Gerardo D'Orrico - Dillo Tu Te Stesso

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Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.
Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie. 
Dichiarare sé stessi e il mondo come hobby, sport o? Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze in rapporti umani e materiali, concreti. È un diario scritto in modo semplice, un fenotipo di sentimenti cristiani e presenti, vuole rappresentare una porta verso il futuro, un partito nuovo. Il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013.

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Buona fortuna popolazione terrestre dimenticata, abbandona la tua memoria e i tuoi compiti come i nostri ricordi, non le responsabilità di un mondo che da un sogno sarà realtà, o come invece è diventato una costruzione. Quanta differenza, tra ieri sera e il giorno che incomincia adesso. No, noi non ci faremo male, ora prosegue un altro.

… ed è già finito qui il meglio del dolore, i soldi e la pace. Ciao, G.

2. Guarda come muoiono i mali

Prima è dopo, 29.09.2010

È settembre zero dieci solo il rumore del telefono rotto, solo cose dell’impossibile… non credi un male sarà uguale dappertutto, inutile cominciare una parentesi che si può cadere, chi dice in questa casa di bene come mai parlavi del male, tu non volevi farlo e diventa sempre lo stesso imbarazzo, sono le stesse persone. Io di qua, tu di là non si sapeva ch’era solo un’appartenenza nella vita, non si era imparato che la parola vita si riferisce, alla questione principale dell’aria compresa nel corpo.

Quel che censurato oggi? il ritorno ad esempio mi dici tu a me, e si occupando sempre lo stesso posto sulla terra dei mali arrivano, pensano che sono io te stesso più quante cose non si dicono di oggi o qualcosa di simile. Ora o dopo sentirai il futuro ch’è adesso, in altre parole cosa sarà adiacente a un discorso reale, moderno, elettronico, informatico, software… guarda un orologio e mi capirai, la tua famosa interruzione sociale facile adesso qui diventa dove sei ok, non t’interrompere… in effetti saranno dubbi reali anche i soldi, la macchina, l’esistenza di un male, domani il mare e chi siamo ma davvero. Ti ricordi cosa volevi dire… sembra già tutto risolto, non ci sarà bisogno di fare o dire niente a volte, esistere, esisti! E quante innumerevoli cose non sono state fatte, vuoi vivere in America, prego torna a casa.

Temi quotidiani, persone ancora molto disturbate, molto sarà un aggettivo, quei virus umani invece saranno affari tuoi. Sara o sarà, cari… disfunzioni o corna in siciliano non si riconoscono nei viventi, certo meglio attacchi ai superstiti del pianeta, hai visto lo Stato oggi mangiatore di brio, chi sembra uno svitato, la forza bruta di chi non sapeva diventa un vivo omicidio d’avvocato, anche un po’ distratto e freddo, un quotidiano chi o cosa continua, continua.

Era la fine ma sarà passata, ora si ricomincia ma non sembra risolto quasi nulla, si crede fermamente cos’è il potere o cos’è il dolore, era il passato invece il futuro. Uno Stato presente spento resta una tragedia, un dramma, un istituto dove andare il giorno non dovrebbe essere, i nostri silenzi o anche i mali di oggi, scoprivamo i nostri peccati un giorno, ora cos’è diventato il cielo. I fiori seccheranno anche quest’anno, perché non ero io, non eri tu ma la nostra epoca che disegna una freccia, continua vedrai un grande muro d’avanti, ecco ora ritorna dove eri prima, dove scapperanno i regnanti di oggi, se non in un cucchiaino… quel muro non era immaginario per tutti, ma leggere i giornali e sfogliare del nulla organizzato, servirà assomigliare al vuoto o imparare a digerire il fascismo. Riposi dove la neve non c’è, che graziosa domenica.

