Maria Acosta - L'Ultima Opportunità

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Anno 2014 - Ancona:
Uno scienziato, discendente di Giuglelmo Marconi, ha inventato un tipo di umanoide molto speciale che cambierà l'Umanità.
Anno 7485:
Gli animali si sono impadroniti della Terra e gli umani sono diventati i loro schiavi.
Cosa è successo veramente?
Anno 2014 - Ancona:
Uno scienziato, discendente di Giuglelmo Marconi, ha inventato un tipo di umanoide molto speciale che cambierà l'Umanità.
Tutto era andato liscio. La vendita della prima generazione di umanoidi era inziata un mese prima. Le persone erano impazzite, soprattutto quelle che avevano denaro sufficiente per acquistare un robot in grado di parlare, fare la tata con i bambini, cucinare, stirare, insomma una sorta di tuttofare in grado di eseguire qualsiasi lavoro quotidiano. Ora però, Gianluca stava cercando di fabbricarne una versione più economica ma che avesse però caratteristiche simili alla precedente, anche se non così evolute come quelle dei primi esemplari realizzati nell'impianto di produzione dislocato nei pressi di Ancona. Un edificio che aveva iniziato a costruire proprio nel momento in cui gli venne in mente la soluzione...
Anno 7485:
Gli animali si sono impadroniti della Terra e gli umani sono diventati i loro schiavi.
Cosa è successo veramente?

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-“Sbrigatevi!” –gridò il lord.

Sembrò che questa parola fosse riuscita a svegliare la servitù che cominciò a gridare e a correre allo stesso tempo senza un obiettivo. I maiali invasero le stanze del pianterreno, furiosi distrussero mobili e altri arredamenti, invasero la cucina, la dispensa e la cantina, rovesciarono le botti e rotolarono sul vino e sulla terra sporcandosi, felici, ubriachi e feroci. Il più ubriaco era il Duca, il maiale più grosso della mandria, quello che comandava nella fattoria, il più cattivo e prepotente. Mentre i maiali godevano distruggendo la proprietà dilord Thomas Richard Edward Fotheringaybagehot, l’uomo e la servitù cercavano di salvarsi salendo sulla torre del castello, il posto più bizzarro di quel palazzo, composta da cinque piani, ognuno dei quali era isolato dal precedente grazie a una scala a mano removibile. Ma non ce la fecero. I robot li raggiunsero e li riportarono al pianoterra dove, dopo aver compiuto atti crudeli, li ammazzarono e fecero con i cadaveri la stessa cosa che il lord faceva di solito con i maiali della fattoria.

La Grande Ribellione

Nell’autunno dell’anno 2016 tutto era pronto. I messaggi erano stati inviati a ogni nazione, a ogni regione di ogni nazione, a ogni città di ogni regione, a ogni paesino nei dintorni di ogni città. Allo stesso tempo, tutte le macchine che erano in grado di trasmettere un messaggio l’avevano fatto. Di conseguenza, tramite Internet e la rete elettrica, le porte dei posti dove erano ammucchiati gli animali per essere sacrificati si aprirono, così come quelle degli zoo, le inferriate dei palazzi dove c’erano gli animali da compagnia, le recinzioni elettriche che circondavano le pianure dove pascolavano mucche e tori... insomma, tutto quello che serviva agli uomini per mantenere gli animali lontani o prigionieri smise di funzionare e questi uscirono, impazziti e arrabbiati, dalle loro prigioni. Cercarono ovunque i responsabili della loro cattività. I topi e gli altri animali che, finora, erano stati torturati nei laboratori farmaceutici, uscirono rabbiosi e desiderosi di vendicarsi, portando malattie di ogni tipo che, tramite loro, si sarebbero estese per il pianeta. Gli uomini, stupiti da quello che stava succedendo, non sapevano come agire.

In Spagna, nelle città grandi (Madrid, Barcelona, Siviglia...) e in quelle dove c’era uno zoo, gli animali se ne andavano in giro per le strade cercando qualcuno da ammazzare, entravano nei palazzi, scardinavano le porte, gli ascensori, perseguitavano uomini, donne e bambini che, impauriti, cercavano un nascondiglio per salvarsi. Alcuni ci riuscivano, altri no.

In Italia succedeva lo stesso. E anche nel resto del pianeta.

I gorilla che abitavano nelle riserve dell’Africa fuggirono in fretta e in furia, e distrussero ogni costruzione umana che incontrarono, senza fare differenze tra la gente che aveva badato loro e quelli che li avevano sfruttati; gli abitanti dei paesini fuggivano a gambe levate, senza meta, cercando soltanto di salvare la pelle. I gorilla che fino a quel momento avevano abitato nelle gabbie degli zoo, si vendicarono dei loro sorveglianti. Ma non solo i gorilla, le tigri, i leoni, le mucche. Ogni animale che era stato sfruttato dagli uomini adesso cercava vendetta.

