• Пожаловаться

Robert Silverberg: Brivido crudele

Здесь есть возможность читать онлайн «Robert Silverberg: Brivido crudele» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию). В некоторых случаях присутствует краткое содержание. Город: Milano, год выпуска: 1972, ISBN: 88-429-0024-9, издательство: Nord, категория: Фантастика и фэнтези / на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале. Библиотека «Либ Кат» — LibCat.ru создана для любителей полистать хорошую книжку и предлагает широкий выбор жанров:

любовные романы фантастика и фэнтези приключения детективы и триллеры эротика документальные научные юмористические анекдоты о бизнесе проза детские сказки о религиии новинки православные старинные про компьютеры программирование на английском домоводство поэзия

Выбрав категорию по душе Вы сможете найти действительно стоящие книги и насладиться погружением в мир воображения, прочувствовать переживания героев или узнать для себя что-то новое, совершить внутреннее открытие. Подробная информация для ознакомления по текущему запросу представлена ниже:

libcat.ru: книга без обложки

Brivido crudele: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Brivido crudele»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Una giovane orfana diciassettenne, vergine, e madre di cento figli. Un astronauta che, su un lontano pianeta, è stato vivisezionato e rimesso insieme, ma con criteri extraterrestri, da dei superchirurghi. Unite queste due vittime di un oltraggio insanabile. Dall’orrore che striscia sotto la loro pelle, pronto a prorompere, scaturiranno torrenti di paura, ira, odio, gelosia, tormento, terrore: le emozioni umane delle quali si nutre e si abbevera, e grazie alle quali ingrassa e si arricchisce, il “mercante di dolore”. L’astronauta, l’orfana e l’avvoltoio: il più strano “triangolo” coniugale che i mondi interplanetari abbiano mai veduto.

Robert Silverberg: другие книги автора


Кто написал Brivido crudele? Узнайте фамилию, как зовут автора книги и список всех его произведений по сериям.

Brivido crudele — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Brivido crudele», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

— … — aveva risposto l’essere dal lato opposto con un tono che pareva ossequioso.

E si erano messi all’opera per distruggere Minner Burris.

Adesso non era allora; ma Burris si portava dietro un carico di sofferenza e straniazione tali da ricordargli perennemente, da sveglio e nel sonno, ciò che gli era accaduto dietro il velario di tenebra, di là dal gelo fisso di Plutone.

Era tornato sulla Terra da tre settimane. Ora abitava una camera singola alle Torri Martlet, vivendo di una pensione governativa e sopravvivendo, bene o male, solo per la sua intima forza di recupero. Non era facile accettare la sorte di essere trasformato in un mostro, da mostri; ma Burris ci si provava.

Se almeno avesse sofferto in esso…

Dapprima, i medici che lo avevano esaminato fidavano di poter fare qualcosa, in merito a quei dolori. Bastava applicare la tecnologia medica moderna.

— …diminuire la ricettività sensoria…

— …dosi minimali di narcotici per inibire i tratti afferenti, e poi…

— …piccoli interventi chirurgici correttivi…

Ma le linee di comunicazione all’interno del corpo di Burris erano imbrogliate in modo inestricabile. Ciò che gli avessero fatto i chirurghi di un pianeta straniero non si sapeva; certo superava non solo le capacità, ma anche la comprensione della tecnologia medica moderna. Le comuni droghe analgesiche non facevano altro che intensificare le sensazioni di Burris. I suoi flussi nervosi seguivano tracciati straordinari; la sensazione era messa in parallelo, inibita, deviata. I medici non potevano rimediare al danno prodotto dagli stranieri. Infine Burris, sottraendosi a loro, era andato a nascondersi, affranto, menomato, trafitto, in un’oscura camera di quel colosso residenziale fatiscente.

Settant’anni prima, le Torri Martlet erano il nonplusultra, come abitazione: grattacieli alti un chilometro e mezzo, schierati in ranghi serrati sui pendii, una volta verdi, dei monti Adirondack, a una distanza da New York comoda per i pendolari. Settant’anni di vita, per l’edilizia moderna, sono tanti. Ora le Torri si sgretolavano, butterate dal tempo, trapassate dagli strali del deterioramento. Dagli appartamenti sontuosi dell’inizio erano stati ricavati dei formicai a un solo locale. Burris aveva pensato che rappresentassero un nascondiglio ideale. Qui poteva rintanarsi nella sua cella, come un polipo in un anfratto calcareo, e riposare, pensare, applicarsi all’arduo compito di venire a patti con ciò che era stato perpetrato ai danni del suo corpo indifeso.

Burris udiva rumori raspanti, che giungevano dai corridoi. Non indagava. Buccini o gamberetti, che, divenuti terrestri per misteriosa mutazione, si infiltravano nelle intercapedini dell’edificio? Millepiedi alla ricerca del dolce tepore dell’umo? Giocattoli dei bambini dallo sguardo spento? Burris rimaneva nella stanza. Pensava spesso di uscire, nottetempo, attraversare i corridoi dell’edificio, furtivo come un fantasma di se stesso, e camminare a gran passi nelle tenebre spaventando i rari passanti. Ma, da quando aveva preso in affitto, per procura, quella zona di calma nella tempesta, non aveva lasciato quelle quattro mura.

