Occorsero 200 Ksec di viaggio per arrivare a Comando Territoriale. I Ragni li condussero là a bordo di un furgone pressurizzato largo come una chiatta, sulla strada che percorreva il lungo fondovalle immerso nel buio. Nella mente di Ezr aleggiavano ricordi lontani. Molti degli edifici che vedeva gli erano sconosciuti. Ma io sono stato qui quando nulla era ancora cominciato. Quando non avrebbe mai immaginato ciò che stava per cominciare. Zimmin Broute guardava fuori dai finestrini e leggeva tutte le scritte che vedeva, entusiasta di poter tradurre qualcosa, qualsiasi cosa. Oltrepassarono la biblioteca che lui aveva razziato con Benny Wen. Il Museo della Tenebra. Il gruppo di statue in fondo alla Via del Re, che rappresentava l’Accordo di Gokna da cui era nata l’Alleanza. Zimmin era in grado di raccontargli vita morte e miracoli di ciascuna di quelle figure.
Ma quel giorno lui non era lì per rubare nelle case vuote di inquilini addormentati. Quel giorno c’erano luci accese dappertutto, e quando infine scesero nel sottosuolo gli ambienti erano alieni quanto quei grossi crostacei a dieci zampe. Le scale erano ripide, spesso a pioli, e le stanze avevano porte così basse che Ezr e Zimmin dovevano camminare piegati in avanti. Nonostante le antiche droghe e i millenni di esperienza, la gravità planetaria significava peso da portarsi dietro su muscoli non abituati alla stazione eretta. Furono alloggiati in un appartamento che Zimmin definì principesco secondo gli standard dei Ragni, con pavimenti coperti di muschio e soffitti abbastanza alti da poter stare in piedi. I negoziati cominciarono il giorno dopo.
I Ragni che Ezr aveva imparato a conoscere nelle traduzioni passate erano assenti. Al colloquio partecipavano soprattutto Belga Vilunder e Elno Codaven, due militari dei quali in effetti Ezr aveva già sentito il nome ma che non facevano parte della cerchia di Sherkaner Underhill. Tuttavia i due si consultavano spesso con Victreia Laigtil. E durante i colloqui Belga Vilunder s’interrompeva per telefonare nella loro lingua sibilante a qualche suo consulente.
Dopo due giorni Ezr ebbe la sorpresa di scoprire che una di quei consulenti era Trixia Bonsol. Quella sera, appena rientrato nel suo appartamento, chiamò L1. Ovviamente la linea era sotto il controllo dei Ragni, ma a lui non importava niente. Fece a Pham Nuwen un riassunto dei colloqui del giorno e poi gli chiese spiegazioni. — Lei mi ha detto che Trixia stava per essere de-focalizzata.
La pausa sembrò più lunga dei dieci secondi necessari. D’un tratto Ezr non ne poté più delle scuse e delle chiacchiere. — Mi ascolti bene, dannato impostore! Lei ha preso l’impegno di farla uscire dal Focus. Prima o poi dovrà smettere di usarla, se lo ficchi in testa!
Nuwen rispose in tono conciliante: — Lo so, Ezr. Il problema è che i Ragni insistono perché Trixia sia disponibile. Perciò non dipende da me. Le trattative sarebbero compromesse se lei non partecipasse, e Trixia rifiuta di essere de-focalizzata. Dovremmo costringerla.
— Non m’importa, non m’importa! Lei non è il suo padrone, come Tomas Nau! — Ezr stava cominciando a gridare, inferocito. Al centro della stanza Zimmin Broute era più tranquillo e felice di quanto una testarapida potesse essere. Sedeva sul tappeto di muschio e stava sfogliando un libro illustrato dei Ragni. Stiamo usando anche lui, dannazione, lo sto usando, e dovrò continuare a farlo.
— Ezr, si tratta solo di un breve periodo. Trixia è uno dei pochi interlocutori a cui i Ragni danno credito. Inoltre questo darà più tempo alla Reynolt per studiarla meglio. Tutto ciò che tu discuti laggiù, i Ragni lo stanno ripassando parola per parola insieme alle nostre testerapide, i traduttori. Nau ha fatto troppi danni. Sono sospettosi, e noi vogliamo la loro fiducia. Non abbiamo alcuna possibilità di riavere i superstiti della Mano invisibile senza questa fiducia.
