Robert Jordan - La corona di spade

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Forse, se avesse avuto vent’anni di meno, Niall avrebbe giocato di più al vero gioco di quella donna. Aveva alle spalle molti anni da vedovo, ed essendo il lord capitano comandante dei Figli della Luce non aveva molto tempo da trascorrere con le donne, non aveva tempo per essere altro che il lord capitano Comandante. Se lui avesse avuto vent’anni di meno — be’, venticinque — e se lei non fosse stata addestrata dalle streghe di Tar Valon... Era facile dimenticarlo in sua presenza. La Torre Bianca era un baratro di ingiustizie e il regno dell’Ombra, e Morgase ne era di certo stata toccata profondamente. Rhadam Asunawa, il sommo Inquisitore, l’avrebbe processata per quei mesi trascorsi alla Torre Bianca e l’avrebbe impiccata senza indugi, se Niall glielo avesse premesso. Sospirò con rammarico.

Morgase aveva ancora in volto il suo sorriso vittorioso, ma i grandi occhi studiavano il volto di Niall con un’intelligenza che la donna non poteva nascondere. Lui riempì di vino le coppe usando la caraffa d’argento riposta in un secchio d’acqua fredda che fino a poco prima era ancora ghiaccio.

«Mio lord Niall...» L’esitazione fu prolungata al punto giusto, la mano sottile protesa verso di lui, il rispetto mostrato nel titolo che gli concedeva. Prima lo chiamava semplicemente Niall, con più disprezzo di quanto ne avrebbe riservato a uno stalliere ubriaco. Quell’esitazione sarebbe stata perfetta, se lui non si fosse fatto un’idea precisa della donna. «Mio lord Niall, di certo potrai ordinare a Galad di recarsi ad Amador affinché io possa vederlo. Solo per un giorno.»

«Temo» le rispose lui in tono suadente «che i doveri di Galad lo trattengano a nord. Dovresti esserne fiera: è uno dei nostri migliori giovani ufficiali.» Il figliastro della regina era un argomento da usare per far leva su di lei in caso di bisogno, ancor più adesso che era lontano. Quel giovane era davvero un buon ufficiale, forse il migliore che i Figli avessero avuto durante il comando di Niall, e non era necessario mettere alla prova la sua fedeltà lasciandogli sapere che sua madre era lì, ‘ospite’ solo per cortesia.

La delusione della donna fu tradita solamente da una leggera tensione delle labbra, che si dissipò in un istante. Non era la prima volta che faceva questa richiesta e non sarebbe stata l’ultima. Morgase Trakand non si arrendeva solo perché era stata chiaramente battuta. «Come dici tu, mio lord Niall» rispose, con tale remissività che a lui andò quasi di traverso il vino. La sottomissione era una nuova tattica, che doveva costarle molta fatica. «È solo il desiderio di una madre...»

«Mio lord capitano Comandante?» La voce profonda e sonora veniva dal vano della porta. «Temo di avere notizie urgenti che non possono aspettare, mio signore.» Abdel Omerna era alto e indossava il tabarro bianco e oro da lord capitano dei Figli della Luce, il volto duro incorniciato da ali di bianco sulle tempie grigie, gli occhi scuri profondi e pensierosi. Un’immagine di coraggio e autorità. Era anche un idiota, sebbene questa sua caratteristica non fosse altrettanto evidente.

Morgase si ritrasse alla vista di Omerna, un movimento rapido e lieve che pochi avrebbero notato. Come chiunque altro, credeva che quell’uomo fosse il capo delle spie dei Figli, un individuo da temere quasi quanto Asunawa, forse anche di più. Nemmeno Omerna stesso sapeva di essere solo uno specchietto per le allodole, un modo per tenere l’attenzione lontana dal vero capo delle spie, un uomo noto solo a Niall in persona. Sebban Balwer, il suo piccolo e magro segretario. Tuttavia, che fosse o meno un fantoccio, di tanto in tanto Omerna gli forniva informazioni utili. E, in rare occasioni, gli sottoponeva anche questioni davvero urgenti. Niall non aveva dubbi su cosa avesse spinto l’uomo a fargli visita. Solo Rand al’Thor davanti ai cancelli poteva spingerlo a una tale invadenza. Voglia la Luce che si tratti solo delle chiacchiere di un venditore di tappeti impazzito, pensò Niall.

«Temo che le nostre partite per oggi siano finite» disse a Morgase mente si alzava. Le fece un piccolo inchino mentre anche lei si metteva in piedi, e la donna ricambiò chinando il capo.