Stava coricato sul letto. Le pareti filtravano una debole luce verde. Togliere lo specchio, incorporato all’edificio, non si poteva; ma neutralizzarlo, sì. Burris aveva girato l’interruttore e adesso lo specchio era solo una macchia oblunga e opaca, di color marrone, sulla parete. Ogni tanto lo riattivava, e affrontava se stesso, per disciplina. Pensò: forse lo farò oggi.

Quando mi alzo dal letto.

Se mi alzo dal letto.

Perché alzarmi dal letto?

Aveva un aculeo incastrato all’interno del cervello, pinze che gli afferravano le viscere, chiodi invisibili conficcati nelle caviglie. Le palpebre erano come carta vetrata sui bulbi oculari. La sofferenza era una costante, stava già diventando una vecchia amica.

Come diceva il poeta? La “comunanza” del corpo…

Burris aprì gli occhi. Non si aprivano più, come gli occhi umani, verso l’alto e il basso. Ora le membrane che fungevano da palpebre scorrevano dal centro verso gli angoli. Perché? Perché, in generale, i chirurghi di un altro mondo gli avevano fatto tutte quelle cose? Ma questa, in particolare, pareva senza scopo. Le palpebre normali andavano bene, queste non miglioravano la funzione degli occhi: facevano solo da custodi, da intrusi, impedendo qualsiasi comunicazione significativa fra Burris e la specie umana. Con ogni battito di palpebre egli gridava la propria stranezza.

Burris mosse gli occhi. L’occhio umano si sposta con una serie di minuscoli scatti, che il cervello, astrattamente, fonde in una continuità. Gli occhi di Burris si spostavano come il dispositivo per panoramiche di una cinepresa, se mai fosse possibile un montaggio perfetto. Il loro movimento era uniforme e senza vacillamenti. Quel che Burris vedeva non aveva niente di bello. Le pareti, il soffitto basso, lo specchio neutralizzato, l’acquaio con l’eliminatore, il portello della conduttura dei cibi, tutti gli scialbi accessori di una stanza semplice e a poco prezzo, destinata all’autosufficienza. Da quando vi si era trasferito, la finestra era rimasta opacizzata. Egli non aveva idea dell’ora, del tempo che faceva, nemmeno della stagione; comunque, c’era entrato d’inverno e supponeva che fosse ancora inverno. L’illuminazione era scarsa. C’erano sprazzi di luce indiretta, in uno schema casuale. Burris attraversava in quel momento il periodo di bassa ricettività visiva. Per vari giorni consecutivi il mondo in piena luce gli appariva immerso in una morchia di tenebre, come se egli lo guardasse dal fondo di uno stagno torbido. Poi, con un frullo imprevedibile, avveniva l’inversione del ciclo, così che bastavano pochi fotoni ad accendergli nel cervello una luce abbagliante.

Ma ora, dalle tenebre, affiorò l’immagine del suo io svanito. Il Minner Burris ormai cancellato stava ritto a osservarlo, da un angolo smussato della stanza.

Dialogo con se stesso.

— Rieccoti, allucinazione schifosa!

— Non ti lascerò mai.

— È tutto quel che ho, vero? E allora accomodati. Un po’ di cognac? Accetta la mia modesta ospitalità. Siediti, siediti!

— Preferisco restare in piedi. Come te la passi, Minner?

— Maluccio. Per quel che t’importa!

— Mi sbaglio, o sento nella tua voce una sfumatura di autocommiserazione?

— E se fosse? E se fosse?

— Che voce riprovevole! Io non ti ho insegnato a parlare così.

Burris non poteva più sudare; ma su ognuno dei nuovi meati gli si condensava un vapore. Guardò fisso il suo io di un tempo, disse a voce bassa: — Sai che cosa mi auguro? Che ti prendano e ti facciano quel che hanno fatto a me. Poi capiresti.

— Minner, Minner! Me l’hanno già fatto. Ecce homo! Sei tu, steso lì, la prova vivente del fatto che io ci sono già passato.

— No. Lì, in piedi, dimostri il contrario. La tua faccia. Il tuo pancreas. Il tuo fegato e i tuoi occhi. Fa male, fa male. Fa male a me, non a te!

L’apparizione sorrise gentilmente. — Quando è che hai cominciato a compiangerti? È una novità, Minner.

Burris lo guardò torvo. — Forse hai ragione. — Fece scorrere di nuovo gli occhi sulla camera, da una parete all’altra. Mormorò: — Mi sorvegliano, questo è il guaio.

— Chi?

— Come posso saperlo? Occhi. Telecamere nelle pareti. Ho cercato inutilmente gli obiettivi. Due molecole di diametro, come potrei mai trovarli? E mi vedono.

— Allora, lascia che guardino. Non hai di che vergognarti. Non sei né bello né brutto. Non esistono termini di paragone, per te. Credo sia tempo che tu ricominci a uscire.

— Fai presto a dirlo, tu! — sbottò Burris. — Nessuno sbarra gli occhi, vedendoti.

— Tu, in questo istante, mi guardi con gli occhi sbarrati.

Читать дальше
Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Brivido crudele»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Brivido crudele» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё не прочитанные произведения.


Robert Silverberg: Monade 116
Monade 116
Robert Silverberg
Marion Bradley: La torre proibita
La torre proibita
Marion Bradley
Robert Silverberg: Espinas
Espinas
Robert Silverberg
William Katz: Visioni di terrore
Visioni di terrore
William Katz
Отзывы о книге «Brivido crudele»

Обсуждение, отзывы о книге «Brivido crudele» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.