«Anche se negli ultimi anni non è stata molto a casa.»
«Quasi per niente» disse Mason. «Non saprei dire se è un bene o un male.»
L’hai appena detto, Mason , pensò King. «A quanto ci risulta, Savannah quella sera era in casa. Mi stupisce che alla notizia della morte del padre non sia corsa in ospedale con Remmy.»
«Non so se era in casa o meno. Se c’era, io non l’ho vista.»
«Posso parlarti francamente, Mason?» disse King.
Il maggiordomo si voltò verso di lui, con un’aria un po’ sorpresa. «Immagino di sì.»
«La morte di Bobby potrebbe non essere collegata agli altri omicidi.»
«Ho capito» disse Mason lentamente.
«Perciò se è stato ucciso da qualcun altro, dobbiamo cominciare a cercare eventuali moventi.»
Mason non proferì parola per alcuni secondi. «Intende dire un membro della famiglia ?»
«Non necessariamente, ma l’ipotesi non può essere scartata.» King fissò intensamente negli occhi l’uomo. «Sei da tanto tempo al loro servizio. È facile capire che sei molto di più di un domestico.»
«Sono sempre stato al loro servizio sia nel bene che nel male» sentenziò Mason.
«Parlaci del male» lo incalzò King.
«Senta, se sta cercando di farmi dire qualcosa che possa nuocere a Mrs Battle…»
King lo interruppe. «Sto solo cercando di scoprire la verità, Mason.»
«La signora non avrebbe mai fatto una cosa simile!» dichiarò lui bruscamente. «Amava Mr Battle.»
«Però non portava la fede nuziale.»
Mason trasalì, ma si riprese quasi subito e disse: «Credo che avesse bisogno di essere riparata. La signora non voleva rischiare di danneggiarla ulteriormente. A parte questo non ci vedo nulla di strano».
Risposta pronta , pensò King. «Non ti viene in mente nient’altro?»
Mason rifletté un momento, ma poi scosse il capo. «Non saprei proprio cosa dire» dichiarò. Poi si affrettò ad aggiungere: «Cioè, non so niente a questo proposito».
È la prima risposta che conta o la seconda? si domandò King. Poi levò di tasca uno dei suoi biglietti da visita. «Se ti venisse in mente qualcosa chiamaci» disse. E aggiunse: «Siamo molto più simpatici dell’FBI».
Mentre Mason li accompagnava alla porta, King si fermò davanti a uno scaffale con una sfilza di fotografie. Una in particolare aveva attratto la sua attenzione. La indicò a Mason.
«È Bobby Jr, il gemello di Eddie. All’epoca di questa foto aveva circa quattordici anni. Era nato qualche minuto prima di Eddie: è per questo che aveva ereditato il nome del papà.»
«Lei non può essere al servizio dei Battle da così tanto tempo» osservò Michelle.
«No, infatti. Avevano acquistato questa tenuta e stavano ampliando la villa, avevano i ragazzi e serviva aiuto. Io risposi all’annuncio e da allora sono al loro servizio. Altri domestici e dipendenti vanno e vengono, ma io sono sempre stato qui.» La voce gli si affievolì. Si riscosse in fretta e si accorse che King e Michelle lo fissavano. «Mi hanno sempre trattato veramente bene. Potrei andare in pensione se volessi.»
«Ha in programma di farlo?» domandò Michelle.
«In questo momento non potrei proprio abbandonare Mrs Battle, lo capite?»
«Sono sicuro che la tua presenza qui significa molto per lei» disse King.
Michelle osservò i tratti innaturali del ragazzo ritratto nella foto. «Che cosa c’era che non andava in Bobby Jr?»
«Era ritardato mentalmente in forma grave. Stava molto male quando fui assunto al loro servizio. Poi si ammalò di tumore e morì poche settimane dopo il suo diciottesimo compleanno.»
«Era il gemello di Eddie, ma Eddie è normalissimo» rilevò King. «Non è strano?»
«Be’, è andata così. Erano molto attaccati l’uno all’altro.»
«Come si comportava Eddie con suo fratello?»
