Blake Pierce - Non resta che nascondersi

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“Quando pensi che la vita non potrebbe andare meglio di così, Blake Pierce arriva con un altro capolavoro del thriller e del mistero! Questo libro è pieno di svolte e il finale porta una sorprendente rivelazione. Lo raccomando fortemente per la biblioteca permanente di ogni lettore che ami i thriller davvero ben scritti.”. –Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (riguardo a Il Killer della Rosa) . NON RESTA CHE NASCONDERSI è il libro #3 di una nuova serie thriller sull’FBI realizzata dall’autore statunitense campione d’incassi Blake Pierce, il cui bestseller numero #1 Il Killer della Rosa (Libro #1) (scaricabile gratuitamente) ha ricevuto oltre 1.000 recensioni da cinque stelle. . Una coppia italiana in vacanza in Germania viene ritrovava brutalmente assassinata e il caso genera un grido di protesta internazionale. L’agente speciale dell’FBI Adele Sharp è l’unica a possedere un’esperienza internazionale tale da permetterle di valicare il confine e catturare l’assassino. Si troverà quindi a lavorare fianco a fianco con il padre da tanto lontano, che sa molto più di lei riguardo all’omicidio irrisolto di sua madre. . Sebbene ancora scossa dai recenti eventi di Parigi, Adele deve imbarcarsi di nuovo in una selvaggia caccia attraverso la Germania, svelando bugie e inganni dietro a ogni angolo. Adele e suo padre potranno sanare la divisione tra loro?. E potrà lei rintracciare il killer prima che la tragedia colpisca di nuovo?. Una serie thriller piena zeppa di azione con intrighi internazionali e suspense che tiene incollati alle pagine, NON RESTA CHE NASCONDERSI vi costringerà a leggere fino a notte inoltrata. . Il quarto #4 libro della serie di THRILLER DI ADELE SHARP sarà presto disponibile..

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Robert sorrise e le diede un colpetto sulla spalla, guardandola fisso negli occhi con la sua espressione accomodante. “Sì, sì,” disse, “molto impressionante. Le auguro il meglio nel suo duro lavoro. Quindici anni sono un impegno eccellente. Spero che ricompensino come si deve la sua lealtà.”

Maria esitò e arricciò il naso. Ma poi tossì e si lisciò la divisa con la mano libera. “Non ho di che lamentarmi. La coppia svizzera, però… è per questo che siete qui, vero?”

Robert annuì, gli occhi fissi su Maria come se non ci fosse nessun altro nella stanza. Ogni suo cenno del capo o sorriso, ogni singolo gesto rispondevano alle parole o alla postura di Maria, specchiando l’entusiasmo della donna, o il suo interesse, la curiosità, tutto in rapida sincronia. Per John era come assistere a una partita a scacchi fatta di linguaggio corporeo, con l’assistente al direttore che non si rendeva neanche conto di esserne parte.

Ma John sapeva, nonostante il poco tempo passato con Robert, che l’anziano investigatore non era un manipolatore. Sapeva come reagire, come rispondere, ma parlava anche sempre sul serio: aveva una fastidiosa dedizione nel dimostrare cura per tutti coloro con cui interagiva.

“Pezzi grossi del petrolio,” stava dicendo Maria sottovoce. “Però,” continuò accigliandosi, “non so se avrei dovuto dirlo.”

“No… non si preoccupi. Sta parlando onestamente. Si capisce che lei è una persona onesta, oui ,” disse Robert, annuendo. “Lo si legge negli occhi, sì. E la loro stanza? Dove stavano?”

Maria si schiarì la gola. “Avevano il loro chalet in prenotazione permanente. Da quindici anni ormai, forse di più. La squadra di ricerca e salvataggio li ha cercati, ma non ha trovato nulla.”

“E quando sono arrivati il signore e la signora Hanes in questo adorabile complesso che lei dirige meravigliosamente bene?”

Maria aggrottò la fronte pensierosa, ma poi annuì di nuovo. “Ricordo tutti i nostri clienti. Fanno parte della famiglia. Il signore e la signora Hanes sono arrivati prima della prima nevicata. Sono scomparsi quattro giorni fa.”

John prese la parola per la prima volta, e la sua presenza, seguita da uno sbuffo, parve spezzare una specie di incantesimo. Sia Robert che Maria si voltarono a guardarlo, socchiudendo leggermente gli occhi. “ Prima della nevicata,” disse. “Significa che i corpi potrebbero essere coperti dalla neve.”

Gli occhi di Robert si dilatarono quasi impercettibilmente in segno di allarme. Maria sussultò guardando John, pallida in volto. “I corpi?” disse. “Lei pensa che siano… che siano…” Deglutì.

“Morti?” offrì John in aiuto. “Probabile. Sono spariti da un pezzo.” Guardò verso Robert, che si era passato una mano sul viso e si stava massaggiando l’attaccatura del naso tra gli occhi, come se gli fosse venuto un improvviso mal di testa.

“Può anche benissimo darsi che stiano bene,” si premurò ad aggiungere l’anziano investigatore, dando un colpetto sul braccio a Maria. Poi abbassò la mano e si voltò verso il collega.

