“Caitlyn, si direbbe che tu non sia al meglio della forma, vero? Posso sostituirti, se hai la testa da un'altra parte. Il pubblico non perderà niente per questo scambio, posso assicurartelo, e dobbiamo pensare ai nostri fans innanzitutto.”
Come se io potessi accettare! Piuttosto preferisco passarle davanti, senza neanche degnarla di uno sguardo. Ciò che la mette ancora più in collera di uno scontro verbale, è che la si ignori, ed io l'ho capito molto presto.
“Sei solo una ragazzina. Il primo ruolo mi spetta di diritto e lo avrò.”
Sicuramente, nei suoi sogni! In verità, il posto è mio e non sono affatto disposta a cederlo. E' giunto il momento che se ne faccia una ragione.
Caitlyn
Il giorno della prima è finalmente arrivato. Malgrado l'aumento di lettere molto spiacevoli nei miei confronti, sono riuscita a riprendermi cercando di fare il maggior vuoto possibile nella mia mente e facendo uscire attraverso la danza tutte le emozioni che tenevo nascoste. Ciò non è stato del tutto privo di difficoltà, perché le lettere sono diventate sempre più minacciose, man mano che si avvicina lo spettacolo e l'ultima, con la data di oggi, non è arrivata in teatro come le altre, ma direttamente a casa mia, nel mio santuario, nel mio rifugio, che quindi mi è apparso meno sicuro e confortevole. Di conseguenza, il coreografo ha trovato le mie espressioni un po' troppo aggressive, durante l'ultima prova, e mi ha chiesto di rendere i tratti del mio viso più dolci possibile grazie al trucco per questa sera, ma nell'insieme è soddisfatto della mia performance.
Mia nonna è qui, lo so, sento il suo sguardo su di me. Non ha avuto il tempo di passare a trovarmi nel camerino prima dell'inizio della rappresentazione, ma io so sempre quando lei è qui. Mi sento subito molto calma, ed è ciò di cui ho un gran bisogno. Come tutto il resto, il rumore e la folla sono dei fattori difficili da sopportare. Per fortuna la sala è immersa nell'oscurità e il pubblico è silenzioso, concentrato sulla musica e sui ballerini che si muovono con fluidità sulla scena, raccontando una delle più belle fiabe per bambini. Faccio il mio ingresso con qualche piroetta sulle punte, poi chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla musica. Sento la vibrazione dei suoni, dalla punta delle dita dei piedi fino a quella dei miei capelli, mentre ondeggio al ritmo e occupo tutto lo spazio disponibile sulla scena. Il mio cuore batte al suono delle note dei violini e la mia respirazione accelera man mano che i miei passi si susseguono. Sento tutto fin nel profondo del mio essere: l'esilio di Aurora, il suo isolamento in mezzo alla foresta, la gioia di ritrovare la sua famiglia, il dolore di perderla appena tornata e la speranza di essere finalmente amata. Questo balletto è fatto per me. In qualche modo ripercorre la mia vita, dal momento in cui ho lasciato la Florida fino a quando ho trovato il mio posto sulla scena. Nessun principe azzurro per me, ma comunque un grande amore: quello per la danza. Questa passione che mi riempie il cuore di felicità. Il tempo passa talmente veloce sul palco, ad un ritmo sfrenato del quale non riesco a rendermi conto. Ben presto, troppo presto, il balletto è finito. Il sipario si chiude sotto gli applausi assordanti del pubblico. Tutto quel rumore mi fa piegare le spalle: vorrei poter scappare, correre lontana dalla folla, ma è impossibile. Sono la prima ballerina dello spettacolo ed il pubblico è venuto qui in gran parte per vedermi. Sono riuscita ad ottenere che i saluti non durino un'eternità, ma è il solo compromesso che mi hanno accordato. Quindi, stringo i denti mentre tutta la troupe mi raggiunge sul palco e salutiamo gli spettatori tutti insieme, appena il sipario di velluto rosso si alza di nuovo. Adesso la sala è illuminata, facendomi rendere conto di quanta gente è venuta fin lì, ma preferisco non attardarmi su questa visione che mi getta nel panico. Cerco con lo sguardo mia nonna. E' al suo solito posto, sul palco a sinistra della scena, quindi posso concentrarmi sul suo viso. I suoi tratti non sono cambiati da quando è venuta a trovarmi l'ultima volta, dieci mesi fa, come se il tempo non avesse presa su di lei. I suoi capelli argentati sono raccolti in uno chignon sofisticato ed il suo abbigliamento mette in risalto il suo fisico asciutto. Anche se sono lontana, posso indovinare l'orgoglio nel suo sguardo e il suo sorriso abbozzato. Con la coda dell'occhio, scorgo anche i miei genitori accanto a lei, ma come ogni volta loro non mi guardano e i loro visi non esprimono niente. Né gioia, né dolore. Si direbbe che le mie prestazioni ed il mio successo li lascino indifferenti. Mi chiedo come mai continuino a venire ad assistere alle mie prime, visto che non sembrano mai apprezzare i balletti. Per fortuna, il sipario si abbassa finalmente, così posso cancellare quel sorriso di facciata che mi dà i crampi agli zigomi. Tutta la troupe salta di gioia e tutti si abbracciano, stando attenti ad evitarmi: hanno capito che non mi piacciono le effusioni. Solo alcuni ballerini mi rivolgono l'attenzione e mi fanno un cenno di congratulazioni con la testa.
