“Cosa intende dire?” insistette Ryan.
“È un tipo super intenso. Una volta mi allenavo alla palestra dove va lui ed era sempre su di giri, davvero una super energia. Anche Taylor è una con un sacco di energia. Ma in un modo più controllato. Lui tende a perdere il controllo.”
“Ha mai perso il controllo con Taylor?” chiese Jessie cautamente.
“Li ho visti insieme solo un paio di volte e non è mai stato così con lei in quelle occasioni. Ma non penso che abbia preso bene la fine della loro relazione.”
“Perché dice questo?” chiese Ryan, guardando Chianti con la sua migliore espressione da “quello che dici mi interessa davvero un sacco”. La donna quasi si sciolse davanti a lui.
“Ho sentito dire che è venuto da queste parti un paio di volte e quelli della sicurezza hanno dovuto chiedergli di andarsene,” rispose, arrossendo leggermente. “Non so se sia vero, ma mi pare una cosa da Gavin. Ha una certa propensione allo stalking. E poi potrebbe aver avuto dei buoni motivi per essere geloso.”
“Di che cosa?” chiese Jessie.
“Non per parlare male alle spalle, ma Taylor è una a cui piace flirtare con i clienti.”
In quel momento un uomo panciuto sulla trentina, con una maglietta grigia senza maniche passò loro accanto.
“Ciao Chianti,” disse con voce timida.
“Ciao Brett. Siamo sempre d’accordo per la tua lezione delle 11?” gli chiese lei mostrandogli il suo sorriso bianchissimo.
“Certo.”
“Eccellente, tesoro. Teniamo in forma quei bicipiti, ok? A dopo.”
Quando l’uomo se ne andò, il sorriso evaporò e la donna riportò subito l’attenzione su Jessie.
“Cosa stavamo dicendo?” chiese.
“Stava dicendo che Taylor è una tipa a cui piace flirtare,” le ricordò Jessie con volto impassibile.
“Giusto.”
“Sul serio?” insistette Jessie. “A noi hanno detto che è molto professionale.”
“In palestra di sicuro. Ma l’ho sentita parlare al telefono, prendere appuntamenti per sedute di allenamento private. La gestione in genere non vede di buon occhio queste cose, quindi lei ha volutamente tentato di tenerle sempre nascoste. Ma il suo tono durante quelle telefonate era decisamente meno… professionale.”
“Pensa che possa offrire più di semplici sessioni di allenamento?” chiese Jessie con intenzione.
“Non posso dirlo,” rispose Chianti scrollando le spalle. “Voglio dire, come si fa a sapere se è una tipa promiscua o se le piace solo scherzare. Ad ogni modo la direzione ha chiuso un occhio perché molti dei suoi clienti qui sono molto facoltosi. Non vogliono perdere dei soci, capite? Ma a volte non si presenta per giorni e nessuno dice niente. Se lo facessi io, mi licenzierebbero all’istante. A dire il vero, è un po’ che non la vedo. Immagino che sia una di quelle volte. Ma ora mi avete fatto preoccupare. Sta bene?”
Jessie guardò Ryan, facendogli capire con uno sguardo che per lei era arrivato il momento giusto. Lui annuì e si avvicinò a Chianti.
“Temo di no,” le disse sottovoce. “Taylor è morta.”
Jessie guardò Chianti con attenzione mentre la donna recepiva la notizia. Il suo sorriso plastico da trainer scomparve subito. Parve incredula.
“Mi spiace. Cos’è successo?”
“Taylor Jansen è stata trovata morta nel suo appartamento questa mattina,” disse Ryan con tono privo di espressione.
Chianti parve impegnata a comprendere l’informazione, rendendosi conto solo ora del motivo per cui le erano state poste tutte quelle domande. Il suo volto passò piuttosto rapidamente da un’espressione di shock a una mista di preoccupazione e curiosità.
“È stata uccisa? È stato Gavin?”
C’era mancanza di empatia nella sua voce e Jessie avrebbe voluto darle un pugno in faccia. Non serviva che fossero amiche, ma questa donna non riusciva neanche a fingere un secondo di dolore? Purtroppo quel genere di reazione, per quella che era la sua esperienza, non portava neanche a pensare che fosse colpevole.
