Quando ero ancora seduto in fondo alla classe, a me stava anche bene. Poi la Duffi (la mia insegnante di tedesco) ha detto che mi dovevo sedere "là". "Là", precisamente di fronte a lei. Perché sono bislessico e perché così mi può aiutare meglio.
Non ha spiegato che cosa è un bislessico . E nessuno gliel’ha chiesto. Forse lo sanno tutti che tipo è.
Io personalmente non lo so, ma non l’ho dato a vedere agli altri.
Una volta a casa ho cercato nel dizionario. Noi non abbiamo Google(ma non ditelo a nessuno). Là dentro però non ho trovato proprio niente. Secondo me ha qualcosa a che fare con il lessico. Forse ho una specie di doppio lessico; forse ha a che fare con i miei geni o forse faccio bene a chiedere alla mamma...
… oforse meglio ancora direttamente al maestro Hibschenberger. Lui è lo "scienziato" della nostra scuola e ci ha spiegato il DNA. E quello, appunto, ha a che fare con i geni. È una spirale molto speciale, supermegapiccola, che sa tutto su tutti e la trovi in tutti quanti.
Ascuola stiamo imparando delle cose pazzesche e il DNA mi piace proprio un sacco. Ma non riesco a trovarlo da nessuna parte. Ho messo dei pezzettini di pelle, saliva e capelli miei sotto il microscopio. Niente. Non vedo niente. È così mini-minuscolo il DNA. Enonostante scienze non sia religione, non mi resta altro da fare che credere (senza vedere) alle parole di Hibsch .
Mah… forse sarà meglio chiedere alla mamma.
Abito insieme alla mia mamma in un grande appartamento. Terzo piano con balcone. La mamma è fissata col balcone. Ogni domenica ci facciamo la colazione. Fuori. Anche quando fa freddissimo, vestiti con tanto di cappotto, sciarpa, guanti e cappello. Solo quando piove, no. In quel caso mangiamo in cucina e la domenica è andata.
Prima c’era anche papà, poi di colpo ha iniziato a mancare spesso e adesso non viene proprio più. Forse non gli piace più il balcone. Ha una nuova famiglia, mi ha spiegato la mamma, e per questo non si fa vedere più. Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerla. Io non ho fratelli e per questo una nuova famiglia non mi dispiacerebbe affatto. Per di più papà sapeva spiegare tutto. Tutto. Ma proprio tutto. E su questo la mamma ed io abbiamo la stessa opinione.
Siccome con la famiglia non mi è andata proprio bene e io desideravo tanto un cane, la nonna mi ha regalato un coniglio nano. Un coniglio nano nero, straordinariamente soffice e morbido.
Sono subito sceso in giardino insieme a Zorro ma poi mi è venuto da scappare in bagno. Al mio ritorno Zorro non c’era più. La nonna ha detto che non faceva niente e che lo avrebbe ritrovato di sicuro e che ci saremmo visti l’indomani. Non ne ero così convinto come la nonna, ma il giorno dopo Zorro si trovava di nuovo nella sua cuccia. Stranamente non era più nero ma bianco.
Ma la nonna mi ha tranquillizzato dicendo che è un fatto assolutamente normale. "Non ti preoccupare, sta ancora crescendo."
Da quando papà non vive più con noi, c’è molto movimento in casa. Spesso vengono a cena da noi degli amici di mamma e io non posso più guardare la televisione dopo cena. Anzi, devo andare a letto presto. O avrei dovuto dire posso?
Quando abbiamo degli ospiti, la mamma ride tutto il tempo e questo ovviamente mi fa tanto piacere. Delle volte li trovo anche divertenti, ma forse solo uno lo era davvero. Michael. Ma ormai pure quello non si fa più vedere. Secondo me Michael le piaceva abbastanza. Come le piaceva papà, ed è per questo che sono venuto al mondo. Io, però, sono la persona più importante di tutti quanti, dice lei. E aggiunge che mi vuole tanto tanto bene. Dalla terra fino alla luna e di nuovo alla terra.
…in questo preciso momento mi rode un bel po’ essere un bislessico , e senza sapere cosa sa fare di preciso uno come me.
Dopo una settimana circa la mamma mi ha invitato a portare Zorro a casa nostra, per sempre. Ero felicissimo. Finalmente eravamo di nuovo in tre. Mi ha detto però che avrei dovuto assumermi la completa responsabilità. Per Zorro e per me. Allora quando è venuto da noi mi sono dato un gran da fare. Gli ho fatto vedere tutta la casa e gli ho spiegato bene dove andare e dove non andare. Alla fine ci siamo seduti insieme in poltrona a guardare la televisione. Zorro si è appisolato sul cuscino e quando lo volevo rimettere nella cuccia ha fatto un gran salto per la paura. Così lontano!
Il mattino seguente non stava tanto bene, era freddo e duro come una roccia. L’ho messo nel letto di mamma per riscaldarlo.
E lei mi ha detto: "Non ti preoccupare, sta ancora crescendo."
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