— Il mangia-foglie aveva ragione — ruggì Speaker. — È solo bufera.
— Che ridere! È stato l’unico a non lasciarsi cogliere dal panico. Immagino che i burattinai non siano superstiziosi — gridò Louis.
— Vedo qualcosa davanti a noi! — gridò Teela.
Un buco nel tunnel. Louis fece una smorfia, e tenne le mani appoggiate ai comandi. Su quel buco poteva turbinare un risucchio infernale.
Si sentiva meno diffidente, meno teso di quanto non fosse al momento di entrare nell’Occhio. Che cosa diavolo poteva capitare se persino quel fifone di un burattinaio lo aveva rassicurato?
Si avvicinarono. Sorvolarono l’apertura circolare, in un vortice di lampi, nel risucchio pauroso che tentava di scagliare lontano i volocicli come pagliuzze insignificanti. La bufera mugghiava negli orecchi dei quattro esploratori, benché i campi sonici ne attenuassero l’impeto.
Le pareti dell’imbuto si illuminavano ai raggi catodici provocati dalle correnti differenziali in un vacuum quasi assoluto. Le nubi ruotavano. Ammassi giganteschi di polvere si contorcevano. I volocicli scomparivano nell’immensità, poi ricomparivano, abbaglianti nella luce, oppure opachi nel buio, verso la stretta apertura che si apriva sul fondo, a miglia e miglia di distanza… Il veicolo di Teela venne ghermito da una folata.
Louis osservò la ragazza. Teela stava per svenire. Le usciva il sangue dal naso. E chiamava, a bocca spalancata, senza voce. Louis si morse il labbro a sangue. Guardò in fondo all’imbuto, una specie di gorgo di uno scarico nauseabondo. Il volociclo di Teela precipitò nel vuoto, in un turbinio di spruzzi. Una scia di vapori, poi più nulla.
Qualche minuto dopo, Louis si risvegliò dall’intontimento. Premette il pulsante di chiamate per Nessus: — Cosa possiamo fare?
Sullo schermo, Teela stava a faccia in giù, con i capelli spioventi. Era svenuta. Il suo veicolo sfuggiva ai controlli.
— Dobbiamo aspettare che si riprenda — rispose il burattinaio. — Poi le dirò che cosa deve fare per tornare alla propulsione normale.
— Ma intanto, non possiamo aiutarla?
— Stai tranquillo. Il volociclo eviterà gli ostacoli. E non precipiterà. Il pericolo maggiore è la mancanza di ossigeno al cervello. Ma credo che non succederà.
— Accidenti, Nessus. L’anossia è pericolosissima…
— Sì. Ma Teela è fortunata.
Strano: il burattinaio si nascondeva a palla solo quando il pericolo era relativo. Nei momenti drammatici, sapeva mantenersi più calmo degli altri.
Quando uscirono dall’Occhio, era notte fonda. Non c’erano stelle. La luce azzurra dall’Arco brillava debolmente attraverso uno squarcio nelle nubi.
— Ci ho ripensato — disse Speaker. — Se vuoi, puoi ritornare, Nessus.
— D’accordo — rispose il burattinaio.
— Ci serve anche il tuo spirito di osservazione. Stai certo, però, che non dimenticherò il crimine che la tua specie ha commesso contro la mia.
— Non voglio alterare la tua memoria.
Louis non si curò troppo di quel trionfo della praticità sull’onore, dell’intelligenza sulla xenofobia. Frugò con gli occhi l’ammasso di nubi sull’orizzonte-infinito nella speranza di trovare la scia del volociclo di Teela. Ma era scomparso.
Teela era ancora incosciente. La sua immagine nell’interfono si agitava senza posa e Louis la chiamò. Non ebbe risposta.
— Sì, ci siamo sbagliati sul suo conto — ripeté Nessus. — Però non riesco a capire come mai siamo precipitati, se la sua fortuna è così potente.
— Se non è ultrafortunata, come mai ha messo in funzione il propulsore di emergenza? No, hai avuto ragione sin dal principio: Teela ha una fortuna psichica.
— E allora, perché la Liar è precipitata? Rispondimi!
— Piantala — disse Speaker.
