Non riusciva a vedere molto lontano, perché i binari erano curvi, ma era consapevole della natura di quella vibrazione, di quel crescendo di rumore.
Si trattava di un treno in arrivo.
Il cuore cominciò a batterle sempre più forte, ed il terrore s’impossessò di tutto il suo corpo. Iniziò a dimenarsi freneticamente, ma fu completamente inutile.
Non riusciva a liberare braccia e gambe, e non riusciva a staccare il collo dalla rotaia.
Ormai il rimbombo era divenuto un rumore assordante, e improvvisamente, apparve …
… la parte anteriore di un enorme motore diesel, colorata in rosso e arancio.
La donna gridò e l’urlo risuonò forte in modo soprannaturale alle sue orecchie.
Improvvisamente comprese: non era il suo grido quello che aveva sentito, era il rumore penetrante del fischio del treno.
Fu presa da una strana scarica di rabbia.
Il macchinista stava suonando il fischio …
Perché diavolo non si ferma?
Ma naturalmente, non poteva: non avrebbe mai fatto abbastanza in tempo alla velocità a cui procedeva.
Avvertì lo stridio dei freni, mentre il macchinista provava a fermare la montagna metallica.
Il motore riempì l’intero campo visivo di Reese e a scrutarla attraverso il parabrezza c’era un paio di occhi …
… occhi che sembravano terrorizzati quanto lei.
Fu come guardarsi allo specchio; la donna non voleva vedere ciò che stava guardando.
Chiuse gli occhi, sapendo che sarebbe stato per l’ultima volta.
Quando Riley sentì l’auto accostare di fronte alla sua casa di città, si chiese …
Riuscirò davvero a portare a termine questa cosa?
Studiò il suo viso nello specchio del bagno, sperando che non si indovinasse troppo facilmente che aveva pianto. Poi, scese al piano di sotto, dove la sua famiglia era già radunata in soggiorno: la governante Gabriela; la figlia quindicenne, April; e Jilly, la tredicenne che Riley stava per adottare.
E, in mezzo a loro, con accanto un paio di grosse valigie, c’era il quindicenne Liam, che sorrideva con espressione triste.
Sta accadendo davvero, pensò. Proprio ora.
Ricordò a se stessa che stava andando tutto bene ma, nonostante tutto, non riusciva a fare a meno di essere triste.
Poi, sentì suonare il campanello e Jilly si precipitò ad aprire la porta.
Un uomo e una donna, che potevano avere poco meno di cinquant’anni, entrarono, sorridenti. La donna si precipitò verso Liam, mentre l’uomo si avvicinò a Riley.
“Lei dev’essere la Signora Paige” disse.
“Riley, prego” Riley rispose, con la voce un po’ rotta.
“Sono Scott Schweppe, lo zio di Liam” l’uomo spiegò. Poi, si voltò verso sua moglie, impegnata in un forte abbraccio con Liam. “ E questa è mia moglie, Melinda.”
Con un sogghigno leggermente strano, aggiunse: “Ma immagino che questo lo sappia già. Ad ogni modo, sono felice di conoscerla.”
Riley gli strinse la mano. Notò che la sua stretta era calorosa e vigorosa.
A differenza di Riley, Melinda non si preoccupò di trattenere le lacrime. Guardando il nipote, gli disse: “Oh, Liam! Quanto tempo è passato! Eri così piccolo, l’ultima volta che ti abbiamo visto. Sei diventato davvero un bel giovanotto!”
Riley fece diversi respiri, lunghi e lenti.
Questo è davvero per il meglio, si disse di nuovo.
Ma, fino a un paio di giorni prima, non se lo sarebbe mai aspettata.
Sembrava che fossero trascorse poche ore da quando Liam era andato a vivere con Riley e la sua famiglia. In effetti ci era rimasto per meno di due mesi, ma si era inserito perfettamente, e l’intera famiglia si era già molto affezionata a lui.
Ma ora era venuto fuori che il ragazzo aveva dei parenti, che volevano che andasse a vivere con loro.
Riley si rivolse alla coppia: “Vi prego, sedetevi. Mettetevi comodi.”
