Gerardo D'Orrico - Dillo Tu Te Stesso

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Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.
Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie. 
Dichiarare sé stessi e il mondo come hobby, sport o? Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze in rapporti umani e materiali, concreti. È un diario scritto in modo semplice, un fenotipo di sentimenti cristiani e presenti, vuole rappresentare una porta verso il futuro, un partito nuovo. Il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013.

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Gerardo D`Orrico

ISBN: 9788835412953

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Breve biografia

Gerardo D’Orrico nato a Cosenza il sei marzo 1976. Compiuti gli studi di maturità scolastica ho frequentato le università di Arcavacata e di Bologna ma senza conseguire la laurea, ho una buona conoscenza informatica e di alcuni strumenti musicali. La mia gioventù è stata tra la residenza di Luzzi e Cosenza per gli studi o nella città natale di mia mamma Villapiana sul mare. Ho fatto moltissimi viaggi in l’Italia e qualcuno all’estero, dopo il servizio militare ho aiutato mio padre con il suo lavoro e mi sono dedicato alla scrittura in prosa oltre a proseguire la mia passione per l’informatica e la programmazione software, ho creato e gestisco il sito-web Beneinst.it, dove ognuno potrà inserire gratuitamente le proprie pagine di diario in lettere, poesie, disegni, quadri o foto. Vivo a Luzzi dove tra le altre occupazioni e la ricerca per l’arte tecnologica, continuo con la scrittura, la revisione o la pubblicazione dei miei testi, fino a ora ho scritto quattro libri in forma di diari: 1. Il bene e il male, memorie 2. Un soffitto di cenere 3. Siamo già noi tra dieci minuti e 4. Dillo tu te stesso.

Foto GD 1993 Prefazione Questo diario è il quarto libro scritto da me una - фото 1

Foto GD - 1993

Prefazione

Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.

Dichiarare sé stessi e il mondo come hobby, sport o? Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze in rapporti umani e materiali, concreti. È un diario scritto in modo semplice, un fenotipo di sentimenti cristiani e presenti, vuole rappresentare una porta verso il futuro, un partito nuovo. Il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013,

Gerardo D’Orrico

1. Soldi, pace o dolori

Lettera estiva, 31.08.2010

La ragione è la nostra religione, chi ha fatto tutti i nostri guai invece l’estate che percorre il suo corso, sembriamo impreparati in ogni cosa, un digiuno della mente. Dolce è il cammino che ci porta verso una grande rinfrescata settembrile, diverse osservazioni mi occupano e non ero io la querela, che vive la nostra Calabria o grandi parole pronunciate per aria, chissà cosa si voleva… di sicuro dove va a finire. Chi governa qui? Dillo, ripetilo vedrai funziona, passa l’aereo spaziale che ti porta via o il tuo bruto che voleva ma non fa già niente… si dorme mentre si cammina per le strade e in casa, con la buona nottata che si prospetta, piena di profumi e odori tipici di questa estate. Vedrai troverai un argomento, che giustifica la tua normale linea di prodotti estetici, che ti porti per uscire. La tua intesa per la mia pace… e meglio il male ehm, il mare o la montagna? Era molto peggio in maggio, non sapere da che parte cominciare, forse il competente dubbio moderno oppure della grande vincita mattutina o pomeridiana, non lo vedi più il nostro o l’amico tradito, perso, terso. La verità nel cemento è una sola, parla in casa tua. 09.08.10 Degli spropositi ci girano per la testa o sono al nostro fianco, oggi sarà sempre la soluzione di tutto, del passato di tutti i tempi, oggi sa il dolore e le altre cose. Guarda il tuo orologio, quei globi o anche qualcun altro ancora si pensano, che un bene si occupa d’altro o in un altro. Quanto insensato era il nostro governo: non ti muovere dunque non ti abbassare ma vai, vai. Sembra l’anno scorso rinsaldato o pagato, appagato per questo e il nostro onore ancora. Ecco come ora in questo momento avviene un’altra cosa, tipo all’ora di pranzo per davvero non ti muovere, resta pur a guardare il pavido colore del giorno o del pavimento ma, ovviamente non commette reati è così (( )).

“Amandoti e la vita delle cose che non si sono mai espresse, del nostro enigma quotidiano, delle parole che sono poche per il tempo perso, da tutto ‘l tempo che non ci vediamo a occupare quel posto dove non arriva mai nessuno, che dice non è tuo o che ti vogliono rubare.”

Dunque il giorno è arrivato, finalmente il Sole brucia le nostre persone, appunto: ora cosa ti amplificherà il tuo vicino, perché si pensa ancora che non parli. La ragione diventa come la matematica, prende di preciso una linea che si vede, un discorso non dà spazio a dubbi o imperfezioni… meglio andare alla prossima fermata, un arco di trionfo verso la fine della strada con il resto di una bugia: or dunque sarà superato l’oblio, ora il primo piatto preferito resta il diavolo derubato, la prigione, la donna o il ramo dell’albero. Siccome invece si devono superare i nostri fascismi, tu non sei qui, non mentire non ci sei.

Fai pace dai, vai oltre un errore di persona, commettere un errore da vicino davvero, sarà solo la richiesta del riscatto di un rapimento, cosa si voleva dal diavolo. Saranno facili queste cose, sono nostre, sono fucili e il nostro timore, le restrizioni fasciste di falsi fascisti. Direi le restrizioni di un infermo, dir di no resta un abuso di potere, in un altro aspetto sarebbe “strapotere” di umani qui in Calabria come a Roma, il perché non parli delle tue ragioni o, dell’esistenza del male. Una persona, un mondo, una palla che ruota su sé stessa, quindi ripetiamo oggi di nuovo come ieri, come nel ricordo. Piano per piano si ripete la noia o una macchia nera sul petto, si dice che la pace resta un posto per chi non ha occhi per vedere che la verità, nelle persone e nelle cose. La guerra un posto dove la pace non c’è ma noi siamo lì, noi ci siamo non esiste solo l’auto spegnimento… gli altri sono persone facili non fucili, forse i fucili non erano facili. Chi vive in carcere è facile ma, vuol dire anche qualcos’altro poi ci sono delle necessità, com’è strano parlare di persone a volte sembra non si vede nemmeno chi frequenti, secondo te con un incidente alla testa un bene sarà sempre lo stesso, le persone si distanziano non va bene.

Cinque minuti ancora per la mia esistenza periferica, non siamo ancora in ufficio. Spira il vento nelle trame colorate del suo avvenire, vogliono cambiare la pratica del lavoro saranno affari di tutti loro, mentre noi in quante volte te l’ho detto: presente resta il bene che governa la vita, non si fugge dalla realtà oggi, solo la sabbia che può sfuggire tra le mani. La vita diventa la persistente esistenza impregnata dal tampone cuore, di forma non esiste una migliore di quella reale, vera. Illuminati da quale edicola vieni fuori, quanti vermi un esistenza assieme non sarà un uomo che brucia, si dice siamo tutti vivi, occupanti perché pensare che non ci siano tutte le persone nel mondo, inutile credere nelle fantasie o nel vuoto delle cose che ci sono o non ci sono… si dicono delle cose che non sarebbe obbligato ci fossero, altre invece si dovrebbero di più trovare attorno a noi o fuori casa nostra. Due righe per i nostri trapassati nei regni dov’è l’aria più fina, ci feriscono mentre ci colpiscono… una tua persona vicina, un bacio.

Era difficile il bene lascia stare, anche se dietro la porta di casa o nelle librerie, persone quasi estinte e noi saremo il prodotto di tutte le generazioni della Terra.

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