Dean Koontz - Lampi

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Lampi: краткое содержание, описание и аннотация

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In una tempestosa notte di gennaio Laura Shane viene miracolosamente alla luce grazie all’intervento di uno sconosciuto che annuncia il proprio arrivo con un lampo. Il destino però ha in serbo per lei ben più terrificanti pericoli che supererà con l’aiuto del misterioso personaggio. Ma chi è l’enigmatico protettore? Nel giorno del suo tredicesimo compleanno per Laura è pronta un’agghiacciante rivelazione…

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«Il punto è», disse Ruth preoccupata, «che non è rimasto male quando Laura l’ha affrontato come ha fatto. Non penso che la lascerà perdere facilmente come con le altre bambine che gli resistono.»

Quella notte Laura fece fatica ad addormentarsi. Pensò al suo Custode e si chiese se sarebbe comparso miracolosamente come era già successo e se avrebbe avuto a che fare con Willy Sheener. Ma in qualche modo, sentì che questa volta non avrebbe potuto contare su di lui.

Negli ultimi dieci giorni di agosto l’Anguilla seguì Laura come un’ombra. Quando lei e le gemelle Ackerson andavano nella stanza dei giochi per fare una partita a carte o a Monopoli, Sheener appariva dopo circa dieci minuti e si metteva a lavare le finestre o lucidare i mobili, nonostante in realtà la sua attenzione fosse principalmente focalizzata su Laura. Se le bambine cercavano rifugio in un angolo del giardino dietro la casa, per parlare o per fare qualche gioco che a volte inventavano, Sheener faceva la sua apparizione qualche minuto dopo, avendo improvvisamente notato che gli arbusti avevano bisogno di essere potati o concimati. E sebbene il terzo piano fosse solo per le bambine, era aperto al personale maschile addetto alla manutenzione dalle dieci del mattino alle quattro del pomeriggio durante i giorni feriali. Quindi Laura non poteva neppure rifugiarsi nella sua stanza durante quelle ore, poiché non era sufficientemente sicura.

La cosa più preoccupante era il fatto che la sua torbida passione per Laura fosse ingigantita al punto di diventare un bisogno paranoico che si percepiva dall’intensità sempre crescente del suo sguardo e dall’odore di sudore che emanava quando si trovava nella stessa stanza con lei per più di qualche minuto.

Laura, Ruth e Thelma cercarono di convincersi che l’Anguilla rappresentasse, con il passare dei giorni, un pericolo sempre minore, visto che non si decideva ad agire. Il fatto che esitasse significava che aveva capito che Laura era una preda inaccessibile. Ma in cuor loro sapevano che la loro era solo una speranza. Si resero conto della gravita del pericolo, una domenica pomeriggio, sul finire di agosto, quando rientrando nella loro stanza trovarono Tammy che stava distruggendo la collezione di libri di Laura, in un accesso di folle gelosia.

Laura teneva sotto il letto i suoi libri favoriti, circa una cinquantina, che aveva portato da casa. Tammy li aveva trascinati nel mezzo della stanza e con una frenesia carica d’odio ne aveva distrutti più della metà.

Laura era troppo sconvolta per reagire e Ruth e Thelma trascinarono via Tammy cercando di calmarla.

Laura non riuscì a nascondere il proprio dolore, sia perché quelli erano i suoi libri preferiti ed essendole stati regalati da suo padre costituivano anche un legame e un ricordo, ma soprattutto perché possedeva così poco. I suoi averi erano miseri, di scarso valore, ma realizzò all’improvviso quanto rappresentassero una difesa contro le crudeltà della vita.

Tammy perse qualsiasi interesse per i libri, ora che il vero oggetto del suo odio stava di fronte a lei. «Ti odio, ti odio!» Il suo volto pallido e contratto, per la prima volta apparve a Laura vivo, arrossato e contorto dall’emozione. I cerchi scuri intorno agli occhi non erano spariti, ma non la facevano più sembrare debole e indifesa, al contrario, ora appariva feroce e crudele. «Ti odio, Laura, ti odio!»

«Tammy, dolcezza», si intromise Thelma, mentre cercava di tenere ferma la bambina, «Laura non ti ha mai fatto nulla.»

Con il respiro affannoso, ma senza più dimenarsi per liberarsi dalla stretta di Ruth e Thelma, Tammy urlò a Laura: «Tu sei l’unica cosa di cui lui parla! Io non gli interesso più, solo tu, non fa che parlare di te! Ti odio, perché sei venuta qui? Ti odio!»

