Giambattista Bazzoni - Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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- Название:Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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Falco della rupe; O, La guerra di Musso
INTRODUZIONE
March. Non paventate, amico: a gir sul mare
Pericolo non vi è
Purchè la sposa ancor venga con me.
Conte. Sposa, sposa, io ti comando
Dar la mano ai Marchesino:
Egli merta, poverino!
La tua fede ed il tuo amor.
"Tarderà molto tempo ancora a qui giungere il battello a vapore? io sono impazientissima per tal ritardo".
Così diceva una vezzosa damina vestita da viaggio con tutta eleganza, affacciandosi al balcone dell'albergo che porta l'insegna dell'Angelo, e sta in Como sulla Piazza del Porto, ad un giovine signore che le si pose d'appresso.
"Poco più di mezz'ora sicuramente, poichè son di già le sei e mezzo", rispose questi con garbo traendosi tosto di tasca l'orologio a ripetizione, e premendone la molla dopo averlo guardato.
"Ardo di desiderio, proseguì ella, di recarmi ad esaminare il Lario 1 1 httpx//www.gutenberg.org/ebooks/
da vicino: tante persone mi parlarono di esso facendomene tutte sì belle e pompose descrizioni, che quasi mi vergogno d'essere la sola fra le mie conoscenti che lo abbia ancora a vedere".
"Oh certo, Contessina, replicò l'altro, una barca a vapore merita destare così la vostra come la curiosità d'ogni amatore del perfezionamento delle arti e delle agiatezze della vita:, oltre che il suo aspetto sui fiumi, ed in ispecie sui laghi, è ancor più singolare e spettacoloso che sul mare. Sta dessa sì elevata sulle acque e s'avanza maestosa e rapida signoreggiando l'elemento su cui trascorre, che anche le più grandi barche comuni non rendono la benchè minima idea di sua bellezza, siccome son ben anco lontane dal possedere i vantaggi che ad essa derivano dalla sua indipendenza dai venti, dalla velocità e certezza di suo cammino. Nel lungo viaggio che ultimamente compii, ne vidi per la prima volta in Inghilterra. Trovavami poche ore prima di sera sul ponte di Londra, allorchè il King George , l'uno dei più bei battelli a vapore che siano usciti dai cantieri inglesi, rimontava il Tamigi tenendosi nel bel mezzo del fiume: non vi so dire quanta sorpresa e diletto mi recasse quella vista. Volli il giorno seguente salirvi a bordo, e provai su di esso il più gradevole viaggiare che mai facessi, per cui tornando dalla Germania in Italia, feci gran tratto del Reno su barche di tal fatta; e giunto a Trieste non tralasciai d'attraversare l'Adriatico sul pachebotto a vapore".
"Quanto v'invidio, disse sospirando la Contessina: la brama di viaggiare fu sempre la più gradita e viva ch'io m'avessi e m'ho tuttora, ma non mi venne mai concesso di soddisfarla: mio marito, cedevole in tutto, su questo punto è inesorabile. Ma a proposito di viaggi, proseguì, porgendogli uno sguardo in cui si leggeva un non so che di rimprovero che i suoi occhi neri rendevano significantissimo, fu detto che pellegrinando faceste incontro di molte amorose avventure, e che il vostro album ribocchi di nomi e di memorie di belle Francesi, Tedesche, Inglesi, e per sino Russe, di cui conquistaste il cuore: erano di ben altro allettamento che le barche a vapore del Tamigi, del Reno, dell'Adriatico: oh! quanto viveva mai tradita ogni bella milanese che sospirava per voi!"
"Ah, Amalia, vi giuro, disse con vivacità quel giovine signore, rendendole uno sguardo parlante, l'amor di patria e le sue dolci rimembranze non sono uscite mai dal mio cuore. In qualunque più lontano luogo io mi trovassi vi fu un nome ed un'immagine che mi svegliarono sempre nell'anima una profonda impressione. Nè Parigi, nè Londra, nè i luoghi più pittoreschi della Svizzera ebbero per me le delizie di questo giorno; la veduta di questa amena parte di lago, delle ville, dei monti che lo fiancheggiano dipinti del colore del cader del sole d'una giornata trascorsa al vostro fianco, è la più cara e poetica…"
"Che diavolo s'è fitto in capo mia moglie per questo vapore, io non lo so intendere! (Così disse al di dentro della sala, interrompendo quel caldo ragionatore, una persona la cui voce ottusa indicavala occupata a mangiare.) Non lasciarmi pure il tempo del pranzo, per la fretta di partire! e sì che v'erano dei tordi stupendi presi ieri al roccolo, e cotti a meraviglia, e perchè? per correre a Como a rompicollo a vedere una barca".
