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George Martin: Il trono di spade

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George Martin Il trono di spade
  • Название:
    Il trono di spade
  • Автор:
  • Издательство:
    Mondadori
  • Жанр:
  • Год:
    1999
  • Город:
    Milano
  • Язык:
    Итальянский
  • ISBN:
    88-04-46924-2
  • Рейтинг книги:
    4.5 / 5
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Il trono di spade: краткое содержание, описание и аннотация

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In una terra fuori dal mondo, dove le estati e gli inverni possono durare intere generazioni, sta per esplodere un immane conflitto. Sul Trono di Spade, nel Sud caldo e opulento, siede Robert Baratheon. L’ha conquistato dopo una guerra sanguinosa, togliendolo all’ultimo, folle re della dinastia Targaryen, i signori dei draghi. Ma il suo potere è ora minacciato: all’estremo Nord la Barriera — una muraglia eretta per difendere il regno da animali primordiali e, soprattutto, dagli Estranei — sembra vacillare. Si dice che gli Estranei siano scomparsi da secoli. Ma se è vero, chi sono quegli esseri con gli occhi così innaturalmente azzurri e gelidi, nascosti tra le ombre delle foreste, che rubano la vita o il sonno a chi ha la mala di incontrarli?

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«Andiamo, Catelyn.» Il sorriso di Ned era pieno di calore. «Non dirmi che anche tu, come Bran, ti sei messa a dare retta alle storie della vecchia Nan. Gli Estranei sono morti. Finiti quanto sono finiti i Figli della foresta. Sono morti da ottomila anni. Secondo maestro Luwin non sono nemmeno esistiti. Nessuno li ha mai visti.»

«Davvero? Fino a questa mattina, nessuno aveva mai visto neppure un meta-lupo» gli ricordò Catelyn.

«Lo sapevo.» Il sorriso di Ned non si scompose. «Mai mettersi a discutere con un Tully.» Fece scivolare Ghiaccio nel fodero. «So che non sei venuta qui per raccontarmi le favole della buonanotte. So quanto poco ti trovi a tuo agio tra questi vecchi alberi. Che cosa ti turba, mia signora?»

«C’è una triste notizia.» Catelyn gli prese la mano. «Non volevo darti altri pensieri finché non ti fossi liberato di quelli che già hai… Mi dispiace, amore.» Non c’era alcun modo per rendere il colpo meno duro. Catelyn glielo disse senza giri di parole: «Jon Arryn è morto».

I loro sguardi s’incontrarono. Catelyn sapeva quanto duramente lui sarebbe stato colpito, e vide quanto duramente lui venne colpito. Da ragazzo, Eddard Stark era cresciuto al Nido dell’Aquila, l’altro grande regno del Sud. Lord Arryn, che non aveva figli, era diventato come un secondo padre sia per lui sia per Robert Baratheon. Quando Aerys II Targaryen, il re Folle, aveva voluto le loro teste, piuttosto che abbandonare coloro che aveva giurato di proteggere, il lord del Nido dell’Aquila aveva scelto di issare i vessilli di rivolta.

Poi, quindici anni prima, il secondo padre di Eddard Stark era diventato per lui un nuovo fratello. Il giorno del loro matrimonio, i due erano stati fianco a fianco nel sacrario di Delta delle Acque, per sposare due sorelle, le figlie di lord Hoster Tully.

«Jon…» Una parte di Ned non voleva crederci. «Ma questa notizia… è certa?»

«C’era il sigillo del re, e la lettera era vergata nella calligrafia di Robert. L’ho conservata perché anche tu possa leggerla. Dice che lord Arryn se n’è andato in fretta. Neppure il gran maestro Pycelle è stato in grado di fare niente. Gli ha dato una tazza di latte di papavero in modo da lenire le sue sofferenze.»

«C’è qualche conforto in questo, credo.» I lineamenti di Eddard erano scavati dal dolore, ma il suo primo pensiero fu per Catelyn. «Tua sorella. E il figlio di Jon. Come stanno?»

«Il messaggio dice soltanto che stanno bene e che sono ritornati al Nido dell’Aquila» rispose Catelyn. «Avrei preferito che fossero andati a Delta delle Acque. Il Nido dell’Aquila è remoto e solitario. È sempre stato il posto di Jon, mai quello di lei, e il ricordo del marito rimarrà in ciascuna di quelle pietre. So com’è fatta mia sorella, so quanto sia importante per lei il conforto della sua famiglia e dei suoi amici.»

«Ma tuo zio non si trova anche lui nella valle di Arryn? Jon l’aveva nominato cavaliere della Porta insanguinata, se non vado errato.»

«Brynden farà quello che può per lei e per il bambino» disse Catelyn. «Il che significa molto, ma non tutto…»

«Va’ da lei» la incitò Ned con urgenza. «Porta i nostri figli con te. Fa’ che i corridoi di quel castello sulla montagna si riempiano di suoni e di risate. Quel ragazzo ha bisogno di avere intorno altri ragazzi, e Lysa non dovrebbe affrontare questa perdita da sola.»

