Isaac Asimov - Fondazione e Impero

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Improvvisamente il piщ fidato dei suoi cortigiani cominciava a favorire Riose? L'Imperatore aveva ulteriori motivi di sfiducia.

Non erano le azioni individuali che potevano intimorirlo.

E per questa ragione tutti i nostri tentativi erano inutili.

Era il successo di Riose che lo minacciava.

Per questa ragione l'ha richiamato, l'ha accusato, condannato e giustiziato.

La Fondazione trionfa di nuovo.

Non esistevano combinazioni di eventi che non portassero alla vittoria della Fondazione.

Era inevitabile, qualunque cosa avesse fatto Riose, o qualunque cosa avessimo fatto noi".

Il magnate della Fondazione annuм pensieroso. - Capisco.

Ma che sarebbe accaduto se il generale e l'Imperatore fossero stati la medesima persona? Che sarebbe successo in quel caso? Non avete considerato questo caso.

Non avete provato niente.

Barr scrollт le spalle. - lo non posso provare nulla: non sono addentro nei calcoli della psicostoria.

Tuttavia mi appello alla ragione.

In un Impero dove ogni aristocratico, ogni uomo ambizioso, ogni pirata puт aspirare al trono, e questo la storia ve lo dimostra, che ne sarebbe di quell'Imperatore forte che decidesse di condurre una guerra ai confini della Galassia? Quanto potrebbe rimanere lontano dalla capitale prima che una guerra civile lo costringesse a tornare in patria? Il substrato sociale dell'Impero non gli permetterebbe di star lontano per molto.

Una volta dissi a Riose che nemmeno tutte le forze dell'Impero avrebbero potuto deviare il Progetto Seldon.

— Bene, bene! - esclamт Forell con enfasi. - Intendete dire che l'Impero non ci potrа mai piщ minacciare? - A quanto pare - disse Barr. - Francamente, non credo che Cleon sopravviverа piщ di un anno, e alla sua morte le dispute per la successione al trono potranno significare l'ultima guerra civile dell'Impero.

— Allora - disse Forell, - non esistono piщ nemici.

Barr era pensieroso, - C'и la Seconda Fondazione.

— All'altro capo della Galassia? Passeranno secoli.

Devers si voltт improvvisamente e la sua faccia era scura mentre parlava con Forell. - Forse ci saranno nemici interni.

— E chi sarebbero? - disse Forell con voce gelida.

— Quella gente, per esempio, a cui piacerebbe godere un pт piщ di quella ricchezza che continua ad accumularsi nelle mani di pochi che non lavorano per procurarsela.

Voi mi capite vero? L'espressione soddisfatta di Forell si mutт in odio mentre fissava la faccia di Devers.

Seconda Parte. Il Mulo

11. Moglie e marito

Quando Bayta vide per la prima volta il pianeta Haven non ne fu certo impressionata.

Il marito le aveva indicato una stella semi-opaca sperduta ai confini della Galassia.

Era al di lа delle ultime costellazioni, dove brillano solitari pochi astri.

E anche in mezzo a questi, appariva povero e desolato.

Toran si rendeva conto che come preludio alla vita matrimoniale, le Nane Rosse mancavano certo di fascino, e storse la bocca intimidito.

— Lo so Bayta… il tuo non и stato un cambio molto vantaggioso, vero? Intendo dire, dalla Fondazione a qui.

— Un cambio orribile, Toran.

Non avrei mai dovuto sposarti.

Ma quando vide il marito prendere sul serio le sue parole e rattristarsi, assunse subito un'aria dolce. - Via, stupido non fare il muso.

So bene che ti aspettavi che ti dicessi: "Caro Toran, con te sarei felice dovunque!" Oppure: "Gli spazi interstellari diventeranno la mia casa, dolce amore, se tu fossi con me!".

Ammettilo.

Puntт l'indice contro di lui e lo ritirт immediatamente prima che lui riuscisse ad afferrarlo con i denti.

— Se mi arrendo e ammetto che hai ragione, mi preparerai la cena? Lei annuм sorridente.

Anche lui sorrise voltando lo sguardo verso di lei.

Non era una bella donna, lo sapeva, anche se per la strada si giravano a guardarla.

