Inizialmente i cristiani costruirono sul Laterano uno vicino all’altro la basilica – per le funzioni religiose, il battistero – per la pratica del rito del battesimo e il grande complesso di palazzi – il Patriarchio , nel quale viveva il vescovo 31 31 Vescovo, (dal greco επίσκοπος – sorvegliante) – massima carica religiosa della chiesa. Il vescovo è il successore degli apostoli, avente la facoltà di celebrare tutti e sette i sacramenti della chiesa, e che riceve nell’ordine sacro la benevolenza dell’arcivescovato – amministrazione della chiesa.
, e cioè il Papa.
La basilica e il battistero, anche se negli anni hanno subito diversi cambiamenti, sia interni che esterni, sono rimasti dove sono. Invece il palazzo del Laterano adiacente alla basilica fu costruito negli anni 1585—1589 sulle rovine del Patriarchio.
La parola «Patriarchio» non è apparsa per caso. Il risultato delle prediche degli apostoli fu la comparsa, nelle varie città, di comunità cristiane che più tardi vennero chiamate Chiese. Le prime sono state le cinque antiche Chiese di: Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, Roma e Costantinopoli. Ogni chiesa era gestita dal prorio patriarca 32 32 Patriarca (dal greco Πατριάρχης, dal greco πατήρ – «Padre» – e ἀρχή – «dominio, inizio, potere»). Titolo che storicamente, prima del Grande Scisma del 1054, veniva conferito ai sei vescovi della chiesa cristiana (di Roma, di Antiochia, di Costantinopoli di Alessandria di Gerusalemme e di Bulgaria), che avevano il potere della più alta giurisdizione clerico-statale nelle chiese che amministravano.
, che nella chiesa romana venne chiamato Papa.
I papi vivevano nell’edificio, o meglio, nel vasto complesso di edifici che si chiamava prorio – «Patriarchio». I papi-patriarchi risiederono quì fino all’inizio del XIV secolo, quando accaddero gli avvenimenti passati alla storia con il nome «Cattività Avignonese». Il periodo di splendore di questo complesso architettonico cominciò nel VIII secolo e coincise in linea temporale con la «Donazione di Costantino», sulla quale dobbiamo assolutamente soffermarci.
Il documento che recevette il nome storico di «Donazione di Costantino» (lat.Donatio Constantini), sarebbe stato consegnato da Costantino il Grande a papa Silvestro I. In realtà, moltro probabilmente il documento fu redatto in un’abbazia francese ai tempi del regno di Pipino III il Breve (751—768). Il primo a svelare la falsificazione dopo 700 anni dalla sua comparsa, fu il segretario personale del re di Napoli Lorenzo Valla, che condusse un’analisi storica e filologica del testo. Approposito, Lorenzo Valla era una figura abbastanza vistosa e interessante, e parleremo di lui più dettagliatamente in uno dei prossimi capitoli.
Anche se la Donazione di Costantino è un falso evidente, resta comunque un capolavoro letterario dei falsi. Non solo la trama è ben intrecciata, ma in molti sensi è il motivo principale della grandezza della chiesa cattolica in Europa. Per questo il documento necessita di una descrizione dettagliata.
Secondo la Donzaione di Costantino, l’imperatore, allontanadosi da Roma nella parte orientale dell’Impero Romano, conferiva al Papa il pieno potere su tutta la sua parte occidentale. Il motivo di un dono talmente generoso veniva spiegato così: una volta Costantino contrasse la lebbra, e non riuscendo ed essere curato dai dottori si rivolse ai sacerdoti dei templi pagani. A quel punto, la malattia aveva a tal punto devastato l’imperatore, che egli promise come ricompensa metà dei sui possedimenti a chi fosse riuscito a curarlo. I sacerdoti gli proposero di immergersi in una vasca riempita di sangue caldo di bambini in salute. Senza pensarci a lungo Costantino decise di non seguire la cura consigliata e si preparò ad una morte atroce.
Quella stessa notte l’imperatore vide in sogno due anziani barbuti che lo lodarono per aver così coraggiosamente rifiutato un metodo tanto radicale. Gli anziani dissero a Costantino di cercare in una cavena nei monti non lontano da Roma il vescovo Silvestro, che si nascondeva in quel luogo dalle persecuzioni dei cristiani, e di affidarsi a lui completamente. Dopo che il vescovo avrebbe immerso per tre volte Costantino in una vasca, ma non piena di sangue, ma bensì d’acqua, la tanto attesa guarigione sarebbe arrivata.
