Pietro Giannone - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 6
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Istoria civile del Regno di Napoli, v. 6: краткое содержание, описание и аннотация
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Fiorì ancora negli ultimi anni di Roberto, e vie più nel Regno di Giovanna I sua nipote, un altro insigne Giureconsulto, quanto, e qual fu Luca de Penna . Fu egli coetaneo di Bartolo, come ci testifica egli medesimo nelle sue opere 120 120 Luc. de Penna in l. unic. C. de his, qui se deferunt, lib. 10.
: fu questo Dottore presso la Regina Giovanna avuto in gran pregio, e nelle cose legali riputato di grande autorità. Compose pienissimi Commentari sopra i tre ultimi libri del Codice 10, 11 e 12 121 121 Vedi Toppi de orig. Trib. pag. 1 lib. 3 cap. 11.
; ma il soggetto che e' si pose ad adornare in que' tempi scarsi d'erudizione, e ne' quali non vi eran molte notizie delle cose romane, de' costumi ed istoria loro, cose tutte necessarie, per quel lavoro, lo fecero cadere in moltissimi errori: non deve però non riputarsi l'impresa degna d'un grande ingegno e di un grande ardire. L'ordine e lo stile, fu un poco più culto di quello che comportava la sua età, e secondo il giudicio di Francesco d'Andrea 122 122 Andreys disp. feud. cap. 1 § 8 num. 41 pag. 45.
, nel metodo di insegnare, e nella chiarezza si lasciò molto indietro Andrea d'Isernia. I Franzesi, non altrimenti, che i Germani tentarono per Pietro delle Vigne, cercarono di togliercelo, e volevano che fosse loro, e nato in Tolosa; ma egli è chiaro più della luce del giorno che fu nostro, e nato in Penna città d'Apruzzo, come Nicolò Toppi l'ha ben dimostrato nella sua Apologia . Nè i più gravi Autori franzesi ce l'han contrastato, fra' quali fu il celebre lor Papiniano Carlo Molineo 123 123 Molin. glos. Paris. tit. de feud. in princ.
, che nella sua glosa parisiense, ed altrove lo chiama Partenopeo , cioè del Regno di Napoli.
Ad Andrea d'Isernia e Luca di Penna bisogna unire anche il famoso Niccolò di Napoli , di cui abbiamo alcune note nelle nostre Costituzioni e Capitoli del Regno. Fu questi Niccolò Spinello detto di Napoli, ma di patria di Giovenazzo, cotanto favorito dalla Regina Giovanna I. Fu Conte di Gioia e G. Cancelliere del Regno ed adoperato dalla Regina ne' più gravi affari di Stato, e quando fu eletto Papa Urbano VI fu da lei mandato a Roma a rallegrarsi col Papa della sua assunzione, ed a dargli ubbidienza 124 124 Costanzo lib. 6.
. Questi tre Giureconsulti furono da Camerario 125 125 Camerar. tit an agnat. num. 152.
riputati di tanta autorità e dottrina, che non si ritenne di dire: Nos Andream de Isernia, Nicolaum de Neapoli, et Lucam de Penna, in nostri Regni juribus interpretandis, non aliter venerari, quam veluti humanam Trinitatem .
Fuvvi anche il Viceprotonario Sergio Donnorso M. Razionale della G. C. del quale abbiamo alcune chiose ne' Capitoli del Regno: scrisse anche, come disse, un Commento nelle quattro lettere arbitrarie, del quale fa egli menzione in detti Capitoli: fu egli Viceprotonotario, mentre era nel 1352 C. Protonotario del Regno Napolione Orsino. La famiglia Donnorso fu molto antica in Napoli, e diede il nome ad una delle porte delle città, detta negli antichi tempi Porta Donnorso, la qual era a piè del tempio di S. Pietro a Maiella, e fu poi trasferita presso la chiesa di S. Maria di Costantinopoli nell'ultima ampliazione della città 126 126 Pier Vincenti de' Proton. ann. 1352 pag. 90.
.
A costoro deve aggiungersi il Giudice Blasio da Morcone della famiglia Paccona: fu egli sotto il Regno di Carlo II discepolo di Benvenuto di Milo da Morcone, il quale, come si disse, fu Lettore dell'Università degli Studj; ed occupò la Cattedra di legge civile. Fece progressi maravigliosi in questo studio, tanto che poi da Roberto successore di Carlo, per la sua dottrina, fu nel 1338 creato suo Consigliere, famigliare e Cappellano. Fu parimente tenuto in somma stima da Carlo Duca di Calabria, il quale in tempo, ch'era Vicario del Regno, gli diede facoltà d'avvocare, e lo costituì Avvocato nelle province di Terra di Lavoro, Contado di Molise, Apruzzo e Capitanata, e ne gli spedì nell'anno 1323 lettere molto favorite, e ripiene di molti encomj e commendazioni 127 127 Ciarlan. lib. 4 cap. 26.
