— Gesù Cristo — disse Carewe, amareggiato. — Adesso capisco perché Barenboim mi ha consigliato di non rivolgermi alla polizia.
McKelvey scrollò le spalle. — Prima dobbiamo trovare i resti di Gwynne.
Così saremo sicuri che esiste un cadavere, e se rimane qualcosa del laser avremo anche una prova dei suoi intenti omicidi.
— Quanto ci vorrà?
— Da quello che mi dicono sull’entità dell’incendio, un giorno o due.
— Un giorno o due! E mia moglie?
McKelvey si protese verso il terminale del computer. — Cercate di vedere la faccenda dal mio punto di vista. L’unica prova che potete fornirmi che sia stata rapita è una frase di sua nonna, secondo la quale avrebbe ricevuto una falsa telefonata a nome vostro. Metterò un rintracciatore alle calcagna di vostra moglie. Se non otterremo risultati entro, diciamo, domani sera, avremo una base concreta su cui agire.
— Non posso aspettare tanto. Domani sera potrei essere morto — disse Carewe, calmo. — Oppure non credete che qualcuno stia tentando di uccidermi?
McKelvey provò, inutilmente, a recitare la parte dell’uomo paziente. — Signor Carewe, personalmente accetto l’idea che qualcuno voglia uccidervi, ma come prefetto di polizia posso agire solo in base a prove concrete. Volete lasciarmi la possibilità di trovarne qualcuna, per favore? — Accese il terminale e chiese i dossier di Gwynne, di Barenboim e della Farma. Dopo di che, si avvicinò a un distributore di bevande e tornò con due tazze fumanti di caffetè.
— Grazie — disse Carewe; malo modo, e si mise a sorseggiare.
McKelvey sorrise con aria complice. — Intanto che aspettiamo… Questo biostatico funziona sul serio? Voglio dire…
— Lo so cosa volete dire. Funziona ancora perfettamente, ma non ho la minima intenzione di fornirvene la prova.
— Non è necessario. — McKelvey rise, nervoso. — Sapete, l’anno scorso a momenti mi facevo disattivare. Pensate un po’… — Il terminale del computer squillò, buttando fuori una scheda. McKelvey la inserì in un visore. — Questo è il nostro dossier sulla Farma. — Lo studiò per un attimo, regolando i comandi, e la sua faccia si piegò poco per volta in una smorfia.
— Qualcosa che non va? — chiese Carewe.
— Non lo so. Voi non mi avete detto che l’azienda per cui lavorate è a corto di fondi.
— Impossibile. Sono un contabile. Sarei il primo a saperlo.
— È tutto scritto qui — ribatté McKelvey, ostinato. — Secondo le nostre informazioni, i profitti della Farma sono in continua diminuzione da tre anni, quest’anno le proiezioni statistiche prevedono un deficit di più di otto milioni di neodollari.
— Avete interpretato male le cifre — gli assicurò Carewe. — Passatemi il visore.
Il prefetto era perplesso. — Si tratta di informazioni confidenziali, riservate alla polizia… Però venendo qui voi mi avete fatto un favore personale. — Fissò un attimo Carewe poi gli passò l’apparecchio. Carewe lo avvicinò agli occhi. Quando capi che l’altro non aveva commesso errori, si sentì invadere da una sensazione d’irrealtà.
Il livello molecolare della scheda che stava leggendo gli offriva un’analisi concisa della situazione finanziaria della Parma, reparto per reparto. Il reparto di Carewe, cioè quello della biopoiesi, e un altro, sembravano in grado di cavarsela anche quell’anno, per quanto a stento, ma gli altri reparti stavano precipitando verso la catastrofe. Carewe stava scorrendo le colonne dei debiti, cercando di farsi un quadro generale della situazione, quando una voce attirò la sua attenzione. “ Investimento di capitali, spese generali e deprezzamento degli impianti per il laboratorio di Drumheller: N$ 1.650.000.” Controllando, trovò alla stessa voce un investimento di capitali inferiore per l’anno precedente, ma non c’era assolutamente niente se si risaliva indietro di un altro anno. Nella colonna dei crediti non si trovava menzione del laboratorio di Drumheller. Carewe mosse i comandi, per penetrare più a fondo nei segreti nascosti fra le molecole della scheda, ma McKelvey gli strappò di mano il visore.
