• Пожаловаться

Tanith Lee: Non mordere il sole

Здесь есть возможность читать онлайн «Tanith Lee: Non mordere il sole» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию). В некоторых случаях присутствует краткое содержание. Город: Bologna, год выпуска: 1978, категория: Фэнтези / на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале. Библиотека «Либ Кат» — LibCat.ru создана для любителей полистать хорошую книжку и предлагает широкий выбор жанров:

любовные романы фантастика и фэнтези приключения детективы и триллеры эротика документальные научные юмористические анекдоты о бизнесе проза детские сказки о религиии новинки православные старинные про компьютеры программирование на английском домоводство поэзия

Выбрав категорию по душе Вы сможете найти действительно стоящие книги и насладиться погружением в мир воображения, прочувствовать переживания героев или узнать для себя что-то новое, совершить внутреннее открытие. Подробная информация для ознакомления по текущему запросу представлена ниже:

Tanith Lee Non mordere il sole
  • Название:
    Non mordere il sole
  • Автор:
  • Издательство:
    Libra
  • Жанр:
  • Год:
    1978
  • Город:
    Bologna
  • Язык:
    Итальянский
  • Рейтинг книги:
    3 / 5
  • Избранное:
    Добавить книгу в избранное
  • Ваша оценка:
    • 60
    • 1
    • 2
    • 3
    • 4
    • 5

Non mordere il sole: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Non mordere il sole»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Esiste una città dove l’utopia si è realizzata. Può essere un paradiso, per una vita lunghissima, un paradiso nel quale ognuno è curato e accudito da robot perfetti, dove ogni giovane è jang, e può fare tutto quello che vuole… suicidarsi per un numero infinito di volte, cambiare il proprio corpo, cambiare sesso, giocare con la vita e avere tutto a disposizione. Ma c’è una persona, in questa città, che non riesce a trovare la felicità in questo genere di vita. Prevalentemente donna, giovane e irresistibile, vive la propria esistenza tra mille inquietudini, insieme ai suoi compagni e alle sue compagne. Nella città, però, manca qualcosa… qualcosa che Si può trovare forse nel mondo esterno, quella distesa temuta di vulcani che viene attraversata soltanto a bordo di veicoli corazzati, o che può esistere nella possibilità di avere un figlio, anche se ognuno deve decidere se di quel figlio sarà madre o padre… Un libro straordinario, che nessun altro autore avrebbe mai saputo concepire, e che è stato accolto dalla critica e dal pubblico americani come la rivelazione di uno straordinario talento, quello di Tanith Lee, una scrittrice capace di spaziare dall’epica classica alla geniale inventiva sociologica con una facilità e un talento che lasciano sbalorditi.

Tanith Lee: другие книги автора


Кто написал Non mordere il sole? Узнайте фамилию, как зовут автора книги и список всех его произведений по сериям.

Non mordere il sole — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Non mordere il sole», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Fecero il controllo. Nel trasferimento avevo perduto un piccolo neo piazzato artisticamente, e loro brontolarono. Per il resto, il mio corpo andava benissimo. Ma ne ero stufa.

«Vorrei far domanda per un corpo nuovo,» dissi.

Silenzio scandalizzato.

«Quanto tempo ci vuole?»

«La tua richiesta è stata registrata,» mi disse il quasi-robot. «Normalmente dovresti aspettare trenta unit. Tuttavia, nella tua scheda risulta che hai cambiato quattordici corpi durante l’ultimo vrek. Perciò dovrai attendere sessanta unit.»

«Posso inoltrare appello?»

«Oh, sì.»

«Servirà a qualcosa?»

«Assolutamente a nulla.»

Uscii.

Il pomeriggio diventava ad ogni secondo sempre più noiosamente incantevole.

5.

