Franz
(seguitando a ciarlare, s'interrompe, strisciando riverenze e salutando ossequiosament.) Io, l'elemosina, la comprendo e ci sto. Il mendicante lo rispetto per legge e regola e l'ho rispettato anche all'estero, dove l'accattone, per farvi capire, è un cittadino come tutti gli altri e non si distingue neppure dal vestito… (A qualche avventore che se ne va:) Servo, signore! Buon riposo!.. (Seguitando a discutere) Ma come esercente di pubblico locale, io ho la responsabilità dinanzi ai bravissimi galantuomini che mi onorano della loro consumazione. Il pubblico locale, capite bene, è la casa umilissima dei consumatori, ed io, che sono il padrone, sono l'ultimo di tutti, e me ne vanto… (A qualche altro che va via:) Buona notte, signore! Grazie e a ben rivederla. (Indicando un avventore che aspetta in piedi) Emilia, vedi qua che paga.
Emilia
(svogliatamente esegue.)
Don Achille
Professore, un galoppo finale non ce lo regalate?
Nunzio
(immediatamente attacca un galoppo.)
Don Achille
(al suo amico:) Ci siete, voi, don Lorenzino?
Don Lorenzino
Sì, ci sarei, ma, mio caro don Achille, è tardi.
Don Achille
Appena le due.
Don Lorenzino
E alle sette in punto devo trovarmi al Cimitero: sono di guardia io alla sala di deposito.
Don Achille
Un giretto solamente.
( Nunzio suona stringendo il tempo. I due uomini, un po' per la musica vertiginosa, un po' per gli urti della gente che se ne va, si confondono in tentativi vani.)
Franz
(al 2º Avventore , che s'avvia per uscire:) I miei complimenti, signore. E non dubiti, chè mendichi qua non faranno più apparizione. Già, se io fossi il governo, con la debita civiltà e considerazione, li impiccherei tutti!.. A rivederli, signori… Buon riposo!..
Ida
(che è l'ultima ad uscire ed è sola, passando per vicino la coppia, batte lievemente con la mano sulla spalla di Don Lorenzino) A rivederci, don Lorenzino!
Don Achille
Maestro! Maestro!.. (Va verso il Cieco per insegnargli il tempo, cadenzandolo con le mani.)
Nunzio
(s'interrompe.)
Don Lorenzino
(a Ida:) Io non vi conosco.
Ida
Non importa. Può essere che mi rivedrete presto.
Don Lorenzino
E dove?
Ida
(uscendo) Al Cimitero: nella sala di deposito.
Don Lorenzino
Be'!
Nunzio
(riattacca il galoppo.)
Don Achille
(riafferrando per la vita Don Lorenzino e cercando di prendere l'aire) Questo è il momento: taran, taran, taran…
Franz
(a mezza voce, assestando un pugno sul dorso di Nunzio) E finiscila, che non c'è più nessuno!
Nunzio
(cessando di suonare) M'era parso che…
Franz
(bruscamente) Che t'era parso, imbecillissimo?!
Don Achille e Don Lorenzino
(non sentendo più la musica, siedono, aspettando che ricominci.)
Nunzio
(discende dalla pedana, e resta con gli occhi spalancati, senza sguardi, senza colore, senza lucentezza, con l'espressione vaga e tetra di due simboli del vuoto.)
Emilia
(sul comptoir, sonnecchia.)
Franz
(non si cura dei due uomini e comincia in fretta a sbarazzare i tavolini, riunendo bicchieri e bottiglie vuote sulla credenza, posando qualche bottiglia di liquore, qualche piatto di pasticcini sul comptoir.) Così non si può marciare in avanti. Si scombussola tutto il macchinario, e l'onore del locale diventa schifosissimo! Parlo con te, professore dei miei stivali! L'avventore paga il suo denaro, e vuole trovarci il suo tornaconto, che è nostro dovere di fornire.
Emilia
(in tono pigro, sbadigliando) Se non hai amor proprio tu, ne abbiamo noi.
Nunzio
(umile) Le canzonettiste le ho accompagnate sempre abbastanza bene.
Franz
Le canzonettiste cantano con le gambe, e ognuno è buono ad accompagnarle con qualunque sinfonia. Ma la musica danzante? Là si vede il cervello del maestro! E tu la musica danzante non la sai maneggiare. E mi lasci anche il pianoforte aperto, animale! Non lo sai che se ci entra l'aria, si sfiata e perde ogni particolarità?
Nunzio
(rimonta sulla pedana, chiude il pianoforte e ridiscende.)
Franz
(ora smorza i lumi, lasciandone solo uno acceso. Si toglie la giacca e mette le sedie sui tavolini per poi spazzare.)
Don Achille
(che è rimasto finora stupidamente imbambolato) Dunque, professore, questo galoppo?
Franz
(pone una sedia capovolta sul tavolino presso cui sono seduti i due uomini.)
Don Achille
(a Franz:) Che c'è?
Franz
(continuando a sollevare seggiole) Si fa pulizia e poi si va a cuccia.
Don Achille
Non c'è più musica?
Franz
Sicuro! (Affaccendatissimo) Domani sera.
Don Achille
Curioso! (A Don Lorenzino:) Dobbiamo andare?
Don Lorenzino
Per forza.
Don Achille
(mettendosi lentamente il cappello a tuba e una breve mantellina a pipistrello) E il nostro professore non viene?
Franz
Il professore resta qui.
Don Lorenzino
(con la stessa calma di Don Achille si mette un cappelluccio floscio e un lungo paltò.)
Don Achille
(a Franz:) Già, intendo… (Si tocca gli occhi con un dito come per indicare d'aver capito che Nunzio è cieco.) Voi fate una bell'azione!.. Bravo! Bravo!.. (Si avvia.)
Don Lorenzino
(mettendo una mano sulla spalla di Nunzio con curiosità gaia) Cieco nato?
Nunzio
(con un cenno della testa risponde di no.)
Don Lorenzino
(seguendo Don Achille) Eh eh! Quanti brutti scherzi fa la natura!
Don Achille e Don Lorenzino
(passando dinanzi ad Emilia si tolgono il cappello) Signora! – Signora!
Emilia
(dorme.)
Don Achille
Buona notte, Franz.
Don Lorenzino
Buona notte, Franz.
Franz
(abbreviando) Buona passeggiata! Buona passeggiata!
(I due escono.)
FRANZ, NUNZIO, EMILIA
Franz
Che si possano rompere le gambe! (Apre in dentro l'uscio di vetro della bottega, e socchiude dal di fuori i battenti di legno.) Nunzio, vattene a letto. (Accende due mozziconi di steariche in due piccoli candelieri che sono sul comptoir. Si rivolge intanto a Emilia:) E tu, non lo vedi che sto sfacchinando come al solito? Metti almeno a posto sulle scansie questi liquori, questi pasticcini; lavami quei bicchieri…
Emilia
Ho sonno. Sono stanca.
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