Libri di Rebekah Lewis Конец ознакомительного фрагмента. Текст предоставлен ООО «ЛитРес». Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес. Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.
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Alle mie sorelle, Tiffany e Carrie Ann.
Abbiamo passato ore infinite a guardare e leggere insieme le fiabe.
Non lo avrei fatto in nessun altro modo
“I sogni si realizzano, se solo lo desideriamo abbastanza.
Puoi avere tutto dalla vita se sacrifichi qualsiasi altra cosa per questo”
–J.M. Barrie, Peter Pan
Summerfield, 1817
Un urlo soffocato svegliò di soprassalto il capitano James Harlow. Mentre scattava in piedi, cadde dalla sedia. Imprecò quando la sua testa toccò il legno solido e il dolore si trasmise lungo la sua colonna vertebrale. Si era addormentato alla scrivania nel suo studio e ora la mappa che aveva aperto davanti a sé pendeva in modo precario da un lato. La sua lanterna preferita, che aveva preso dalla sua nave, mandava delle ombre che correvano in ogni direzione mentre la fiammella tremolava e danzava come un folletto intrappolato dietro un vetro. Aveva sentito un grido o lo aveva solo sognato?
Mentre si alzava in piedi, restò in ascolto, ma sentì solo il vento che sferzava tra gli alberi. Sentiva dolore in tutto il corpo, ma non sarebbe stato tranquillo fino a quando non avesse controllato la situazione della tenuta di suo padre. Forse un servitore non riusciva a dormire ed aveva fatto cadere un vassoio o aveva visto un topo. Non che ciò accadesse di frequente. Aveva i nervi tesi, e non perché si fosse svegliato in quel modo. C’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa. Aveva sviluppato una specie di sesto senso per il pericolo imminente durante le sue spedizioni per mare e c’era qualcosa in agguato in quel luogo che costituiva una minaccia.
Un asse di un pavimento scricchiolò lì vicino. Fissò la porta, aspettandosi che Rollins, il suo valletto, entrasse, nonostante quello fosse uno strano orario per andare in giro. La normalità avrebbe alleviato la sua tensione. Eppure nessuno bussò o entrò. Con un profondo respiro, James tornò alla scrivania e cercò sotto questa, dove teneva nascosta una pistola in una cavità segreta, poi, con l’arma in mano, si avvicinò alla porta per controllare. Mentre la apriva lentamente e faceva un passo nel corridoio, la sua camicia bianca larga e sbottonata si gonfiò per una corrente d’aria. Una porta o una finestra dovevano essere state lasciate aperte- o forzate.
Se solo avesse visto l’ombra così vicina alla sua, prima che un altro asse cigolante rivelasse la posizione dell’intruso. Invece, le notò entrambe nello stesso momento. James si girò, puntando l’arma, ma era troppo tardi. Forse avrebbe potuto evitare il colpo alla tempia del calcio della pistola dell’intruso, o forse no. Il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi, fu quello di desiderare di avere fatto qualcosa di più nella vita. Di essere stato un uomo migliore. Non avrebbe lasciato niente dietro di sé come eredità.
***
L’ACQUA GELIDA LO COLPÌ sul viso un po’ più tardi e lui annaspò, inghiottendo il liquido e sentendosi soffocare, cercò di muovere le braccia per nuotare, ma era bloccato e legato a...un albero? James sputò, tossì, sbatté gli occhi e cercò di riacquistare la consapevolezza dei luoghi intorno a lui. Non stava affondando nel mare, ma nei boschi, probabilmente quelli della sua proprietà, e stava riprendendo coscienza davanti al suo assalitore che era- un ragazzo. Beh, non proprio un ragazzo, ma sicuramente al limite della giovinezza. Non più grande di diciassette anni, al massimo.
“Chi diavolo sei?” Con lo svanire dello stupore, l’irritazione riempì rapidamente il vuoto. James guardò il ragazzo con cipiglio, con la strana sensazione di averlo già visto da qualche parte. Poteva giurarlo sulla propria vita, non si ricordava dove.
Il diavoletto, che indossava dei vestiti scuri e sciatti, incrociò le braccia e fece un sorrisetto compiaciuto. Alla luce della luna, i suoi capelli color sabbia erano una massa di onde scomposte, lunghe fino alle spalle. Un monello di strada, forse, ma senza dubbio un loro capo. Dietro di lui c’era una dozzina di uomini, tutti ugualmente giovani e scarmigliati. Quello al comando aveva in mano un secchio vuoto, il che aveva senso visto che l’acqua che aveva contenuto precedentemente inzuppava James fino alle ossa.
“I tuoi domestici sono legati e imbavagliati nelle loro camere” disse il monello, gettando via il secchio. “Pensavo che un pirata come te avrebbe preso più precauzioni nella propria casa, vecchio.”
Vecchio? Vecchio? Aveva solo trent’anni. Nel fiore degli anni! “Ti chiedo scusa, ragazzo,” riuscì solo a grugnire in risposta. Lottava con le catene che lo trattenevano, ma non c’era verso di liberarsene. “Perché una banda di mocciosi entra nelle case illegalmente nel mezzo della notte, spaventando la sfortunata servitù? Non dovreste già essere a letto?”
Il suo assalitore rise. “Ho diciassette anni”, disse, confermando le supposizioni di James. “Non sono affatto un moccioso. Veramente non mi riconosci?”. Si avvicinò e scrutò James. Stringendosi nelle spalle, iniziò a camminare davanti a lui come avrebbe fatto un animale arrabbiato. “Io ho riconosciuto te. Dopo averti messo k.o., certamente, così sei andato giù come un viscido merluzzo. Immagina il mio shock visto che un membro rispettabile dell’aristocrazia è coinvolto nel contrabbando di brandy dal Continente.”
James sospirò. Aveva finito di ballare. Adesso sarebbe stato ricattato o arrestato. Il suo equipaggio non si dedicava alla vera pirateria, ma il contrabbando era ancora illegale ed avrebbe sicuramente provocato uno scandalo che la sua famiglia non avrebbe potuto evitare. Come terzo figlio del Visconte Summerfield, forse non aveva un proprio titolo, ma ciò non lo rendeva meno parte dell’aristocrazia, fortunatamente. Ci sarebbero stati dei pettegolezzi se fosse stato arrestato- e soprattutto grazie a un ragazzo grossolano.
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