Sporadico o no, lo strano potere di Teela la rendeva un po’ diversa dagli umani. Certo, era una donna. Ma con un talento e una forza diversi, con lati oscuri… Era una donna che Louis aveva amato.
— Anche lei mi amava — disse Louis pensoso. — Curioso. Non sono il suo tipo. Ma se non mi amava, allora…
— Cosa? Stai parlando con me? — domandò Nessus.
— Sto parlando da solo… — Era l’amore il motivo per cui Teela si era unita allo strano equipaggio? Allora il mistero era risolto. La fortuna l’aveva fatta innamorare dell’uomo sbagliato, coinvolgendola a una spedizione scomoda e pericolosa, nella quale aveva sfiorato più volte la morte. Ma no, non c’era senso.
L’immagine di Teela cominciò a mostrare segni di miglioramento. Gli occhi e il viso, tutto a un tratto, si riempirono di terrore. Guardavano in basso, e il delizioso ovale di Teela era diventato brutto nella deformazione della pazzia.
— Calma — disse Louis. — Rilassati, ora stai bene.
— Ma… — la voce di Teela era stridula.
— Ne siamo fuori, ormai.
Lei si girò. Per un lungo istante, Louis vide solo i suoi capelli neri e morbidi. Quando si voltò aveva ripreso il controllo di se stessa.
— Nessus — fece Louis, — diglielo.
— Hai corso alla velocità Mach quattro per più di mezz’ora. Per riportare il volociclo alla velocità normale, inserisci il dito indice nella scanalatura contrassegnata con un bordo verde…
Teela era in grado di eseguire gli ordini.
— Ora devi ricongiungerti a noi. Secondo il mio segnalatore la tua rotta ha seguito una curva. Non hai l’indicatore, quindi di guiderò personalmente. Comincia a virare a Anti-spinward.
— Da che parte?
— Gira a sinistra finché non ti trovi in direzione di una delle basi dell’Arco.
— Non riesco a vederlo, l’Arco. Devo abbassarmi sotto le nuvole. — Ora appariva tranquilla.
Louis si guardò alle spalle. Il paesaggio era scuro. L’occhio dell’uragano, ormai lontano, splendeva azzurro nella luce dell’Arco. Li osservava con concentrazione assoluta, senza rammarico.
— Non sei arrabbiato con me?
— Arrabbiato? — Ci rimuginò su un momento. Certo era stata una bella stupida a lanciarsi in picchiata. Ma in fondo la situazione non era delle più comuni. Cercò di ricordare la rabbia che aveva provato, senza riuscirvi. — No, non ce l’ho con te. Che cosa hai visto laggiù?
— Potevo crepare — disse Teela con durezza. — Non scuotere la testa, Louis Wu. Potevo morire! Non te ne importa proprio niente?
— E a te?
Lei ritrasse il viso come se l’avesse schiaffeggiata. Louis vide lo scatto della sua mano, ed era già sparita.
Riapparve sullo schermo un attimo dopo. — C’era un buco — urlò furiosa, — e il fondo era pieno di nebbia. Ti va bene?
— Era grande?
— Cosa ne so, io? — e sparì di nuovo.
Aveva ragione. Non poteva vederne le dimensioni, con quella guizzante luce al neon.
Mette in pericolo la sua vita , pensò Louis, poi se la prende con me perché non mi arrabbio. Che sia stato un espediente per attirare la mia attenzione? Da quando lo sta facendo?
Un granello argenteo si affiancò ai volocicli.
— Bentornato — fece Louis.
— Grazie — rispose Nessus. Per raggiungerli così alla svelta doveva aver usato il propulsore di emergenza.
Due testine triangolari e trasparenti squadrarono Louis dal cruscotto. — Adesso mi sento al sicuro. Mi sentirò anche meglio quando Teela ci raggiungerà, tra una mezz’oretta.
— Perché?
— La sua fortuna ci protegge.
— La tua arroganza mi urta i nervi — disse Louis. — Produrre un umano fortunato è di una superbia diabolica. Hai mai sentito parlare del Diavolo?
— Sì, ho letto qualcosa sui libri.
— Che snob. Oltre che arrogante sei pure stupido. Tu credi bellamente che tutto quello che va bene a Teela vada bene anche per noi. Si può sapere perché?
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