«Gli faceva ogni genere di piacere. Non avrebbe potuto essere più gentile. Penso che Eddie si rendesse conto che non era toccato a lui solo per grazia divina.»
«E Bobby Sr?»
«In quel periodo Mr Battle era molto occupato con il lavoro ed era quasi sempre in viaggio. Non era a casa neppure quando Bobby Jr morì.» Mason si affrettò ad aggiungere: «Però non dubito che amasse il figlio».
«Per Remmy deve essere stato un trauma quando Eddie è stato rapito.»
«Non fosse stato per l’agente Bailey avrebbe potuto perdere entrambi i figli.»
«È una fortuna che Bailey sia di nuovo al lavoro su questo caso» osservò King.
Lasciarono la casa, ma quando Michelle si avviò verso la loro macchina, King la prese per un braccio. «È una splendida giornata» disse, rivolgendole un’occhiata significativa. «Mi va di fare quattro passi.»
«Dove?»
«Vedrai.» King tirò fuori di tasca il tovagliolo che aveva usato per pulire la piccola macchia di caffè e lo annusò. Poi sorrise, soddisfatto dell’esito.
«Cosa c’è?» domandò Michelle.
«Non che sia sorpreso, ma a Remmy piace correggere il caffè con un goccio di bourbon.»
Il luogo che aveva in mente King si trovava nella parte posteriore della tenuta. A piedi, raggiunsero il punto da cui si vedeva la finestra della camera di Remmy. King scrutò la dépendance dove abitava la servitù e poi osservò di nuovo la finestra della datrice di lavoro.
«Se qualcuno avesse guardato da quella parte…» disse vagamente.
Michelle osservò: «Mason ha decisamente una cotta per Remmy. Forse spera di diventare il nuovo padrone».
King si guardò intorno e notò la donna che si dirigeva verso le scuderie.
«Andiamo a parlare di cavalli.» Proprio mentre si voltava, un’immagine fugace a una delle finestre del secondo piano attirò la sua attenzione.
Era Savannah, che li teneva d’occhio. Tuttavia sparì talmente in fretta che per un istante King dubitò di averla vista veramente. Eppure era là solo un attimo prima. E l’espressione del suo viso era chiara: era terrorizzata.
Entrambi salutarono Sally Wainwright davanti alle scuderie. Il suo atteggiamento solitamente cordiale non era così evidente quella mattina.
«Oddio, sto pensando di andarmene» disse.
«Perché Battle è stata assassinato?» chiese King.
«E altre quattro persone» ribatté Sally guardandosi alle spalle come da un aggressore. «Quando sono arrivata, questa era una bella e tranquilla cittadina di provincia. Adesso probabilmente sarei più al sicuro in Medio Oriente.»
«Fossi in te non farei nulla di avventato» disse Michelle. «Probabilmente lo rimpiangeresti rutta la vita.»
«Voglio solo rimanere viva» replicò Sally.
King annuì. «Be’, allora forse ci puoi aiutare a trovare l’assassino prima che colpisca ancora.»
Sally restò scioccata. «Io! Ma se non so niente!»
«Potresti sapere qualcosa di importante, solo che lo ignori» disse King. «Per esempio, non ti viene in mente nessuno che potrebbe aver voluto fare del male a Bobby?»
Sally scosse il capo: troppo in fretta, secondo King.
«Dài, Sally, qualsiasi cosa tu dica resta fra di noi.»
«Non so niente, davvero, Sean.»
King provò a cambiare tattica. «Facciamo così: io ti suggerisco qualche possibilità, e tu mi avverti se ti fa scattare qualche molla, okay?»
Sally parve dubbiosa. «Ebbene?»
«Battle era un uomo ricco. Ci sono delle persone che traggono beneficio dalla sua morte, giusto?»
«Ma immagino che Mrs Battle si becchi quasi tutto. E Savannah ha i suoi fondi fiduciari. Non penso che le serva altro denaro.»
«Eddie?»
Sally lanciò un’occhiata in direzione della vecchia rimessa. «Non danno l’idea di essere così attaccati ai soldi. E so per certo che Dorothea Battle guadagna un sacco.»
«Come lo sai?» domandò Michelle.
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