Giambattista Bazzoni - Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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- Название:Falco della rupe; O, La guerra di Musso
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"Che ve ne pare, gli disse, di questa nave? avete voi mai veduta una simile meraviglia?"
"Oh che gran bella meraviglia! rispose il Conte aggrinzando il mento, e sporgendo il labbro inferiore per dare al volto un'aria di disprezzo. Finalmente non la è che una gran barcaccia un po' più grossa di quelle che vediamo cariche di sale sul nostro naviglio".
"Quel che volete, mio caro, rispose il Marchesino un po' sconcertato; non potrete però sostenermi che barche le quali camminino da se con tanta velocità e sicurezza ne abbiate vedute sul nostro naviglio. E poi ciò che sorprende, che è magico si può dire, non lo avete mirato ancora; fa d'uopo salire là su; discendere nel sito della macchina, vedere che ordigni vi sono, con che perfezione formati, e una fornace ardentissima, una caldaia d'acqua bollente che somministra il vapore…"
"Immaginatevi or bene, l'interruppe quasi gridando il Conte, s'io voglio andar là su! colla fornace e l'acqua bollente! che se non basta il pericolo d'affogare nelle onde, v'ha poi quello d'abbrustolarsi per un incendio, come beccaccie allo spiedo, o saltar per aria in mille pezzi, ciò che con questo vapore, mi hanno detto, è facilissimo ad accadere-No, no, non mi vi cogliete. Pazienza qualche scossa del cocchio, ma alla fin fine sono sul sodo, posso discendere, ed alberghi ce n'è da per tutto: ma il mettere per diporto la vita su un legno dove v'ha rischio di morire pel fuoco, per l'acqua bollente e per la fredda, la mi pare la più gran minchioneria del mondo".
Donna Amalia fremette di sdegno a tali parole, che conosceva dettate in parte al marito dal desiderio di rappresaglia della malevolenza da lei mostrata per la sua villa del Lambro, ed in parte dall'invincibile di lui poltroneria; e il Marchesino non s'attentò ragionare più oltre, conoscendo difetto principalissimo del Conte una ostinazione insuperabile ne' suoi propositi. Pervennero silenziosi in porto, discesero alla riva, ed entrarono nell'albergo: quivi preceduti da un cameriere che recava i lumi, ascesero ad una sala ove doveasi attendere la cena.
Il Conte adagiossi da un canto sopra un canapè, e guardava zufolando alla soffitta, movendosi aria al volto coll'agitar d'un fazzoletto: la Contessina sedette presso al balcone, dalle cui spalancate imposte spirava un'auretta serale gradevolissima, e il Marchesino s'assise presso a lei, posando il braccio sull'appoggiatoio della di lei scranna, mirandone taciturno il melanconico atteggiamento del volto, quasi non osasse interrompere il corso de' suoi pensieri.
"Non son io veramente sfortunata! diss'ella dopo alcuni istanti con tuon di lamento, ma a bassa voce: anche quest'unico divertimento mi toglie quell'anima di ghiaccio. Sperava che dovesse essere almeno solleticato dalla curiosità e dall'agevolezza di soddisfarla: ma no, ei vi trova il pericolo, la paura, e tutto ciò per non stare un momento di più lontano da quella odiosa Villa, ove, son certa, ritorneremo domani all'albeggiare, nè sarà possibile lo scostarsene mezzo miglio per tutto il rimanente dell'autunno. – E voi! voi pure fra due o tre giorni ve ne partirete, e mi lascerete isolata del tutto…"
"Ah Amalia! non dite così per pietà! Dovreste sapere che l'allontanarmi da voi è più doloroso al mio che al vostro cuore, e che la sola imperiosa necessità mi vi può astringere… Ma per ora non dubitate, proseguì il Marchesino con voce più bassa, e dando un'occhiata di sghembo al Conte, lo faremo calare quel coccolone, lo prenderemo all'esca. – Se si potesse persuaderlo…"
Qui fu interrotto dall'aprirsi improvviso della porta, e dall'entrar precipitoso d'un Signore che tutto gaio corse a lui, gli prese la mano, e gridò: "Briccone, briccone, da più ore nello stesso albergo, e nulla mi fai sapere?"
"Chi poteva immaginarsi, mio caro Annibale, esclamò il Marchesino alzandosi ed abbracciandolo, che tu eri qui!"
"No, non ci sono scuse, ti voglio ammazzare, proseguì l'altro ridendo. Ed ella, amabile Contessina, come sta? sempre benissimo, sempre lieta, non è vero? Eh questo è il privilegio delle belle e gentili damine: del Conte non domando, eccolo là, colla prosperità stampata in volto. Ma che buon vento gli ha portati: deve essere stato un soffio brianzolo ben gagliardo, perchè so che hanno costume d'abbandonare giammai la loro villa".
