Juliet assunse un’espressione sognante, tutta serenità e gioia, mentre guardava Olivia. “E se fosse diventato un bell’uomo con un comportamento esemplare?” Batté le mani, riuscendo a malapena a contenere l’eccitazione. “E se arrivasse e vi facesse perdere la testa?”
Olivia scosse la testa e strinse gli occhi. “Vi assicuro che non succederà.”
Emma alzò gli occhi verso il soffitto, come se stesse pregando, poi disse, “Ma potrebbe farlo. Se solo gli concedete una possibilità.”
Olivia era pronta a scommettere che la sua amica stesse veramente pregando. Dopotutto, Emma era sempre stata quella più equilibrata tra loro. Se i suoi genitori le avessero chiesto di sposare un gentiluomo di loro scelta, lo avrebbe fatto senza lamentarsi.
Juliet sorrise ad Emma prima di rivolgere nuovamente l’attenzione ad Olivia. “Ha ragione e lo sapete. Molto più cambiare col passare degli anni. Quanto tempo è passato? Dieci, dodici anni?”
“Quindici”, Olivia pronunciò la parola a denti stretti. Quindici lunghi anni senza una parola da parte di quell’uomo. Quindici anni nei quali Olivia aveva pensato di essere stata dimenticata. Come diavolo potevano aspettarsi che lei dimenticasse tutto ciò?
Emma si scostò dalla guancia una ciocca di capelli nero corvino. “Il ragazzo che ricordate è diventato un uomo da molto tempo ormai. Scommetto che è molto cambiato.”
“Non importa comunque. Non è questo il punto.” Olivia gesticolò in segno di rifiuto. “Anche se fosse bello e ben educato, non si potrebbe negare il fatto che abbia passato gli ultimi quindici anni ignorando la fidanzata. Né la mia famiglia né io abbiamo mai ricevuto notizie da lui o dai suoi. Mi sono considerata libera.”
“Forse aveva una buona ragione?” disse Juliet, con gli occhi blu che emanavano ottimismo.
“Sapete entrambe che non desidero sposare nessuno…mai. E ora”, Olivia sospirò a fondo, “ora sono di nuovo imprigionata. Non lo sopporto. E non lo farò. Dovete aiutarmi.”
Emma strinse le mani di Olivia nelle sue e le rivolse un sorriso rassicurante. “Allora lo faremo, almeno per quanto possiamo.”
“Oh, lo so. Andiamo alla fiera.” Juliet rivolse loro un sorriso compiaciuto, saltando su dalla sedia. “Mi hanno detto che c’è una donna che legge il futuro. Potete incontrarla e forse vi dirà cosa dovreste fare.”
Olivia si alzò di scatto all’idea e sorrise all’amica. “Almeno potrà darmi qualche consiglio.”
Juliet aveva sempre creduto in quelle cose, mentre Emma le considerava solo sciocchezze. Olivia non aveva chiare opinioni riguardo all’ignoto, ma credeva che alcune persone avessero ricevuto in dono intuizioni e capacità.
Credeva che l’indovina potesse dirle qualcosa di utile, o perlomeno si riservava di esprimere un giudizio dopo avere visto la donna. Che male poteva esserci?
“Forse”, Olivia lasciò la mano di Juliet con un sospiro, “anche se è ancora più probabile che non mi procuri altro che un po’ di divertimento.”
Juliet guardò Emma di sbieco per un attimo, poi scosse la testa. “Non dovete essere sempre così seria.”
“Sapete bene come mi sento riguardo a queste cose. Semplicemente non voglio illudere Olivia.” Emma si alzò. “Ci incamminiamo, quindi?”
Anche Juliet si alzò, poi prese sottobraccio Olivia e le si avvicinò. “Ignoratela, non c’è nulla di sbagliato nella speranza.”
Olivia fece un sorrisetto, non volendo guastare l’eccitazione di Juliet, anche se sapeva bene che il consiglio di Emma era valido. Prese a braccetto Emma e le strinse lievemente il braccio. “In qualsiasi modo vada a finire, vi ringrazio entrambe.”
Mentre si allontanavano dal salotto, il cuore di Olivia batteva forte, un misto di anticipazione ed eccitazione che le stringeva lo stomaco. Anche se l’indovina non le avesse detto niente di buono- cioè niente di utile- Olivia sarebbe sfuggita al futuro che le veniva imposto.
