Feci la tipica pausa da veggente-che-si-concentra; sembrava che stessi invocando i totem stocastici; fissai lo sguardo nelle immense estensioni dello spazio, concentrandomi sui saltellanti granellini di polvere, alla ricerca di presagi; mi ammantai di una maestosità profetica; recitai l’intero, grandioso atto sadico e dopo un attimo risposi solennemente: — Per la nomina ha forse una probabilità su otto. Per l’elezione, una su cinquanta.
— Non bene.
— No.
— Niente affatto bene — aggiunse Lombroso.
Mardikian, deluso, si picchiettò la punta del suo carnoso e imponente naso, poi esclamò: — Vuoi dire che dovremmo rinunciare del tutto? È questo il tuo giudizio sulla situazione?
— Sì, per il prossimo anno senz’altro. Lasciamo perdere tutto.
— Un momento — mormorò Mardikian, fronteggiandomi nuovamente. — E se ci presentassimo nel 2004, come la vedi, Lew?
— Meglio, molto meglio.
Ephrikian, un omone grande e grosso con la barba nera e la testa completamente rasata a zero, secondo l’ultima moda, sembrava irritato. Aggrottò le ciglia e brontolò: — I mezzi di informazione pubblica stanno facendo una grossa pubblicità a quello che Quinn ha compiuto durante il suo primo anno come sindaco. Secondo me è questo il momento per arrampicarsi sul prossimo gradino.
— Sono d’accordo — ribattei io cortesemente.
— Ma pensi che sarebbe sconfitto nel 2000?
— Io dico che qualunque candidato presentato dai Nuovi Democratici sarebbe battuto. Chiunque. Quinn, Leydecker, Keats, Kane, Pownell, chiunque. Questo è il momento giusto perché Quinn cominci la scalata, sono d’accordo, ma il prossimo gradino non è necessariamente quello più alto.
Missakian, tozzo, squadrato, dalle labbra sottili, l’esperto delle comunicazioni, l’uomo che vedeva sempre chiaro, intervenne: — Potresti essere più specifico, Lew?
— D’accordo — e mi buttai a capofitto nelle spiegazioni.
Spiegai la previsione, niente affatto arrischiata, secondo cui chiunque si fosse presentato contro il presidente Mortonson nel 2000 — Leydecker, molto probabilmente — sarebbe stato battuto. I presidenti in carica, in questo paese, non perdono le elezioni a meno che il loro primo mandato non si sia rivelato un disastro di proporzioni hooveriane e Mortonson aveva fatto un buon lavoro pulito, non troppo innovatore, ineccepibile, tranquillo. Leydecker avrebbe rappresentato un avversario di tutto rispetto ma non avrebbe avuto vie di uscita; sarebbe stato sconfitto e molto duramente, con tutta probabilità. Dunque, meglio non mettersi sulla strada di Leydecker, questo era il mio consiglio. Lasciargli via libera. Qualsiasi tentativo da parte di Quinn di contendergli la nomina l’anno prossimo sarebbe stato probabilmente inutile e avrebbe fatto di Leydecker un sicuro nemico di Quinn, cosa che era meglio evitare. Concedere a Leydecker il privilegio e lasciare che si distrugga da solo nell’elezione tentando di battere l’invincibile Mortonson. Noi avremmo aspettato di presentare Quinn — ancora giovane e immune da sconfitte — nel 2004, quando la Costituzione avrebbe proibito a Mortonson di presentarsi nuovamente.
— Così Quinn lascia via libera a Leydecker nel 2000 e poi se ne sta con le mani in mano? — chiese Ephrikian.
— No — ribattei io e guardai Bob Lombroso.
Noi due avevamo già discusso della strategia da adottare, avevamo raggiunto un accordo e adesso, piegando in avanti le spalle poderose, con un’occhiata sicura e penetrante alla parte armena del tavolo, Lombroso cominciò a tracciare il nostro piano.
