Gordon Dickson - Soldato, non chiedere!

Здесь есть возможность читать онлайн «Gordon Dickson - Soldato, non chiedere!» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1994, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Soldato, non chiedere!: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Soldato, non chiedere!»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Soldato, non chiedere! — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Soldato, non chiedere!», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Avevo il triste presentimento del soldato condannato a morte per negligenza. Poi, in un messaggio, lessi che il corpo di Jamethon sarebbe stato rimandato ad Armonia per la sepoltura e mi resi conto che era la notizia che aspettavo. Gli onori immeritati, resi da fanatici a un fanatico che, con quattro scagnozzi, aveva cercato di assassinare il Comandante nemico, solo e protetto da una tregua. Si poteva ancora scrivere qualcosa.

Mi feci la barba, mi lavai, mi vestii bene e andai dai miei superiori a chiedere di essere inviato ad Armonia per il servizio sulla sepoltura di Jamethon, sintesi e conclusione dei miei reportage di guerra.

Le congratulazioni, che il Direttore della rete mi aveva inviato a S. Maria, mi facevano tenere in grande considerazione e i miei capi se ne ricordarono. Fui autorizzato a partire.

Cinque giorni dopo ero ad Armonia, in una piccola città chiamata Ricordata da Dio. Gli edifici erano di cemento e plastica a bolle, anche se era chiaro che erano molto vecchi. Il suolo sottile e roccioso, intorno alla città, era stato arato, come i campi di S. Maria quando ero là, perché l’emisfero nord di Armonia stava entrando nella primavera. E pioveva mentre guidavo dallo spazioporto alla città, come a S. Maria, quel primo giorno. Ma i campi di quel pianeta non rivelavano la ricca terra nera di quelli di S. Maria. Uno spessore troppo sottile di terra bagnata creava un nero pallido, come il colore delle uniformi dei soldati Amici.

Arrivai alla chiesa mentre iniziava a riempirsi. Sotto al cielo scuro e piovoso, l’interno della chiesa era quasi completamente al buio, perché gli Amici non vogliono né finestre, né illuminazione artificiale nelle loro case di culto. Quasi non riuscivo a trovare la strada con la sola luce grigia dell’ingresso della porta, da dove entravano anche vento e pioggia. Dall’unica apertura del soffitto, filtrava un’annacquata luce solare sul corpo di Jamethon, posto su un tavolo a cavalietti. Un telo trasparente era stato messo per riparare il corpo dalla pioggia che, incanalata dall’apertura, gocciolava lungo la parete del fondo. Ma l’Anziano che celebrava il rito funebre e tutti i presenti dovevano rimanere esposti alle intemperie.

Mi misi in fila con le persone che si muovevano lentamente lungo la navata centrale, fino al corpo, per poi tornare indietro. Ai lati, le barriere che contenevano le persone durante i riti si perdevano nella triste oscurità, insieme alle travi del soffitto ripido e appuntito. Non c’era musica, solo il mormorio delle voci che pregavano ai due lati, nelle file di panche, formando una specie di ritmica nenia di tristezza. Come Jamethon, erano tutti scuri, di origine nord africana, e si perdevano nel buio dell’aria, si mescolavano alla tetra oscurità, scomparendo.

Avanzai e finalmente superai Jamethon. Era come me lo ricordavo. La morte non era riuscita a cambiarlo. Era sdraiato sulla schiena con le braccia lungo il corpo. Le labbra erano diritte e risolute come sempre. Unica differenza: aveva gli occhi chiusi.

Zoppicavo parecchio, a causa dell’umidità e, mentre mi allontanavo dalla salma, qualcuno mi toccò il gomito. Mi voltai di scatto. Non indossavo l’uniforme da corrispondente, ma abiti civili, per non attirare l’attenzione.

Rividi, di fianco a me, il volto della ragazzina che avevo osservato nella solidografia di Jamethon. Nella luce grigia di pioggia, il suo viso lineare sembrava appartenere a una vetrata da cattedrale, come si trovavano su Vecchia Terra.

— Lei è stato ferito — disse, a voce bassa. — Forse è uno dei mercenari che ha conosciuto Jamethon a Newton, prima che fosse mandato a S. Maria. I suoi genitori, che sono anche i miei, troverebbero conforto in Dio se la incontrassero.

Il vento stava spingendo la fredda pioggia, attraverso l’apertura nel soffitto, proprio su di me e una sensazione di gelo mi scosse interamente, ghiacciandomi fino alle ossa.

— No — risposi. — Non sono io; non lo conoscevo. — Mi voltai velocemente per allontanarmi, spingendo la gente verso la navata per farmi strada.

