Grazia Deledda - Amori moderni
Здесь есть возможность читать онлайн «Grazia Deledda - Amori moderni» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Amori moderni
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:5 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 100
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Amori moderni: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Amori moderni»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Amori moderni — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Amori moderni», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Grazia Deledda
AMORI MODERNI
Era agli ultimi di febbraio: una sera tiepida e dolce.
La signora e le figliuole del professor Rotta-Torelli, riunite intorno alla tavola ancora apparecchiata, nella saletta tranquilla la cui porta a vetri dava su un giardino incolto, discorrevano col giovane professore Antonio Azar.
A dire il vero, la signora, ancor giovane e bella, ma coi capelli bianchissimi, ascoltava in silenzio, stuzzicandosi i denti e guardando con due vivi occhi neri or l’uno or l’altro dei giovani, a misura che parlavano, senza aver l’aria di capire del tutto le loro discussioni. Ella era figlia d’un capitano piemontese, di quelli che «han fatto la patria», e che perciò forse non aveva avuto il tempo di curare l’istruzione della figlia, lasciandola crescere nella più completa ignoranza: ella non leggeva mai un libro, e non sapeva se i molti che leggevano le sue tre figliuole fossero buoni o cattivi.
In quel tempo in tutti i salotti d’Italia non si parlava che del romanzo Quo vadis?
– No, – diceva Maria la fidanzata di Antonio Azar, – io non ho letto e non leggerò Quo vadis? Sì, sì, appunto perché lo hanno letto e lo leggono tutti gli imbecilli, tutti gli impiegati, tutti i soldati del Regno di Italia…
Solo allora la signora intervenne.
– Rispetta l’esercito… – disse, senza smettere di stuzzicarsi i denti. – Ricordati che sei anche tu discendente di quei prodi che ci han dato una patria ed un re…
– Ma fatemi il piacere, mamma! Io venero il mio caro nonno, ma non so che farmene della patria e del re!
– Se ci fosse papà non parleresti così! – osservò la grassa dodicenne Anna, un fenomeno di bimba che aveva già letto più di trecento romanzi, compreso il Quo vadis?
Ma la sorella non badava a lei.
– … Gli italiani? Tante pecore gli italiani. Ecco che cosa siete! Ed ecco anche come si spiega il fenomeno di questo stupido Quo vadis?
– Gl’italiani? Ma tu che cosa sei? – chiese Anna dispettosa, agitando le mani piene d’anellini falsi.
– … No, – proseguiva Maria, rivolta ad Antonio, – io non leggerò mai un libro, che tutti leggono solo perché qualcuno ha detto che è bello. Ammetto anche che sia bello davvero, ma io non lo leggo appunto perché è passato attraverso l’ammirazione di una turba cretina che lo ha profanato…
Mentre ella parlava, Antonio non le staccava gli occhi dal viso. Egli provava una specie di brivido interno; sentiva un’onda di parole salirgli alle labbra, ma, come spesso gli succedeva, non riusciva a pronunziarne una. Il mento gli tremava lievemente. E Maria, accorgendosi benissimo che egli non riusciva ad esprimersi, s’irritò e cominciò a battere nervosamente l’estremità del manico d’un coltello sulla saliera colma.
– Eppure io so che tu hai voglia di leggere il Quo vadis? – disse Marina, la sorella maggiore – e tu dovresti leggerlo perché te lo ha regalato Antonio.
– Sicuro… – approvò la madre premurosa.
– Io non ammetto i regali…
– Ma tu leggi il volumetto dei Salmi, che ti ha regalato l’organista – disse Anna.
Maria non batté palpebra, ma un segreto impeto di collera l’assalì, contro le sorelle, contro la madre che si stuzzicava i denti, e sopratutto contro Antonio che taceva.
– Che cosa sono i regali? – riprese dominandosi. – Convenzionalità, o, peggio ancora, prestiti ad usura, che si devono restituire a un dato tempo. Questo non entra nella questione. Io, dici tu, ho voglia di leggere il Quo vadis? E va bene; ma appunto perché ne ho voglia non lo leggo. Che cosa è il desiderio? Un moto incosciente, un istinto: basta esaminarlo per farlo cessare.
– Ma dal momento che tu hai voglia, vuol dire che non hai esaminato ancora il tuo desiderio – disse finalmente Antonio.
– Oh, ecco il sofista! Ma io sono cosciente anche quando sono incosciente: ho ancora la coscienza della mia incoscienza.
