Sandro Dell'Orto - Abigail Strega Per Caso

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Abigail Strega Per Caso: краткое содержание, описание и аннотация

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Una comune ragazzina gallese riceve un regalo che le farà conoscere un sacco di personaggi che non sapeva che esistessero davvero.
Abigail è una ragazzina gallese come tante che, in occasione del suo dodicesimo compleanno, riceve un regalo che le dona dei poteri magici. In compagnia di un folletto, che le insegnerà ad usare i suoi poteri, di una giovane strega imbranata e un orco un po' fuori dagli schemi va in cerca del libro perduto di Atlantide, incontrando altri personaggi che la aiuteranno o la ostacoleranno.

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«Una strega e il suo orco? Che aspetto hanno?»

«Rachel è in grado di assumere qualsiasi aspetto, ma il suo reale è quello di una ventenne con capelli neri lunghi e lisci e occhi azzurri, e forse riuscirebbe di più come top model, perché come strega è piuttosto maldestra e qualche volta finisce per combinare pasticci. Del resto si è diplomata da poco all’Istituto Professionale Stregonesco e l’esame l’ha passato col minimo dei voti.»

«E l’orco, come si chiama, Rudolph?»

«Beh, lui è il risultato dell’esame di Rachel: l’esame consiste appunto nel creare un orco, ma non le è venuto molto bene, al di fuori dell’aspetto tipico dell’orco.»

«Cioè, spiegati meglio.»

«Volevo dire... di solito gli orchi assomigliano a degli scimmioni deformi, notevolmente brutti e stupidi, mentre Rudolph...»

«...è venuto bello e intelligente. E’ così?»

«A dir la verità, proprio bello bello non è, ma intelligente sì, è calvo, ed assomiglia più ad un essere umano che ad un orco tradizionale, però è un vero mostro di cultura tanto che ha conseguito ben quattro lauree! Di solito si fa assumere come insegnante, soprattutto di letteratura, in qualche scuola del posto dove Rachel pensa di aver individuato i guanti. Purtroppo Rachel possiede la capacità di individuare le onde magiche emesse da loro anche a parecchi chilometri di distanza. Più il loro utilizzo è prolungato, più è facile per lei individuarli. E’ come quando la polizia tiene sotto controllo il telefono per individuare da dove viene una chiamata.»

«Adesso ho capito: devo usare i poteri dei guanti poco alla volta, magie brevi e non prolungate.»

«Brava. Anche se prima o poi potrebbe capitare un’emergenza che ti costringerà ad una magia prolungata.»

«Per esempio?»

«Esempio: se vedi qualcuno che sta precipitando lo dovrai salvare frenandolo e facendolo arrivare a terra incolume, in quel caso dovrai usare i poteri finché il malcapitato non sia salvo. Mettiamo che sia caduto dal sedicesimo piano di un grattacielo, tu lo dovrai sorreggere con la magia fin quando non sia atterrato.»

«Qui in paese non ci sono grattacieli.»

«Lo so, come esempio è un po’ fuori luogo qui, ma l’imprevisto è sempre in agguato.»

A proposito di Rachel e Rudolph, li troviamo a bordo di un’auto guidata da Rudolph a pochi chilometri dal paese di Abigail intenti in una delle loro solite discussioni.

«Certo che come orco tu sei proprio un fallimento.» disse Rachel.

«Il fallimento è stato tuo: sei tu che mi hai creato. E poi a me piacciono i bambini.»

«Anche agli altri orchi piacciono i bambini, nel senso però che se li mangiano e non che insegnano loro a non fidarsi degli sconosciuti. Adesso fermati che ho voglia di guidare io.»

«Va bene, ma allacciati la cintura di sicurezza perché quest’auto ha l’airbag e se non hai la cintura allacciata può romperti l’osso del collo.»

«Se è per quello, io sono una strega e posso riaggiustarmi le ossa come e quando voglio: la magia di guarigione è l’unica che mi riesce sempre.»

«Allora non ti conviene mettere su uno studio ortopedico?»

«Ma che stai dicendo? La magia di guarigione la uso solo per me stessa, non m’importa degli altri: una vera strega dev’essere egoista.»

«Ok, fa come vuoi.»

Rudolph ferma la macchina per effettuare il cambio di guida, Rachel si siede al volante e ripartono in direzione proprio del paese di Abigail.

A scuola, Abigail disse alle sue compagne che Ken acconsentiva a conoscerle a patto che loro gli avrebbero dato una mano a pulire la casa e le ragazze acconsentirono. Così quel pomeriggio Abigail si recò da Ken in compagnia di Wanda, Kathryn e Deanna; quando arrivarono Ken mostrò loro quello che dovevano fare e quindi se ne andò in cucina con Abigail.

