Bob Shaw - Un milione di domani

Здесь есть возможность читать онлайн «Bob Shaw - Un milione di domani» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1981, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Un milione di domani: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Un milione di domani»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Nel 22esimo secolo, la scienza ha vinto il problema dell’invecchiamento. Basta un’iniezione, e si diventa quasi immortali. Ma un simile miracolo ha un prezzo piuttosto alto per la popolazione maschile: fa diventare impotenti. E prima di entrare nella categoria dei “disattivati”, dei “freddi”, gli uomini ci pensano settanta volte sette, in genere preferiscono aspettare fino all’ultimissimo momento. Finché a Will Carewe, impiegato presso il grande complesso chimico che produce la droga dell’immortalità, si offre un’occasione unica: quella di fare da cavia per un nuovo, rivoluzionario prodotto che non ha nesun effetto collaterale, nessuna conseguenza sul piano sessuale. Chi direbbe di no? Solo che la vita di una cavia si rivela presto molto pericolosa, le conseguenze dell’esperimento possono essere ben più inaspettate e misteriose e tutto può finire con un “raffreddamento” definitivo, sottoterra…

Un milione di domani — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Un milione di domani», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

— Chilometro tredici, mi sembra.

— Chilometro dodici della radiale tre — sibilò Spinetti. — Volete venire a misurare i chilometri di persona?

— Che non succedano mai più incidenti simili — disse Carewe, e chiuse la comunicazione. Sperava di non aver sconvolto troppo la digestione di Spinetti.

Prese lo zaino, sali sulla pallottola e partì verso nord.

Un sole parzialmente occultato dalle nuvole stava calando all’orizzonte quando Carewe arrivò a Drumheller. Contando i chilometri, si allontanò dal centro sulla radiale tre. Adesso che era giunto il momento, la prospettiva di dare l’assalto a un laboratorio presumibilmente pieno di guardie era più spaventosa di quanto non avesse immaginato. La certezza di aver scoperto dove si trovasse Athene cominciava già a svanire, ed era quasi scomparsa quando lui fermò la pallottola sulla strada. Si era lasciato alle spalle le luci tenui della città da diversi minuti. Lungo il chilometro dodici si trovavano soltanto due edifici, che sullo sfondo dell’erba onnipresente sembravano finti, messi lì per una ripresa cinematografica. Uno era senz’altro un magazzino, e l’altro una struttura lunga, a più piani, appollaiata in cima a una collina. Un sentiero in terra battuta congiungeva la strada al cancello che si apriva nella parete di metallo che circondava l’edificio, Carewe cercò con gli occhi segni di attività, ma il laboratorio, tinto di rosso dal sole al tramonto, sembrava abbandonato da secoli, quasi a testimoniare l’antica presenza di una civiltà scomparsa.

Procedette ancora un po’ lungo la strada, fino a trovarsi al di fuori della visuale di un eventuale osservatore sulla collina, e spense il motore della pallottola. Ignorando le occhiate curiose che gli lanciavano i passeggeri dei veicoli in transito, restò seduto tranquillamente, inattesa che il cielo si oscurasse, che svanisse il rosa corallo delle scie di condensazione. Quando s’incamminò su per la collina, l’aria era fresca e tirava una brezza leggera. Giunto più vicino al laboratorio si sentì rassicurato scoprendo che usciva luce dalle finestre ai piani superiori; però si accorse anche che il percorso offriva una copertura scarsissima. Poteva solo sperare che Barenboim non avesse preso la precauzione di disporre sensori di calore o analizzatori agli infrarossi.

La sensazione di essere completamente esposto durò finché non giunse sotto il muro perimetrale, alto più di tre metri. Studiandolo da vicino, scoprì che si trattava di una lega metallica assolutamente liscia, che non offriva il minimo appiglio. Carewe provò a fare un salto, per assicurarsi che non gli fosse possibile raggiungere la cima con le dita, poi s’incamminò lungo la base del muro, girò attorno all’edificio e finalmente raggiunse il cancello. Il muro era liscio, impossibile da scalare per tutta la sua estensione, e il cancello, ovviamente chiuso, appariva altrettanto scoraggiante. Disperato, lasciò vagare lo sguardo sull’erba, illuminata a tratti dalle luci che uscivano dalle finestre. Will Carewe, guastatore dilettante, si era fermato davanti al primo semplicissimo ostacolo, una parete composta di fogli metallici che con ogni probabilità sarebbe riuscito a bucare con un comune apriscatole…

Spinto dall’ispirazione, tolse l’accetta dallo zaino e raggiunse il lato del muro più lontano dalla strada. Poi sferrò un colpo vicino all’angolo, e l’accetta penetrò nel metallo grigio, facendo pochissimo rumore. Aspettò cinque minuti, ma dall’interno non giunsero segni di vita: allora si rimise all’opera, cercando di calibrare i colpi. In pochi minuti aveva ritagliato nel metallo una V capovolta, alta un metro, che riuscì a piegare fino a terra. Dietro c’era una cavità grande abbastanza da contenere i pali di sostegno, e più avanti un altro foglio di metallo. Il foglio interno gli procurò maggiori difficoltà, perché non aveva molto spazio per muoversi; ma procedendo con calma, concedendosi soste frequenti, riuscì a ritagliare un’ altra apertura. Spinse in avanti di qualche centimetro la punta di metallo e guardò. Aveva davanti una spianata di cemento,poco illuminata, chiusa a un lato da una parete del laboratorio. A quanto sembrava, nessuno si era accorto di lui.

