— Allora uccidi questa donna.
Palicrovol non esitò più. — Prendi la piccola Regina dunque, Sleeve, e sii gentile con lei.
— Sarò gentile con lei quanto tu mi permetterai di esserlo con una il cui solo desiderio è morire — disse Sleeve. — Per il mio sangue, vorrei che tu fossi veramente stato misericordioso.
Sleeve la coprì con le pieghe del suo nuovo mantello, così che nessuno potesse più vedere il corpo nudo della piccola Regina. Piccola Regina pensò Asineth. Ricorderò il nome con cui mi hai chiamata , si disse. Un giorno saprai chi è grande e chi è piccolo. Sei il più forte di tutti gli uomini, così forte che puoi essere misericordioso verso di me, una debole donna? Questa è la rovina della tua forza: non sono una debole donna. Non sono una piccola Regina. E la tua misericordia sarà la tua rovina. Ti pentirai di avermi lasciato viva, e un giorno ricorderai di avermi posseduta, e vorrai possedermi ancora.
Quale fu la terza lezione che Asineth imparò? Me l’ha detto lei stessa, molte volte, quando abitava nel tuo palazzo e tu vagavi senza speranza nelle foreste di Burland.
Asineth imparò che la giustizia può essere crudele, e la necessità ancora più crudele, ma che la misericordia era la cosa più crudele di tutte. Questo le sarebbe stato utile. L’avrebbe ricordato. È per questo che ha lasciato vivere te per tre secoli, quando aveva il potere di ucciderti tutte le volte che avesse voluto. Come dicono gli Uomini di Dio, nessun atto di misericordia è senza ricompensa. Ah, Palicrovol, quando imparerai che la misericordia è buona quanto la persona a cui essa viene fatta? Hai risparmiato Asineth, che avrebbe dovuto morire; ora non risparmierai Orem Fianchi-Magri, chiamato Banningside, il cui buon cuore dovrebbe nascere centomila volte sulla terra. Sei come Asineth? Imparerai tutte le tue lezioni al contrario?
In cui si narra di come Bella venne nel mondo, lottando per trovare la sua vera immagine fra molte facce.
La sacerdotessa di Brack
Il mago pescatore arrivò con una piccola barca e senza salutare nessuno costruì la sua capanna in un punto non frequentato all’estremità inferiore della baia. Gli altri pescatori di Brack lo guardarono bene. La sua imbarcazione era troppo lenta per essere quella di un pirata, e buon per lui, perché un pirata avrebbe fatto la fame con quello che poteva rubare da loro. La barca era armata per un solo uomo, e dall’aspetto non lo si sarebbe detto un marinaio. Perciò non fu la gelosia che li indusse ad avere paura di lui. Fu il modo in cui si copriva con qualsiasi tempo, come se avesse paura del sole; erano i capelli assolutamente bianchi, il bagliore rosa dei suoi occhi come in quelli di una locusta demente; furono i suoi modi furtivi. Sapeva più di loro, sapeva più del vento che scherzava col mare, sapeva più del polipo che respirava l’aria e si stendeva sull’acqua, sapeva più della sacerdotessa delle Dolci Sorelle che badava alle sue pietre infuocate sulla punta della baia.
— Cos’è? — chiesero i pescatori alle loro mogli. — Chi è? — chiesero le mogli alla sacerdotessa. Lei toccò l’ossidiana infuocata; la pelle delle sue dita sfrigolò, e lei scrutò nel proprio dolore e disse: — Lui domina col potere del sangue. Lui trova riparo dalle tempeste in pieno oceano. Lui trova i bassifondi che non provocano creste sul mare. Lui può attingere acqua salata e tirarla su dolce. E i pesci lo seguono sognando, sognando.
Un mago dunque, ma di cui non avere paura. Perciò presero a guardarlo con rispetto, e dopo poche settimane appresero che lui voleva essere benevolo. Perché se lo seguivano in mare, prima dell’alba, lui navigava per un’ora circa in quella sua maniera goffa, poi si fermava e gettava la rete. Se i pescatori gettavano le loro reti in quel momento, non prendevano niente. Ma se attendevano fino a quando la sua rete non fosse stata piena, se stavano solo a guardare mentre lui la tirava faticosamente a bordo e poi tornava a casa, allora potevano gettare le loro reti in mare e fare una buona pesca. Tutti i giorni in cui lo seguivano le barche tornavano piene di pesce, talvolta fino al bordo, e non c’era mai un giorno in cui il pesce sfuggisse del tutto.
