“Non si dimentichi che dipende da quelle persone per le donazioni.” Mi guardò mentre si sedeva al suolo per esaminare il primo cane. Avrei voluto darle una sberla. Ogni volta che veniva mi trattava come una pezza da piedi. Non capivo perché avesse scelto di fare la veterinaria. Aveva la stessa compassione di Ryker. “Lei non può pagare tutti con la buona volontà e le migliori intenzioni.”
“Di cosa si preoccupa di più, di questi cani o del suo conto in banca?” Avrei voluto che ci fosse qualcun altro da poter chiamare oltre a quella donna. Eravamo troppo lontani dalla città per convincere gli altri veterinari a fare visite a domicilio.
“Penso che la risposta sia ovvia.”
Sì, lo era. Non risposi, non volendola lí un secondo di più di quanto fosse necessario. Dammi la diagnosi, la ricetta e fai attenzione che la porta non ti sbatta contro il culo mentre esci.
Si tolse lo stetoscopio dalle orecchie. “Questi non sono cani. Sono lupi.”
Santo cielo.
Shadow
Un rumore di vetri che si frantumavano nell'ingresso svegliò tutti nel rifugio.
“Cosa diavolo sta succedendo?” disse Major, gettandosi contro le sbarre della sua gabbia. Nonostante il baccano nel rifugio provocato dall’accaduto, l’opera di distruzione continuò. L'aggressore aveva un ritmo regolare, rompendo con la sua arma tutto ciò che si trovasse davanti. Il legno si spezzava e il metallo prendeva una botta.
“Sono gli scagnozzi di Ryker”, risposi. Non potevo vederli, ma non c'era dubbio: “Sento il loro odore.”
Il male aveva un fetore ben distinto, come un acido che mi bruciava le narici. Bloccati in quelle gabbie, non c'era niente che nessuno di noi potesse fare per fermarli.
Gli uomini di Ryker volevano solo dare un avvertimento. Quantomeno quella volta.
Anche dopo aver scoperto che eravamo lupi, Trina ci aveva tenuti. Aveva detto che non avrebbe potuto lasciarci liberi finché non fossimo stati abbastanza in forma da sopravvivere. Non c'era bersaglio maggiore a Sawtooth di un lupo malato.
“Fottuti codardi”, ringhiò Baron, il naso premuto contro la rete della sua gabbia. “Attaccare il rifugio quando è noi che vuole.”
“Trina lo ha fatto andare in prigione”, gli ricordai.
“Quando usciremo di qui, è ovvio che gliela faremo pagare a quel bastardo”, aggiunse Dallas. “Entrambi i nostri branchi sono stati colpiti. Dovremmo collaborare.”
Major mi guardò fisso. Non aveva mai esitato a sottolineare quanto mi ritenesse un debole. Avevamo stili diversi e il mio includeva consentire ai miei fratelli di essere una parte vitale della squadra. Ora tutto quello che Major aveva era X, che non aveva detto una parola durante l'attacco. Ma avrebbe portato a termine il lavoro, qualunque cosa gli fosse stata richiesta e non ci avrebbe mai ripensato.
“È una buona idea.” Non mi tirai indietro. “Operiamo in zone diverse e otterremo informazioni differenti. Nessuno si aspetterà mai che lavoriamo insieme.”
“Può esserci un solo leader.” La versione di Major di un sì.
“Lo so.” Strinsi gli occhi su di lui. “Vedremo chi di noi lo sarà, voglio dire.”
***
“Santo cielo!” Kiera, la prima a passare per quella che era stata la porta, lasciò cadere la sua tazza di caffè. “Che diavolo è successo qui?”
“Controlla gli animali!” Trina corse attraverso la stanza. “Assicurati che stiano tutti bene.”
Le nostre gabbie occupavano la stanza anteriore e il rifugio era pieno. Gli altri animali abbaiavano e gridavano per le donne, avvertendole dell'attacco.
