Un ringraziamento a Paul Valery che mi ha
“suggerito” il titolo di questo manuale
A mio padre che mi ha insegnato a sorridere.
A Sara, augurandole di sorridere sempre.
C. Gallarini
Parlami e dimenticherò. Mostrami e forse ricorderò.
Coinvolgimi e comprenderò!
(Confucio)
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Svolgere la professione di Editore ha i suoi vantaggi. Uno di questi è sicuramente il poter pubblicare quelle Opere che avresti voluto avere a disposizione quando ti servivano ma non c’erano, oppure quelle esistenti all’epoca, non ti trasmettevano ciò di cui avevi bisogno in quel momento.
E qui entra in gioco questo “manualetto” scritto da quel simpaticone di Cesare Gallarini, del quale non ritengo necessario decantare le lodi visto il curriculum che parla da sè.
Posso affermare con certezza che se io avessi potuto usufruire di una lettura così interessante quando intrapresi la mia carriera artistica di cantante e intrattenitore, avrei potuto accellerare notevolmente i tempi e integrare le sue “dritte” con le mie esperienze, risparmiandomi qualche piccolo ma significativo fallimento.
Lo stesso dicasi per quando dovetti affrontare decine di altre situazioni in cui la “comunicazione” assume un ruolo determinante.
Ebbene questo piccolo manuale oggi esiste! Perchè non approfittarne?
Pare che certe “figuracce” o certi fallimenti, costino ben più di un prezzo di copertina di fascia medio-bassa.
Giacomo Morandi Editore
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Questo manuale breve ed essenziale, per ORATORI - INSEGNANTI - COMUNICATORI - POLITICI - VENDITORI - CIARLATANI - COMICI, diventerà indispensabile ogni qual volta dovrete affrontare un uditorio e sarete presi da quell’ansia da prestazione o peggio dal panico più totale.
E’ frutto della mia esperienza di comico, pedagogo teatrale e formatore esperienziale. Non troverete certamente la soluzione definitiva a tutte le vostre difficoltà ad affrontare il vostro agguerrito capo, o a gestire un gruppo di scatenati studenti, o a discutere con il politico conservatore del vostro paese; spero invece troverete degli stimoli e delle tecniche per migliorarvi, per raffinare quella che è la vostra esperienza o modificare quelli che sono i vostri preconcetti. Piccoli suggerimenti che potrebbero cambiare il vostro modo di comunicare. Naturalmente in meglio.
Ancora oggi, dopo oltre cinquemila spettacoli, (non ridete, ho la mia età), vado “in scena” sempre con un pizzico di timore e ansia. Anzi, a volte, con vero terrore. Chaplin diceva che il pubblico è un mostro senza testa: non sai mai da che parte andrà.
Cosa faccio allora? Mi fermo, respiro, mi rilasso e cerco di “concentrarmi” pensando alla mia passione di “stare sul palco” e alla soddisfazione di sentire ridere (o piangere) il pubblico. Così entro in scena con calma guardando chi mi sta di fronte e sfoggiando un bel, grande, sincero sorriso (ecco un primo suggerimento)
Andare “in scena” significa dover affrontare, non per vincerlo ma per allearsi, un “nemico” con la determinazione di un vero guerriero. Significa comunicare valori e pensieri come un filosofo, e significa proporre questi pensieri in modo efficace, divertito e divertente, mai prolisso, dove la passione traspare sempre!
Perché il GUERRIERO, il SAGGIO e CLOWN? Perché rappresentano i ruoli che interpretiamo quando parliamo in pubblico o andiamo in scena per uno spettacolo, che in fondo sono la stessa cosa. La parola stessa “Persona” ci chiarisce che tutti interpretiamo dei “Ruoli”. Che tutti siamo “attori”. Infatti la parola “persona” deriva dall’Etrusco Phersu che indicava la maschera teatrale e l’etimologia latina si compone della preposizione per (“attraverso”) e sonare (“risuonare”). Così infatti era chiamata la maschera indossata dagli attori, che copriva il volto (e indicava il “carattere” ) e amplificava la voce.
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IL GUERRIERO:
“solo con l’addestramento si può ottenere disciplina.”
Sun Tzu
Dovete affrontare il vostro uditorio come un guerriero e come tale dovete raffinare la vostra tecnica con determinazione, concentrazione e sicurezza. Che postura adottare, le distanze, dove mettere le mani, come utilizzare il colore della voce, chi guardare, come vestirsi per meglio affrontare la vostra “battaglia”.
IL SAGGIO:
“La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta.”
Jimi Hendrix
Pitagora, scriveva che l’ inizio della saggezza è il silenzio. Come un saggio dovete essere in grado di “sentire” che pubblico avete di fronte, conoscere la sua aspettativa e soddisfarla, portare la platea “dalla vostra parte” come si direbbe in teatro.
Inoltre, dovete saper smascherare un bugiardo o capire se, chi vi sta di fronte, è sincero. Soprattutto vi insegneranno l’arte di saper ascoltare e “vedere” con chi comunicate. Sembrerà strano ma un buon oratore è colui che sa soprattutto “ASCOLTARE” -
IL CLOWN:
“La risata è la distanza più breve tra due persone”
Victor Borge
Questa è la parte che più mi diverte e, spero, più possa cambiare il vostro modo di comunicare. Un sorriso, una battuta, un aforismo vi aiuteranno ad avvicinare la distanza tra voi e i vostri spettatori. Troverete suggerimenti su come tenere desta l’attenzione, quando e come capire se è il caso di variare il vostro linguaggio, come guadagnare l’attenzione del pubblico e come togliervi d’impaccio quando siete in difficoltà e come rendere “elettrizzante” una presentazione.
In conclusione ricordatevi che in scena è l’ emozione, il sentimento a dominare. La tecnica è replicabile ma quello che resta nella memoria dello spettatore è frutto del vostro istinto, della vostra sensibilità della capacità di comunicare o trasmettere un emozione. La tecnica potrà anche stupire ma è il vostro istinto ad emozionare.
A QUESTO PUNTO PER CHI NON AVESSE TEMPO DA PERDERE O NON AVESSE VOGLIA DI LEGGERSI TUTTO IL MANUALETTO, PUO’ ANDARE SUBITO ALLA FINE DEL LIBRO E TROVERA’ IL “BIGINO” SU COME AFFRONTARE IL PUBBLICO.
Per chi, al contrario, avesse tempo e voglia: al lavoro dunque!
LE 5 CONDIZIONI DA CONOSCERE PRIMA DI AFFRONTARE IL PUBBLICO
Primo suggerimento
LA PASSIONE E LA CONCORDANZA
“Le passioni sono i soli oratori che persuadono sempre: il più semplice degli uomini che nutra una passione è più convincente del più eloquente che ne sia privo”
La prima caratteristica che dovete inserire nel vostro discorso, è di natura intima, personale. Quando parlate in pubblico o “salite sul palco” mettete tutta la passione ed energia di cui siete capaci.
Questo è il primo passo per migliorare la nostra comunicazione. La passione è lo strumento che ci permette di affrontare l’ignoto, che sia una terra sconosciuta, o un pubblico a noi nuovo. La passione è la marcia in più di artisti e tecnici. La passione ci permette di comunicare con grande energia e forza. Ci permette di essere convincenti, di comunicare al meglio. Se non mettete la passione, tutto quello che farete o direte sarà vuoto e privo di interesse. Passione vuol dire CONCORDANZA. Cioè definire una coerenza tra il mio discorso verbale e quello non-verbale, concordanza tra quello che trasmetto e quello che sento nel mio animo.
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