Robert Sheckley - Gli orrori di Omega

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Gli orrori di Omega: краткое содержание, описание и аннотация

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Questa è la storia di Will Barrent, che esiliato dalla Terra piomba in quel mondo d’incubo che è Omega. E’ un pianeta di fuorilegge, che ha una sua particolare religione, una sua precisa idea sugli svaghi, una sua assurda organizzazione sociale in base alla quale solo l’assassino più abile, più feroce, e più fortunato, in un mondo fatto di assassini, può aspirare alla ricchezza e al potere. Un mondo in cui le proprietà della vittima vengono per legge ereditate dall’uccisori. E su questo mondo Will Barrent cerca disperatamente i ricordi che gli hanno tolto, la ragazza che l’ha salvato dalla morte per due volte, e la speranza di poter un giorno tornare sulla Terra nonostante le terribili astronavi di pattuglia orbita attorno a Omega. Quando riuscirà ad arrivare sul suo pianeta, si troverà fronte a qualcosa più pericoloso ancora dei «Giochi» di Omega: i suoi ricordi, il suo condizionamento di terrestre, ma soprattutto l’esasperato conformismo di una civiltà che si è arrenata al raggiungimento della perfezione meccanica.

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Ora capiva perché la sua conquista della Terra era stata così facile. Lui non aveva conquistato niente. La Terra non aveva bisogno di forze di sicurezza perché il poliziotto era nella mente di ogni individuo. Dietro la superficie della civiltà terrestre c’era una civiltà di robot. Venire a conoscenza di questo significava la morte.

E in quel momento cominciò la lotta per il possesso della Terra.

Il subcosciente lo incitò a portare la pistola contro la sua tempia. Ecco da cosa il robot-confessore lo aveva messo in guardia, e cosa la ragazza mutante aveva previsto. Il giovane Barrent, condizionato all’obbedienza, doveva uccidersi.

Il vecchio Barrent, quello che aveva passato la vita su Omega, cercava di resistere. Le due parti di lui combattevano per il possesso dell’arma, per il controllo del corpo, per impossessarsi della mente.

La pistola raggiunse la tempia, il dito si portò sul grilletto. Ma il Barrent omegano, il Barrent 2 riuscì a farla abbassare.

XXX

Il condizionamento prese il sopravvento e portò i due Barrent in lotta attraverso il tempo soggettivo fino ai momenti del passato in cui la morte era stata vicina, la vita temporale indebolita, la predisposizione verso la morte già stabilita. Il condizionamento forzò Barrent 2 a rivedere quei momenti. Ma questa volta il pericolo era aumentato da tutta la forza negativa della mezza personalità dell’informatore: Barrent 1.

Barrent 2 si trovò con una spada nella mano al centro di una Arena coperta di sangue. Era il periodo delle Gare di Omega. Un saunus con la faccia ghignante di Barrent 1 venne verso di lui. Barrent 2 tagliò la coda di questa creatura mostruosa e subito la vide tramutarsi in tre trichomotredi con la sua faccia. Ne uccise due. Il terzo lo morse alla mano sinistra. Uccise anche questo, e rimase a osservare il sangue di Barrent 1 che colava sulla sabbia dell’Arena…

Tre uomini cenciosi sedevano su di una panca e una donna gli stava porgendo una piccola pistola. “Buona fortuna” gli disse, “spero sappiate come usarla.” Barrent fece un cenno di ringraziamento prima ancora di accorgersi che quella ragazza non era Moera, ma la mutante che gli aveva predetto la morte. Uscì in strada per affrontare i tre Hadji.

Due erano sconosciuti. Il terzo, Barrent 1, fece alcuni passi avanti ed estrasse rapidamente la pistola. Barrent 2 si lanciò a terra e schiacciò il grilletto di quella strana pistola. Sentì vibrare la mano e vide la testa e le spalle dell’Hadji Barrent diventare nere. Ma prima di poter prendere nuovamente la mira si sentì strappare di mano la pistola. Il colpo sparato da Barrent 1 aveva colpito la canna della sua pistola.

