«Mi spiace di essere stata sgarbata,» si scusò Hilary.
«Non si preoccupi,» la rassicurò lui. «Certi atteggiamenti danno fastidio anche a me.»
«Immagino che se dovessimo andare in tribunale, l’avvocato di Frye cercherebbe di far credere alla giuria che ho provocato quel figlio di puttana.»
«Può scommetterci.»
«Gli crederebbero?»
«Spesso lo fanno.»
«Ma non voleva solo violentarmi. Voleva anche uccidermi .»
«Dovrà provarlo.»
«C’è un coltello rotto di sopra…»
«Non può essere collegato a Frye,» le spiegò Tony. «Non ci sono le sue impronte. E si tratta di un normale coltello da cucina. Non possiamo risalire al negozio in cui è stato acquistato e ricollegare tutto a Bruno Frye.»
«Ma sembrava pazzo. È… squilibrato. La giuria probabilmente se ne renderà conto. Diamine, ve ne accorgerete quando lo arresterete. Forse non ci sarà neanche un processo. Si limiteranno a rinchiuderlo.»
«Se è un pazzo, forse sa anche come comportarsi per farsi giudicare normale,» proseguì Tony. «In fin dei conti, fino a questa sera, è sempre stato considerato come un cittadino responsabile e onesto. Quando ha visitato i suoi vigneti vicino a St. Helena, non si è accorta di avere a che fare con un pazzo, vero?»
«No.»
«Non se ne accorgerà neanche la giuria.»
Hilary chiuse gli occhi e si pizzicò il naso. «Allora probabilmente ne uscirà pulito.»
«Mi dispiace doverlo ammettere, ma ci sono buone probabilità che ciò avvenga.»
«E poi tornerà per vendicarsi.»
«Può darsi.»
«Cristo.»
«Voleva sapere come stavano realmente le cose.»
Hilary spalancò gli occhi. «Sì, è vero. E grazie per avermelo detto.» Riuscì persino a sorridere.
Tony ricambiò il sorriso. Avrebbe voluto prenderla fra le braccia, stringerla a sé, consolarla, baciarla, fare l’amore con lei. Ma non poté fare altro che rimanere seduto sul divano, come un bravo rappresentante della legge, con un sorrisetto di circostanza stampato in viso. «A volte il sistema è disgustoso.»
«Quali sono le altre ragioni?»
«Mi scusi?»
«Lei ha affermato che una delle ragioni per cui il tenente Howard non mi crede è perché conosco il mio assalitore. Quali sono gli altri motivi? Che cos’altro gli fa pensare che io stia mentendo?»
Tony stava per risponderle quando Frank Howard entrò nella stanza. «Okay,» esordì Frank in tono brusco. «Lo sceriffo di Napa County cercherà di controllare quando e come questo Frye ha lasciato la città. Abbiamo inoltre messo in circolazione un identikit, basato sulla sua descrizione, Miss Thomas. Sono appena andato in macchina a prendere il modulo per il rapporto.» Le porse il blocco sul quale era appoggiato il foglio e prese una penna dalla tasca interna del soprabito. «Voglio che ripeta ancora una volta a me e al tenente Clemenza ciò che è successo, in modo che io possa annotare ogni dettaglio, usando le sue stesse parole. Dopo di che la lasceremo in pace.»
Hilary li condusse nell’ingresso e cominciò a raccontare la storia dettagliatamente, iniziando con l’improvvisa comparsa di Bruno Frye dall’armadio. Tony e Frank la seguirono verso il divano rovesciato, poi di sopra, in camera da letto, continuando a rivolgerle domande. Durante i trenta minuti necessari per completare il rapporto, la voce di Hilary si fece a tratti flebile e insicura, mentre la donna riviveva quei terribili attimi: ancora una volta Tony provò il desiderio di stringerla fra le braccia per confortarla.
Appena ebbero finito di scrivere il rapporto, arrivarono alcuni giornalisti. Hilary scese per incontrarli.
Contemporaneamente, Frank ricevette una chiamata dalla centrale e rispose dal telefono della camera da letto.
