— Nella struttura minerale? Le rocce e le catene montuose, cioè?
— E per certi dati, l’oceano e l’atmosfera: tutto è Gaia.
— Ma i sistemi inanimati cosa possono contenere?
— Parecchio. L’intensità è bassa ma il volume è così grande che la maggior parte della memoria globale di Gaia è appunto nelle rocce. Occorre più tempo per recuperare e depositare i ricordi nelle rocce, dunque quello è il posto preferito per immagazzinare dati morti, per così dire… dati che, in circostanze normali, non si usano spesso.
— Cosa succede quando muore qualcuno che racchiuda nel cervello dati di considerevole valore?
— I dati non vanno perduti. Si disperdono lentamente mentre il cervello si disgrega dopo la morte, ma c’è tempo a sufficienza per distribuire i ricordi in altre parti di Gaia. Ed intanto i nuovi cervelli dei bambini nati si sviluppano, ed oltre a formare ricordi e pensieri personali ricevono da altre fonti le conoscenze adeguate. Quella che tu definiresti educazione, è un processo interamente automatico per me/noi/Gaia.
Pelorat commentò: — Francamente, Golan, mi sembra che questa concezione di un mondo vivente presenti diversi aspetti positivi.
Trevize lanciò una breve occhiata in tralice al suo compagno fondazionista. — Indubbiamente, Janov, ma la mia impressione rimane sfavorevole. Il pianeta, per quanto grande e vario, rappresenta un unico cervello. Uno solo! Ogni nuovo cervello che nasca si fonde con la totalità. Non c’è la possibilità di opporsi, di discordare! Quando pensiamo alla storia umana, pensiamo al singolo individuo che, nonostante la sua visione minoritaria condannata dalla società, alla fine vince e cambia il mondo. Che spazio c’è su Gaia per i grandi ribelli della storia?
— La conflittualità interna esiste — disse Bliss. — Non è detto che ogni aspetto di Gaia condivida il punto di vista comune.
— Dev’essere una conflittualità limitata — replicò Trevize. — Non si può avere un fermento eccessivo in un singolo organismo, altrimenti il suo funzionamento ne risentirebbe. Il progresso e lo sviluppo verranno sicuramente rallentati, anche se forse non si arresteranno del tutto. Possiamo correre il rischio di imporre una situazione del genere all’intera Galassia? A tutta l’umanità?
Senza mostrarsi particolarmente scossa, Bliss chiese: — Stai mettendo in discussione la tua decisione? Stai cambiando idea? Stai affermando che Gaia rappresenti un futuro indesiderabile per l’umanità?
Trevize serrò le labbra ed esitò. Poi, lentamente, rispose: — Mi piacerebbe farlo, ma… per ora non posso. Ho preso la mia decisione basandomi su qualcosa… su una base inconscia… e finché non avrò scoperto cosa sia, non posso decidere se cambiare idea o meno. Torniamo dunque all’argomento Terra.
— Dove sei convinto di scoprire la natura della base su cui poggi la tua decisione. Vero, Trevize?
— Sì, ho questa sensazione… Bene, Dom dice che Gaia non conosca la posizione della Terra. E tu concordi con lui, credo.
— Certo che concordo con lui: sono Gaia quanto lui, io.
— E mi nascondi delle informazioni? Consapevolmente, voglio dire?
— Certo che no. Anche se fosse possibile mentire, Gaia non mentirebbe mai a te. Ricorda che dipendiamo dalle tue conclusioni, vogliamo che siano precise, e per essere precise devono basarsi sulla realtà.
— In tal caso — disse Trevize — usiamo la tua memoria planetaria. Risali indietro nel tempo e dimmi fino a che punto riesci a ricordare.
Ci fu una lieve esitazione. Bliss guardò Trevize inespressiva, quasi attraversasse un attimo di trance. Poi rispose: — Quindicimila anni.
— Perché hai esitato?
— Ho impiegato un po’ di tempo. I ricordi più vecchi sono racchiusi per lo più nella base delle montagne, e non è possibile riesumarli immediatamente.
— Quindicimila anni fa, dunque? È in quel periodo che Gaia è stata colonizzata?
