Giambattista Bazzoni - Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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- Название:Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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Così dicendo, siccome nel calore del discorso s'era a lui accostato, gli stese la destra, presentandogliene il palmo per ricevere la sua in pegno della promessa che attendeva. Al Conte, sbalordito da quella tempesta di parole, da cui in sostanza dedusse che non si voleva che vi fosse pericolo nel vapore, uscì un istante dalla mente la villa del Lambro e la protesta fatta poco prima al Marchesino, porse la mano, e quando stava per impalmare quella di don Annibale, improvviso gli attraversò la fantasia l'importante pensiero del come si sarebbe provveduto al ventre su una barca che correva per più ore senza toccare mai sponda, e tenendo sollevata la destra con esitazione: "Indicatemi il modo, disse, con cui potere colà su avere, senza fastidio, una buona colazione ed un buon pranzo, ed io v'assicuro che tutte le difficoltà sono sparite, e v'ascenderemo domani immancabilmente".
"Ma altro che colazione e pranzo!" dissero a due voci il Marchesino e don Annibale. "Immaginatevi, proseguì quest'ultimo, tutto quanto può esservi in un ben fornito albergo colà su si trova tutto: v'è ogni sorta di vivande, di vini, di frutti, di dolci: ma che credete che sia una barcaccia come le altre? C'è la sua cucina, la credenza, una sala, con tutti i suoi comodi come in una casa. Quel correre poi sull'acqua rompendo l'aria vibrata montanina, eccita un appetito, una fame da divorare il ferro, e trovare a propria richiesta qualunque ghiottoneria, ed essere fra le agiatezze come in un ricco palazzo, è un piacer tale da quasi non credersi. Via, non ci mancate, datemene parola e credetemi che non v'andando perdereste un raro complesso di divertimenti: – E fareste uno sproposito da sapervene male per tutta la vita", soggiunse il Marchesino.
"Ed averne le beffe universali", aggiunse colla sua voce dilicata, e con tal modo di rimprovero la Contessina.
Stretto così da tutte le parti divenne pel Conte impossibile il battersi in ritirata.
"Se in realtà è così, rispose stropicciandosi le mani lentamente, se assolutamente lo volete, per me ci vengo volontieri; ma domani, ed accennò per terra coll'indice della destra come fermasse un patto, domani a sera qui, e dopo dimani alla Villa".
"Oh! ciò s'intende, replicò il Marchesino pago oltre modo del riportato consentimento, e diede a donna Amalia uno sguardo di trionfante compiacenza a cui ella rispose con un sorriso, mostrando negli occhi tutto ciò che una bella donna sa farvi apparire per affettuosamente ringraziare. Don Annibale accostatosi ad essi andava ripetendo or all'uno or all'altro: "Ma era un errore, un torto, un insulto imperdonabile venir sin qui per vederlo, e non salire sul battello a vapore".
Per una concatenazione di idee che gli ideologi non durerebbero fatica ad ispiegare, i pensieri del Conte s'erano rivolti frattanto a far rivista del futuro desinare sul lago, indi con poca divergenza ritornati sulle sue sensazioni presenti, e ritrovarono l'urgente bisogno della cena, per il che rammemorò al Marchesino que' certi agoni di cui gli aveva parlato prima di sera, e soggiunse che gli sembrava venuto tempo d'assaggiarli. Il Marchesino chiamò, ordinò la cena, e in pochi tratti fu allestita la mensa, ed arrecate le vivande. Eglino vi si assisero d'intorno, obbligando cortesemente don Annibale a rimanerti seco loro. Gli agoni furono trovati saporitissimi, ed in ispecie dal Conte, che se ne fece una scorpacciata, e terminata la cena, s'assise di nuovo sul canapè a smaltirli addormentandosi profondamente.
La Contessina, tutta occupata della lieta idea della promessa gita, si diede ad interrogare don Annibale intorno alle delizie del lago.
