Ali Bey - Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 2

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Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 2: краткое содержание, описание и аннотация

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L'aspetto di Sidi Ali, dell'età di circa cinquant'anni, è venerando e grave. Un volto regolare, colori risentiti, occhi vivaci, piccola barba candida come la neve, forme piccole e pienotte perfettamente proporzionate… Dio sia lodato! Il suo abito sempre uguale consiste in una specie di camicia, o piccolo caftan di lana bianca, un piccolo turbante, una specie di hhaik leggere di lana bianca, che coprendo la testa del santo gli ondeggia sciolto sulle spalle e sui fianchi a guisa di piccolo mantello. La sua voce alquanto nasale acquista grazia dalla sua divina dolcezza. Il maggior figlio di Sidi Ali cammina sulle traccie del padre, e spira santità malgrado la sua fresca età. Può avere ventisei anni, ma è più grande e grosso di suo padre, e più rossiccio. Altri figli avuti dalle sue negre, accompagnavano il santo che viaggia in una lettiera sostenuta da due muli. Questa lettiera è abbastanza lunga perchè l'uomo apostolico possa coricarsi quando trovasi stanco d'avere colle sue ferventi preghiere chiamate sopra l'impero le grazie della divinità.

Non ho potuto vedere Sidi Alarbi che era a Tedla, ma conosco un suo nipote venuto a ritrovarmi da parte sua. Egli è rubicondo assai, e talmente grosso d'avere difficoltà di respiro. Mi si disse che Sidi Alarbi, è ancora più grande e grasso del nipote. Onde apparisce che i digiuni, e le mortificazioni non pregiudicano al vigore ed alla sanità dei nostri santi. Si aggiungeva che a fronte della sua pinguedine Sidi Alarbi monta leggermente a cavallo, e sa ben tirare un colpo di fucile, lo che è un nuovo favore della divinità. Sgraziatamente ebbero luogo alcuni diverbi tra questo santo ed il Sultano Muley Solimano. Avendo l'ultimo fatta fabbricare una moschea nel territorio di Tedla, ed avendo forse mancato a certi riguardi, Sidi Alarbi credette di doverla convertire in una scuderia. Muley Solimano per rappacificarlo gli donò mille ducati; ed il venerabile santo mandò in vece mille montoni al Sultano. Giova sperare che quest'atto di pentimento gli procurerà la misericordia di Dio per le raccomandazioni del santo.

La città di Marocco ha nove porte. Le mura che la circondano sono abbastanza solide, altissime, ed armate di torri al di fuori, tranne dalla banda del palazzo del sultano, ove invece sono al di dentro, formando come una cittadella che domina la città. Le muraglie sono quasi tutte costrutte di terra battuta colla calce.

Il palazzo del sultano trovasi al S. E. del circondario della città. Viene formato dall'unione di molte fabbriche assai vaste; perchè oltre gli appartamenti del Sultano, de' suoi figliuoli, di Muley Abdsulem, e dell'infinito numero di donne che loro appartengono; vi si trovano diversi giardini ed orti. Sonovi pure le abitazioni delle persone della corte, dei domestici, delle guardie, due moschee, ed immensi cortili o piazze nelle quali il Sultano accorda le sue meschouàrs , ossia pubbliche udienze. Tanti edificj formano un laberinto di muri, e come un'altra città, il di cui esterno recinto può avere una lega e mezzo di circonferenza.

Per entrare nel palazzo propriamente tale, dopo avere attraversate tre immensi cortili, o piazze d'udienza, conviene da prima entrare in un quarto cortile ove trovasi il corpo di guardia, di poi passare in un altro, in mezzo al quale vedesi un cobba , o casuccia quadrata alcuni piedi più alta sopra il piano del cortile. Questa casuccia internamente coperta di tappeti, e provveduta di alcuni cuscini è il luogo in cui stanno i grandi ufficiali di corte in attenzione degli ordini del Sultano: è propriamente un'anticamera, ove le persone obbligate a risiedervi si fanno servire di pranzo e di cena. Da questo cortile si entra in un vestibolo, ove trovansi paggi di servizio, ed un'altra guardia; e di là finalmente si entra in un giardino, ove sono due casette di legno, in una delle quali il Sultano suol ricevere le persone.