Per alcuni giorni il caos si impadronì del pianeta. Soltanto le tribù più primitive, quelle che avevano vissuto in equilibrio con la natura e gli esseri che la abitavano, si salvarono dalle stragi. Come mai? Perché gli animali li consideravano come altri animali, non come nemici.

La reazione più sorprendente venne dalle scimmie da laboratorio: alcune fuggirono con in testa ancora con quei tremendi caschi da vivisezione che erano costrette ad indossare durante l’elettrochoc, una delle torture più immonde e vergognose e che a volte si potevano vedere pubblicamente anche in televisione, quando veniva trattato questo argomento, raramente per la verità.

Fuggirono e si ritrovarono per le strade affollate del centro di Roma, Milano, Madrid e Barcellona. Cercarono i pochi passanti che avevano ancora il coraggio di uscire temerari e li affrontarono ma una di loro, che sembrava avere il dominio su tutte le altre (le scimmie sono molto sottomesse all'autorità del capobranco), fermò una donna anziana che già tremava temendo di essere privata dei propri indumenti (trattamento che le scimmie si divertivano a imporre agli umani). Con grande meraviglia, questa scimmia dominante (una piccola bertuccia, ideale per i test in laboratorio dal momento che che poteva essere segregata in una angusta gabbietta) rivolse solo una domanda alla donna: “Siamo molto simili a voi, tra tutti i primati. Allora perché ci riservate questo trattamento impietoso e brutale? Infliggerci queste inaudite sofferenze non servirà a migliorare di molto la vostra qualità di vita!”.

La donna pianse e si scusò anche per l’inquietante visione della testa della povera scimmia ancora avvolta nel casco con i fili elettrici che spuntavano da ogni direzione e le chiese di accompagnarla a prendere una fetta di pasticcio alle banane che aveva da poco sfornato a casa, essendo lei una cuoca provetta...

Il gesto servì a stemperare la tensione almeno con le scimmie, e trattandosi di esseri molto evoluti forse avrebbero potuto mettere una buona parole nelle assemblee degli animali in cui si sarebbero decise le sorti degli uomini sconfitti e destinati ad essere probabilmente soppressi o utilizzati come schiavi, proprio come nell'antica Roma.

Poi, sia gli animali che gli umani, riuscirono a calmarsi un po’. Abbandonarono le carneficine e cercarono di creare degli eserciti, una resistenza ordinata verso il nemico. Gli animali erano in giro per le città, gli uomini cercavano nascondiglio sulle montagne, sottoterra, in isole disabitate, ovunque credessero che non ci fossero animali.

Il Presidente degli Stati Uniti si era rifugiato nel proprio bunker e considerando, dal suo punto di vista che erano entrati in guerra, riteneva di doversi radunare lì coi suoi generali e consiglieri più importanti. Arrivarono militari anche da altri nazioni che avrebbero dovuto mettersi d’accordo su come agire in questo confronto così pericoloso.

-“Mi dica, Ammiraglio, la situazione reale è...” –cominciò a dire il Presidente mentre guardava un uomo forte, ma un po’ sovrappeso, che era davanti a lui.

-“Siamo disperati. Né un radar, né una nave, niente di niente; i computer agiscono per volontà propria e non ci lasciano fare niente. Non possiamo mettere in moto le navi, non possiamo comunicare tra di noi, non possiamo neanche fare una chiamata tramite i satelliti. Siamo rimasti senza tecnologia. Funzionano soltanto le macchine più vecchie: le barche a remi, i velieri, le canoe e ogni specie di nave che non abbia un computer. Questo è quello che abbiamo. Credo che l’aeronautica militare si trovi in una situazione simile, vero?” –disse l’Ammiraglio fissando gli occhi in un uomo molto magro, alto quasi due metri, dai capelli biondi e occhi verdi.

-“Certo. Abbiamo dovuto prendere delle macchine che erano nei musei, quelle della Grande Guerra, biplani, con un’autonomia di volo molto limitata. Le altre o non vogliono funzionare o sono andate con il gruppo degli umanoidi e non ci sono più.”

-“E nel resto delle nazioni?” –chiese il Presidente guardando uno schermo gigante che era sulla parete in fondo alla stanza.

L’immagine di una ventina di uomini e donne di diversi eserciti europei confermò quanto detto dai colleghi americani. Di armi per i soldati, soltanto le rivoltelle risalenti ai tempi della Grande Guerra erano in grado di essere utilizzate. Se ci fosse stato anche solo un microchip nella loro fabbricazione, non avrebbero funzionato. Archi, frecce, rivoltelle, lance, balestre, coltelli.... queste erano le armi che potevano utilizzare.

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