"Onde conoscerle tutte perfettamente, rispose questi che ne aveva esatta cognizione, d'uopo sarebbe ch'ella visitasse ad una ad una le molte ville che sono sparse a diversi punti delle sue rive, e salisse in alcuni luoghi i monti, o s'internasse nelle valli onde mirare pittoresche vedute, o singolari accidenti di natura, che molti ve se ne trovano; ma giacchè non deve che percorrerne il lungo, ella cerchi di tracciarne bene in mente l'aspetto generale e le posizioni diverse, che poscia le descrizioni di chi ne ha esaminate le singole parti gioveranno a formargliene nello spirito un quadro completo. Un abbozzo preventivo del viaggio posso farglielo io con questa carta distesa in ampia scala". Così dicendo staccò una gran tavola geografica che stava appesa ad una delle pareti, e la stese sul tavoliere: donna Amalia e il Marchesino accostandovi i lumi vi portarono attento lo sguardo.
"Il Lago di Como, come qui si vede, proseguì egli, ha la forma d'una zanca di granchio aperta in atto d'abbrancare".
"Ah! ah! dite benissimo, lo interruppe ridendo il Marchesino, si può assomigliare la forma del lago di Como ad una zanca di gambero, come appunto si paragona quella dell'Italia ad uno stivale. Ah! ah! gambe da per tutto".
"Sarebbe miglior cosa, vorresti forse dire, che vi si ravvisasse alcuna parte che raffigurasse una testa. Tu sei troppo maligno: ma torniamo a noi. Il grosso della zanca (e toccava coll'indice i luoghi che indicava) appare formato da questa porzione di lago che sta tra il suo incominciare e la punta di Bellaggio, e le due estremità sono la più sottile a sinistra, cioè a levante, il ramo di Lecco, ed a destra quello di Como. Quest'ultimo ramo ch'ella deve percorrere domani, presenta alla vista di chi lo viaggia una serie di circoli che si succedono, ciascuno de' quali ha un diverso aspetto, il che qui sulla carta non si scorge, essendo quell'ottico effetto prodotto dalle montagne che lo fiancheggiano, da cui apparentemente a diversi tratti è chiuso. Il carattere però generale di simile spazio di lago sino al principiare della Tramezzina è piuttosto alpestre e severo. Superata questa punta di Lavedo, che è la Gibilterra del lago, esso si presenta ridente da una sponda e dall'altra sino a Bellaggio, dove si vede in tutta la sua vastità, cinto da monti giganteschi. La barca a vapore perviene a Domaso, d'onde si scorgono a sinistra le bocche dell'Adda, ivi è il vero incominciamento del lago di Como, poichè quest'altro laghetto inameno e solitario posto all'estremità, detto di Riva di Chiavenna, si può considerare segregato e facente parte da se. Da Domaso poi si ritorna per lo stesso cammino dopo una brevissima fermata".
"E quante ore si impiegano nel percorrere questo spazio?" disse la Contessina.
"Quattro o cinque sì nell'andata che nel ritorno, secondo la quantità de' passeggieri, per ricevere i quali e dimetterli ne' varii luoghi d'uopo è perdere alcun tempo, e secondo la forza e la direzione del vento".
"Così avremo, tornò a dire la Contessina tutta gioiosa, otto o dieci ore d'amenissimo sollazzo, di cui avrò obbligo a lei, caro don Annibale, che ha stornato mio marito dal commettere un fallo imperdonabile; ed a voi pure, Marchesino (e sogguardollo sorridendo), come promotore di questa gita. Ma, or me ne avveggo, avete trascurato di darmi un suggerimento importante, e si era di portar con noi qualche libro che ne indicasse per viaggio i nomi dei paesi e delle ville del lago".
"Perdonatemi, Amalia, ma la colpa non è mia. Ieri guardai e riguardai nella vostra picciola biblioteca della villa, e non vi scorsi di opere relative al lago di Como che le Lettere del Giovio , e il Viaggio ai tre laghi dell'Amoretti ; dunque tenni per fermo che il vostro favorito autore, il dipintor delle belle, il pellegrinante, il romanziere sentimentale, Bertolotti, l'aveste già con voi, o il teneste chiuso nella cassetta da viaggio".
"No, v'ingannaste, perchè il dovetti quest'anno lasciare a Milano, essendo il suo, ed il posto di due o tre altre mie predilette opere occupato dai Promessi Sposi , e da altri romanzi recenti: sebbene vi dirò che le Peregrinazioni di quel finto vecchio militare, la cui vivacità e galanteria ne smentiscono ad ogni linea l'età e la professione, me le so quasi a memoria. Desiderava non altro per domani che un indicatore, una nomenclatura, una guida".
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