“Perché qualcuno dovrebbe fare una cosa del genere?” Lyssie rimase indietro. Qualcosa mi diceva che non era la prima volta che aveva a che fare con una violenza insensata. “È un rifugio per animali.”
“Abbiamo pestato i piedi a qualcuno.” Kiera emerse dalla stanza delle gabbie. “Tutti stanno bene da questa parte. Spaventati, ma nessuno è ferito.”
“Sì, anche qui stanno tutti bene.” Trina si fermò in mezzo alle nostre gabbie. “Ho avuto delle reazioni avverse in città dopo la lotta tra cani. Mi hanno detto di non sputare nel piatto dove mangio e altre cose carine.”
“Abbiamo avuto quella gomma a terra quando abbiamo lasciato il lavoro il giorno dopo il salvataggio”, aggiunse Lyssie, avvolgendo le braccia intorno alla vita. “Non gli avevo dato importanza, ma ora non mi sembra una coincidenza.”
“Devo chiamare Randy.” Trina sospirò mentre apriva le nostre gabbie. “Pensate a qualsiasi altra cosa insolita che avete visto da quella notte. Deve sapere tutto, nel caso ci fosse qualcosa dietro. Se qualcuno vi ha guardate di traverso, ditelo. Non è il momento di tacere. Ce la possiamo fare. Sarà difficile, ma nessuno ci intimidirà per aver fatto la cosa giusta per questi animali.”
Il fatto che stessimo mettendo le donne in pericolo trovandoci là mi dispiaceva tremendamente. Se fossi stato umano, avrei insistito perché si allontanassero da noi. Non avevano idea di cosa fosse capace Ryker. Era molto più pericoloso di quanto sembrasse.
Ma se fossi stato umano, avrei potuto proteggerle.
Le ragazze si fecero il mazzo per ripulire la stanza anteriore, cercando di riportare tutto alla normalità. Spazzarono via i vetri rotti, coprirono le finestre danneggiate e ripararono tutto quello che potevano. Nessuno venne ad aiutarle. La cosa non mi sorprese. Trina chiamò il dipartimento di polizia, ma le altre donne dissero a malapena una parola mentre lavoravano. Neanche quella fu una grande sorpresa.
Non conoscevo il rifugio prima di diventare uno dei suoi ospiti. Passavo meno tempo possibile a Granger Falls. Mi stavo prendendo a calci, sapendo che una bellezza come Trina era sempre stata lì. I lupi di Sawtooth non facevano mai coppia con femmine umane. Non avevamo problemi a farle divertire, ma quando la festa finiva, finivano anche i nostri contatti. Anche se avessi incontrato Trina prima di essere catturati, non sarebbe stata comunque più di un'avventura di una notte.
Sei mesi di prigionia erano stati sufficienti per far cambiare idea a questo lupo. Le lupe della nostra generazione erano state vendute al miglior offerente. Tenute in un tipo di prigionia completamente diverso, erano trattate come gioielli rari, strettamente controllate e messe in mostra da coloro che potevano permettersele. Era uno scherzo crudele, il modo in cui i branchi ostentavano le belle pupe di fronte a noi e ci prendevamo a calci in culo se ci provavamo con loro. Ridevano di noi. Non eravamo nulla di speciale, soprattutto quelli della classe operaia. Eravamo così tanti perché i nostri genitori continuavano a provare ad avere una femmina fino a quando non potevano più. La ricompensa valeva lo sforzo.
I lupi ricchi non avevano molto di cui preoccuparsi. Si erano abituati meglio al loro lato umano. Avevano soldi, donne e non dovevano fare le lotte della classe operaia. Avevano i mezzi materiali per sopravvivere, ma il resto di noi faceva affidamento sulla forza e sulla furbizia da strada. Potevano tenersi i loro soldi, non compravano la felicità. La libertà aveva un prezzo elevato, ma chiunque ne poteva godere.
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