Emilio Salgari - Attraverso l’Atlantico in pallone
Здесь есть возможность читать онлайн «Emilio Salgari - Attraverso l’Atlantico in pallone» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Attraverso l’Atlantico in pallone
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 80
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Attraverso l’Atlantico in pallone: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Attraverso l’Atlantico in pallone»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Attraverso l’Atlantico in pallone — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Attraverso l’Atlantico in pallone», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Sui ponti dei vari battelli il lavoro ferveva con non minore attività.
I capitani, i padroni, i mastri, ritti dinanzi a delle tavole, tagliavano le teste ai merluzzi portati a bordo dei legni dai pescatori dei piccoli canotti e raccoglievano i fegati e le uova, che deponevano entro grandi canestri, mentre i loro aiutanti, gli habilleurs, strappavano la spina dorsale e pulivano l’interno, gettando poi tutti quei pesci nella stiva, dove altri uomini erano incaricati di sottoporli al primo sale. Da quei fegati, che i pescatori radunano in grandi quantità, si estrae quel miracoloso olio che ha acquistato grande rinomanza. Già da tempo antichissimo gli inglesi, gli olandesi ed i norvegesi avevano scoperto in quell’olio delle proprietà miracolose; ma per lo più lo adoperavano contro i reumatismi articolari con buon successo. Oggi invece viene usato come ricostituente, e tutti ormai conoscono la sua efficacia straordinaria. Quello che si estrae dai merluzzi che si pesano sul banco di Terranova viene considerato il migliore, perché è più ricco di sostanze grasse e quindi più efficace come ricostituente.
Dal grande banco s’innalzava fino all’aerostato un puzzo nauseante di pesce, d’olio, un fumo nero e pesante, eruttato dalle numerose navi da guerra di tutte le nazioni, scaglionate fra quegli innumerevoli battelli da pesca, ed al nord, al sud, all’est e all’ovest si udiva un frastuono impossibile a descriversi: fischi di macchine, spari di petrieri che richiamavano a bordo i canotti, tocchi di campane, suoni di trombette, un grido, un chiamarsi continuo, un vociare in tutte le lingue.
All’apparire dell’aerostato, il quale filava maestosamente sopra il banco, subentrò un profondo silenzio. Tutti quei pescatori dimenticarono per alcuni istanti le lenze ed i merluzzi, guardando quel meraviglioso vascello che il vento spingeva sopra i muggenti flutti dell’oceano. Tutti quegli uomini parevano stupiti da quella improvvisa apparizione. Avevano indovinato di che cosa si trattasse, o la scambiavano, come gli abitanti di Terranova, per un immenso uccello di nuova specie? A quel silenzio successe ben presto un clamore assordante: hurrah immensi echeggiarono da un capo all’altro del grande banco, si agitavano i berretti, si ammainavano le bandiere tre volte in segno di saluto, si suonavano furiosamente le campane e le trombette, e si sparavano i petrieri, come quando le pesanti nebbie piombano repentinamente sulle flottiglie.
I legni da guerra, i cui equipaggi avevano subito compreso di cosa si trattasse e che forse avevano avuto sentore dell’ardita spedizione del Mister Kelly, scaricavano i loro pezzi, mentre i marinai, arrampicatisi sui pennoni, salutavano gli intrepidi aeronauti con formidabili hurrah.
“Grazie!” gridò l’ingegnere, vivamente commosso, mentre sventolava la bandiera degli Stati dell’Unione e O’Donnell scaricava le due carabine.
Ma la loro comparsa fu rapida, il vento spingeva l’aerostato sopra l’oceano con la velocità di sessanta miglia all’ora, in pochi minuti passò sopra quelle lunghe file di navi e di canotti e si allontanò verso il nord-est.
“Per San Patrick! “esclamò l’irlandese. “Vi confesso. Mister Kelly, che quell’inattesa accoglienza mi ha scombussolato.”
“E io vi dico che non sono meno commosso di voi, O’Donnell” rispose l’ingegnere.
“Che questi pescatori conoscessero già il vostro progetto?”
“È probabile, perché negli Stati Uniti e nel Canada ne hanno parlato a lungo, e quelli di Terranova ne saranno stati informati.”
“Comunque sia, quella dimostrazione d’affetto è stata commovente, ingegnere. Non mi ha permesso di seguire attentamente la pesca dei merluzzi.”
“Ne sapete già abbastanza, su quella pesca.”
“Sì, grazie alla Vostra erudizione. Quale direzione teniamo?”
“Sempre quella di nord-est, cioè della mia corrente.”