– Tu sei mostruosamente sottile, – riprese Antonio un po’ ironico, – ma non rispondi mai a tono.
– E che cosa è il rispondere? – ella chiese, guardandolo fisso con gli occhioni grigi socchiusi, quegli occhi un po’ misteriosi, canzonatori e ingenui e severi ad un tempo che talvolta gli incutevano paura.
– E la posa che cosa è? – disse Marina ridendo.
– La posa è la virtù delle persone insufficienti, come te… ed altre!
– Meglio insufficienti che anormali – disse Marina.
– Si è più felici – aggiunse lentamente e un po’ tristemente il giovine.
– Che cosa è la felicità? Voi, gente normale, non sapete neppure definirla; ne parlate come parlate di Quo vadis? e di tante altre cose, ma non sapete quel che vi dite. Io sarò squilibrata, come voi dite…
– Chi lo dice? – gridò Antonio.
– Tu lo dici.
– Non solo, ma anche matta! – aggiunse Marina.
– Anche matta, benissimo. Ma tu che chiami matta una matta che cosa sei?
– Io dico la verità…
– Allora sei capace di dire cieco ad un cieco, per insultarlo. Ecco che cosa siete voi, i normali, i sani, gli incoscienti, che leggete Quo vadis? perché lo han letto due milioni di persone, e leggete la Famiglia Polanieski perché è dello stesso autore.
– Tu pure leggi la Famiglia Polanieski! – disse Anna trionfante.
– Ma ho forse letto Quo vadis? E leggo la Famiglia Polanieski anzitutto perché l’ho comperato io, poi perché appunto non ho letto Quo vadis? Del resto non mi piace. È la solita storia d’amore: moralità immorale. Mi piace solo un personaggio: Bukaski.
– Perché ti rassomiglia.
– Scusa, io non sono né tisica, né brutta. Io sono rosea ed ho un bel profilo – diss’ella con vezzo infantile e con fine civetteria, passandosi un dito sul naso. – Io sono sana e bella. Sono bella o no, Antonio?
Egli la guardò e sorrise.
– Sì – disse dopo un momento.
E la madre e le sorelle di Maria non protestarono, perché erano abituate alle piccole stranezze di lei. D’altronde ella era veramente bella, coi capelli chiari rialzati sulla fronte lucente, e gli occhi lunghi, luminosi: la camicetta rossa, col colletto bianco da uomo, dava un riflesso roseo alle guancie infantili ed a tutto il volto abilmente incipriato.
– Bella, ed anche modesta! – osservò soltanto la piccola Anna, che s’era messa a leggere un giornale e pareva non ascoltasse.
– Ma! – esclamò Maria. – Vuoi andare a letto, tu, piccola pettegola? Va, va a letto, e pensa che la modestia è una parola.
– Oh, Dio! – gridò Anna, fingendo di non aver udito. – Leggi, Marina mia, leggi che bel vestito aveva la regina: eliotropio con pizzi gialli. Come doveva esser bella! Cara!
– … Diceva quel secentista che la parola è il manico delle cose, – rispose Antonio, rivolto a Maria, – anche la bellezza, come la modestia, è una parola… Questo non impedisce…
– Di preferire la bellezza alla bruttezza – disse Maria, ma subito si pentì, perché Antonio era brutto. Egli però parve non offendersi; solo una vaga tristezza passò nei suoi occhi.
– Io credo la bellezza, riflesso della bontà – disse con voce grave. – Le cose e le persone belle non possono esser cattive anche se vogliono parerlo…
Si guardarono: ella si compiacque delle parole di lui, egli si sentì felice d’aver detto qualche cosa di grazioso. Vedendoli bene avviati, anzi completamente rappacificati, la signora si alzò e condusse via Anna: Marina si mise a leggere il giornale.
– Del resto tu forse hai ragione, – disse Azar, – il Quo vadis? non è poi quel libro meraviglioso che tutti vogliono. Vedrai che la critica insorgerà e lo demolirà, se non altro perché diventerà popolare come i Reali di Francia. Io, almeno, mi aspettavo qualche cosa di più: avevo letto che Nerone ci appariva diverso da come finora ce l’avevamo immaginato. Nel Quo vadis? certo, la figura di Nerone è evidentissima; ci par di vederlo, con le sue mani dal pelo rosso, col suo smeraldo, con la sua clamide; ma ricordiamo di averlo già veduto così altre volte, leggendo la storia.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «Amori moderni»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Amori moderni» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Amori moderni» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.