Doveva farlo. Non avrebbe accettato nessun altro risultato.
L’area della fiera era molto affollata dalla piccola aristocrazia locale così come dalla gente comune. Il cuore di Olivia batteva veramente libero, mentre lei e le sue amiche si facevano strada attraverso la folla, alla ricerca del carro dell’indovina. Non dovettero andare lontano prima di trovarlo. Olivia provò un attimo di esitazione trovandosi davanti il carro a colori vivaci, con le amiche al suo fianco. E se l’indovina non le avesse detto niente di buono? Olivia avrebbe potuto dimenticare le sue parole ed andare avanti? O le sarebbero risuonate nella mente nonostante gli sforzi? Forse era meglio non sapere.
Una donna dai capelli scuri e dagli occhi marroni indagatori apparve sulla soglia. “Non esitate, bambina”, disse facendosi da parte per lasciarle entrare.
Juliet diede una gomitata ad Olivia per farla muovere. Lei fece qualche passo incerto, poi salì gli scalini che portavano nel carro. Juliet ed Emma la seguirono da vicino.
“Sedetevi”. L’indovina indicò una panca di un verde brillante.
Juliet fece un cenno incoraggiante ad Olivia, mentre Emma fece un lieve sorrisetto.
Olivia andò verso la panca e si accomodò. Emma e Juliet si sedettero vicino a lei, stringendosi ai lati per starci tutte.
L’indovina si accomodò su una panca davanti a loro. In mezzo c’era un tavolino, con un mazzo di carte vicino alla donna. “Io sono Madame Zeta, e voi?” Sorrise, sollevando la guancia coperta di lentiggini.
“Olivia.” Si schiarì la voce e disse, “Lady Olivia Montague.” Si guardò intorno osservando l’interno a colori vivaci del carro. Non aveva mai visto niente di simile, anche se lo trovava in qualche modo invitante. La tensione nei muscoli svanì, mentre rivolgeva di nuovo l’attenzione a Madame Zeta.
“Immagino che siate qui per farvi rivelare la sorte?”
Olivia esitò per un attimo. Annuì, poi frugò nella borsetta e tirò fuori tre scellini. “Si, per favore.”
La donna dalla pelle color del miele attraversò la stanza e Olivia lasciò cadere le monete nel suo palmo.
Madame Zeta si voltò, facendo cadere gli spiccioli in una piccola scatola vicino a lei. “Molto bene.” Poi le si avvicinò di nuovo. “Porgetemi la mano.”
Anche se il polso di Oliva accelerò, non esitò a girare la mano e a metterla in quella di Madame Zeta. C'era qualcosa in quella donna che la metteva a suo agio. Era forse il suo sguardo caloroso o l’intelligenza che rivelava? O forse i sorrisi gentili dell’indovina?
Madame Zeta esaminò il palmo di Olivia, poi fece passare un dito scuro sulle linee della pelle di Olivia. Le provocò un lieve solletico, ma Olivia rimase ferma e tranquilla.
“La vostra strada è molto ben delineata, ma non al punto di non potere essere alterata.” Madame Zeta continuava a fissare il palmo di Olivia mentre parlava. “Abbiamo tutti un cammino da percorrere. Il cammino della vita. Qualsiasi cosa succeda, ci mantiene saldi.”
Olivia si mordicchiò il labbro inferiore, aspettando che la donna dicesse di più.
“State affrontando un crocevia.” Madame Zeta fissò Olivia negli occhi.
Olivia deglutì nonostante la gola secca. “Sì.”
“E’ una questione di cuore”, disse Madame Zeta, con uno sguardo d’intesa.
Olivia non poté fare altro che annuire e continuare a fissare quella donna intrigante.
Madame Zeta avvolse la mano di Olivia tra le proprie dita e la strinse lievemente. “L’amore arriverà sulle ali della follia. La scelta che farete influenzerà il vostro destino, bambina mia. Non prendete decisioni affrettate.”
Olivia la guardò, cercando di decifrare il significato delle parole della donna, ma per lei erano semplicemente senza senso. Emanò un respiro profondo e chiese, “Cosa significa? Cosa devo fare?”
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