucleare, sapete? E se avessero avuto in tempo le informazioni necessarie, avrebbero separato l’atomo e…»

«Avrebbero vinto la guerra», concluse Chris.

Stefan chiese dell’acqua e questa volta bevve metà bicchiere. Voleva reggere il bicchiere con la mano sana, ma tremava troppo; l’acqua gocciolò sulle coperte e Laura dovette aiutarlo.

Quando riprese a parlare, gli tremava la voce. «Poiché il viaggiatore del tempo esiste al di fuori del tempo durante il suo viaggio, egli non solo è in grado di muoversi nel tempo, ma anche geograficamente. Immaginatelo sospeso sopra la terra, immobile, mentre il globo gira sotto di lui. Questo non è quello che accade nella realtà, ovviamente, ma è più facile focalizzare questa immagine che non figurarselo mentre si libra in un’altra dimensione. Ora, mentre è lì, sospeso sopra il mondo che gira sotto di lui e se il suo viaggio nel futuro è stato programmato in modo appropriato, può viaggiare e ritrovarsi a un’ora precisa a Berlino, la città che ha lasciato anni prima. Ma i calcoli per ottenere un arrivo preciso sono incredibilmente difficili nella mia era, 1944.»

«Ma ai giorni nostri sarebbero molto facili», disse Chris, «con il computer.»

Stefan cominciò a muoversi, sentendosi a disagio contro i cuscini che lo sostenevano, si mise la mano destra tremante sulla spalla ferita, come se con il solo tocco potesse lenire il dolore, poi proseguì: «Squadre di fisici tedeschi, accompagnati da uomini della Gestapo, furono mandati in missione segreta in diverse città dell’Europa e degli Stati Uniti nel 1985, per accumulare informazioni di vitale importanza sulla fabbricazione delle armi nucleari. Il materiale che stavano cercando non era difficile da trovare. Con le informazioni già in loro possesso grazie alle loro stesse ricerche, riuscirono a ottenere ciò che gli mancava dai libri di testo e dalle pubblicazioni scientifiche facilmente reperibili in una qualsiasi delle principali biblioteche universitarie all’epoca. Quattro giorni prima che lasciassi l’istituto per l’ultima volta, quelle squadre tornarono dal 1985 al marzo 1944 con il materiale che avrebbe dato al Terzo Reich un arsenale nucleare prima dell’autunno di quell’anno. Avrebbero trascorso un paio di settimane all’istituto per studiare il materiale raccolto, prima di decidere come e dove introdurre quelle informazioni nel programma nucleare tedesco, senza rivelare come fossero state reperite. In quel momento seppi che dovevo distruggere l’istituto e tutto ciò che conteneva, gli uomini principali come gli archivi, per impedire che il futuro venisse plasmato da Adolf Hitler».

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