"Ne sono stato io la cagione, parlò il Marchesino: l'altro giorno essendo seco loro in Villa, il Conte mi mostrò desiderio di vedere il battello a vapore. Io gli proposi la gita a Como, egli v'acconsentì, ed oggi vi siamo venuti". "Bravo Conte, esclamò l'altro, ciò può dirsi aver buon gusto nella scelta de' divertimenti. Domani avrete un ottima giornata per far il viaggio del lago che è deliziosissimo: il tempo s'è stabilito sereno, e ci scommetto che non vi sarà una sola nube in tutta l'aria. Quanto darei a potervi essere compagno, ancorchè vi sia stato le mille volte; ma molte coserelle cui debbo dare disbrigo mi chiamano a Milano. Voi, Conte, non vi foste mai, mi pare? Proverete, proverete come bene si va con quel vapore: oh che spasso! sarei per dire che se s'aggiunge il vento in favore, non si corre, ma si vola. – Ma io non l'ho punto desiderato, rispose il Conte tra stupito e stizzoso: fu mia moglie".
"A dire il vero, disse troncandogli le parole il Marchesino cui era venuto il pallone al balzo, il Conte ha qualche difficoltà, e sta in dubbio di salirvi perchè teme il fuoco, teme lo scoppio della caldaia: dimmi tu, c'è proprio motivo d'aver paura, il pericolo è evidente, inevitabile?" e con questi detti caricati con gravità d'importante richiesta, ma accompagnati da una burlesca espressione del volto, rovesciò addosso al Conte un formidabile nemico. Don Annibale, uomo di fresca età, dotato di vivace ingegno e di molta coltura, amantissimo di tutto ciò che sentiva lo straordinario, era stato l'uno de' più ardenti partigiani della navigazione a vapore; armato dei mille argomenti che ne provano l'utilità e il diletto, qualificava col titolo di spiriti vandalici e medioevisti tutti quelli che tenevano ragionamenti contrarii a' suoi. Appena ebbe intese le parole del Marchesino, fissando il Conte con due occhi spalancati: "Sareste mai, disse con veemenza, uno di que' deboli o piuttosto pregiudicati cervelli che disprezzano ciò che non conoscono, e volendo in ogni modo vedere deturpata ed avvilita una scoperta maravigliosa, divina, vi appicchiano le idee di pericolo, di paura, di danni immaginarii? Vi hanno delle menti dure, storte, cattive che odiano tutto ciò che non è conforme ai loro torvi pensieri, alle loro stupide abitudini. Voi non potete essere tra quelle, nè vi lascerete sedurre da uomini che vorrebbero inaridir l'universo onde spargere più diffusamente il loro fiele, e gridano lo spavento da per tutto. È certo che un disordine, uno sgraziato accidente può dovunque aver luogo: come ruinano le case, si spezzano i cocchi, naufragano le navi, così pure una barca a vapore può incendiarsi o perire: ma fa d'uopo aver calcolo dei diversi metodi tenuti nelle fabbricazioni, della negligenza o imperizia de' regolatori del macchinismo, e d'un complicato nodo di circostanze, impossibile a verificarsi sotto gli occhi della prudenza e preveggenza massima con cui sono guidati questi battelli dei nostri laghi.
"Che se per via maggiormente convincervene vorreste esaminare la cosa con cognizione di causa, potrei parlare per ore intiere spiegandovi la differenza che passa tra una macchina a bassa , ed una ad alta pressione , soggiungervi che quest'ultima presentava la possibilità d'uno scoppio, al che però s'è ovviato colla applicazione delle valvole di sicurezza, e più recentemente colla sostituzione dei cilindri alla caldaia, ottimo ritrovato di sir Gurney; sebbene la caldaia stessa ottenne un aumento notabile nella solidità coll'ultima ingegnosa armatura di ghisa: potrei farvi un paralello tra i sistemi di Wath, di Perkins e di molti altri famosi meccanici inglesi, francesi, americani, e delle officine di tal genere stabilite a Liverpool, a Charenton, a Boston: potrei finalmente presentarvi un quadro statistico del numero di tutte le macchine a vapore applicate alle arti, alla navigazione, all'idraulica, col calcolo della loro forza rispettiva e della loro utilità rappresentata dai prodotti, e ciò basterebbe ad illuminare le pupille più lippe, le teste più ottuse. Ma voi non abbisognate di tanto per penetrare il vero; vi leggo la persuasione negli occhi. Ebbene, qua la mano, e datemi parola che domani salirete il battello a vapore e farete il viaggio del lago?"
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