Perciò l’arrivo del mago dagli occhi rosa portò bene a Brack. Non che giungessero mai a essergli amici. Non è bene mescolarsi con quelli che traggono il loro potere dal sangue delle creature viventi. E poi, anche se avevano perso ogni paura del pescatore mago, c’era sua figlia.
Pareva, all’inizio, che si rendesse appena conto di essere una donna. Non lo lasciava mai un momento, e quando lui tirava a bordo la pesante rete, lei era al suo fianco e tirava anche lei, e tirava bene. Quando i pescatori credevano ancora che fosse un ragazzo, lo lodavano fra di loro per il suo duro lavoro, se non per la sua abilità. Ma appresero ben presto che era una donna. Se il mago si vestiva troppo, sotto il caldo sole del mare meridionale, sua figlia si vestiva troppo poco, con calzoni da lavoro come un uomo, e senza camicia quando il sole era alto, finché il petto e la schiena furono entrambi neri. All’inizio pareva che non le importasse nulla delle loro occhiate; col passare del tempo, tuttavia, cominciarono a pensare che si comportasse da sgualdrina, togliendosi deliberatamente gli abiti in maniera che potessero vederla. Videro i suoi seni farsi più pieni e più pesanti, mentre lavorava; videro la sua pancia gonfiarsi. Doveva aver raggiunto la pubertà da un anno a malapena, e già era incinta.
Ma di chi? Quando alla fine la figlia del pescatore partorì non fu difficile indovinare. Il mago pescatore era arrivato alla fine dell’autunno, solo qualche settimana dopo l’incoronazione del Re, e il bambino nasceva adesso, ad autunno già iniziato. Dieci mesi. Il bambino doveva essere stato concepito dopo che la piccola barca era entrata nella baia di Brack, e il padre del bambino poteva essere solo il nonno del bambino stesso. Era una cosa terribile, ma le vie di coloro che traggono il loro potere dal sangue non devono essere indagate.
La sacerdotessa delle Dolci Sorelle, tuttavia, non era dello stesso parere. Anche lei sapeva contare i mesi, ma quando lasciò cadere lacrime, sangue e gocce di acqua marina sulla pomice calda, esse si trasformarono in tante palline e saltellarono per un momento, poi scivolarono sulla pietra ruvida come una flotta di navi in una baia, portando il messaggio delle Dolci Sorelle a quella sentinella sul mare. Non era un figlio incestuoso quello che sarebbe nato, ma una figlia il cui sangue sarebbe stato pieno di un terribile potere: una figlia di dieci mesi governata fin dalla nascita dalla luna.
Che devo fare? chiese la sacerdotessa, terrorizzata.
Ma alla fine l’acqua evaporò, lasciando pallide tracce di sale sulla pietra. Non era suo compito fare qualcosa, solo osservare, solo conoscere.
Alcune delle mogli videro la paura nei suoi occhi mentre la sacerdotessa guardava attraverso la baia verso la capanna del mago pescatore, dove la bambina già si rotolava sulla sabbia.
— Dobbiamo mandarli via? — chiese una.
— I maghi vengono e vanno come piace a loro — disse la sacerdotessa. — Le Dolci Sorelle non scacciano, danno solo vita a ciò che trovano nel mondo.
— Dobbiamo andarcene noi, allora? — chiese un’altra.
— I vostri uomini tornano con le barche vuote o piene? — chiese a sua volta la sacerdotessa. — Il mago vi fa del bene o del male?
— Allora perché — chiese una terza donna — tu ne hai paura?
E la sacerdotessa accarezzò il cristallo di quarzo che portava alla gola e disse di non saperlo.
Alla fine la sacerdotessa non poté resistere oltre. Salì sulla sua piccola zattera e la spinse con la pertica attraverso le acque tranquille della baia fino alla capanna del mago. La figlia del pescatore stava giocando con la sua bambina nel freddo pomeriggio dell’inizio di primavera. Guardò con curiosità la sacerdotessa che veniva verso di lei sulla sabbia coperta di alghe. Anche la bambina alzò gli occhi. La sacerdotessa evitò di fissarli: una nata di dieci mesi non deve essere guardata negli occhi da un estraneo, e guardò invece la madre. Era più giovane di quanto avesse pensato la sacerdotessa, vedendola da lontano. Avrebbe potuto essere la sorella della piccola. I suoi occhi erano brucianti e fieri, freddi e curiosi, e per la prima volta venne in mente alla sacerdotessa che la madre poteva essere più pericolosa della figlia.
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