Rita e Jau. Il portagioie di cristallo era ancora lì. Strano, i Ragni non avevano insistito per frugare nelle sue cose. Ezr piegò le spalle. — E va bene. Ma dopo questi colloqui nessuno appartiene più a nessuno. E badi che parlo sul serio, altrimenti… — Chiuse la comunicazione prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito.
Ogni giorno dovevano scendere quella pericolosa scala ripida fino alla stanza dei colloqui. Zimmin aveva detto che era l’ufficio del capo del Servizio di Sicurezza, «una camera ariosa, con ampi separé e comode poltrone». Ezr si sentiva oppresso da quel soffitto basso, e le strane intelaiature dove i Ragni si sedevano potevano essere addirittura pericolose per un essere umano. Lui e Zimmin andavano a sedersi su un mucchio di pellicce di insetto presso il radiatore. Di solito i Ragni presenti non erano meno di cinque, fra cui Codaven e Belga Vilunder (quest’ultima era una femmina, anche se Ezr non aveva ancora capito come distinguere i due sessi).
Ma il negoziato procedeva bene. Coi focalizzati di L1 da usare come riscontro, i Ragni sembravano convinti della verità di ciò che Ezr raccontava e proponeva. Capivano i vantaggi della collaborazione. Avevano chiesto di poter tenere dei rappresentanti su L1, e di avere un graduale accesso alla tecnologia umana. A suo tempo si sarebbe trasferito L1 su un’orbita stazionaria intorno ad Arachna. e le due razze avrebbero avviato la costruzione di un cantiere spaziale.
Sedere a parlare coi Ragni per Ksec ogni giorno era un’esperienza faticosa. La mente umana non era fatta per comunicare con loro sul piano del linguaggio corporale. Sembrava che non avessero occhi, a parte superfici cristalline con cui vedevano cosa strane. Le loro mani nutritive eseguivano continui movimenti a cui Ezr non riusciva a dare un significato. E quando muovevano le braccia principali era con una rapidità scattante, minacciosa e aggressiva. Lui era stato immunizzato un po’ contro tutto, ma nell’aria c’era un odore greve prodotto da certe loro glandole. E in quanto ai servizi igienici, Ezr aveva preso nota di portarsene dietro uno smontabile, la prossima volta, oltre al cibo e all’acqua. Nel frattempo ringraziava il cielo di essere in buona forma fisica, o nei cessi indigeni avrebbe rischiato di procurarsi una frattura.
Zimmin era l’unico traduttore al lavoro per entrambe le parti, ma quelli di L1 erano sempre disponibili in linea, e talvolta Trixia interveniva per chiarire dei concetti particolarmente complicati. Dal punto di vista intellettuale Ezr non aveva difficoltà a stimare i suoi interlocutori, la fredda ed efficiente poliziotta Vilunder e il giovane generale Codaven con la sua lista di argomenti per i quali voleva risposte precise.
La notte Ezr sognava Trixia, ma sogni dolorosi, nei quali la donna restava per sempre focalizzata, irraggiungibile, perduta, come era stata in quei lunghi anni di sofferenza. A volte gli accadeva di sognare Qiwi, seria e pensosa. Qiwi, non più la Marmocchia di un tempo ma ormai più adulta e più saggia di lui.
Uno alla volta, gli argomenti furono discussi e chiariti. Erano passati dalle precauzioni militari alle condizioni commerciali in meno di un milione di secondi. Da L1 la voce di Pham Nuwen era compiaciuta dei progressi. — Questi Ragni contrattano come Mercanti, anche i loro militari.
— Stiamo facendo troppe concessioni, Pham. Da quando in qua i Clienti hanno una presenza attiva fuori dal loro mondo, come quella che noi gli abbiamo garantita?
— Anche questo ci porterà un vantaggio, ragazzo. Non puoi impedire ai clienti di mettersi in affari per conto loro, ma un vero Qeng Ho sa quali accordi stringere anche in questo caso.
— Un’altra cosa — disse Nuwen. — I prigionieri di guerra, l’unico argomento rimasto da discutere. Non sarà il più facile. Lo concluda, e subito dopo potremo fare a meno di Trixia Bonsol. Anche il gruppo della Laigtil conosce la sua situazione ed è d’accordo.
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