“Sei patetica. Ti senti talmente superiore a tutti quanti, che non riesci nemmeno a fare festa con noi.”
Si direbbe che Agatha non abbia dato fondo a tutta la sua energia sulla scena: è piena di fiele verso di me. Preferisco ignorarla e le volto la schiena per raggiungere il mio palco privato, ma la mia avversaria ha deciso diversamente. Si pianta davanti a me, bloccandomi il passaggio, ed alza il tono perché tutti volgano lo sguardo nella nostra direzione.
“Stai attenta, non hai niente di cui vantarti. La tua prestazione non era niente di eccezionale, al limite della mediocrità. Forse sei preoccupata per qualcosa? Dovresti rinunciare allo spettacolo, prima di rovinarlo del tutto.
“Lasciala in pace, Agatha. Caitlyn ha danzato molto bene stasera. E' stata favolosa, come ogni volta.”
Alex… Il mio angelo custode, contro tutti gli altri. La nostra storia è stata breve e senza grande interesse, ma lui si è rivelato molto meglio come amico che come amante. E' l'unico che è riuscito ad adattarsi al mio carattere versatile e alle mie evidenti difficoltà di comunicazione. Ha capito molto rapidamente che non volevo essere meschina, ma che quello era il mio modo di essere. Lui è il difensore degli oppressi e delle giuste cause. Credo di rappresentare da sola la maggior parte del suo lavoro di cavaliere servente, anche se non sono la sola a beneficiare del suo sostegno incondizionato. Senza dubbio, io ho un carattere chiuso, ma ad Agatha non piace nessuno e lo fa sentire a qualcuna di noi. Approfitto dell'intervento di Alex per svignarmela furtivamente nel corridoio, mentre Agatha grida la sua rabbia a chi la vuole ascoltare.
Le mie colleghe sono convinte che io non abbia carattere. Se avessero fatto almeno lo sforzo di conoscermi, avrebbero potuto indovinare la rabbia che ribolle nelle mie vene e che trapela dal mio sguardo. Quando ero più giovane, la minima contrarietà mi provocava una violenta crisi di rabbia, durante la quale colpivo e rompevo tutto quello che si trovava a portata di mano. Poi ho cominciato con la danza e le mie crisi sono diventate più rade, fino a scomparire. La danza è stato il mio sfogo e non vorrei mai tornare indietro. Preferisco apparire noiosa e insipida, piuttosto che pazza. Da piccola, il primo medico che i miei genitori hanno consultato li ha accusati di maltrattamenti. Dei quarantadue segni di maltrattamento infantile, ne presentavo più della metà, che andavano dalle ferire fisiche ai disturbi emotivi e comportamentali. Per fortuna, l'assistente sociale che è stata assegnata alla mia famiglia per le indagini era un'esperta di disturbi autistici, quindi mi ha evitato di essere affidata ad un'altra famiglia, cosa che non avrebbe fatto altro che deteriorare il mio stato psicologico. E' lei che mi ha dato l'idea di esprimere le mie emozioni tramite una vita attiva: è stata una benedizione. Sono diventata meno violenta e di conseguenza i lividi e le ferite sul mio corpo si sono ridotti; inoltre, è diventato più facile concentrarmi a scuola, visto che nel tardo pomeriggio potevo sfogarmi. Soltanto le fughe sono continuate, ma non andavo molto lontano: mi rifugiavo dalla nonna, aspettando che la tempesta passasse. Mi è bastato ripensare a lei per vederla apparire nel mio specchio. Lei è l'unica persona che ha il permesso di entrare nel mio camerino.
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