Infilai ciò che rimaneva del mio sandwich nel sacchetto di carta e afferrai il mio thermos di latte.
“Oh no. Sta per piangere ".
Mi fischiarono contro e mi gridarono altre stupide cattiverie mentre mi allontanavo dalla sala mensa.
Ma non riuscii a scappare abbastanza in fretta, e ormai non avevo più fame.
È l'ultima volta che ci andrò a mangiare. Davvero potei non pranzare in mensa? Probabilmente, se decido di mangiare fuori, mi dovrò portare il pranzo. E’ un’idea. Domani andrò fuori all'ora di spacco per vedere se qualcun altro si porta il pranzo da casa.
* * * * *
"Mamma, non voglio andare a scuola."
Era la mattina dopo il mio primo giorno di liceo.
"Perché?" Stava preparando il mio panino per il pranzo.
"Tutti mi odiano."
"Non ci credo che ti odiano."
"Mi hanno preso in giro per tutto il giorno, anche a pranzo."
"Hai detto loro di lasciarti in pace?"
Scossi la testa e feci un boccone di Post Toasties e latte, poi aggiunsi un altro cucchiaino di zucchero.
"Quando dicono qualcosa di cattivo su di te, ribatti."
"Ma non riesco mai a pensare a niente fino a quando è tutto finito. Dopo che hanno riso di me e se ne sono andati, allora mi viene in mente cosa avrei potuto dire. "
"Beh, devi pensare più velocemente."
Sì, buona idea, mamma. Ma a quanto pareil mio cervello è troppo lento.
“Che ne dici se gli do solo un pugno in faccia? A parte le ragazze chiaramente. "
"Anche le ragazze sono cattive con te?"
"Sì."
Non sarò mai in grado di rispondere per le rime a una ragazza. O di prendere a pugni uno di loro, anche se vorrei riuscire farlo piuttosto che farmi insultare.
"Dov’è che ti prendono in giro?"
"Nel corridoio e all'ora di pranzo in sala mensa."
“Ok, allora quando una lezione finisce, rimani in classe fino a un minuto prima della lezione successiva, quindi affrettati a quella successiva prima che quelli abbiano il tempo di dirti qualcosa. E trovati un posto tranquillo dove pranzare. Non andare più in sala mensa. "
"Buona idea, mamma."
Presi il sacchetto del pranzo e corsi a prendere lo scuolabus.
* * * * *
All'ora di pranzo, presi il mio panino dall'armadietto e mi precipitai fuori, dove vagai fino a quando non arrivai al campo di calcio. Salii i gradini e mi sedetti in mezzo alle gradinate vuote.
Mentre prendevo il panino con l'uovo dalla carta oleata, notai che c’era qualcuno dall'altra parte del campo, proprio in mezzo all'altra serie di gradinate. Dalle sue dimensioni, capii che era Patsy. Mi venne l’idea di andarle a chiedere se potevamo fare colazione insieme, ma qualcuno si era appena seduto accanto a lei. Era una ragazza con dei tutori ortopedici su entrambe le gambe.
Vidi che parlavano mentre facevano colazione, quindi decisi di non intromettermi. Tanto, non avrei neanche saputo cosa dire.
Dopo avere ingollato il mio pranzo, mi recai nella mia classe di scienze con mezz'ora di anticipo e mi sedetti nell’aula vuota, dove tutto era silenzio. Venticinque minuti dopo, quando i ragazzi iniziarono ad entrare, stavo fingendo di leggere il mio libro di testo.
"Wow! – esclamò uno dei ragazzi – sa perfino leggere!"
"Naa, ha un fumetto nascosto nel suo libro di scienze."
Risero.
Dovrei ribattere qualcosa? Tipo "Sì, ho Superman qui." No, è una cazzata. "Magari “Ne vuoi uno anche tu?" No, questo richiede una risposta, e quello potrebbe battermi con un a battuta spiritosa e allora dovrei ribattere di nuovo. Mio Dio, perché stare con gli altri è così difficile! Me ne starò zitto finché non si stancheranno di darmi fastidio. Quanto ci vorrà? Probabilmente l'intero semestre. Merda, tre mesi di prese in giro, umiliazioni e offese. Non ce la farò mai. Come fa Patsy a resistere?
Vado lì e mi siedo? O prima gli chiedo se posso sedermi accanto a loro? E se rispondessero "No?" Cosa farei? Sarebbe imbarazzante. Meglio lasciar perdere.
