Avevo dovuto tendere dei fili per riuscire a ricostruire gli angoli della traiettoria primaria, una tecnica sufficientemente antica da sembrare alchemica. Gli schemi erano sorprendentemente vividi: schizzi brillanti, feroci, letali sui muri, i mobili, il televisore, le salviette, i copriletto, le tende… uno spettacolo orrido e stupefacente di sangue volante. Persino a Miami viene da pensare che qualcuno dovrebbe avere sentito qualcosa. Due persone vengono smembrate vive in una costosa ed elegante stanza d’albergo e i vicini non fanno altro che alzare il volume della TV.
Potreste dire che il devoto, diligente Dexter si lasci prendere troppo dal suo lavoro, ma a me piace andare fino in fondo, mi piace sapere dove si nasconde il sangue. Le ragioni professionali sono ovvie, ma per me non sono importanti quanto quelle personali. Forse un giorno uno psichiatra del sistema penale di Stato mi aiuterà a scoprire con precisione il perché.
In ogni caso, i pezzi di cadavere erano molto freddi quando arrivammo sulla scena. E probabilmente non avremmo mai trovato il tipo che portava mocassini italiani numero 39 1/2. Destrorso, sovrappeso, con un rovescio micidiale.
Ma io avevo perseverato e avevo fatto un gran bel lavoro. Io non mi occupo di catturare i cattivi. Perché dovrei? No, il mio lavoro consiste nel ricavare ordine dal caos, nel costringere macchie di sangue disobbedienti a comportarsi come si deve, poi andarmene. Altri impiegheranno il mio lavoro per catturare i criminali. Per me va bene, ma in ogni caso non farebbe differenza.
Se mi dovesse capitare di commettere una disattenzione e farmi arrestare, diranno di me che sono un mostro sociopatico, un demone malsano e contorto che nulla ha di umano, e probabilmente mi manderanno a morire sulla Vecchia Sedia Elettrica, in un prepotente tripudio di scintille. Se dovessero mai arrestare il signor 39 1/2, diranno che è un uomo cattivo che è stato spinto a delinquere dalla società e che è stato troppo sfortunato per resistere, lo manderanno in galera per una decina d’anni e poi lo faranno uscire con una somma sufficiente per comprarsi abiti nuovi e una nuova motosega.
Ogni giorno, sul lavoro, capisco Harry sempre meglio.
Venerdì sera. La sera in cui si esce, a Miami. E, credeteci o no, la sera di un appuntamento per Dexter. Strano a dirsi, avevo trovato qualcuno. Come come? Dexter-defunto-dentro delizia dolci donzelle? Sesso tra gli Zombie? Che il mio desiderio di imitare la vita fosse giunto al livello di simulare l’orgasmo?
Tirate il fiato. Il sesso non c’entrava niente. Dopo anni di tentativi imbarazzanti, nella speranza di sembrare normale, avevo finalmente agganciato l’anima gemella.
Rita era ridotta male quasi quanto me. Sposatasi troppo giovane, aveva cercato con ogni mezzo di far funzionare il suo matrimonio per dieci anni e due bambini. Il suo affascinante coniuge aveva qualche problemino: prima l’alcool, poi l’eroina, udite udite, e infine il crack. Il bruto la picchiava. Spaccava i mobili, urlava, lanciava oggetti e minacce. Poi la stuprava, infettandola con qualche orrenda malattia contratta tra i suoi compagni di crack. Tutto questo con regolarità. Rita resistette, lavorò, lo trascinò due volte a disintossicarsi. Poi una sera lui se la prese coi bambini e Rita decise di darci un taglio.
La sua faccia era guarita, ormai. E per i medici di Miami braccia e costole rotte sono cose di tutti i giorni. Ora Rita era tornata a essere alquanto presentabile, una donna a misura di mostro. Il divorzio era definitivo, il bruto era sotto chiave. E allora? Ah, i misteri della mente umana. Per qualche strano motivo, la cara Rita aveva deciso di uscire di nuovo con qualcuno. Era ragionevolmente sicura che fosse la Cosa Giusta da fare, ma come risultato delle frequenti percosse subite per mano dell’Uomo Che Amava, il sesso era l’ultima cosa che le potesse interessare. Solo, forse, un po’ di compagnia maschile.