Melinda si asciugò gli occhi con un fazzoletto, e lei e Scott si sedettero sul divano. Gli altri invece, trovarono altri posti in cui sedersi, ad eccezione di Gabriela, che si precipitò in cucina, a prendere qualcosa da bere.
Riley si sentì un po’ sollevata, quando April e Jilly cominciarono a chiacchierare con Scott e Melinda: parlarono del loro viaggio di due giorni da Omaha, di dove si erano fermati per la notte, e di com’erano state le condizioni atmosferiche lungo il percorso. Jilly sembrava di buon umore, ma Riley lesse la tristezza nascosta dall’atteggiamento allegro di April. Dopotutto, lei era stata più vicina a Liam rispetto al resto della famiglia.
Mentre ascoltava, Riley osservò attentamente la coppia.
Scott e il nipote si assomigliavano molto: gli stessi capelli rossi, sottili e luminosi, e la medesima carnagione lentigginosa. Melinda era robusta, e sembrava la classica casalinga di buon carattere.
Gabriela tornò rapidamente con un vassoio colmo di caffè, zucchero e panna, e dei deliziosi biscotti guatemaltechi fatti in casa, chiamati champurradas. Servì tutti, mentre parlavano.
Riley notò che la zia di Liam la stava guardando.
Con un caloroso sorriso, Melinda disse: “Riley, io e Scott non potremo mai ringraziarla abbastanza.”
“Oh, è stato un piacere” la padrona di casa disse. “Averlo intorno è una vera gioia.”
Scott scosse la testa e disse: “Non avevo idea di quanto fossero messe male le cose con mio fratello, Clarence. Ci siamo persi di vista per molto tempo. L’ultima volta che l’ho sentito è stato anni fa, quando la madre di Liam l’ha lasciato. Avremmo dovuto mantenere i contatti, almeno per il bene di Liam.”
Riley non sapeva che cosa dire. Quanto aveva raccontato Liam agli zii di quello che era accaduto?
Riley ricordava tutti i particolari, anche troppo.
Quando April aveva iniziato a frequentare Liam, a Riley il ragazzo era piaciuto subito. Ma, quando aveva ricevuto una telefonata dalla figlia, molto spaventata, Riley si era precipitata a casa di Liam, in tempo per vederlo selvaggiamente picchiato dal suo padre alcolizzato. Riley aveva calmato l’uomo, ma lasciare il figlio alle sue cure era un’idea impensabile. Aveva portato Liam a casa con sé, e aveva preparato un divano letto per lui in soggiorno.
Naturalmente, quella sistemazione era stata precaria.
Il padre di Liam continuava a chiamare e a scrivere al figlio, promettendo di cambiare e che avrebbe smesso di bere: era un ricatto emotivo, puro e semplice. Ed era stato piuttosto dura per Liam resistere.
Scott continuò: “Sono rimasto scioccato, quando Clarence ha chiamato all’improvviso la settimana scorsa. Sembrava fuori di testa. Voleva il mio aiuto per riprendersi Liam. Ha detto… beh, ha detto un po’ di cose in verità.”
Riley poteva immaginare alcune delle “cose” raccontate dal padre di Liam: probabilmente aveva detto di quanto Riley fosse una persona vile e orribile, per avergli strappato via Liam.
“Clarence ha detto di aver smesso di bere” Scott proseguì. “Ma ero sicuro che fosse ubriaco quando ha chiamato. Rimandare Liam da lui era un’idea folle. Perciò, a quanto pare, c’era una sola cosa da fare.”
Riley provò una scossa emotiva a quelle parole …
“… una sola cosa da fare.”
Naturalmente, non si riferiva al lasciare che Liam restasse a vivere con la famiglia di Riley.
Era semplice buonsenso.
Doveva andare a vivere con i parenti più prossimi.
Melinda strinse la mano del marito, e si rivolse a Riley: “Sa, i nostri figli hanno lasciato il nido. Ne abbiamo cresciuti tre, due figli e una figlia. La nostra ragazza è all’ultimo anno di college, e i ragazzi invece sono sposati e pronti a cominciare una propria famiglia. Perciò, siamo soli nella nostra grande casa, e ci manca sentire delle voci giovani. Per noi, questo è il momento perfetto.”
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