— Basta così. Cosa stavate cercando?
— Niente. E che queste cifre mi affascinano. — Decise di tenere per sé l’informazione che Barenboim aveva investito più di due milioni di neodollari in un laboratorio che, apparentemente, non aveva guadagnato nemmeno un centesimo a giustificazione della propria esistenza. Era una cosa già abbastanza significativa, date le circostanze, ma il punto più importante era che l’esistenza di quel laboratorio era stata tenuta segreta anche ai dipendenti della Farma più informati. Carewe provò la certezza esultante di sapere dove erano state condotte le ricerche e gli esperimenti sull’E.80.
E questo significava che sapeva anche dove trovare Athene.
Era l’alba quando Carewe lasciò il commissariato di polizia. Obbedendo alle istruzioni di McKelvey, prese una pallottola pubblica per Three Springs, poi andò a fare spese. Sicuro che il prefetto lo avesse messo sotto il controllo di un rintracciatore elettronico, usò il creditodisco per comperare cibo. Non appena ebbe convinto McKelvey di essere tornato alla sua vita di tutti i giorni, si, lanciò nella parte seria degli acquisti, la parte per cui era necessario usare denaro in contanti.
Nel Nordamerica, le armi da fuoco non erano in vendita al pubblico da più di un secolo, perché la società bastarda non aveva bisogno di armi da fuoco, ma Carewe non intendeva certo affrontare Barenboim nella roccaforte del laboratorio senza l’ausilio di qualche arma. Passeggiò senza meta per un po’, e alla fine scoprì un negozio di articoli per camping. Comperò un coltello a scatto, un’accetta molto leggera e uno zaino, poi prese un taxi e tornò a casa. Pagò di nuovo col creditodisco, per non insospettire McKelvey.
La bolla era esattamente come l’aveva lasciata, invasa da un silenzio deprimente. Non c’ era nessun messaggio registrato ad attenderlo. Fece una colazione leggera, poi infilò coltello e accetta nello zaino. Ripensandoci, aggiunse qualche stecca di cioccolato e il binocolo. Era metà mattina, e Drumheller si trovava ad appena due ore di pallottola in direzione nord, oltre quello che un tempo era il confine canadese. Aveva tutto il tempo di soddisfare il bisogno di sonno. Si sdraiò su un divano, si costrinse a rilassarsi, chiedendosi se non fosse troppo ottimistica la speranza di addormentarsi quando il suo cervello era pieno di…
A svegliarlo fu il sole del pomeriggio che gli batteva in faccia. Scosso da leggeri brividi, raggiunse il comunicatore e chiese il numero dell’ufficio servizi civici di Drumheller. Dopo di che, chiamò il supervisore dell’ufficio sviluppo industriale. Dopo qualche secondo, si materializzò la faccia di un attivo giovane e grassoccio.
— Sono Will Carewe, supervisore ai costi della Farma Corporation — disse, secco. — Voi chi siete, prego?
— Spinetti. — Il giovane parve irritato dal tono di Carewe.
— Be’, ho brutte notizie per voi, signor Spinetti. Una delle macchine che voi dovreste supervisionare ci ha inviato una stima assolutamente ridicola del valore della nostra proprietà di Drumheller. Il mio principale comincia a perdere la pazienza per faccende del genere, e mi ha ordinato di…
— Un attimo — lo interruppe Spinetti, rabbuiandosi. — Perché non chiarite le cose prima di aggredirmi? Conosco perfettamente i programmi delle mie macchine, e so che la Farma non ha nessuna proprietà in questa zona.
— Devo proprio entrare nei particolari? — Carewe sospirò, fingendosi irritato. — Il mio principale è il signor Hy Barenboim. Questo non vi dice niente?
— Oh! — Gli occhi di Spinetti espressero preoccupazione. — Il laboratorio chimico al chilometro dodici.
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