«Intanto che le tue compagne lavorano, che ne dici di preparare una torta per tutti?»

«Una torta? Ma come...»

«Con la magia, no? Nella credenza c’è un libro di ricette: crea prima gli ingredienti e poi li unisci con la magia, vedrai che verrà fuori una bella torta.»

«Non potrei creare direttamente la torta già bell’e fatta?»

«Potresti, ma non avrebbe alcun sapore e sarebbe immangiabile: devi immaginare che il libro di ricette sia un libro di incantesimi e le ricette le formule magiche.»

«Va bene, Ken.»

Abigail prese il libro dalla credenza, scelse una ricetta che le sembrava promettente, s’infilò i guanti e cominciò a creare gli ingredienti per la torta.

Destino volle che proprio in quel momento l’auto con a bordo Rachel e Rudolph entrò in paese.

Rachel frenò di colpo.

«Che ti succede, Rachel?» chiese Rudolph.

«Sono qui.» rispose Rachel.

«Lo so che sei qui, anch’io sono qui.»

«Ti metti a fare anche lo spiritoso, adesso? Sto parlando dei guanti magici; qualcuno li ha usati, anche se per pochi minuti.»

«Ne sei sicura?»

«Sì, non posso sbagliarmi. La sensazione era troppo forte, devono essere vicinissimi.»

«Allora ci conviene fermarci in questo paese.»

«D’accordo. Cerchiamo un albergo.»

Intanto le compagne di Abigail avevano finito i mestieri e si stavano chiedendo dove fossero finiti Ken e Abigail quando li videro entrare con una magnifica torta.

«Ecco qua, una torta per sancire la nostra amicizia. Che ne dite, ragazze?» chiese Ken.

«Diciamo che è magnifica, sia la torta, sia l’amicizia.» risposero in coro e si avventarono come falchi sulla torta.

Il giorno dopo, a scuola, mentre Abigail era in classe ad aspettare che iniziassero le lezioni, quando suonò la campanella invece del professor Brown entrò il preside accompagnato da un’altra persona.

«Buongiorno, ragazzi.» cominciò il preside «Purtroppo il signor Brown si è ammalato e per un po’ di tempo vi farà supplenza il professor Rudolph.»

Appena sentì quel nome Abigail ebbe un sobbalzo e il suo sguardo incrociò per un attimo quello di Rudolph, ma poi riuscì a ricomporsi. Durante la lezione, Abigail e Rudolph si lanciavano di tanto in tanto occhiate furtive per distogliere lo sguardo appena uno dei due si accorgeva di essere osservato.

«Ti dico che quella ragazzina sa qualcosa.» disse Rudolph a Rachel.

«Ne sei sicuro? Cosa te lo fa pensare?»

«Quando il preside mi ha presentato alla classe, lei ha avuto una reazione come se mi conoscesse o avesse già sentito parlare di me, e durante la lezione avevo il suo sguardo sempre addosso.»

«Potresti anche aver fatto colpo su di lei.»

«Andiamo, Rachel, è una ragazzina di 12 anni e io ho l’aspetto di un umano di mezza età e nemmeno tanto attraente.»

«Però tu sei anche un orco.»

«Cosa vorresti dire con questo?»

«Che qualche volta potresti comportarti come un vero orco.»

«E come sarebbe un vero orco? Un troglodita analfabeta dall’aspetto neandertaliano, oppure sono io un vero orco? Ti ricordo che la commissione d’esame ti ha promosso con il beneficio del dubbio.»

« …e così è stata promossa col beneficio del dubbio.» concluse Ken.

«Cosa vorresti dire?» chiese Abigail.

«Che la commissione era indecisa se la creazione di Rudolph era da considerarsi un errore oppure poteva essere vista come un miglioramento o un'evoluzione della razza degli orchi.»

Ken stava informando Abigail su quanto sapeva di Rachel e Rudolph. Lei gli aveva detto che quella mattina il preside aveva presentato un certo professor Rudolph e glielo aveva descritto. Ken aveva confermato che si trattava proprio di lui, quindi anche Rachel doveva essere in paese e questo complicava le cose, perché una simile vicinanza le avrebbe permesso di individuare i guanti anche se usati pochissimo e Abigail doveva continuare il suo addestramento; ma l’addestramento comprendeva anche piccole magie che però avrebbero portato Rachel dritto da loro. E Abigail non era ancora pronta per uno scontro magico diretto.

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