L’espressione affamata di pettegolezzi che aveva ora stampata in viso e il suo nudo desiderio di scoprire i dettagli del fatto suggerivano che non ne fosse per niente a conoscenza. Anche se Ryan aveva ragione a sostenere che tutti sono sospettati, la formazione da profiler di Jessie le suggeriva con forza che Chianti non lo era per nulla.
“Non abbiamo al momento nessuna informazione sulla causa della morte,” disse Ryan, poi aggiunse riluttante. “Ha mai pensato che Taylor potesse essere depressa?”
“Oh wow!” disse Chianti sgranando gli occhi. “Si è suicidata?”
“La prego di limitarsi a rispondere alle domande, signorina Rossellini,” disse Jessie con tono secco, perdendo la pazienza.”
Chianti parve leggermente offesa, ma poi rispose subito.
“No,” ammise con tono più pacato. “A dire il vero mi è sempre sembrata piuttosto equilibrata. Non l’ho mai vista troppo esaltata o troppo giù di tono. Sarei piuttosto sorpresa se saltasse fuori che è stata lei a uccidersi.”
Jessie tentò di nascondere la propria delusione. Fino ad ora nessuno di coloro con cui avevano parlato pensava che Taylor fosse una probabile candidata al suicidio. Eppure fino a questo momento non avevano prove che suggerissero qualcos’altro.
“C’è qualcun altro che le viene in mente, oltre a Gavin, che potrebbe aver avuto dei rancori nei suoi confronti? Un cliente magari?” le chiese.
Chianti pensò un momento.
“Non mi viene in mente nessuno. Non la tenevo d’occhio così attentamente. Ma la sua reputazione era basata su clienti decisamente contenti di lei. In parte perché era una brava trainer. Altri motivi potrebbero essere in parte quelli di cui ho parlato prima, per non parlare male dei morti.”
“No, certo che no,” disse Jessie, sempre più disgustata. “Magari puoi concludere tu qui, detective Hernandez. Ho bisogno di un po’ d’aria.”
Fece un cenno di saluto a Chianti e se ne andò in modo brusco, passando davanti a Brett mentre usciva dalla sala. Era appoggiato a un tapis roulant, in attesa che la sua trainer per-niente-propensa-a-flirtare finisse di parlare e potesse iniziare la seduta con lui.
Jessie uscì dalla palestra, ritrovandosi nella grigia e trafficata via di Hollywood, dove in qualche modo di sentiva più pulita che vicino a Chianti.
Jessie si sentiva tesa adesso. Si stavano avvicinando e non sapeva come avrebbe reagito.
Dopo essere partiti da Hollywood, si erano diretti verso la centrale. Questa volta aveva insistito per essere lei a guidare. La sua spiegazione sarcastica a Ryan, che di solito stava al volante, era stata che qui non si trovavano in A spasso con Daisy e che da quelle parti le donne avevano il permesso di guidare.
Ma non era quello il vero motivo. Sapeva che se avesse guidato, avrebbe potuto prendere una strada che passava davanti alla casa dove la sua sorellastra da poco orfana, Hannah Dorsey, stava attualmente vivendo con una famiglia affidataria. Logicamente sapeva che le possibilità che la ragazza fosse fuori al suo passaggio erano ben remote. Ma voleva almeno provarci.
Mentre guidava, tentò di placare la crescente ansia che provava nel prestare attenzione a ciò che Ryan le stava dicendo. Stava commentando l’austerità dell’appartamento di Taylor.
“Ora ha molto più senso che quella casa sia così vuota,” disse. “Se quello che ha detto Chianti è vero, può darsi che abbia passato del tempo con i clienti a casa sua, che sia per motivi legittimi o poco ligi. Le era sufficiente tenere lo stretto necessario a casa propria. Magari un giorno è tornata a casa, si è guardata attorno, ha visto che aspetto deprimente avesse e ha deciso di farla finita.”
Конец ознакомительного фрагмента.
Читать дальше