Giovanni Boccaccio - Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2

Здесь есть возможность читать онлайн «Giovanni Boccaccio - Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2 — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«Peroché ciascun», di questi quattro nominati, «meco si conviene», cioè si confá o è conforme, «nel nome che sonò la voce sola», cioè quella che dice che udí: «Onorate lʼaltissimo poeta». Nella qual voce «sola» non è alcun altro nome sustantivo se non «poeta»: nel qual nome dice questi quattro convenirsi con lui, in quanto ciascun di questi quattro è cosí chiamato poeta come Virgilio: ma in altro con lui non si convengono; percioché le materie, delle quali ciascun di loro parlò, non furono uniformi con quella di che scrisse Virgilio: in quanto Omero scrisse delle battaglie fatte a Troia e degli errori dʼUlisse, Orazio scrisse ode e satire, Ovidio epistole e trasformazioni, Lucano le guerre cittadine di Cesare e di Pompeo, e Virgilio scrisse la venuta dʼEnea in Italia e le guerre quivi fatte da lui con Turno re deʼ rutoli. «Fannomi onore, e di ciò fanno bene». Convenevole cosa è onorare ogni uomo, ma spezialmente quegli li quali sono dʼuna medesima professione, come costoro erano con Virgilio.

«Cosí», come scritto è, «vidi adunar», cioè congregare, essendosi Virgilio congiunto con loro, «la bella scuola». «Scuola» in greco viene a dire «convocazione» in latino, percioché per essa son convocati coloro li quali disiderano sotto lʼaudienza deʼ piú savi apprendere; il qual vocabolo, conciosiacosaché sia alquanto discrepante da quello che lʼautore mostra di voler sentire, cioè non adunarsi la convocazione, ma i convocati, nondimeno tollerar si può per licenza poetica, ed intender per la «convocazione» i «convocati». «Di queʼ signor», cioè maestri e maggiori, «dellʼaltissimo canto», cioè del parlar poetico, il quale senza alcun dubbio ogni altro stilo trapassa, sí come nelle parole seguenti lʼautor medesimo dice. «Che sopra ogni altro come aquila vola». Cioè, come lʼaquila vola sopra ogni altro uccello, cosí il canto poetico, e massimamente quello di questi poeti, vola sopra ogni altro canto, e ancora sopra quello che alcun altro poeta da costoro in fuori avesse fatto: il che, posto che dʼalcuni, non credo di tutti si verificasse.

«E poi chʼegli ebber ragionato alquanto». Puossi qui comprendere per lʼatto seguitone, che dice si volson verso lui «con salutevol cenno», che essi ragionassero dellʼautore, domandando gli altri Virgilio chi fosse colui il quale seco menava: ed esso dicendolo loro, e commendando lʼautore molto (come i valenti uomini fanno, che sempre commendano coloro deʼ quali parlano, se giá non fossono evidentemente uomini infami); ne seguí ciò che appresso dice, cioè: «Volsonsi a me con salutevol cenno, E ʼl mio maestro sorrise di tanto», cioè rallegrossi, come colui al quale dilettava uomini di tanta autoritá aver prestata fede alle sue parole, e per quelle onorar colui, il quale esso commendato avea. È nondimeno qui da considerare la parola che dice, «sorrise», la qual molti prenderebbono non per essersi rallegrato, ma quasi schernendo quello aver fatto: la qual cosa del tutto non è da credere, percioché lʼautore non lʼavrebbe scritto, né è verisimile il dottore farsi beffe deʼ suoi uditori; conciosiacosaché nellʼingegno deʼ buoni uditori consista gran parte dellʼonor del dottore; ma senza alcun dubbio puose lʼautore quella parola «sorrise» avvedutamente, e la ragione può esser questa. È il riso solamente allʼumana spezie conceduto: alcun altro animale non è che rida. E questo mostra avere la natura voluto, accioché lʼuomo, non solamente parlando, ma ancora per quello mostri lʼintrinsica qualitá del cuore, la letizia del quale prestamente, molto piú che per le parole, si dimostra per lo riso. È il vero che questo riso non in una medesima maniera lʼusano gli stolti che fanno i savi; percioché i poco avveduti uomini fanno le piú delle volte un riso grasso e sonoro, il quale rende la faccia deforme e fa lagrimar gli occhi e ampliar la gola e doler gli emuntori del cerebro e le parti interiori del corpo vicine al polmone; e questo non è laudevole. Ma i savi non ridono a questo modo, anzi, quando odono o veggono cosa che piaccia loro, sorridono, e di questo scintilla per gli occhi una letizia piacevole, la quale rende la faccia piú bella assai che non è senza quello. Per che assai ben comprender si puote, lʼautore aver detto Virgilio, come savio, aver sorriso di quello che a grado gli fu. Sono nondimeno alcuni che par talvolta che sorridano quando alcuna cosa scherniscono, o talvolta, sdegnando, si turbano. Questo non è da dir «sorridere», anzi è «ghignare»; e procede non da letizia, ma da malizia dʼanimo, per la qual ci sforziamo di volere frodolentemente mostrare che ci piaccia quello che ci dispiace.