John sbuffò. “Probabilmente no. Probabilmente sono morti. Però dovremmo andare a dare un’occhiata. Presto.”

“Posso… posso dirvi qual è la pista che percorrevano di solito,” disse Maria, sforzandosi chiaramente di trattenere un singhiozzo. “Come ho detto, erano come parte della famiglia per noi tutti qui.”

John scrollò le spalle. “Probabilmente sono stati attirati in un posto appartato. Chiunque li abbia presi, di certo non voleva che si trovassero su terreno per loro noto al momento di colpire. Cosa c’è?” chiese a Robert, che ora lo stava guardando in cagnesco.

Con tono preciso e rassegnato, Robert gli rispose: “Non sappiamo per certo se sono morti. Né conosciamo il contesto della loro disgraziata scomparsa. Tutte queste sono solo delle congetture.”

John lo fissò. “Congetture? Non so cosa significhi questa parola.”

Robert sospirò e sorrise un’ultima volta a Maria, prima di congedarsi e spostarsi poi verso l’ascensore. Mentre si avvicinavano alle valigie di Robert e all’inserviente che li stava aspettando, l’anziano investigatore mormorò sottovoce: “Non hai una giacca? Qualcosa che non siano quelle felpe unte e sporche?”

John tenne gli occhi dritti davanti a sé. “Non tutti impacchettano tre armadi per un paio di giorni in mezzo alla neve.”

“Oh? In un posto come questo, amico mio, potrebbe venirti voglia di stare più attento all’aspetto. Conta più del carattere tra questi corridoi.”

John si fermò e si voltò verso Robert, fissandolo dritto in viso. “Sono consapevole dell’aspetto che mostro,” disse sommessamente. “Non tutte le api si prendono con il miele, ok?” Poi si girò di nuovo e andò a grandi passi verso l’ascensore.

Dovevano disfare i bagagli, prendere la loro stanza e poi andare alla ricerca del signore e della signora Hanes. La squadra di ricerca e salvataggio stava trattando la faccenda come un caso di scomparsa, come se i due fossero andati a camminare e fossero caduti in un precipizio. Ma John ne sapeva più di loro. C’era un assassino allo sbaraglio, e per trovare la coppia svizzera, doveva pensare alla cosa come se si trattasse di un omicidio.

CAPITOLO OTTO

Adele sentì bussare alla porta. Sollevò un dito, poi si rese conto che la persona dall’altra parte della soglia non poteva vederla. “Un momento,” esclamò.

Ritornò al suo computer e gli occhi passarono poi all’agente Marshall che stava seduta dall’altra parte del tavolo di legno rotondo. Adele inspirò profondamente, raccogliendo i pensieri. “Quindi mi stai dicendo che i Beneveti si occupavano intensamente di attività collegate all’estrazione del petrolio,” disse.

L’agente Marshall annuì e i suoi capelli corti brillarono alla luce che filtrava dalla finestra e le disegnava una strana figura sulla testa, come una sorta di macchia sulla sua fronte.

“Cosa ci facevano questi due quassù? Pensi fossero coinvolti nell’apertura del nuovo resort?”

L’agente Marshall scosse la testa. “Non lo so. Questa informazione è protetta. Anche per noi. Dove ci sono in ballo i soldi, entra in gioco anche il potere.”

Qualcuno bussò ancora alla porta, educatamente ma questa volta un po’ più forte.

“Quasi finito,” disse Adele. Riportò l’attenzione sull’agente tedesca. “Pezzo grosso italiano dell’industria del petrolio sparisce nelle Alpi. Ecco un titolo per te.”

L’agente Marshall le sorrise educatamente, le braccia incrociate davanti a sé. Ma trattenne la lingua. Adele la scrutò, cercando di decifrare la sua espressione. La Marshall era qui per aiutarla nel caso, o doveva solo evitare che Adele si immischiasse troppo?

Prima che la persona alla porta potesse bussare una terza volta, Adele chiamò: “Avanti, prego.”

La serratura emise un click e la porta si aprì leggermente. Un uomo con un’uniforme da inserviente si fermò a disagio sulla soglia.

“Salve?” disse Adele con tono curioso.

“Sì,” disse l’uomo con voce esitante. Fece un passo strascicato entrando nella stanza, ma poi parve ripensarci e si ritirò con la medesima rapidità. Rimase ad aspettare incerto sulla soglia, spostando lo sguardo da Adele all’agente Marshall.

Adele voltò il proprio sguardo interrogativo verso la giovane collega. La Marshall però si alzò in piedi e fece segno all’uomo. “Grazie per essere venuto, Otto.” La Marshall lanciò poi un’occhiata ad Adele. “Avevi detto che volevi parlare con alcuni dei dipendenti riguardo ai Beneveti.”

Adele inarcò le sopracciglia, indicando che aveva capito.

“Questo è Otto Klein,” disse la Marshall. “Lavora al resort da quasi cinque anni. Interagiva spesso con il signore e la signora Beneveti.”

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