«Vorrei che fosse possibile.» Catelyn scosse il capo. «C’è dell’altro nella lettera, Ned.»

«Che altro?»

«Il re sta venendo a Grande Inverno per vedere te.»

Passò del tempo prima che Eddard Stark comprendesse appieno il senso di quelle parole. Nei suoi occhi, l’ombra che li aveva oscurati si fece meno cupa. «Robert sta venendo qui?»

Catelyn annuì. Un sorriso riuscì finalmente a illuminare l’espressione di Ned. Lei avrebbe voluto condividere la sua gioia, ma non riusciva a dimenticare quanto aveva udito nel cortile del castello. Una meta-lupa trovata morta nella neve, con un frammento di rostro di unicorno conficcato in gola. Sentì la paura aggrovigliarsi dentro di lei come un serpente. Ma pur di fronte a tutto questo, riuscì comunque a sorridere all’uomo che amava, un uomo che rifiutava di credere ai presagi. «Ero sicura che ti avrebbe fatto piacere» gli disse. «Lo facciamo sapere anche a tuo fratello, sulla Barriera?»

«Certamente» approvò Ned. «Benjen vorrà esserci. Dirò a maestro Luwin di inviare il suo miglior corvo messaggero.» Eddard si alzò, aiutandola ad alzarsi con lui. «Maledizione, quanti anni saranno passati? E questo è tutto il preavviso che ci manda? In quanti sono? La lettera lo dice?»

«Credo almeno un centinaio di cavalieri, più i loro scudieri, più una cinquantina di armati. Vengono anche Cersei e i ragazzi.»

«Questo costringerà Robert a viaggiare più lentamente. Meglio per noi: avremo più tempo per prepararci.»

«Vengono anche i fratelli della regina» aggiunse Catelyn.

L’espressione di Ned si contrasse. L’idea non gli piaceva affatto. Tra lui e la famiglia della regina non correva esattamente buon sangue, e Catelyn lo sapeva. I Lannister di Castel Granito avevano aspettato fino all’ultimo momento prima di allearsi alla causa del re, in modo da essere assolutamente certi sul vincitore. Eddard Stark non li aveva mai perdonati per questo.

«E va bene» concluse. «Se il pedaggio per avere Robert con noi è un’infestazione di Lannister, lo pagheremo. Sembra che si stia portando dietro mezza corte.»

«Dove va il re, va la corte.»

«Non sarà male vedere i suoi ragazzi. L’ultima volta che l’ho visto, il più piccolo stava ancora succhiando latte. Quanti anni avrà adesso, cinque?»

«Il principe Tommen ha sette anni» disse Catelyn. «La stessa età di Bran. Ned, ti prego, sta’ attento a quello che dirai. Che ci piaccia o no, la signora di Lannister rimane la nostra regina. E si dice che, ogni anno che passa, lo faccia pesare sempre più.»

«Daremo una festa.» Ned strinse la mano di lei nella propria. «Certo che daremo una festa! Con musica e canzoni. E Robert vorrà andare a caccia. Manderò Jory a sud lungo la strada del Re, per incontrarlo e scortarlo fin qui. Per gli dei, come faremo a sfamare tutta quella gente? E tu mi dici che è già in movimento. Maledizione a lui e alla sua pellaccia di re!»

DAENERYS

«Questa è bellezza allo stato puro.» Suo fratello sollevò la stoffa in modo che lei potesse esaminarla. «Avanti, toccala. Senti com’è stata tessuta.»

Dany la toccò. Era talmente liscia da dare l’impressione di scorrere tra le sue dita come acqua. Non le riuscì di ricordare di aver mai indossato qualcosa di altrettanto delicato. «Ma è mia?» Allontanò la mano, intimorita. «È davvero mia?»

«Un dono di magistro Illyrio» le rispose suo fratello con un sorriso.

Viserys era un giovane scarno, le mani in costante movimento, lo sguardo perennemente febbrile negli occhi viola pallido. Quella sera era di ottimo umore.

«È un colore che farà risaltare il viola dei tuoi occhi» riprese. «E poi ci sarà l’oro, perché indosserai molti gioielli, di tutti i tipi. Qualcos’altro che Illyrio ha promesso. Dovrai apparire come una principessa.»

Una principessa. Dany aveva dimenticato cosa significasse. Forse non l’aveva mai realmente saputo.

«Perché ci fa tutti questi regali?» chiese. «Cosa sta cercando di ottenere da noi?»

Erano vissuti nella casa del magistro per una buona metà dell’anno, mangiando il suo cibo, riveriti dai servitori. Dany aveva tredici anni, un’età sufficiente per capire che lì, nella città libera di Pentos, c’era quasi sempre un prezzo da pagare per regali così impegnativi.

«Illyrio è tutt’altro che uno sciocco» rispose Viserys. «Sa che non dimenticherò chi mi è stato amico, una volta che avrò riavuto il mio trono.»

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