S’infilò il coltello alla cintura, e attraversò il muro tenendo in mano l’accetta. Il metallo che aveva ritagliato ritornò a posto da solo, rendendo meno visibili le tracce del suo passaggio. Carewe lo stava sistemando per bene, quando un fascio di luce improvvisa proiettò ombre sul muro. Si voltò di scatto sollevando l’accetta, e intravvide i fanali di un’auto che doveva essere entrata dal cancello. La luce forte dei fari, riflessa e incanalata nel poco spazio tra il laboratorio e il muro esterno, sembrava riempire l’intero universo. Impossibile che l’autista non l’avesse visto, eppure il veicolo proseguì la corsa, sparendo dietro l’angolo più lontano del laboratorio.

Voleva dire che non si erano accorti di lui? Oppure che l’autista possedeva riflessi tanto pronti da fingere di non averlo visto? Carewe infilò l’accetta nella calzamaglia, all’altezza della vita, e corse alla parete più vicina dell’edificio. Si attaccò a una grondaia e si arrampicò, usando doti istintive potenziate dalla paura. Il tetto del laboratorio era piatto e sporgente, Mentre Carewe si tirava su, l’accetta si sfilò dalla calzamaglia e cadde a terra, rimbombando forte sul cemento. Carewe si appiattì sul tetto; poi si accorse che il tetto era a terrazze, che aveva raggiunto quella più bassa, e che le finestre del primo piano del laboratorio si affacciavano lì. Corse ad acquattarsi in un angolo, tenendo la testa appena al di sotto dei davanzali delle finestre. Trascorsero cinque, dieci minuti, prima che lui ammettesse che non avevano ancora scoperto la sua presenza. Sentì tornare l’ottimismo che lo aveva spinto a lanciarsi nell’impresa, e si guardò attorno.

Da dove si trovava, poteva vedere la distesa d’erba oltre il muro di recinzione: una prateria grigia che svaniva verso nord, immersa nella quiete più totale. Da quel lato, nessun pericolo. Della fila di finestre sopra la sua testa, una sola era illuminata. Strisciò fino ad arrivarvi sotto, si alzò in piedi con cautela e diede un’occhiata all’interno. La stanza era piccola. Conteneva soltanto una sedia e una brandirla su cui era sdraiata una donna. Teneva la schiena voltata alla finestra, ma Carewe riconobbe immediatamente la curva languida dell’anca: con gli occhi, col cervello, con ogni molecola del suo corpo.

Athene!

Bussò istintivamente sul vetro, e subito ne fu terrorizzato. Poteva esserci qualcun altro in un angolo della stanza che lui non riusciva a vedere. Athene sollevò leggermente la testa, tornò immobile. Carewe aspettò per qualche terribile secondo, poi bussò di nuovo e restò a osservare la reazione di Athene. Lei sollevò la testa, si sedette, e si voltò verso di lui. Sbarrò gli occhi per la sorpresa, poi corse alla finestra, premendo le dita contro il vetro. Le sue labbra si mossero in silenzio. Carewe esultò: una volta che Athene fosse uscita dalla stanza, potevano attraversare il muro di recinzione e sbucare all’aperto in pochi secondi.

Tirò fuori il coltello e picchiò sul vetro col manico. Il rumore del colpo fu fortissimo, l’impatto gli fece tremare il polso, ma il vetro non si ruppe. Ritentò, e questa volta il coltello per poco non gli sfuggì dalle dita intorpidite. Athene si coprì la bocca con una mano che tremava, e i suoi occhi corsero alla porta della stanza. Sconcertato dalla resistenza del vetro, Carewe mise via il coltello e cercò automaticamente l’accetta; poi si ricordò che era caduta a terra. Fece un cenno vago ad Athene, corse all’orlo del tetto e sporse le gambe in fuori. I suoi piedi non riuscirono a trovare la grondaia, ma non c’era tempo per precauzioni eccessive. Si lanciò nel vuoto, cercando di non perdere l’equilibrio. Atterrò in piedi e si mise subito a cercare l’accetta. La grondaia che aveva scalato si trovava a meno di un metro da lui, ma dell’accetta non c’era traccia. Imprecando, allargò il raggio di ricerca.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Un milione di domani»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Un milione di domani» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Un milione di domani»

Обсуждение, отзывы о книге «Un milione di domani» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x