Olga Averina - Roma in ogni stagione. «Il Laterano alle cose mortali andò di sopra»

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Roma in ogni stagione. «Il Laterano alle cose mortali andò di sopra»: краткое содержание, описание и аннотация

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È una descrizione dettagliata del complesso di edifici storici eretti nell’arco di più di duemila anni nel quartiere di San Giovanni in Laterano, luogo che una volta aveva la stessa importanza per il mondo di quella che ha oggi il Vaticano. Nella narrazione l’autore fornisce molte interessanti informazioni aventi a che fare, sia con l’arte, che con la storia, soprattuto la storia del Cristianesimo.

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IV. Tempora, mutantur o i tempi cambiano…

Nell’Antica Roma il territorio del colle Laterano fungeva principalmente da luogo per esercitazioni militari o sportive, o, come direbbero i militari oggi – piazza d’armi.

Nel perido imperiale le caserme militari si aggiunseri agli sfarzosi palazzi e alle ricche ville romane che si perdevano nella vagetazione, e durante il regno dell’imperatore Costantino il Grande le caserme vennero sostituite dagli imponenti edifici del Patriarchio e della basilica.

Nel medioevo la Casa del Signore si ergeva solenne sulle abitazioni dei sobborghi romani che la circondavano. Con il passare del tempo le ville e i palazzi furono sostituiti dalle numerose basiliche, monasteri e ospizi che non cambiarono in minima parte il paesaggio pastorale dei sobborghi romani.

La casa del Signore osservava tranquillamente i carri dei contadini, che formavano una fila lungo le mura Aureliane che conducevano ai numerosi mercati di Roma, e i gruppi di pellegrini intenti a visitare i luighi sacri della città eterna.

Il sole sorgeva sui colli Albani, saliva su di essa allo zenit e la sera calava dietro alle colline dall’altra parte del Tevere. Il Laterano era il centro del mondo cristiano, le sue alfa e omega. Tuttavia, i tempi cambiano, e per volere del destino i pontefici si spostarono da quì a quella lontana parte di Roma dove il sole calava – il colle Vaticano.

I vari fattori, e la gente, quali i barbari e gli stessi romani, secolo dopo secolo hanno intaccato l’armonia del Laterano. Oggigiorno vediamo l’inospitale e trascurata Piazza di Porta San Giovanni, percorsa insolentemente dalla strada sulla quale sfrecciano le auto. Dietro la piazza, lungo lo stanco vialetto chiamato Giardini di via Carlo Felice, da una parte si ergono ingombranti quartieri di sporche palazzine dell’epoca industriale di fine 800» inizio 900», dall’altra parte scorrono le decrepite mura Aureliane.

Tuttavia, ai viaggiatori russi interesserà sapere che nelle vicinanze, dietro il muro di palazzine centenarie si cela un vero e prorio tesoro – villa Wolkonskydimora della principessa russa Zinaida Aleksandrovna Volkonkaya (1789—1862), la «zarina di muse e bellezza» di Puškin 26 26 L’entrata si trova sull’omonima piazza dalla parte di Via Ludovico di Savoia, 4. .

È noto che nel 1829 la principessa Volkonskaya lasciò per sempre la Russia per stabilirsi a Roma a palazzo Poli, dietro la Fontana di Trevi. Nei caldi mesi estivi si trasferiva nella villa aquistata nel 1830, che si trovava in mezzo ai campi non lontano dalla basilica di San Giovanni in Laterano. A questa villa, chiamata da Vassilii Žukovskij 27 27 1783—1852, poeta e traduttore russo. semplicemente «dacia», conferiva un fascino speciale il fatto che nell’antichità sul suo territorio passava l’acquedotto di Nerone. Dopo tanti anni l’acquedotto si è parzialmente interrato e i suoi archi sono diventati delle pittoresche grotte. L’architetto romano Giovanni Azzuri costruì per la Volkonskaya, prorio in mezzo agli archi dell’aquedotto, una piccola casetta, davanti alla quale allestì un bellissimo giardino decorato da «un milione di rose».