Aveva cercato la persona adatta: sensibile, gentile, disposto ad aspettare. Una ricerca piuttosto lunga, inevitabilmente. Cercava un uomo immaginario cui importasse di più parlare e vedere film che fare sesso, perché Per Quello Lei Non Era Pronta.
Ho detto immaginario? Be’, sì, gli uomini umani non sono fatti così. La maggior parte delle donne lo capiscono, dopo due figli e il primo divorzio. Ma la povera Rita si era sposata troppo giovane per imparare quella preziosa lezione. E, come effetto collaterale della convalescenza dal suo tremendo matrimonio, anziché rendersi conto che tutti gli uomini sono bestie, aveva idealizzato la bella figura romantica di un perfetto gentiluomo che avrebbe atteso a tempo indefinito che lei si aprisse lentamente, come un fiorellino.
Be’. Sul serio. Forse un uomo del genere esisteva nell’Inghilterra vittoriana, dove a ogni angolo c’era un bordello in cui sfogarsi tra una dichiarazione e l’altra di puro e intatto amore floreale. Ma, per quanto ne sapevo, uomini così non se ne trovavano nella Miami del Ventunesimo secolo.
Eppure erano cose che io ero in grado di imitare perfettamente. Ed era realmente ciò che volevo: non avevo il minimo interesse in una relazione sessuale. Avevo bisogno di mimetizzarmi e Rita faceva proprio al caso mio.
Ed era, come ho detto, molto presentabile. Minuta, vivace, sexy, snella, atletica, con capelli biondi corti e occhi azzurri. Era una fanatica del fitness e passava tutte le ore libere correndo o andando in bicicletta. Di fatto, sudare era la nostra attività preferita. Avevamo fatto un giro in bicicletta nelle Everglades, partecipato a corse da cinque chilometri e persino sollevato pesi insieme.
Ma la cosa migliore erano i due figli: Astor, una bambina di otto anni, e Cody, il fratellino di cinque, entrambi molto tranquilli. Non potevano essere altrimenti. I figli di genitori che cercano abitualmente di ammazzarsi a vicenda a colpi di mobilio tendono a essere appena un po’ introversi.
Vale per tutti i bambini che crescono in mezzo all’orrore. Ma possono esserne tirati fuori, prima o poi. Guardate me. Avevo sopportato ignoti e indicibili orrori da bambino, eppure eccomi qui, cittadino esemplare e pilastro della comunità.
Forse era questa una delle ragioni della mia simpatia verso Cody e Astor. I motivi più profondi erano per me incomprensibili: so che cosa sono e capisco molte cose di me stesso, ma uno dei pochi tratti che sinceramente mi sfuggono è il mio atteggiamento verso i bambini.
Mi piacciono.
Sono importanti per me. Contano.
Non lo capisco, sul serio. Per essere sincero, non mi farebbe né caldo né freddo se tutti gli esseri umani sparissero improvvisamente dall’universo, con la possibile eccezione di me stesso e, forse, Deborah. Tutti gli altri hanno per me meno valore dei mobili da giardino. Non ho, come dicono gli strizzacervelli, alcun senso della realtà degli altri. E non mi preoccupo di averne.
Ma i bambini… i bambini sono diversi.
Era un anno e mezzo che uscivo con Rita e in quel periodo avevo lentamente e deliberatamente conquistato la fiducia di Astor e Cody. Ero okay. Non avrei cercato di far loro del male. Mi ricordavo dei loro compleanni, delle pagelle, delle vacanze. Potevo entrare in casa loro senza pericolo. Di me si potevano fidare.
Assai ironico, ma vero, che fossi io l’unico uomo di cui si potessero fidare. Rita pensava che facesse parte del mio lungo corteggiamento: mostrarle che ero simpatico ai bambini e… chissà? Ma la verità era che mi importava più di loro che di lei. Forse era già troppo tardi, ma non volevo vederli crescere per diventare come me.
Quel venerdì sera fu Astor ad aprire la porta. Indossava una lunga T-shirt con la scritta RUG RATS che le arrivava sotto le ginocchia. I capelli rossi erano raccolti in due treccine e il suo visino era totalmente inespressivo. «Ciao, Dexter», mi accolse, con la sua voce troppo calma. Per lei, due parole erano già una lunga conversazione.
Читать дальше