Nei mesi seguenti, Quinn avrebbe cercato di farsi conoscere a livello nazionale finché all’inizio dell’estate 1999, ii progetto sarebbe culminato in un giro propagandistico per tutta la nazione con discorsi importanti a Memphis, Chicago, Denver e San Francisco. Avendo alle spalle alcune notevoli realizzazioni come sindaco di New York utili a farlo conoscere (ristrutturazione del personale municipale, riammodernamento dei curriculum, deGottfrieddazione delle forze di polizia, ecc), Quinn avrebbe iniziato a parlare di istanze più generali come l’indirizzo regionale di avvicendamento del potere di fusione e la riesumazione dell’abrogata Legge sul Diritto al Riserbo del 1982 e — perché no? — il coagulamento obbligatorio del petrolio. In autunno avrebbe dato inizio a un attacco diretto contro i repubblicani, non tanto nei confronti di Mortonson quanto di selezionati membri del Congresso (soprattutto il Segretario dell’Energia Hospers, il Segretario dell’Informazione Theiss e il Segretario dell’Ambiente Perlman). Così sarebbe entrato poco alla volta nel vivo della disputa, diventando una figura nazionale, un giovane leader in ascesa.
La gente avrebbe cominciato a parlare delle possibilità che aveva di diventare presidente, anche se le previsioni avrebbero dato Leydecker come favorito per la nomina — questo lo vedremo in seguito — e Quinn non avrebbe mai dichiarato di presentarsi candidato.
Avrebbe lasciato trasparire alla stampa la sua preferenza nei confronti di Leydecker tra tutti gli altri candidati, pur stando molto attento a non offrirgli un appoggio diretto. Alla convenzione dei Nuovi Democratici di San Francisco, nel 2000, dopo il tradizionale rifiuto da parte di Leydecker, appena nominato, di candidare il suo vice per la campagna elettorale, Quinn avrebbe lanciato un coraggioso, drammatico, ma vano appello per la nomina vicepresidenziale. Perché vicepresidente?
Perché la lotta per il secondo posto gli avrebbe dato una risonanza notevole senza per questo esporlo, come l’appello presidenziale, alle accuse di ambizioni premature e senza irritare il potente Leydecken Perché vano? Perché Leydecker era comunque destinato a essere battuto da Mortonson e Quinn non aveva nulla da guadagnare nell’essere sconfitto con lui come suo vice. Meglio essere scartato alla convenzione — creandosi così l’immagine di un brillante nuovo venuto di sicuro avvenire ostacolato da imbrogli politici — che essere battuto alle elezioni.
— Il nostro modello — concluse Lombroso — è John F. Kennedy, scartato come vicepresidente esattamente in questo modo nel 1956 ed eletto presidente nel 1960. Lew ha fatto dei grafici simulati che mostrano la coincidenza dei processi, e possiamo farvene vedere i profili.
— Fantastico — disse Ephrikian. — E per quando è prevista l’uccisione? Nel 2003?
— Siamo seri — ribatté gentilmente Lombroso.
— Okay, eccoti un’obiezione seria. E se Leydecker decide di presentarsi anche nel 2004?
— Avrà 61 anni — rispose Lombroso — e una sconfitta sulle spalle. Quinn avrà 43 anni e nessuna sconfitta. Un uomo in declino e l’altro ovviamente in ascesa, col partito alla ricerca di una carta vincente dopo otto anni di astinenza dal potere.
Ci fu un lungo silenzio.
— Sono d’accordo — annunciò Missakian alla fine.
— E tu, Haig?
Mardikian non aveva aperto bocca a lungo. Annuì: — Quinn non è pronto per prendere il comando del paese nel 2000; lo sarà nel 2004.
— E il paese sarà pronto per Quinn — aggiunse Missakian.
Una cosa buffa della politica è che ti fa trovare degli strani compagni di letto. Senza la politica, Sundara e io non saremmo finiti in un’avventura a quattro con Catalina Yarber, apostola della Dottrina del Transit, e Lamont Friedman, il giovane genio delle finanze. Senza Catalina Yarber, Sundara, forse, non avrebbe scelto il Transit. E senza la sua conversione, Sundara, a quest’ora, sarebbe ancora mia moglie. Questi sono i fili della casualità e tutto ci riporta allo stesso punto nel tempo.
Accadde, dunque, questo: come membro del gruppo di Paul Quinn ricevetti, gratis, due biglietti per la cena (da 500 dollari a coperto) della Giornata di Nicholas Roswell che il Nuovo Partito Democratico di New York tiene ogni anno ad aprile.
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