Mª del Mar Agulló
Futuro Pericoloso
FUTURO PERICOLOSO
Mª del Mar Agulló
Titolo originale: Peligroso futuro
© Mª del Mar Agulló, 2019
Traduttore: Aliki Zanessis
Illustrazione di copertina: mores345
Disegno di copertina: © Mª del Mar Agulló
Prima edizione
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1. L’ordine partendo dal caos
In un laboratorio lavorava Carolina, una ragazza venticinquenne di Maiorca, che stava anche preparando una tesi di biologia. Studiava virus che colpivano gli umani in maniera mortale. Cercava possibili antigeni e poi, quando pensava che fossero pronti, li provava con “le provette umane”.
Le provette umane erano persone che di professione permettevano l’utilizzo del loro corpo per esperimenti clinici. Prima veniva iniettato loro il virus e poi l’antigene. Venivano sottoposti a molteplici prove prima, durante e dopo il processo. Chiunque poteva essere una provetta umana (ProHu), l’unica condizione era essere maggiorenne e non avere nessuna malattia mentale che danneggiasse la capacità decisionale. I laboratori li pagavano abbastanza bene. Anche se all’inizio la società era contraria, col tempo diventarono popolari. In quel periodo esistevano liste d’attesa.
Le provette umane esistevano per legge da duecento anni, da quando il governo della Finlandia legalizzò questi esperimenti con umani. Poi si aggiunsero altri paesi, finché la maggior parte si unì a questa decisione. Prima di essere permessa per legge, questa pratica era illegale e punita con il carcere per i lavoratori dei laboratori.
Molte persone morivano negli esperimenti. Alcune perché gli antigeni non funzionavano, altre a causa di infezioni. In caso di morte, la famiglia riceveva una quantità consistente di denaro per vari anni a secondo del contratto firmato. C’erano persone che non morivano, ma finivano per avere delle complicazioni, come paralisi facciale, perdita della vista, improvviso aumento di peso. Molte di queste complicazioni erano curabili, altre no. C’erano anche persone che presentavano mutazioni nel loro aspetto fisico: ad alcune venivano fuori macchie su tutto il corpo, altre presentavano cambiamenti del colore dei capelli, del colore degli occhi, dell’altezza, eccetera.
A quel tempo i virus letali si erano moltiplicati in modo esponenziale, cosa che rendeva indispensabile il lavoro di Carolina e dei suoi compagni.
***
Keysi era la tipica ragazza britannica dagli occhi blu e dai capelli biondi. Viveva in Spagna da tre anni, da quando aveva conosciuto a Londra il suo fidanzato attuale, un giovane studente spagnolo in Erasmus della sua stessa età. Keysi aveva lavorato nei laboratori di Inghilterra, Germania e adesso Spagna. I suoi genitori erano tedeschi e i suoi nonni inglesi, quindi non aveva problemi con le lingue.
Keysi era collega di laboratorio di Carolina da due anni. Erano coetanee e tra di loro si comportavano cordialmente. A Keysi piaceva lavorare in silenzio senza che nessuno la disturbasse, al massimo tollerava la musica classica. Invece Carolina parlava senza sosta, cosa che all’inizio infastidiva la ragazza britannica. Dopo i primi giorni in cui lavoravano insieme, Keysi disse a Carolina che non poteva concentrarsi se non la smetteva di raccontarle la sua vita. Da quel giorno si limitavano a scambiarsi i saluti giornalieri.
Il lavoro di Keysi nel laboratorio era lo stesso di quello della sua collega: cercare antigeni. A differenza di Carolina, lei sentiva il bisogno di trovare più di un antigene, non sopportava l’idea che ci fosse gente che sarebbe potuta morire per un suo errore. Durante le prove aveva già perso due provette umane; Carolina ne aveva perse tre.
– Buongiorno, signorine – disse un uomo di quasi due metri e dai capelli fitti, entrando dalla porta della Sala 4, la stanza dove lavoravano sempre le due virologhe.
– Buongiorno, signor Norberto – rispose Keysi.
– Vi porto cinque nuovi virus, abbiatene molta cura mentre li elaborate, è stato molto difficile trovarli per gli addetti alla raccolta dei virus. Il primo – Norberto sollevò un flaconcino che conteneva una sostanza verdognola – è un virus che abbiamo raccolto in India. Si calcola che lì abbia colpito trecentomila persone, delle quali sessantamila sono morte. Ha un livello due di priorità e nelle prossime settimane potrebbe passare al livello uno, se si estende ad altri paesi. Domande? – Norberto guardò Keysi e Carolina, che si guardarono —. Quest’altro – Norberto sollevò un flacone di forma sferica che conteneva una sostanza simile a sabbia rossa – è un virus che abbiamo trovato sul confine tra la Cina e la Mongolia. Lì l’hanno soprannominato “la sabbia volante” per le tempeste subite negli ultimi mesi, durante le quali questo virus – Norberto indicò la sfera – volava a causa del vento. Non si sa il numero di persone colpite, ha un livello cinque di priorità ed è molto pericoloso al contatto con l’acqua. Quest’altro – Norberto prese un flacone che conteneva una sostanza simile alla plastilina di colore blu marino – è un gran mistero. L’ha trovato la signorina González – la signorina González era la figlia di Norberto e la migliore del reparto della raccolta dei virus – sulle coste australiane mentre era in vacanza. Ha cominciato a uccidere molti animali marini che comparivano sulla costa. Successivamente il virus ha colpito le persone.
– Com’è passato dagli animali alle persone? – chiese Keysi.
– Per contatto diretto. La prima persona colpita, il paziente zero, è stata una delle persone che hanno trasportato i corpi senza vita degli animali.
– Come sappiamo che è stato quello il paziente zero? Le altre persone che hanno ritirato gli animali dalla spiaggia non sono state contagiate? – chiese Carolina.
– No, non sono state contagiate. Tutte le altre persone sono state analizzate e tutte erano e continuano a essere sane. Le persone successivamente colpite dal virus sono state due donne che si sono prese cura del nostro paziente zero in ospedale.
– Cos’è successo con il paziente zero?
– È morto dopo tre giorni dall’infezione, come anche le due donne e altre venti persone.
– Quando è successo tutto questo? Perché non si è detto niente alla televisione? – chiese Carolina.
– Carolina, scopriamo nuovi virus letali ogni giorno. Non possono dare notizie su tutti, il caos regnerebbe in ogni luogo dove comparisse un nuovo virus. Immagina cosa succederebbe in Australia se dicessero che c’è un virus che può farti fuori in tre giorni e che non è curabile.
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