“E non incontreremo più terre, d’ora innanzi?”
“Nessuna fino sulle coste d’Europa.”
“Diavolo! Ciò produce un certo effetto, Mister Kelly.”
“Lo manderete giù assieme a quattro bocconi e a una bottiglia di vecchio vino di Spagna.”
“Credo che abbiate ragione” rispose l’irlandese, sorridendo.
“Un buon bicchiere di vino scaccia meglio di qualunque altra cosa le emozioni, anzi, vi confesso che questo freddo mi ha messo indosso un certo appetito.”
“Sono sette ore che non abbiamo messo sotto i denti una briciola di biscotto. Ehi! Simone, preparaci qualche cosa.”
“È fiato sprecato, Mister Kelly. Il vostro negro mi pare che sia sempre mezzo morto di paura. Evidentemente i viaggi aerei non sono fatti per i negri.”
L’irlandese aveva ragione. Il servitore dell’ingegnere non si era ancora mosso dal posto che occupava e continuava a tenersi strettamente aggrappato alle corde gettando in giro degli sguardi smarriti.
“Orsù, poltrone” disse l’ingegnere. “Quale strana paura ti ha invaso?”
“Temo di cadere, massa” rispose il negro balbettando.
“Forse cadiamo noi?”
“Io sono negro, e voi…”
“Siamo bianchi” disse O’Donnell, scoppiando in una fragorosa risata. “Che gli uomini della nostra razza portino nel ventre un magazzino d’idrogeno? Che sia proprio così, signor discendente di Cam?”
Il negro cercò di sorridere a quelle parole ma, invece, le sue grosse e tumide labbra si contorsero orribilmente, senza riuscirvi. Quel povero diavolo fece però uno sforzo supremo per alzarsi; ma ricadde pesantemente, come se avesse le gambe rotte, emettendo un grido di spavento.
Quell’altezza produceva su di lui un senso di invincibile paura; quel vuoto lo atterriva e gli faceva girare la testa.
“Rimani là” disse O’Donnell. “M’incarico io del servizio di bordo, poltrone.”
In un batter d’occhio aprì una cassa, ne tolse una scatola di carne arrostita, un’altra di acciughe, dei biscotti, una bottiglia, bicchieri e posate, e preparò la tavola, che era sostituita da una panchina del battello.
“Quando desiderate, Mister Kelly” disse con la sua più bella voce.
L’ingegnere, che stava esaminando i suoi strumenti, si affrettò a rispondere all’appello, ed i due aeronauti, che cominciavano a provare i morsi della fame intaccarono con molto appetito le vivande, senza dimenticare il negro, il quale fece molto onore al pasto, specialmente alla bottiglia, malgrado la sua grande paura.
Terminata la cena, l’ingegnere e l’irlandese accesero le sigarette, poi volsero uno sguardo verso l’ovest.
Il grande banco era scomparso sotto l’orizzonte, e l’aerostato filava sull’immensa distesa dell’Atlantico, i cui muggiti salivano fino alla navicella.
L’irlandese, malgrado la sua audacia, impallidì leggermente. Ormai non dovevano contare più sulle loro forze e sul loro vascello aereo, poiché la sola immensità li circondava e in caso di catastrofe nessun uomo sarebbe accorso in loro aiuto.
Quasi contemporaneamente il sole tramontò e le tenebre piombarono bruscamente sull’oceano avvolgendo l’aerostato.
Capitolo 7. In mezzo all’Atlantico
L’Oceano Atlantico, che gli arditi aeronauti stavano per attraversare, è il più noto ed il più frequentato di tutti, quantunque sia stato interamente percorso solamente dopo la scoperta dell’America.
La sua esistenza era già nota agli antichi; ma fino al quindicesimo secolo, anzi più tardi, se ne ignoravano i confini. Oggi si conoscono esattamente la sua superficie, che è stata calcolata di 79.721.274 chilometri quadrati, la sua lunghezza che tocca dal nord al sud i 13.335 chilometri e le sue maggiori larghezze, che variano fra i 3500 e i 3600 chilometri, ed anche le sue profondità.
Anticamente si credeva che il fondo degli oceani, date le loro immense estensioni, fossero dappertutto uguale. Gli scandagli eseguiti con grandi fatiche, ma con molte cure, dalle navi da guerra delle nazioni europee ed americane hanno invece dimostrato che quei fondi hanno pianure, montagne ed abissi come tutti i continenti.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «Attraverso l’Atlantico in pallone»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Attraverso l’Atlantico in pallone» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Attraverso l’Atlantico in pallone» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.