UNA RAGIONE PER SALVARSI
(UN MISTERO DI AVERY BLACK—LIBRO 5)
B L A K E P I E R C E
Blake Pierce
Blake Pierce è l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAGE, che include dodici libri (ed altri sono in corso di pubblicazione). Blake Pierce è anche autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, che include otto libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, che include sei libri; e della nuova serie dei misteri di KERI LOCKE, che include finora cinque libri.
Accanito lettore, da sempre appassionato di romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti; pertanto siete invitati a visitare www.blakepierceauthor.comper saperne di più e restare in contatto.
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LIBRI DI BLAKE PIERCE
I MISTERI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)
LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)
VITTIME SUI BINARI (Libro #12)
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)
PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)
PRIMA CHE SENTA (Libro #6)
PREMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)
SERIE MYSTERY DI AVERY BLACK
UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)
UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)
UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)
UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)
UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)
I MISTERI DI KERI LOCKE
TRACCE DI MORTE (Libro #1)
TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)
INDICE
PROLOGO
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRE
CAPITOLO VENTIQUATTRO
CAPITOLO VENTICINQUE
CAPITOLO VENTISEI
CAPITOLO VENTISETTE
CAPITOLO VENTOTTO
CAPITOLO VENTINOVE
CAPITOLO TRENTA
CAPITOLO TRENTUNO
CAPITOLO TRENTADUE
CAPITOLO TRENTATRE
CAPITOLO TRENTAQUATTRO
CAPITOLO TRENTACINQUE
Kirsten si preparò al freddo di Boston, sistemandosi la sciarpa attorno al collo e coprendosi per la camminata di quattro isolati che l’aspettava, nella notte buia. Superando i locali chiusi, si rese conto che era decisamente troppo tardi per le passeggiate e fu attraversata da un improvviso brivido di paura. Lanciò un’occhiata alla porta del condominio da cui era appena uscita e rifletté se non avesse fatto meglio cambiare i suoi piani. Forse sarebbe dovuta rimanere a casa della sua amica.
Amy aveva insistito perché si fermasse da lei, che era troppo tardi e fuori faceva orribilmente freddo. Anche se in effetti era proprio così, Amy glielo aveva detto con il volto accoccolato contro il collo dell’uomo che aveva incontrato al bar. E allo stesso tempo la mano del tizio era accoccolata altrove. Onestamente, Kirsten non voleva dormire sul divano di Amy, ascoltando la sua migliore amica e un tizio a caso (ma carino) che se la spassavano tutta la notte in preda ai fumi dell’alcool.
A essere sincera, non voleva essere lì neanche al mattino seguente, a inventarsi una scusa ragionevole insieme a Amy per liberarsi del tizio.
Oltretutto erano solo quattro isolati. In confronto al freddo polare di un mese prima, quella sera sarebbe sembrata una rapida passeggiatina in una brezza primaverile.
Erano quasi le tre del mattino. Lei e Amy erano uscite con l’intenzione di ubriacarsi, bere tutta la notte e fare qualsiasi cosa suggerissero i loro cervelli marinati nell’alcool. Dopotutto quell’anno, l’ultimo del college, i loro sogni si erano realizzati. Non sapevano come ma contro ogni aspettativa, tra tutta la loro classe di Giornalismo erano state scelte entrambe, due su otto candidati, per andare in trasferta in Spagna per tutta l’estate. Avrebbero lavorato per una rivista naturalistica emergente rivolta direttamente al mercato dell’istruzione… e per quel lavoro sarebbero state pagate di più di quanto avesse guadagnato la madre di Kirsten in tutto l’anno precedente.
E questo le avrebbe finalmente tappato la bocca, pensò Kirsten. Voleva molto bene alla madre, ma si era davvero stufata di sentirla brontolare su che utopia fosse una carriera nel giornalismo, e che perdita di tempo.
Arrivò alla fine del primo isolato, controllò l’incrocio e lo trovò vuoto, poi continuò ad avanzare. Iniziava a sentire freddo. Lo percepiva sul naso come una presenza, qualcosa che la pizzicasse.
Si chiese vagamente se Amy e il suo nuovo amico si fossero già spogliati. Si domandò se il tizio sarebbe stato decente o se sarebbe stato rallentato dai copiosi quantitativi di alcool che avevano consumato.
Beh, non che lei avesse bevuto così tanto. Aveva mangiato una cena leggera nello stesso bar in cui si erano rintanate per la serata. Non sapeva se erano stati i nachos che avevano condiviso al tavolo o se era colpa della pizza, ma il suo stomaco non era felice. Dopo quattro birre, aveva capito che la sua serata era finita, e che non avrebbe fatto altro che tenere compagnia ad Amy mentre l’amica si distruggeva, un bicchierino dopo l’altro.
Immaginò che il giorno seguente avrebbe ottenuto tutti i dettagli scabrosi. E mentre pensava a quei dettagli scabrosi e a quanto si sarebbero divertite durante la loro estate in Spagna, Kirsten quasi non si accorse del suono che risuonò dietro di lei. Dei passi.
Le si rizzarono i peli sul collo, ma non osò guardare indietro.
Aumentò il passo. Due isolati alle sue spalle, due isolati ancora da superare. E ora sentiva davvero freddo.
Tutto a un tratto i passi furono proprio dietro di lei e un uomo apparve incespicando al suo fianco. Sembrava ubriaco e quando Kirsten balzò all’indietro per lo spavento, sghignazzò tra sé e sé, chiaramente divertito.
“Scusa,” disse l’uomo. “Non volevo farti paura. Sono solo… ecco, mi puoi aiutare? Stavo bevendo con degli amici e… avrei dovuto incontrarli da qualche parte dopo il bar ma non ricordo dove. Sono di New York… non sono mai stato a Boston. Non ho idea di dove mi trovo.”
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