Alla lezione di storia della signora Adams c’erano alcuni studenti del mio corso di inglese.
Mi sedetti in fondo, sperando che nessuno mi notasse..
L’'insegnante scrisse alla lavagna 330 a.C. e chiese: "Dove nacque Alessandro Magno?"
Diversi studenti alzarono la mano.
La prof si mise di fronte a una ragazza. "Come ti chiami?"
"Ember Coldstream."
"Sai rispondere alla domanda?"
“Penso che Brindley lo sappia. È un esperto di storia antica. " Si voltò sorridendo verso di me.
Cosa? Perché mi sta facendo questo?
"Brindley – disse la signora Adams – dove nacque Alessandro Magno?"
“Uhm … Inghilterra?”
"Sbagliato. Chi lo sa?”
Juliet alzò la mano. La signora Adams annuì.
“In Macedonia”.
"Brava. E quale impero fu il primo ad essere conquistato da lui? "
"La Grecia."
“Bravissima. Ottimo lavoro. Sono contenta che almeno qualcuno abbia studiato durante le vacanze estive. Ora parliamo dell'Impero romano ".
Sul finire della lezione ci assegnò i primi tre capitoli da leggere per il giorno dopo.
* * * * *
La lezione di algebra fu difficile quanto quella d'inglese e di storia.
Perché la signora Caldwell non ci ha insegnato almeno una di queste cose ?
" Buenas tardes estudiantes " (Buon pomeriggio, studenti), disse la signora Sandoval all'inizio della lezione di spagnolo.
Alcuni ragazzi risposero: " Buenas tardes, Señora Sandoval".
“ Es un hermoso día", (è una bella giornata) disse Ember.
Mi ero seduto proprio in fondo all’aula e cercavo di non farmi notare. Non avevo idea di cosa avesse detto Ember, ma mi venne da sorridere proprio in direzione della prof. Lei guardò verso di me ed io sprofondai, presagendo quello che stava per accadere.
" Como te llama, joven ?" (Come ti chiami, giovanotto?)
Riuscii solo a capire dal suo tono che mi aveva fatto una domanda. Scossi la testa.
"Ho chiesto come ti chiami."
"Oh, Charley Brindley."
"El tiene un ligero problema mentale ", (ha un leggero ritardo mentale), disse Ember.
Alcuni studenti ridacchiarono.
Capii che alludeva ad un problema mentale. Non ci misi molto a intuire cosa aveva detto.
" Oh, siento mucho escuchar eso.” (Oh, mi dispiace tanto) ) disse la signora Sandoval. "Staremo più tempo sugli argomenti, così sarai in grado di seguirci."
Il sorriso di Ember assomigliava molto a un ghigno.
Perché mi odia?
Aprii il mio libro di testo e lo tenni premuto davanti alla faccia.
* * * * *
Finite le lezioni mi misi sul marciapiede, in attesa dell'autobus della scuola.
"In fondo alla fila, tontolone."
"Cosa?" Era Crammer quello con la faccia piena di lentiggini.
"Stai occupando il mio posto. Il tuo è quello là in fondo. "
"Non c'è nessuna fila."
"Ci sarà, e tu stai occupando il mio posto."
Mi spinse all'indietro, facendo cadere i miei libri a terra.
Dei ragazzi corsero a guardare..
Mi lanciai verso di lui, afferrandolo per la vita.
Crammer sollevò il ginocchio e mi colpì allo stomaco.
Quando mi girai verso di lui mi colpì al petto, e mi fece cadere per terra. Gli altri risero. "Prenditelo nel culo, Brindley."
Mi alzai e agitai il pugno destro.
Lui si girò di traverso verso di me.
Il mio pugno colpì i suoi solidi muscoli.
Mi diede un pugno in faccia ed io crollai. Mi inginocchiai per terra, stropicciandomi gli occhi.
L'autobus si fermò e tutti mi passarono davanti, ridendo di me e guardandomi. Fui l'ultimo a salire a bordo. Mi sedetti accanto al conducente.
* * * * *
Dopo un mese di scuola non avevo imparato nulla, tranne i posti migliori in cui nascondermi all'ora di pranzo e come starmene per i fatti miei in classe. Alla fine gli insegnanti smisero di farmi domande, visto che non rispondevo correttamente a niente.
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