Reso felice dalla notizia Costantino partì subito alla ricerca del vescovo Silvestro, e dopo averlo trovato nel luogo indicato dalgi anziani, gli raccontò del suo sogno. Silvestro immediatamente lo battezzò e unse l’imperatore che aveva confessato i suoi peccati, dopodichè la lebbra sparì. La leggenda continua raccontando che come atto di riconoscenza Costantino ordinò di costruire sul colle Laterano un tempio cristiano, per la costruzione del quale egli stesso trasportò sulle proprie spalle 12 ceste di terra – il numero degli apostoli di Cristo. Come ringraziamento invece donò a Papa Silvestro le cose più importanti che spesso vengono menzionate nelle leggende: un cavallo, un castello e metà del regno che era la parte occidentale dell’Impero Romano.
Il passaggio dell’autorità suprema sull’Impero Romano d’occidente da Costantino al capo della chiesa romana menzionato nel documento, voleva dire nient’altro che il dominio totale della chiesa su tutti i territori sopraccitati. I papi romani diventarono incondizionatamente gli eredi dei più grandi proprietari terrieri di quell’epoca – gli imperatori romani, monopolizzando il potere latifondiario come tale. Documenti di questo tipo non hanno prezzo.
Il Laterano divenne il luogo della concentrazione e simbolo di questo nuovo potere. Come per illustrare questo passaggio del testimone, il nuovo centro di amministrazione venne stabilito non lontano dai palazzi imperiali semidistrutti del’adiacente colle Palatino.
Per far sapere a tutti chi era il nuovo padrone di casa, i papi non solo usarono la parola di Dio e le manipolazioni con i documenti storici, ma si avvalsero anche di uno strumento di propaganda potente quali erano l’arte e l’architettura. Già nel VIII secolo nella piazza davanti al palazzo del Patriarchio fu trasferito dal Foro Romano uno dei simboli più importanti della potenza di Roma – la statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio 33 33 Marco Aurelio Antonino o Marco Aurelio – imperatore romano negli anni 160—180.
. Nelle guide di Roma medievali veniva chiamata (o per un errore o alludendo a qualcosa) statua equestre di Costantino – caballus Constantini. Nel X secolo a questo cavaliere di bronzo venne aggiunta la statua della «lupa che allatta il mondo». Sotto questi simboli per centinaia di anni si tennero processi ed esecuzioni, finchè l’epoca del rinascimento non cambiò le regole del gioco. Le figure della «Madre dei romani» nel 1450 e del «Filosofo sul trono» nel 1538 vennero spostate sul colle Capitolino. A riprova della possenza della chiesa c’erano anche gli alloggi del Patriarchio. Sotto il Papa Zaccaria (741—752) comparve una sfarzosa sala per le feste analoga ai triclini 34 34 (lat. triclinium, sala da pranzo con tre giacigli, dal greco τρεῖς, τρία – tre + Κλίνη – letto, giaciglio) – sala per banchetti, mensa.
romani, ornati di mosaici e affreschi. Papa Leone III (795—816) ne aggiunse anche un’altro – il Grande triclinio. Un frammento di esso, che oggi viene chiamato Triclinio Leoniano si trova in piazza San Giovanni in Laterano, ma ne parleremo più tardi in un’altro capitolo. Tutta la facciata del palazzo era occupata da un corridoio riccamente arredato – la Sala del Concilio . Nel medioevo quì venivano adottati i decreti dei cinque Concili Lateranensi, riconosciuti come ecumenici dalla chiesa cattolica, e nei quali, oltretutto, furono condannate le eresie Simoniane 35 35 Compravendita di gradi della gerarchia clericale, sacramenti e relique religiose. Dal nome di Simone, il mago che secondo la leggenda voleva comprare dagli apostoli il dono di compiere miracoli.
e del Catarismo, e dove fu varato il divieto di uso di balestre e archi nelle guerre tra cristiani, e stabilito che i sacredoti e i monaci non avessero potuto avere mogli o concubine.
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