Nessuno ebbe bisogno di chiederle a chi si stesse riferendo. L’Anguilla.

«Non mi vuole più. Nessuno mi vuole più, adesso. Mi vuole solo perché così posso aiutarlo a prendere te. Laura, Laura, Laura! Vuole che con uno stratagemma io ti porti in un posto dove possa essere solo con te, un posto che sia sicuro per lui, ma non lo farò, no, non lo farò! Perché una volta che lui ti avrà che cosa mi rimane? Nulla!» Il suo volto era rosso di rabbia, ma la cosa peggiore era la disperazione che si leggeva nei suoi occhi.

Laura corse fuori dalla stanza, percorse tutto il corridoio e si infilò nel bagno. Nauseata dal disgusto e dalla paura, cadde in ginocchio sulle gialle piastrelle crepate e vomitò. Una volta liberato lo stomaco, si avvicinò a uno dei lavandini, si sciacquò la bocca e si gettò dell’acqua fredda sulla faccia. Quando sollevò la testa e si guardò nello specchio, finalmente arrivarono le lacrime.

Non era per il senso di solitudine e di paura che piangeva. Piangeva per Tammy. Il mondo era un luogo di una crudeltà inimmaginabile se era possibile che la vita di una bambina di dieci anni potesse valere tanto poco al punto che le sole parole di assenso che avesse mai udito da un adulto erano quelle di un pazzo che abusava di lei, che l’unico avere di cui potesse andare orgogliosa era l’aspetto sessuale ancora immaturo del suo esile corpo infantile.

Laura si rese conto che la situazione di Tammy era infinitamente peggiore della sua. Benché privata dei sui libri, Laura aveva bellissimi ricordi di un padre amorevole, gentile, dolce, che Tammy non aveva mai avuto. Anche se quelle poche cose che possedeva le fossero state tolte, Laura avrebbe continuato a essere sana di mente, Tammy invece era psicologicamente labile e forse per lei non c’era alcuna speranza di recupero.

4

Sheener viveva in un bungalow in una tranquilla strada di Santa Ana. Un quartiere costruito dopo la seconda guerra mondiale: case piccole, gradevoli a vedersi, con interessanti dettagli architettonici. In quell’estate le diverse specie di alberi di fico avevano raggiunto la maturità e i loro rami si allargavano sulle case, quasi a proteggerle; l’abitazione di Sheener era parzialmente nascosta da grandi arbusti di azalea, eugenia e ibisco dai fiori rossi.

Verso mezzanotte, con l’ausilio di un arnese di plastica, Stefan fece saltare la serratura della porta sul retro e si introdusse nella casa. Mentre ispezionava il bungalow accese tutte le luci e non si preoccupò neppure di tirare le tende alle finestre. La cucina era perfettamente pulita. Tutto risplendeva, dal ripiano blu in formica, alle maniglie cromate dei mobiletti, al rubinetto del lavandino e persino i bordi in metallo delle sedie luccicavano. Non c’era il segno di un’impronta. Aprì il frigorifero, senza sapere bene che cosa si aspettasse di trovare là dentro. Forse un’indicazione delle psicologia anormale di Willy Sheener; forse una vittima delle sue molestie, uccisa e congelata per conservare i ricordi di una passione deviante? Nulla di tanto drammatico. Tuttavia risultava chiara la mania ossessiva dell’uomo per la pulizia: tutti i cibi erano chiusi in appositi contenitori.

L’unica particolarità che notò osservando il contenuto del frigorifero e della credenza, fu la preponderanza di dolci: gelati, paste, torte, caramelle, ciambelle, persino dei croccantini per animali. C’erano anche parecchi articoli che andavano per la maggiore in quel periodo, come per esempio gli Spaghetti-Os e barattoli di minestre di verdura in cui la pasta aveva forme che ricordavano i personaggi dei cartoni animati. Quelle provviste sembravano essere state fatte da un bambino, senza il controllo di un adulto.

Stefan si addentrò nella casa.

5

La crisi di gelosia di Tammy durante la quale aveva distrutto i libri di Laura, le tolse quel poco di energia che ancora possedeva. Non parlò più di Sheener e sembrava che non serbasse più alcuna animosità nei confronti di Laura. Si chiuse sempre più in se stessa, giorno dopo giorno, cominciò a tenere sempre il capo chino e la sua voce si affievolì.

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