. Ci lasciò molte sue opere, fra le quali la più insigne fu il Trattato, che e' compose delle differenze tra le leggi romane e longobarde, ed i pieni commentarj sopra quelle Leggi. Marino Freccia 128 128 Freccia de Subfeud.
ci testifica aver avuto egli quel Volume M. S. in poter suo, al quale sovente ricorre con citarlo. Questa opera ci ha resi certi, che in questi tempi le leggi de' Longobardi nel nostro Regno non erano ancora andate affatto in disuso. Ancorchè nell'Accademie d'Italia, ed in quella di Napoli le Pandette, e gli altri libri di Giustiniano fossero pubblicamente insegnati, e ne' Tribunali avessero cominciato a prendere forza e vigore, la loro autorità non fu tanta, che ne avesse discacciato affatto le longobarde, siccome avvenne nel Regno degli Aragonesi ; nel quale pure, siccome nel Regno degli Spagnuoli , vi rimasero alcune reliquie, onde si diede occasione a Prospero Rendella di comporre quel suo libretto: In reliquias juris Longobardorum . Scrisse ancora alcuni altri Trattati , alcuni Singolari , le Cautele , e le Note sopra le nostre Costituzioni , e Capitoli del Regno 129 129 Conrad Gesnero in Bibliotheca. Autore dell'Indice de' libri legali. V. Toppi in Biblioth. pag. 40.
. Di queste sue fatiche gli Scrittori de' tempi, che seguirono, ne fanno onorata memoria. Francesco Vivio 130 130 Viv. decis. 163.
lo chiama uomo di grande autorità nel Regno, e spezialmente per lo suo Trattato delle differenze tra le leggi romane e Longobarde. L'Autore della Chiosa alla Prammatica Dubitationi, De termino citandi auctorem in causa reali , lo loda non poco; e tutti coloro, che han fatto studio sopra le di lui opere, di molti encomj lo cumulano. Fu coetaneo, e molto amico di Luca di Penna, com'egli stesso ci fa conoscere, scrivendo nella Costituzione Majestati nostrae, de Adulteriis , ch'egli d'un dubbio, che avea sopra quella Costituzione, andò a dimandarne parere da Luca di Penna, il quale, come e' dice, a me interrogatus sic de verbo ad verbum respondit , etc. Passò per qualche tempo, nell'avversa fortuna, la sua vita in Cerreto, e fu sempre grato al suo Maestro Benvenuto di Milo Vescovo di Caserta; confessando nel titolo de Aedificiis dirutis reficiendis , che da niente l'avea fatto, e ridotto in quello stato, in cui si trovava.
Fiorì con lui nel medesimo grado di Consigliere del Re Roberto Giacomo di Milo suo compatriotto: fu anche costui, per la sua dottrina e saviezza, da questo Re fatto suo Consigliere, e glie ne spedì privilegio, che si vede ne' Registri degli anni 1337 e 1338 lit. B fol. 28 , onde Morcone, Terra del Contado di Molise, si rese in questi tempi celebre per tre suoi famosi Cittadini, per un dottissimo Vescovo, e due insigni Consiglieri, e Giureconsulti. Intorno a questi medesimi tempi rilusse Filippo d'Isernia celebre Legista, e Lettore della prima Cattedra del Jus Civile nell'Università degli Studj di Napoli, nell'istesso tempo ch'era Consigliere, e famigliare del Re Roberto, il quale lo tenne in tanta stima, che non solo lo fece suo Consigliere, ma nell'anno 1320 l'elesse per Avvocato de' Poveri, e poi del suo Fisco 131 131 V. Toppi in Biblioth. p. 400.
. Fiorirono ancora Bartolommeo di Napoli , contemporaneo di Dino 132 132 V. Gesner. in Biblioth. fol. 105. Toppi in Biblioth. fol. 40.
, Bartolommeo Caracciolo , di cui si crede, che fosse la Cronaca pubblicata sotto il nome di Giovanni Villano, al sentire d'Agnello Ruggiero di Salerno 133 133 Aguel. Rug. Orat. Literar. Theatrum.
, ed alcuni altri rapportati dal Toppi, de' quali a noi rara ed oscura fama è pervenuta, per non averci di loro lasciate opere, nè altra memoria si ha de' loro scritti.
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