Andai giù alla Via dell’Acqua Peridoto e chiamai la mia sfera. L’acqua saliva controcorrente, ed era di un uniforme verde perlaceo. Intorno a me torreggiavano altissimi gli edifici. La mia ape mi cadde sulla testa, ma ero troppo depressa per agitarmi. Poi il bestiolino bianco che avevo rubato mi finì tra le braccia e mi graffiò a dovere. Ci prendemmo reciprocamente a sberle, e poi la bestiola schizzò giù sulla strada fluttuante, dove un magnetizzatore l’afferrò e la mandò a sbattere contro l’artistica statua ottodimensionale di non so chi.

Arrivò la sfera e io salii. Trascinai a bordo la bestiola insieme a me: non so bene perché, immagino perché l’avevo ruata. Attribuisco sempre importanza alle cose che rubo, tranne quando il mio piacere di prenderle viene rovinato, come alla Torre di Giada. L’animaletto sedette e mi mostrò i denti, socchiudendo gli occhioni. Mi massaggiai la mano con un unguento e il graffio si rimarginò. La bestiola sembrava delusa. Regolai la sfera perché mi portasse a casa, ma in realtà non ci volevo andare. Mi annegherò ancora, pensai, e che i loro sessanta unit vadano al farathoom.

Allungai la mano verso i comandi, ma poi pensai alla bestiola. Probabilmente sarebbe diventata zaradann per il panico. Non avrebbe capito, quando l’acqua avrebbe riempito il vano a ossigeno. Non avrebbe sopportato la sonnolenza asmatica della morte, e io non avrei potuto spiegargli niente.

Oh, beh, avrei sempre potuto annegarmi l’indomani.

Casa. Casa è dove leghi la tua sfera, come si dice. Fu lì che legai la mia. Salimmo la rampa mobile, io, la mia ape e il bestiolino, e passammo sotto la grande lampada ornamentale d’oro del portico, che si apre e si chiude come uno di quei fiori antichi. Casa. È tutta di vetro, delicatamente opaca nei punti strategici e screziata d’arcobaleni. Echeggia del tuono di instancabili voci meccaniche, che chiedono cosa possono portarci da mangiare e da bere, o come possono farci ridere. La musica che si può udire (ma è musica, quella), infuriava per le sale di vetro, tutta ticchettii e rulli e tonfi e tintinnii. Diedi un segnale ai miei fattori e andai con il pavimento volante dov’erano loro. Gli Anziani non cambiano quasi mai i loro corpi, e i miei fattori erano tali e quali com’erano da innumerevoli vrek. Erano tutti e due maschi: ormai erano prevalentemente maschi da molto tempo, molto soolka con le barbe scure e i sandali ornati di nappe, e facevano un’orgia non Jang, semplicemente groshing , con una quantità di donne anziane dagli abiti opachi, terribilmente sessuali.

«Chi sei?» mi chiesero gentilmente.

Glielo dissi.

«Oh.» Puntarono su di me alcuni specchi memorizzatori, per archiviare la mia immagine.

«Non disturbatevi,» dissi. «Cambierò ancora tra sessanta unit, più o meno.»

Il pavimento volante mi portò via, e loro ritornarono alla loro orgia senza voltarsi a gettarmi un’occhiata: neppure ai miei capelli. Ricordavo che uno dei due, quello che tanti vrek prima era stato il mio fattore femmina, odiava lo scarlatto. Oh, bene, adesso forse era più tollerante, da quando era quasi sempre maschio. Non riuscivo a ricordare quand’era stato femmina per l’ultima volta. Probabilmente non lo era più stato dal mio periodo d’ipnoscuola, quando loro due avevano deciso di metter su casa e di includere anche me. Di solito la gente non si prende il disturbo di vivere insieme, ma i miei fattori sono sempre stati eccentrici.

Lassù, fra le torrette di vetro che ruotavano lentamente, dovetti attivare lo scarico a vuoto per vomitare. Me l’aspettavo, da quando ero stata nel Trasferitore. Poi mi venne subito fame. Tra una cosa e l’altra, avevo saltato dieci orari dei pasti.