Con la forza della disperazione si lanciò verso l’arma che giaceva ad alcuni passi, ma in quel momento vide il secondo Hadji, ora con la faccia di Barrent 1, che stava prendendo la mira. La mano morsa dal trichomotredo gli doleva, ma riuscì a sparare. Poi si volse per affrontare il terzo Hadji divenuto a sua volta Barrent 1. Il braccio gli procurava un dolore indicibile, ma si sforzò di premere il grilletto…

Stai facendo il loro gioco si disse Barrent 2. Il condizionamento alla morte ti annienterà, ti ucciderà. Devi vedere oltre, superarlo. È una cosa che non sta accadendo, è solo nella tua niente…

Ma non c’era tempo per pensare. Si trovava in un’ampia sala circolare del Dipartimento di Giustizia, per affrontare la Prova. Verso di lui stava avanzando una macchina lucente a forma di semisfera. E in mezzo alle luci rosse, verdi e gialle poté vedere l’odiato volto di Barrent 1.

Il Barrent 1 macchina estrasse un lungo tentacolo che terminava in una luce bianca abbagliante. Il tentacolo scattò in avanti, e al posto della luce apparve la grossa lama di un coltello. Barrent 2 si piegò e udì l’urto del metallo contro la parete di pietra. Non è quello che pensi si disse Barrent 2. Non è una macchina. E tu non sei di nuovo su Omega. Stai solo combattendo con l’altra metà di te stesso. Non è nient’altro che un’atroce illusione.

Ma non poteva crederci. Il Barrent macchina gli si stava di nuovo avvicinando. Aveva il corpo metallico cosparso di una sostanza verde che Barrent 2 riconobbe immediatamente come veleno a contatto. Si allontanò di corsa per evitare di essere toccato.

Non è pericoloso, si disse.

Un neutralizzante lavò la superficie metallica liberandola di tutto il veleno. Poi la macchina cercò di schiacciarlo. Barrent tentò di allontanarla ma fu colpito da una forza tremenda, e sentì le costole spezzarsi.

Non è vero! Ti stai lasciando sopraffare dai riflessi condizionali! Non sei su Omega! Sei sulla Terra, nella tua casa, e ti stai guardando allo specchio!

Ma il dolore che sentiva era reale, e sembrava reale il braccio metallico che lo colpì alla spalla.

Si allontanò barcollando.

Provò orrore, non di morire, ma di morire troppo presto. Prima di poter avvisare gli Omegani del pericolo annidato nelle loro menti. Non c’era nessun altro da mettere in guardia contro la catastrofe che si sarebbe abbattuta su ciascuno nel momento in cui avesse ritrovato i ricordi della Terra. Per quello che ne sapeva, nessuno aveva sperimentato una cosa simile ed era sopravissuto. Se lui ci fosse riuscito, si sarebbero potute adottare delle contromisure, avrebbe trovato il modo di liberare gli uomini dal condizionamento.

Si irrigidì. Allenato fin dalla fanciullezza alla responsabilità sociale, non poteva permettersi di morire quando ciò che sapeva era vitale per quelli di Omega.

Non è una macchina vera.

Tornò a ripeterselo mentre il Barrent macchina gli veniva incontro a tutta velocità dal fondo della scala. Si sforzò di vedere, oltre la macchina, quelle lezioni che a scuola avevano creato un mostro nella sua mente.

Non è una macchina vera.

E riuscì a crederci…

Sferrò un pugno contro la faccia riflessa nel metallo.

Ci fu un momento di dolore acuto, poi perse conoscenza. Quando rinvenne, si trovava solo nella sua casa sulla Terra. Il braccio e la spalla gli dolevano, e gli parve di aver diverse costole rotte. Sulla mano sinistra era ancora visibile il segno del morso del trichomotredo.

Ma con la destra ferita e sanguinante era riuscito a colpire lo specchio. E lo aveva infranto assieme a Barrent 1, interamente e per sempre.

FINE
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