Questo giardino di forma regolare è pieno d'aranci, è assai bello, e ben provveduto di fiori e di piante aromatiche. Le donne non vi entrano. Esse ne hanno alcuni altri di loro esclusivo uso inaccessibili agli uomini. Tra le due casette vedesi un pilastro sopra il quale è collocato un quadrante solare orizzontale. Un giorno che aveva fatto portare i miei strumenti, osservai il passaggio del sole per prendere la latitudine di questo punto, e feci un segno sul pilastro, affinchè si rettificasse la posizione del quadrante che trovavasi alquanto disorientato. Feci quest'operazione in presenza del sultano.

Un'altra volta il sultano mi condusse egli medesimo nell'interno del palazzo, e mi fece vedere i bei appartamenti fatti all'europea con grandi finestre dalla banda del giardino, ed una magnifica sala, che non aveva altri mobili che pochi tappeti. Quest'appartamento che trovasi al primo piano è assai bello, e soltanto la scala è mal collocata, oscura, ed assai meschina. Nello stesso giardino trovasi un passaggio interno per andare nell'appartamento di Muley Abdsulem posto a fianco del palazzo. Quest'entrata non ha guardie, ma le porte sono sempre chiuse; ed il portinajo non le apre che al Sultano, a Muley Abdsulem, ed a me: per ogni altra persona è necessario un ordine particolare del Sultano. La casa di Muley Abdsulem è abbastanza spaziosa, ed ha pure in sul davanti un bel giardino.

La Giuderia ossia il quartiere de' Giudei, che ha pure un parziale recinto, è situato tra il palazzo e la città. Anche questo quartiere fu ruinato come gli altri, e vi si trova solamente un mercato abbondantemente provveduto. La porta viene chiusa la notte ed il sabbato, è custodita da un kaïd.

I Giudei di questo quartiere si fanno ascendere a circa due mille; quali tutti, senza distinzione d'età nè di sesso, non possono entrare in città che a piedi nudi; e sono trattati con estremo disprezzo. Il loro abito di color nero è assai meschino, ed è perfettamente eguale a quello de' Giudei di Tanger. Il loro capo che sembra un buon uomo, e che venne più volte a ritrovarmi, non veste meglio degli altri. Le donne vanno per le strade col volto scoperto, ed io ne vidi alcune assai belle, anzi straordinariamente belle. La loro capigliatura per lo più bionda, ornata di rose e di gelsomini, dà ai loro volti un'aria seducente. La dilicatezza e la regolarità dei tratti, l'eleganza del corpo, la bellezza degli espressivi loro occhi, le grazie allettatrici sparse su tutta la persona, danno loro quel bello ideale, che invano cercasi altrove che nei capi d'opera della greca scoltura. Eppure queste singolari bellezze sono disprezzate ed avvilite; esse vanno a piedi nudi, e sono obbligate di prostrarsi ai piedi riccamente ornati delle orribili negre, che godono dell'amor brutale e della confidenza dei Musulmani loro padroni. I figli maschi de' Giudei sono belli finchè sono giovanetti, ma degradono coll'avvanzare degli anni, talchè difficilmente si vede un Giudeo di bell'aspetto in età matura. Devesi ciò forse ascrivere alle sofferenze inseparabili dall'orribile schiavitù che li opprime?

I Giudei esercitano molte arti o mestieri; sono essi i soli argentieri, i soli lattonaj, i soli sarti di Marocco. I mori sono soltanto calzolai, falegnami, muratori, magnani, e fabbricatori di hhaik.

Anticamente la città di Marocco era circondata di giardini, e di belle piantagioni, che stendevansi a grandissima distanza. Per l'irrigazione di que' giardini vi derivavano dalle montagne dell'Atlante moltissime sorgenti per mezzo di acquedotti, o canali scoperti: grandiose opere, di cui al presente non rimangono che le ruine per attestare alle persone istruite che gli arridi deserti ond'è al presente circondata la città, erano ameni e fertili orti. I pochi giardini tutt'ora esistenti ricevono l'acqua da alcuni conservati acquedotti sotterranei; tra i quali quello che conduce alla mia villa di Semelalia è così grande, che gli uomini incaricati di ripulirlo vi passeggiavano sotto in piedi fino ad una ragguardevole distanza. Quest'acqua è eccellente.

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