"Eh via, non v'inquietate, caro Conte, rispose prontamente dal balcone quel giovine signore, sul cui volto apparve il dispetto d'essere stato interrotto; vi risarcirete questa sera con qualche dozzina di freschissimi agoni del lago, che, cucinati alla griglia, sono ghiotta vivanda al par dei tordi".
"È vero, anche gli agoni sono buon cibo, me lo ripetè più volte don Martino che è di questi paesi? disse il grosso Conte apparendo sul limitare del balcone, tenendosi con due mani alla bocca una coscia di pollo che andava spogliando, ma soggiunse tosto come uomo addolorato: in qual modo potrò sanare le maccature che mi produssero gli urti della carrozza nel venire a precipizio sin qui per quella strada indemoniata delle colline piena di nottoloni e di buche? Ci scommetto che se non eravate voi, Marchesino, a guidare i cavalli, ci si rovesciavamo le cento volte".
"Qui non mancano soffici letti per riposare le vostre tenere membra; disse la Contessina con tuono ironico, infastidita doppiamente e dalla comparsa colà del marito, e dalle sue importune lagnanze: le vostre ossa però non si saranno scomposte, nè la pelle lacerata per cinque o sei leggieri scosse del cocchio di cui io mi sono accorta appena".
"Tu le nomini leggieri scosse eh? rispose il Conte con voce flebile, il so ben io quali fossero realmente, che mi sento tutte rotte le spalle e le reni: erano terribili balzoni da farne spiritare chicchessia".
"Ecco, ecco, anche le quindici miglia della nuova strada dalla nostra villa di Brianza a Como gli sono sembrati precipizii, burroni. Vedete, seguitò, vedete Marchesino, i bei motivi per cui m'imprigiona nella villeggiatura del Lambro e mi costringe ad annoiarmi mortalmente nei tre mesi dell'autunno, senza voler mai che mi rechi a visitare un'amica, o mi associi ad una partita di piacere?"
"Annoiarsi mortalmente alla nostra villa del Lambro! rispose il Conte incrocicchiando le braccia sul petto e fissandola con meraviglia e dispetto: Ti annoierai a Milano, ti seccherai qui, ma colà ohibò! Come è possibile il soffrir noia con quel caro don Martino che farebbe ridere i morti, e che quando poi parla di cucina è veramente maestro, col signor Giosuè e donna Rosa che ragiona di tutto, e ci formano in casa una continua vivacissima società? E posto anche questa non ti soddisfacesse pienamente, non hai mille altri modi da sollazzarti? luoghi da passeggiare non ne mancano, tanto se ami il piano quanto se vuoi stradicciuole di collina: in somma, io teneva per fermo che non vi fosse signora che villeggiasse in Brianza più contenta di te".
"Io sollazzarmi? Io essere contenta? replicò la Contessina, in cui lo sdegno mal represso imporporava grado grado le gote. Credete voi che uno zotico sacrestano e quelle caricature di donna Rosa e suo marito siano per me una così gradevole compagnia che m'abbia a beatificare stando con loro? Quanto siete in inganno! perchè, sappiatelo, i rancidi lazzi, le vecchie storie e il giuoco del tarocco sono per me le cose più odiose del mondo, e a passeggiare da sola in mezzo ai villani nè mi conviene, nè mi diverte, nè lo voglio: se non avessi il mio piano-forte e i libri, di cui mi provvedo abbondantemente, in due anni che vi sono sposa mi sarei già attisichita. Vi protesto (e guardò di sott'occhi il Marchesino addolcendo la voce), preferisco le cento volte una sol gita come questa, a tutta la vostra villeggiatura ed ai piaceri che voi vi trovate".
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