Frutta di forme artistiche, turbini di neve tostata e bevande con ghiaccio argenteo arrivarono precipitosamente in mio soccorso, prima ancora che aprissi bocca. I miei fattori avevano aggiunto unità telepatiche, durante la mia assenza: avrei dovuto essere prudente. Andai nella sala delle pellicce, mentre il pranzo mi seguiva su eleganti vassoi di cristallo, cantando orribili canzoncine per decantare la propria bontà, nel caso che dimenticassi la presenza di quella roba schifosa. Mi sistemai su caldi vortici d’oro fumoso, e mangiai tutto quanto, distrattamente.

Accesi la quadrovisione del soffitto e mi distesi a guardare i più assurdi riti d’amore che avessi mai visto. Ognuno aveva sei corpi, e si intrecciavano e si allacciavano, a colori splendidi, tra l’aroma pesante dell’incenso e il sibilo lento dei cembali. Spensi la quadrovisione è feci aprire il soffitto in un cubo esadimensionale, ma per la contemplazione bisogna essere nello stato d’animo adatto. Talvolta ci riesci davvero, e ti senti risucchiare via, ma quando sei giù di corda è solo un gran pasticcio.

Lasciai la sala delle pellicce e andai in piscina. Mi iniettai ossigeno e nuotai a lungo tra la giungla ondeggiante di alghe esotiche sul fondo. Ero una principessa perduta di un’antica stirpe, e cercavo un mostro nelle profondità di turchese di un mare proibito.

Crash! aveva chiamato quel thalldrap di Kley. L’immagine tridimensionale di Kley e di una festa Jang molto tosky cui prendeva parte dilagò sopra la piscina.

«Collegati, ooma ,» chiamò Kley.

«Sono stanca,» dissi. «Va’ via. Va’ via.»

Ma non vollero andarsene. Erano in estasi, ma avevano preso anche pillole energetiche che nello stesso tempo li tenevano su. Oh, era orribile.

Uscii dal mare proibito della mia piscina, ormai rovinato, e l’immagine danzante mi seguì attraverso i nostri lindi giardini, sbattendo contro le sculture astratte, e non so che altro, e impigliandosi nelle colonne pentadimensionali. Trovai l’interruttore d’esclusione, e la festa sparì, esplose dalla sua inesistenza ritornando alla sua esistenza reale, chissà dove.

Vidi la bestiola che saltava in giardino, una macchia bianca tra l’erba di seta d’alluminio.

Avevo bisogno di dormire.

Sognai tutta la notte, sogni non programmati in cui un essere scuro e nebuloso mi inseguiva tra fuochi ed acque e finalmente mi mordeva, mentre in alto le perfette stelle ornamentali, sotto il tetto d’onde invisibili di Quattro BEE, brillavano e scintillavano.

Ricordo quella volta, al Campo dei Giochi del Prisma, quando feci analizzare i miei sogni e Hergal ed io ci perdemmo. Non che avessi capito una sola parola di quello che aveva detto il robot mentre guardavo nei suoi grandi occhi elettrici. Ero troppo occupata ad imprecare contro Hergal per concentrarmi veramente, credo.

Nel sonno, udii uno scroscio spaventoso. Mi svegliai. Tutta la città era illuminata da un bagliore. Di nouvo Hergal. Non eravamo molto lontani dallo Zeefahr, e sentivo quasi sempre il rumore. Resi trasparente una parete e guardai le lingue di fiamma che salivano dal cielo.

Che peste priva d’immaginazione era quel Hergal.

Ma il lampo era più chiaro, adesso, e non era Hergal.

Questa volta era Thinta.

Читать дальше
Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Non mordere il sole»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Non mordere il sole» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё не прочитанные произведения.


Neil Gaiman: Nessun dove
Nessun dove
Neil Gaiman
libcat.ru: книга без обложки
libcat.ru: книга без обложки
Robert Silverberg
Robert Silverberg: Monade 116
Monade 116
Robert Silverberg
Robert Heinlein: Il pianeta del miraggio
Il pianeta del miraggio
Robert Heinlein
Отзывы о книге «Non mordere il sole»

Обсуждение, отзывы о книге «Non mordere il sole» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.