— Una Needle in un pagliaio? — disse Ultimo. — Ciò che descrivi è in gran parte frutto della tua immaginazione. La maggior parte della guerra non si vede. La nave più grande, l’ho riconosciuta. Un’esca della Far Lands Limited, l’alleanza commerciale fra Kdatlyno e Jinx. Non combatteranno, si limiteranno a guardare. Ecco Accolito. Louis, va’ a mangiare. Fatti un bagno.
Louis si svegliò di soprassalto. Qualcosa l’aveva disturbato, forse un lampo di luce dallo schermo. Accolito e Ultimo dormivano, distesi scompostamente, molto distanti tra loro, sul duro pavimento sotto le pareti della Sala Difesa Meteore. Louis si sentiva bene, dopo il bagno; aveva mangiato come un esercito; avrebbe gradito anche piastre letto. Ma a chi dormiva a bordo della Needle qualcosa mancava sempre.
Si alzò a sedere. Non aveva male da nessuna parte. Con un sorriso ricordò le parole di una vecchia, quando aveva compiuto duecento anni: “Carissimo, se la mattina ti svegli senza sentire dolori alle giunture e ai muscoli, è segno sicuro che sei morto durante la notte”.
Ultimo aveva rimesso a posto lo schermo avvolgente. Mostrava il panorama celeste, con finestre su un occhio di ciclone e sull’Altro Oceano. Intorno alle finestre, stelle si muovevano irregolarmente: navi della Guerra Periferica. Tutte le inquadrature erano adesso silenziose.
Louis provò fastidio perché non aveva niente da fare se non guardare. Cercava di battere in astuzia un difensore. Quali possibilità avrebbe avuto più tardi, se non riusciva a trovare uno spunto adesso, mentre Armonista era inseguito per tutto il sistema?
Sul Ringworld c’erano milioni di mari. Era impossibile indovinare dove Ultimo aveva messo la Hot Needle. Poteva arrivarci con la taratura di un disco passatoio. Le prime due navi della ARM non l’avevano trovato e adesso erano impegnate in manovre. La guerra sopra l’occhio di ciclone era tranquilla da ore, ma le navi continuavano a cambiare posizione.
Una luce improvvisa avvolse la nave Farland: proiettili di antimateria intercettati. La nave Farland accelerava per allontanarsi dall’azione. La nuova rotta avrebbe mancato il Ringworld. Un laser rubino lo illuminò di luce vivida, ma diffusa: l’assalitore era già ben dentro l’atmosfera. Navi distanziate di decine di milioni di miglia avevano qualche possibilità di difendersi. Ma la guerra sopra l’occhio di ciclone diventava troppo serrata. Fuoco esplose nelle nubi dove si nascondevano due navi della ARM. Louis gridò: — Sveglia! Sveglia! Vi perdete tutta l’azione.
Gli altri si alzarono. La finestra del radar di profondità di Armonista mostrò una nave della ARM che si tuffava nel foro, lasciando una zona conquistata a fatica, ma salvaguardando i dati delle sue esplorazioni, a meno di cadere in un’imboscata sotto il pavimento del Ringworld. L’altra accelerò lungo l’asse della tempesta, in un canale d’aria pulita, la pupilla dell’occhio.
Anche le kzinti avevano radar di profondità. Due navi lenticolari si tuffavano. Il fuoco le seguì. L’occhio di ciclone brillò di un bagliore biancazzurro. Ultimo spense la finestra prima che la luce li accecasse. In una inquadratura meno allargata (Armonista aveva di sicuro una telecamera in un quadrato delle ombre) una stella brillò vicino all’Altro Oceano, grande come… troppo grande, di gran lunga troppo grande.
— Credo che una nave della ARM sia esplosa — disse il burattinaio. — Avremo un buco delle dimensioni di… — Ci pensò, poi si ripiegò e rimase in silenzio. L’occhio di ciclone era sparito, distrutto dalla esplosione. Schemi di nubi mostrarono un anello d’onda d’urto in espansione sui mari e la terra grigia e verde. Un emisfero di nubi racchiuse una palla di fuoco in spegnimento.
— Cos’è successo qui?
Armonista e il piccolo difensore primate erano sul disco passatoio: un mago di fronte a capricciosi apprendisti in cerca di spiegazioni. Louis sentì un blocco in gola. Ebbe l’impressione che avrebbe dovuto fermare lo scontro. Armonista avrebbe incolpato lui e a ragione.