Tony scese per aspettare Frank e per vedere come Hilary Thomas se la sarebbe cavata con i giornalisti.
Si comportò con estrema sicurezza. Affermò di essere molto stanca e di aver bisogno di restare sola. Non li lasciò nemmeno entrare in casa, ma uscì sul portico e i giornalisti si accalcarono davanti a lei. Era arrivata anche un’equipe televisiva, completa di minitelecamera e del classico attore reporter, uno di quegli uomini che ottengono un posto grazie soprattutto ai lineamenti delicati, agli occhi penetranti e alla voce profonda. L’intelligenza e l’abilità giornalistica avevano ben poco a che fare con il successo di un inviato del telegiornale. Anzi, molto spesso tali qualità finivano per risultare addirittura controproducenti. Per ottenere il successo, l’ambizioso reporter televisivo doveva pensare nello stesso modo in cui era strutturato il suo programma: in segmenti di tre, quattro, cinque minuti, senza mai soffermarsi a lungo su un dato argomento e senza mai approfondirlo troppo. Erano presenti anche un reporter e il suo fotografo, sebbene decisamente meno gentili ed eleganti del telecronista. Hilary Thomas si destreggiò facilmente fra le domande, rispondendo solo a quelle che le sembravano opportune ed evitando abilmente quelle che riteneva troppo personali o impertinenti.
Ciò che Tony trovava particolarmente interessante nell’atteggiamento di Hilary era il modo in cui riusciva a tenere i giornalisti fuori di casa e lontani dalla sua vita privata, senza tuttavia offenderli. Non era una cosa facile. Esistevano ottimi giornalisti in grado di scavare sino in fondo per scoprire la verità e scrivere storie avvincenti senza violare i diritti e la dignità della vittima, ma ne esistevano altri che erano esattamente il contrario: uomini sporchi e meschini. Con la nascita di quello che il Washington Post brillantemente definiva come un «giornalismo su misura», la spregevole tendenza a manipolare una storia per sostenere le personali convinzioni politiche e sociali del giornalista e dell’editore, alcuni rappresentanti della stampa, uomini sporchi e meschini, si erano lasciati andare a un’irresponsabilità senza precedenti. Chi criticava le maniere, i metodi o le chiare tendenze di un giornalista, chi osava offenderlo, rischiava di essere dipinto sul giornale come un pazzo, un bugiardo e un criminale; e il giornalista l’avrebbe fatto con un’incredibile noncuranza, poiché considerava se stesso come il paladino della verità e della giustizia in una lotta contro il demonio. Hilary si rendeva chiaramente conto del pericolo e si comportò in modo perfetto. Rispose a quasi tutte le domande, rabbonì i giornalisti, li trattò con rispetto, li colpì con il suo fascino e sorrise persino alla telecamera. Non disse che conosceva il suo assalitore. Non fece il nome di Bruno Frye. Non voleva che i mass media speculassero su un suo precedente legame con l’uomo che l’aveva aggredita.
La sua prontezza di spirito obbligò Tony a rivalutarla. Sapeva già che era una donna intelligente e di talento, ma si rese conto in quel momento che era anche astuta. Era la donna più affascinante che avesse mai incontrato.
Hilary aveva quasi finito con i reporter e si stava abilmente liberando di loro, quando Frank Howard scese le scale e si diresse verso l’entrata, fermandosi accanto a Tony che respirava la fresca brezza notturna. Frank osservò Hilary Thomas che rispondeva alle domande di un giornalista e aggrottò le sopracciglia. «Devo parlarle.»
«Che cosa voleva la centrale?» domandò Tony.
«È il motivo per cui devo parlarle,» rispose Frank in tono duro. Aveva deciso di tenere la bocca chiusa. Non aveva intenzione di rivelare le novità finché non ne fosse stato assolutamente sicuro. Era un’altra delle sue irritanti abitudini.
«Con loro ha quasi finito,» spiegò Tony.
«Ha finito di pavoneggiarsi e di vantarsi.»
«Neanche per idea.»
«Ma certo. Si sta divertendo un mondo.»
«Se l’è cavata molto bene,» commentò Tony, «ma non mi sembra si stia divertendo.»
Читать дальше