«E piú dʼonore ancora assai mi fenno», cioè feciono, non essendo contenti solamente ad averlo salutato. E lʼonor che gli fecero fu questo: «Che eʼ mi fecer della loro schiera», cioè mi dichiariron fra loro esser poeta; e questo propriamente aspetta a coloro, li quali conoscono e sanno che cosa sia poesia, sí come uomini che in quella sono ammaestrati: e questo fu per certo solenne onore. «Sí chʼio fui sesto tra cotanto senno», cioè traʼ cinque altri cosí notabili poeti, io mi trovai essere stato sesto in numero; in sofficienza non dice, percioché sarebbe paruto troppo superbo parlare. Molti nondimeno redarguiscono per questa parola lʼautor di iattanza, dicendo ad alcuno non star bene né esser dicevole il commendar se medesimo; la qual cosa è vera: nondimeno il tacer di se medesimo la veritá alcuna volta sarebbe dannoso; e perciò par di necessitá il commendarsi dʼalcun suo laudevole merito alcuna fiata. E questo nʼè assai dichiarato per Virgilio pel primo dellʼ Eneida , laddove esso discrive Enea essere stato sospinto da tempestoso mare nel lito affricano, dove non sapendo in che parte si fosse, e trovando la madre in forma di cacciatrice in un bosco, e da lei domandato chi egli fosse, il fa rispondere:

Sum pius Aeneas, fama super aethera notus.

Direm noi qui Virgilio, uomo pieno di tanto avvedimento e intento a dimostrare Enea essere stato in ciascuna sua operazione prudentissimo uomo, aver fatto rispondere Enea contro al buon costume? Certo no: Né è da credere lui senza gran cagione aver ciò fatto. Che dunque diremo? Che, considerato il luogo nel quale Enea era, gli fu di necessitá, rispondendo, di commendar se medesimo; percioché, se di sé quivi avesse taciuta la veritá, ne gli potea assai sconcio seguire, in quanto non sarebbe stato a cui caler di lui, che aveva bisogno, sí come naufrago, della sovvenzione deʼ paesani: il quale non è dubbio niuno, che, avendo di se medesimo detto il vero, cioè che egli non rubatore, non di vil condizione, ma che pietoso uomo era, e ancora molto per fama conosciuto, avrebbe molto piú tosto trovato che se questo avesse taciuto. E, accioché a provare questa veritá aiutino i divini esempli, mi piace di producere in mezzo quello che noi nello Evangelio leggiamo, cioè che Cristo figliuol di Dio, avendo il dí della sua ultima cena in terra lavati i piedi aʼ suoi discepoli, tra lʼaltre cose da lui dette loro in ammaestramento, disse queste parole: – «Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene, percioché io sono». – Direm noi in questo Cristo aver peccato? o contro ad alcun buon costume avere adoperato? Certo no, percioché né in questo né in altra cosa peccò giammai colui che era toglitore deʼ peccati, e che col suo preziosissimo sangue lavò le colpe nostre: anzi cosí questo come gli altri suoi atti tutti ottimamente fece; percioché, se cosí fatto non avesse, non avrebbe dato lʼesempio dellʼumiltá aʼ suoi discepoli, il quale lavando loro i piedi aveva inteso di dare, se confessato non avesse, anzi detto, esser loro maestro e signore, come il chiamavano. Il che assai si vede per le parole seguenti dove dice: – «E se io, il quale voi chiamate Maestro e Signore, e cosí sono, ho fatto questo di lavarvi i piedi: cosí dovrete voi lʼuno allʼaltro lavare i piedi. Io vʼho dato lʼesempio. Come io ho fatto a voi, e cosí similmente fate voi», – ecc. Adunque è talvolta di necessitá di parlar bene di se medesimo, senza incorrere nel disonesto peccato della iattanza: e cosí si può dire che qui facesse lʼautore.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Giovanni Boccaccio - Das Decameron
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Decameron
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Prolog
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień trzeci
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień szósty
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień siódmy
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień pierwszy
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień piąty
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień dziesiąty
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron, Dzień czwarty
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Dekameron
Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio - Novelleja Decameronesta
Giovanni Boccaccio
Отзывы о книге «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2»

Обсуждение, отзывы о книге «Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x