I suoi capelli erano neri e lucidi, ma dritti e lisci, la bocca era forse troppo grande, ma la precisa linea delle sopracciglia delineava gli occhi caldi, color mogano, sempre sorridenti.

Dietro quell'aspetto di donna pratica e tutt'altro che romantica, in realtа si nascondeva un carattere affettuoso e dolce anche se s'induriva ogni volta che s'accorgeva di abbandonarsi a debolezze.

C'era del compiacimento nel suo atteggiamento verso Bayta, la soddisfazione di chi и riuscito a superare un complesso d'inferioritа nel quale si trovava da almeno tre anni.

Ricontrollт i comandi, poi decise di riposarsi.

Erano in vista di un Balzo, ma c'erano sempre piccole manipolazioni da fare.

Si voltт a guardare Bayta, che stava aprendo i contenitori del cibo.

Dopo tutto lui era un provinciale, e non solo un provinciale, ma il figlio di un mercante rinnegato.

Lei invece era della Fondazione, e per di piщ poteva annoverare fra i suoi antenati il grande Mallow.

Per questa ragione provava un certo imbarazzo.

Portarla via con se su Haven, il pianeta roccioso con le cittа costruite nelle grotte, era chiedere giа troppo.

Inoltre, lei avrebbe dovuto affrontare la tradizionale ostilitа dei mercanti nei confronti dei cittadini della Fondazione.

E subito dopo pranzo, l'ultimo Balzo! Haven era di un colore rosso vivo, mentre il secondo pianeta era di un colore piuttosto opaco con i contorni sfuocati dall'atmosfera e semi illuminato dal sole.

Bayta, chinata sopra il telescopio da tavola, osservava Haven II.

— Avrei voluto incontrare tuo padre prima - disse con tono serio.

— Se non gli dovessi piacere…

— In quel caso - rispose Toran, - tu saresti la prima donna graziosa che gli ispira antipatia.

Prima che perdesse il braccio e fosse costretto a non viaggiare piщ per gli spazi, era… be', se gli farai una domanda del genere, non la smetterа di raccontarti le sue avventure.

Qualche volta mi sono chiesto se non se le inventi: non le racconta mai due volte allo stesso modo.

Haven Il ora si stava avvicinando velocemente.

I continenti passarono veloci sotto di loro, piccole macchie grigie appena riconoscibili tra gli squarci delle nubi.

Una catena di montagne seguiva la linea della costa.

Ormai erano tanto vicini da poter vedere le onde del mare, mentre all'orizzonte si vedeva una spiaggia coperta di banchi di ghiaccio.

L'astronave atterrт in una pianura, poco distante dai primi contrafforti di un altopiano.

Si arrampicarono a tentoni nel buio piщ scuro delle notti dei pianeti ai confini della Galassia, e Bayta tremт per il freddo tagliente.

Toran la prese sotto braccio e la spinse a correre verso una strada liscia che conduceva ad alcune luci distanti.

A metа strada incontrarono due guardie, che scambiarono poche parole con Toran e li scortarono fino alle luci.

Il vento e il freddo scomparvero non appena i portali di roccia si aprirono e poi si chiusero dietro le loro spalle.

L'interno era caldo, le pareti emanavano una forte luce bianca, e l'aria era piena di un brusio confuso.

Alcuni uomini alzarono la testa dalla scrivania, e Toran consegnт loro i documenti.

Dopo averli esaminati brevemente, fecero loro segno di proseguire, e Toran sussurrт alla moglie: - Mio padre deve averli avvertiti.

Bisogna aspettare almeno cinque ore, di solito.

Uscirono all'aperto e Bayta non riuscм a trattenere un'esclamazione di sorpresa.

La cittа sotterranea era illuminata a giorno.

Ciт che avrebbe dovuto essere il cielo era una specie di luminositа continua priva di contorni.

E l'aria tepida emanava profumi campestri.

— Toran, и magnifico! - esclamт Bayta.

Toran sorrise soddisfatto. - Certo non и paragonabile alla Fondazione.

ma и la cittа piщ grande di Haven II.

Ha una popolazione di ventimila abitanti.

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