Vado a capo per rendere il senso di quale, tra i molti sia questo anno o week-end, questa bella e graziosa domenica anti il falso fascista, annienta il dire che i ladri non lì nominare, vai comincia come da bene anche contro chi sarà anche un po’ assassino. Cari si viveva un tempo… per andare del futuro o precedere chissà cosa si voleva, la nebbia non era considerata ma tutte le persone erano e sono qui, o non ci sono da un’altra parte a casa loro, presenti in economia, in una esistenza interiore tu ti senti classe gentile o pianta verde… mi sembra un processo d’auto eliminazione tale anche dei giorni, o una delle più grandi rivoluzioni sociali dissimulata, sembra l’aria dopo un baco, la poesia ingannatrice invece solo un silenzio. Il denaro come ‘l sangue ci deve arrivare, e orrendo che le persone pian piano scivolano verso il basso, ci sorridono altre espressioni che vanno giù in fondo al resto di noi o i loro silenzi, guarda come muoiono i mali chi non voleva parlare poi, il vuoto o il nulla nei loro occhi, dove sono gli altri, la civiltà, le loro parsimoniose occupazioni, ora sono soli e piangono mah, dico che luce forte ha la verità nel giorno, la settimana scorsa al lavoro, il sangue dov’è assieme i denari, la benzina. Tema cos’era successo veramente, il vuoto! Il semaforo è rosso… ah, il mio ma guarda forse diceva il tuo rosso o si era rotto telefono con chi e dove ancora ci sarà il problema dell’altro anno… hai fame il capo non parla gli stati d’animo, sai vedo tanti dubbi già risolti davanti a me, e la tua anima bionica che nessuno parla.

Note: 1. Pian piano il tempo passa sarà sempre meglio, non ti far imbrogliare poi si semplifica. 2. Queste sono tutte cose e ci sono. 3. La realtà vuole adesso restituita la sua verità. 4. Ci sono tutte le velocità che vuoi, funziona a tutte le velocità.

Odi, ode fine. Prego, verso la prossima ora. Un bacio macchiato, G.

3. Te lo colorerei

Gli aristocratici per terra, 02.11.2010

Caro diario di vita diletta, pianta amica Giacomo Leopardi verso ottavo vago, e quelli ingiuriano mah, supera, sorpassali saranno i vermi sociali di essi, i discorsi, le abitudini e tanto per cambiare quel problema ancora non risolto oggi, cosa già sai non dovresti toccare con le mani… il falso del nostro secolo, il mostro o l’indecente gobbi in casa, non lo sapevi meglio che non parli poi anche dei disturbi, dei problemi d’identità… la scuola diventa tutto e le manie i nostri amici stomachevoli, a volte non si sa dove portare il pensiero, arrivederci.

Chi sono i nostri mali, che differenza ci sarà tra male e diavolo, chi era quello che sparava dal lato sinistro della testa, mi sembrava un diavoletto uguale a quello nei disegni… perché siamo in un passato la legge in tutto, risolve dei dubbi costruttivi o le creazioni, più tardi questo mio software o la musica, torna indietro è veri affari tuoi questa società ibernata, mi sembra un replay: tu non dovevi parlare, non ci troveranno mai, ma saranno solo miserie moderne, fantasie, allucinazioni il ghetto o il governo essere un male o un diavolo e senti chiedere per piacere, chi pensa di non aver già risolto, quanti diverbi a cui dare un punto, la morte come si dice in gergo o vedrai ragazzi che non parlano e si obbiettano il bene, a casa persi più loro di noi, più di quanto pensavi… ma tu conosci il potere della parola o di cosa volevano dire le parole di prima, grazie una pausa.

Erano dietro la porta i diavoli e i mali, bisogna lasciarli lì saranno così agli occhi ogni quisquilia, più tardi dalle querele alle indagini non fatte dichiarate non coerenti, invertendo il bello con il buono e il cattivo, cosa si può fare oggi anche tra due anni sarà lo stesso, mentre non si compila un programma resta uguale, in più però serve vedere cosa ti stai dicendo alle spalle o all’evenienza fare delle differenze tra i sensi e che guaio senza soluzioni. Buona giornata italiani liberi o passivi, incarcerati statalmente di casa, il tuo pioppeto caro, insaccato principale.

Saranno errori tutti i malintesi, ancora falsi e società dei falsi… un peccato grave poi s’era un male lo Stato, tra l’altro cosa ti alzi a fare, prenditi un caffè sei tu il passato… l’unico trucco qui e che l’altro ha ragione, come il tuo o mio genitore ci vieta ancora, magari che i globi annebbiano la vista. Quanta libertà ehm, deturpata esiste nel fondo, si vive uno stato illegale io mi sento sempre verde, la persona più perspicace ha già capito la modalità d’uso, dato che qui non c’era tutta la libertà e anche senza un’abitudine radicata si risponde alla nostra scorsa unta settimana, senza presentazioni, punto.

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