— Esplosione di antimateria — disse Accolito.
— C’è un buco sotto quella nube?
Era una domanda sciocca: la cupola di nubi aveva una depressione al centro. Era risucchiata nello spazio interstellare. Poiché Accolito non rispondeva, Louis disse: — C’era già un buco…
— Certo — disse Armonista. — Dobbiamo muoverci in fretta. Venite. — Aveva sollevato il bordo del disco passatoio e lo stava regolando.
Louis ritrovò la voce. — Come no. Adesso è il momento di muoverci in fretta. Hai portato la guerra a casa nostra! E ora l’aria fugge via dal Ringworld.
La palla di fuoco era quasi scomparsa. Il pavimento del Ringworld era scrith nudo, con un anello di nubi in lenta espansione. Le nubi correvano verso il foro.
Armonista prese per il braccio Louis. Andò a un disco passatoio.
Con una sola occhiata Hanuman colse tutto l’accaduto.
Aveva piegato le leggi che governavano quell’universo e un ipotetico altro universo. La sua missione era un successo totale. E niente importava. Il Ringworld conteneva tutto ciò che valeva la pena salvare e il pavimento era stato lacerato. Il foro si trovava nel lato lontano dell’arco. Un bene e un male insieme. La morte sarebbe stata una lunga marcia intorno alla curva per raggiungerli qui. Ma le contromisure di Armonista avrebbero dovuto superare un’uguale distanza.
Anche gli alieni avevano visto. Il massimo alieno era il più anziano, il più esperto e forse il più saggio: aveva chiuso la propria mente. L’ominide aveva perduto la speranza. Il più giovane, del tutto dissimile da un grosso gatto, aspettava come Hanuman che qualcuno trovasse la soluzione. Armonista?
Armonista era in movimento, mentre Hanuman cercava ancora di mettersi in pari. Il difensore Ghoul non mostrava dubbi. Quando Armonista e Louis Wu svanirono, il piccolo difensore li seguì. Armonista avrebbe sistemato tutto.
Macchinari su scala degna della terra dei giganti di Gulliver erano stati spostati nella stazione di lavoro sotto Olympus Mons. Armonista lasciò il braccio di Louis e si mosse velocemente fra le macchine. Il piccolo difensore, Hanuman, gli sgattaiolò dietro.
Accolito comparve accanto a Louis. — Louis, cosa succede?
— L’aria vola via dal Ringworld.
— Sarà… la fine di tutto?
— Già. Cominciando dal lato lontano. Forse ci restano giorni, ma solo perché il Ringworld è davvero smisurato. Non so cosa Armonista pensi di fare.
— Cos’è quella massiccia struttura? L’ho vista…
Hanuman tornò da loro. — Un tappo per fori di meteore, versione grande. Naturalmente non è stato mai provato.
Aveva la forma di una pastiglia d’aspirina e all’incirca le dimensioni dell’arcologia Twin Peaks o di una piccola montagna, ma era ancora piccolo a confronto del foro nel Ringworld. Louis disse: — Mi ricordo. Era in una delle caverne. L’ha spostato qui su grandi pile di piastre levitanti.
Guardarono il tappo scivolare nel buco del pavimento e cadere, guidato da campi magnetici verso la base dell’acceleratore lineare. Armonista guardava, sul bordo. Louis e Accolito si avvicinarono a lui.
Le spire dell’acceleratore lineare correvano per quaranta miglia dal tetto al pavimento del Centro Manutenzione. Era una struttura fin troppo grande per qualcosa di piccolo come la Needle. Il fondo posava su una serie di piastre levitanti e si muoveva per regolare la mira.
Ora il pacchetto era vicino al fondo e continuava a cadere, ma più lentamente. Armonista vide che Louis, Accolito e Hanuman guardavano. Subito li allontanò dal foro nel pavimento.
Un rombo alle loro spalle. Louis si girò e vide qualcosa di enorme passare in un lampo, uscire dal cratere di Olympus Mons e scomparire. Accolito aveva arricciato strettamente le orecchie. Hanuman smise di coprirsi le sue e disse qualcosa che andò perduto. Louis non udiva più niente, aveva ancora nelle orecchie il doloroso rombo dell’esplosione.
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