— No, per quel che ne sappiamo la colonizzazione è avvenuta tremila anni prima di quel periodo… circa.
— Perché sei incerta? Non ricordi? Non ricorda, Gaia?
Bliss disse: — Parliamo di un’epoca precedente allo sviluppo di una memoria globale su Gaia.
— Eppure, prima di poter contare sulla vostra memoria collettiva, Gaia avrà avuto senza dubbio dei documenti, Bliss. Documenti, nel senso tradizionale del termine… documenti registrati, scritti, filmati, e così via.
— Immagino di sì, ma non credo si siano conservati in tutto questo tempo.
— E se fossero stati duplicati o, meglio ancora, trasferiti nella memoria globale dopo lo sviluppo di quest’ultima?
Bliss corrugò la fronte. Ci fu un’altra esitazione, questa volta più lunga. — Non trovo alcuna traccia di questi documenti primitivi di cui mi parli.
— Perché?
— Non saprei, Trevize. Presumo che si siano rivelati di scarsa importanza. Probabilmente, quando si è capito che quei documenti non-mnemonici stessero deteriorandosi, si è stabilito che erano ormai arcaici e inutili.
— Ma non lo sai. Presumi, immagini, però non lo sai. Gaia non lo sa.
Bliss abbassò gli occhi. — Dev’essere così.
— Dev’essere? Io non sono una parte di Gaia, e quindi non sono tenuto a presumere quello che presuma Gaia… il che ti esemplifica l’importanza dell’isolamento. Io, come Isolato, presumo qualcos’altro.
— Cioè?
— Innanzitutto, di una cosa sono certo. Una civiltà attiva difficilmente distrugge i propri documenti più antichi. Lungi dal giudicarli arcaici ed inutili, se mai li tratterà con rispetto esagerato e farà il possibile per conservarli. Se i documenti preglobali di Gaia sono stati distrutti, Bliss, difficilmente si è trattato di una distruzione volontaria.
— Come spiegheresti questo fatto, allora?
— Nella Biblioteca di Trantor, tutti i riferimenti riguardanti la Terra sono stati sottratti da qualcuno o da qualche forza estranea alla Seconda Fondazione di Trantor. Non è possibile che anche su Gaia tutti i dati riguardanti la Terra siano stati sottratti da qualcosa estranea a Gaia?
— Come sai che quei documenti antichi riguardassero la Terra ?
— Stando a quanto hai detto, Gaia è stata fondata almeno diciottomila anni fa. Questo ci riporta al periodo prima della costituzione dell’Impero Galattico, al periodo in cui la Galassia era in fase di colonizzazione, e la fonte primaria di coloni era la Terra. Pelorat può confermartelo.
Pelorat, chiamato di colpo in causa, parve per un po’ sorpreso e si schiarì la voce. — Così affermano le leggende, mia cara. Io prendo quelle leggende seriamente e penso, come Golan, che il genere umano in origine fosse confinato su un unico pianeta, e che tale pianeta fosse la Terra: i primi coloni provenivano dalla Terra.
Trevize disse: — Se Gaia è stata fondata agli inizi dell’era iperspaziale, è molto probabile che sia stata colonizzata dai Terrestri, o forse dai nativi di un mondo non molto vecchio colonizzato poco prima dai Terrestri. Per questo motivo i documenti riguardanti la colonizzazione di Gaia e i suoi primi millenni dovevano avere qualche legame con la Terra ed i Terrestri. E questi documenti sono scomparsi. Pare che qualcosa stia intervenendo perché la Terra non venga citata in alcun documento della Galassia. E se questo è vero, un motivo deve esistere senz’altro.
Bliss ribatté indignata: — Congetture, Trevize. Non hai prove.
— Ma è Gaia ad insistere che il mio talento particolare consista appunto nel pervenire a conclusioni corrette partendo da prove insufficienti. Dunque, se giungo ad una conclusione e ne sono convinto, non dirmi che mi manchino le prove.
Bliss rimase in silenzio.
Trevize continuò: — Motivo di più per trovare la Terra, mi pare. Intendo partire non appena la “Far Star” sarà pronta: volete ancora venire, voi due?
Читать дальше