«Forse possiamo vederci di nuovo stasera.» La voce di Morgase aveva ancora quel tono quasi docile. «Se vorrai cenare con me.»

Naturalmente Niall accettò. Non sapeva dove Morgase volesse arrivare con questa nuova tattica — di certo non dove uno sciocco avrebbe supposto — ma scoprirlo sarebbe stato divertente. Quella donna era piena di sorprese. Era un vero peccato che fosse stata contaminata dalle streghe.

Omerna avanzò fino al grande sole d’oro incastonato nel pavimento, consumato nel corso dei secoli da piedi e ginocchia. Per il resto, la stanza era semplice, se si escludevano le bandiere degli sconfitti allineate lungo le pareti in alto, vicino al soffitto, vecchie e logore. Omerna guardò Morgase che gli passava davanti senza neanche dar segno di vederlo e, quando la porta si chiuse alle spalle della donna, disse: «Non ho ancora trovato né Elayne né Gawyn, mio signore.»

«Sono queste le tue notizie urgenti?» chiese Niall irritato. Balwer aveva riferito che la figlia di Morgase si trovava a Ebou Dar, ancora invischiata fino al collo con le streghe; a Jaichim Carridin erano già stati inviati ordini riguardo alla ragazza. Anche l’altro figlio della regina lavorava ancora con le streghe, a Tar Valon, dove persino Balwer aveva pochi informatori. Niall bevve un lungo sorso di vino fresco. Da qualche tempo, si sentiva le ossa vecchie, fragili e fredde, eppure quel clima torrido generato dall’Ombra lo faceva sudare e gli seccava la bocca.

Omerna sobbalzò. «Ah... no, mio signore.» Rovistò in una tasca della giubba bianca e ne estrasse un piccolo cilindro d’osso con tre strisce rosse che ne percorrevano la lunghezza. «Volevi che questo ti venisse portato non appena il piccione lo avesse consegnato e...» Si interruppe quando Niall glielo strappò di mano.

Era ciò che aspettava, il motivo per cui la legione non era già in viaggio per Andor con Morgase in testa, se non alla guida. Se non si trattava solo della follia di Varadin, delle farneticazioni di un uomo distrutto dal crollo di Tarabon nell’anarchia, Andor avrebbe dovuto aspettare. Andor, e forse anche altro.

«Ho avuto conferma che la Torre Bianca è davvero spezzata» proseguì Omerna. «La... L’Ajah Nera ha preso Tar Valon.» Non c’era da meravigliarsi se sembrava nervoso, visto che stava pronunciando un’eresia. Non esisteva l’Ajah Nera; tutte le streghe erano Amiche delle Tenebre.

Niall lo ignorò e ruppe il sigillo di cera con l’unghia del pollice. Aveva usato Balwer per far circolare queste voci, e adesso ritornavano a lui. Omerna credeva in ogni pettegolezzo che sentiva, e li sentiva tutti.

«E alcuni rapporti dicono anche che le streghe stanno facendo trattative con il Falso Drago al’Thor, mio signore.»

Ma era ovvio che si accordassero con lui! Era una loro creatura, la loro marionetta. Niall ignorò le chiacchiere di quell’idiota e tornò verso la scacchiera mentre estraeva un sottile rotolo di carta dal cilindro. Non lasciava mai che gli altri conoscessero il contenuto di quei messaggi, ed erano comunque pochi anche quelli al corrente della loro mera esistenza. Srotolò il foglio con mani tremanti. Non gli succedeva da quando era stato un. ragazzino alla sua prima battaglia, più di settant’anni addietro. Ora quelle mani parevano poco più che un ammasso di nervi e ossa, ma erano ancora abbastanza forti per ciò che doveva fare.

La calligrafia non era quella di Varadin ma di Faisar, inviato a Tarabon per un motivo diverso. Leggendo, Niall sentì un nodo allo stomaco. Il messaggio era chiaro, non cifrato come quelli di Varadin. I rapporti di quest’ultimo erano il lavoro di un uomo sull’orlo della follia se non già pazzo, eppure Faisar ne confermava le ipotesi peggiori e andava anche oltre. Assai oltre. Al’Thor era una bestia furiosa, un distruttore che andava fermato, ma ora era apparso uri secondo animale, uno che forse poteva essere anche più pericoloso delle streghe di Tar Valon con il loro falso Drago addomesticato. Ma come avrebbe fatto lui, per la Luce, a combatterli entrambi?

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