Dopo pochi metri, mi resi conto di ciò che stavo facendo e rallentai. La ragazza era già scomparsa fra la gente, nell’oscurità dietro di me. Procedetti più lentamente fino in fondo alla chiesa, dove c’era un piccolo spazio prima dell’inizio dei banchi. Osservavo la gente che entrava, senza sosta, tutti vestiti di nero, con le teste basse, pregando o parlando sottovoce.

Rimasi lì, leggermente indietro rispetto all’entrata, confuso, quasi tramortito, con il gelo nelle ossa e una tremenda spossatezza che mi portavo dietro dalla Terra.

Le voci ronzavano intorno a me e io mi stavo quasi addormentando. Non riuscivo a ricordare perché ero venuto.

Poi colsi la voce di una ragazza, in mezzo al gruppo, e questo mi riportò alla realtà.

— …ha negato, ma io sono sicura che è uno dei mercenari che erano con Jamethon a Newton. Zoppica, non può essere che un soldato ferito in battaglia.

Era la voce della sorella di Jamethon, che parlava con spiccato accento del luogo, molto più di quanto avesse fatto con me, uno straniero. Mi ripresi del tutto e la vidi di fronte all’ingresso, a pochi passi da me. Al suo fianco c’erano due persone anziane, che riconobbi come le altre figure della solidografia. Un’ondata di reale, raggelante orrore mi attraversò.

— No — quasi urlai. — Non lo conoscevo, non l’ho mai visto, non capisco di che cosa stiate parlando. — Mi voltai e mi precipitai fuori dalla chiesa, nella pioggia, dove potevo nascondermi.

Non feci altro che correre per una cinquantina di metri e, solo quando non sentii più passi dietro di me, mi fermai.

Ero solo, sotto un cielo ancora più cupo e una pioggia che si era improvvisamente intensificata. Una fitta cortina d’acqua, tamburellante e luccicante, oscurava ogni cosa intorno a me e non riuscivo neanche a vedere le auto parcheggiate di fronte. Ero però anche certo che dalla chiesa non potessero scorgermi. Sollevai il viso e lasciai che le gocce colpissero le guance e gli occhi chiusi.

— Così — disse una voce alle mie spalle — non lo conosceva.

Le parole mi trafissero, come una lama conficcata nel petto, e mi sentii come un lupo braccato che, ormai alle strette, si volta di scatto.

— Sì, lo conoscevo — dissi.

Mi ritrovai faccia a faccia con Padma, in una veste azzurra, apparentemente asciutta, nonostante la pioggia. Teneva le mani, quelle mani che non avevano mai imbracciato un’arma, congiunte, ma per il lupo che era in me lui era un cacciatore bene armato.

— Lei — dissi. — Che cosa fa qui?

— È stato calcolato che lei sarebbe stato qui — disse Padma, gentilmente. — Così, eccomi qua. Ma perché lei è qui, Tam? Fra questa gente, ci saranno senz’altro alcuni fanatici al corrente delle voci sulla sua responsabilità riguardo alla morte di Jamethon e la resa delle truppe Amiche.

— Voci — dissi. — Chi le ha messe in giro?

— Lei stesso — disse Padma — con il suo comportamento a S. Maria. — Mi fissava. — Non sapeva di rischiare la vita venendo qui, proprio in questo giorno?

Aprii la bocca per negare, ma mi resi conto di averlo sempre saputo.

— Che cosa succederebbe se qualcuno li informasse che Tam Olyn, il reporter della campagna di S. Maria, è qui, in incognito? — aggiunse.

Lo guardai con gli occhi feroci del lupo.

— Se lo facesse, potrebbe poi far quadrare tutto con i suoi principi Esotici.

— Noi non siamo capiti — rispose Padma, calmo. — Ingaggiamo soldati per combattere al nostro posto non per qualche motivo morale, ma perché, se ci lasciamo coinvolgere, perdiamo la nostra prospettiva emozionale.

Non sentivo più paura, solo una specie di dura insensibilità.

— Li chiami, allora — dissi.

I suoi strani occhi nocciola mi guardarono attraverso la pioggia.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Soldato, non chiedere!»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Soldato, non chiedere!» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Gordon Dickson - Time Storm
Gordon Dickson
Gordon Dickson - The Human Edge
Gordon Dickson
Gordon Dickson - The Right to Arm Bears
Gordon Dickson
Gordon Dickson - Il pellegrino
Gordon Dickson
Gordon Dickson - Wolf and Iron
Gordon Dickson
Dickson Gordon - Wolf and Iron
Dickson Gordon
Gordon Dickson - Wolfling
Gordon Dickson
Gordon Dickson - Hour of the Horde
Gordon Dickson
Gordon Dickson - Dorsai!
Gordon Dickson
Отзывы о книге «Soldato, non chiedere!»

Обсуждение, отзывы о книге «Soldato, non chiedere!» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x