Incantato dalle grotte, a visitare la villa della Volkonskaya, dove si ritrovavano i membri della colonia russa a Roma, veniva spesso Nicolaj Vasil’evič Gogol’, che era solito usarla per le sue riflessioni e gli esercizi di pittura. Quì, inoltre, scrisse degli abbozzi per il romanzo «Le Anime Morte». Nelle memorie di P.V. Annenkov 28 28 1812—1887, critico letterario e storico russo. si fa accenno ad un luogo descritto da V.A. Žukovskij, dove Gogol trascorreva “…lunghe ore di muta contemplazione, alla quale si dedicava a Roma. Alla dacia della principessa Z. Volkonskaya, costruita a ridosso del vecchio acquedotto romano che le fungeva da terrazza, se ne stava sdraiato sull’arcata dei ricchi, come chiamava gli antichi romani, e per metà delle giornata guardava il cielo azzurro, e la magnifica e smorta campagna romana» 29 29 P.V. Annenkov. Ricordi letterari. Mosca, 1960. .

Non lontano dai resti dell’acquedotto della Volkonskaya furono costruiti gli ormai scomparsi Sentiero dei Morti e Sentiero della Memoria. Su queste due vie furono installate pietre e stele in memoria dei nomi cari alla padrona della villa: la cerchia più stretta – i genitori, i servitori, gli animali domestici, e, oltre a questi, gli amici – Baratinksij, Žukovskij, Karamzin, Venevitinov, Goethe, Byron, Walter Scott. Inoltre, in questo stesso luogo venne collocato il busto dell’imperatore Alessandro I, al quale faceva da postamento un pezzo di granito proveniente dalla famosa Colonna di Alessandro che si erge nella piazza del Palazzo a San Pietroburgo.

Pochi sanno che il primo monumento dedicato a Puskin fu eretto prorio quì, a Roma. Nel 1837, non appena la notizia della morte del poeta raggiunse la Città Eterna, la Volkonskaya ordinò di installare nella villa una stele in ricordo del grande poeta. Dopo la morte di Alessandro, figlio di Zinaida Volkonskaya, la villa venne ereditata dalla sua figlia adottiva, Nadežda Vassil’evna Il’yina-Volkonskaya (1855—1923), sposata con il marchese Vladimiro Campanari.

Alla fine del XIX secolo la famiglia dei Campanari costruì a sud della dimora di Zinaida Volkonskaya una nuova grande casa, che nel 1922 fu venduta insieme a tutto il terreno al governo tedesco che ne fece la propria ambasciata. L’idillio che regnava nella villa, intriso del profumo dei fiori unito al cinguettio degli uccelli, era così perfetto che durante la sua visita in italia nel maggio di 1938 vi ci si fermò il cancelliere della Germania Adolf Hitler. Invece per il maresciallo del Reich, Hermann Göring, vi fu fatta costruire una piscina.

Nel 1946, nella villa quasi completamente ristrutturata dai tedeschi, si trasferì l’ambasciata britannica, dopo che l’edificio vicino alla Porta Pia fu danneggiato dall’esplosione causata dai sionisti. Attualmente la villa Wolkonsky, che nel 1951 fu aquistata dalla Gran Bretagna, è diventata sede dell’ambasciatore britannico e viene spesso usata per ricevimenti o avvenimenti quali, per esempio, l’annuale festeggiamento del compleanno della regina, festa nazionale britannica. La manifestazione ha luogo nel grande edificio costruito dai Campanari alla fine del XIX secolo. Nella casa di Zinaida Volkonskaya oggi invece soggiornano i funzionari dell’ambasciata britannica.

Nel 2015, nelle serre restaurate del XIX secolo di villa Wolkonsky, è stato aperto un piccolo museo di oggetti antichi, dove sono esposti sarcofaghi di marmo, bassorilievi, statuette, frammenti di vecchie iscrizioni, statue ed elementi di architettura del periodo che va dal I secolo a.C. al III secolo d.C., che una volta facevano parte della famosa collezione della principessa Zinaida Volkonskaya.

Dalla porta di villa Wolkonsky ci spostiamo a piazza San Giovanni in Laterano . Quì c’è sempre molta gente. Ogni tanto sulla piazza vengono allestite delle grandi costruzioni per concerti rock o chiassose manifestazioni. Su tutto questo trambusto rivolgono il proprio silenzioso sguardo dal tetto della basilica il Salvatore e i padri della chiesa, invece dall’altra parte della piazza alza le proprie braccia San Francesco 30 30 Scultura di bronzo del santo Francesco D’Assisi e dei sui 5 discepoli, realizzata da Giuseppe Tonnini nel 1926. come per esortare tutti a non fare rumore: “Silenzio…Silenzio…».

Gli incendi, i terremoti, le rivolte e gli intrighi politici hanno reso irriconoscibile il quadro idilliaco del Laterano…

È sparita anche l’armonia architettonica raggiunta nei secoli.

Cerchiamo almeno in parte di immaginare com’era il Laterano nei primi secoli dell’era Cristiana.

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